Il navigatore che il mondo intorno
per la prima volta percorse,
partendo da ovest, disse:
«La Terra è rotonda!».
«Dovunque si vada intorno alla Terra,
ci sono esseri umani!».
Disse un altro grande navigatore:
«La Terra è piccola! Non così grande!
Questo è l’inganno che la gente crede».
Da allora, l’Occidente tutto ha corso.
La Terra è diventata ancor più stretta,
il mondo esplode demograficamente,
ferito è il nostro pianeta.
Pure,
sempre rotonda e azzurra sta la Terra
e dovunque si vada, vivono gli esseri umani.
Prima ancor di quell’epoca passata
di grandi navigazioni, un giardino
ricco, della civiltà al sole nata
del Mar Mediterraneo,
catena collegata degli scambi
commerciali tra est e ovest
che Goethe attrae,
la Sicilia, isola bella.
Fiori che accolto avrebbero il poeta:
con i colori vari dell’oleandro,
bianco del gelsomino,
rosso dell’ibisco,
rosa della bouganvillea.
Come sboccianti a profusione i fiori,
le diverse civiltà a luci varie
ornarono il XII secolo della Sicilia.
Nel corso del tempo i re e le regine
dai normanni ai francesi e agli spagnoli
transitavano;
ed arabi a dirigere la corte;
tra la popolazione, greci ed arabi
donne cristiane col volto velato;
le chiese sorte accanto alle moschee.
I più famosi libri bizantini,
arabi, di scienza e filosofia,
dall’Oriente venuti, in latino si tradussero,
introdotti nel mondo occidentale
da Palermo, capitale siciliana.
Nel “buio” Medioevo occidentale
accesero le luci,
erano il sole del Rinascimento italiano.
Ora, i poeti di Oriente e Occidente
si riuniscono a Palermo,
città antica e culla fra poche altre
con Atene, Roma e Firenze
della civiltà occidentale;
in Sicilia, eccoci:
l’isola sognata, dove perfetta
si tentò una forma di umana vita:
conviver tra diverse civiltà.
Le due civiltà, orientale e occidentale,
dai tempi antichi davano e rubavano
all’altra e dall’altra;
a volte sorridendo e a volte odiando;
e luce si facevano, e cadevano.
Fine, al ripetersi di tutto questo
poniamo.
Nell’essere umano e in Dio l’Occidente
ha creduto
i due si sono uniti e contrastati;
con luci ed ombre ogni cosa ha dipinto
questo dualismo.
L’Oriente ha scelto l’uomo e l’universo
e questi si son fusi l’un con l’altro,
entrambi favoriti in tale unione.
Con nostalgia ricordo
il dottor Toynbee che dall’Occidente
disse a me che venivo dall’Oriente:
«Più in là, sullo sfondo dell’universo
a cui l’uomo deve unirsi si trova
un’entità spirituale finale
che chiamo forse “l’amore”». Risposi:
«Questa è la Legge della vita dentro ogni fenomeno».
Annuì decisamente sorridendo.
Due civiltà:
“rivelazione di Dio in Occidente”,
e “percezione interiore” in Oriente;
due anime differenti
che affrontan l’universo e la natura.
Ma, un membro dell’Académie Française,
René Huyghe, mi disse:
«Son due vie differenti
ma vanno entrambe a una stessa meta».
Sono con lui d’accordo
che “la stessa meta” stia
nel volo senza fine dello spirito.
“Da vita a vita parlarsi”, per questo
può risplendere un uomo come un uomo.
Così una civiltà:
se non accumula “parole ad altri”
su “parole ad altri”
niente maturazione niente pace.
Da un paese
dove i due estremi d’Oriente e Occidente
si incontrano,
io,
da est a ovest e da sud a nord
ho attraversato diverse civiltà.
Poi
scavando il fondo d’ogni civiltà
sotto ogni strato di cultura e dèi,
sempre la stessa luce che risplende:
l’”universalità”, principio umano.
Credo che la ricerca sull’essere umano
sia la base della civiltà,
perciò
solo le “parole ad altri” di ricerca
sull’umanità son l’arcobaleno che unisce.
Ad ogni civiltà faccio le stesse
domande;
domande all’essere umano, che vanno oltre l’individuo.
«Cos’è l’essere umano?»
«Da dove viene e dove va?»
«Cosa significa vivere bene?»
«Cosa è importante per l’essere umano?»
«Come può sopravvivere l’umanità?»
Tra Cristianesimo e spirito greco
in unione,
il Rinascimento dell’Occidente
era nello splendore di Venere
dalle onde del Mediterraneo
nata, dea ed essere umano.
Il Rinascimento del XXI secolo
è il prisma del concetto di valore
che la luce dell’uomo contiene,
da ovest e da est,
da nord e da sud,
che splende nelle varie civiltà.
Chi, tra le civiltà, getterà un ponte?
Lo scrittore Stefan Zweig disse:
«Tolstoj aveva cento occhi».
Chi contiene la massima scrittura
sacra del Budda, il Sutra del Loto,
grazie al suo beneficio,
“ottocento occhi” e “milleduecento orecchie”
si dice che possiede;
e oltre i fenomeni manifesti
essi
ascoltano le voci senza suono
di tutti,
le loro vite latenti distinguono.
E “milleduecento lingue” si dice
che possiede, e “milleduecento menti”;
nel profondo gioiscon le persone
a queste voci e suoni
ed ascoltando un verso o una poesia
significati infiniti si colgono.
La verità che insegna questo sutra
è la grande capacità dell’individuo,
la grande creatività di un artista
soprattutto,
l’immaginazione grande di un poeta.
La Terra del XXI secolo
all’inizio, rotonda e azzurra è ancora;
ecco, adesso, ancora
una grande avventura della mente,
lo spirito verso nuove scoperte
dell’umanità.
E qui, in un punto del Mediterraneo,
storica e lontana terra di Sicilia,
ecco i segni dell’avvento del Buddismo.
Oh poeti!
Dalla riva del Mediterraneo
sul canto infinito del mare,
mandate nel mondo, vi chiedo,
le splendide note della civiltà
che voi cantate!
Poeti!
Voi sicuramente sentite
e cantate,
il silenzio di preghiera dell’essere umano,
gioia e dolore della vita tutta,
i passi del futuro più lontano
e il ritmo mistico che l’universo suona.
Poeti!
Nel vostro abbraccio
ecco le stelle nel cielo sorridono,
tra loro i fiori della civiltà
annuiscon sulla terra
e tutto quanto è uomo si abbraccia,
perché la stella azzurra mai non venga
macchiata con sangue e cenere,
non venga mai distrutta
e splenda nella luce della pace in eterno.
27 maggio 2000
(già pubblicata su DuemilaUno, n. 82, pag. 4)