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Oltre ogni limite, avanzo! - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 10:22

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Oltre ogni limite, avanzo!

Luca Perissinotto, Trieste

Il voto per kosen-rufu, che ho rinnovato al Daiseido in occasione del corso mondiale giovani, è ciò che continuerà ad accompagnare tutti i giorni della mia vita

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Il voto per kosen-rufu, che ho rinnovato al Daiseido in occasione del corso mondiale giovani, è ciò che continuerà ad accompagnare tutti i giorni della mia vita

Ho cominciato a praticare il Buddismo undici anni fa, dopo la morte del mio papà. Il Daimoku mi ha permesso di illuminare il dolore che sentivo e di trasformarlo nella migliore medicina. Volevo essere felice anche e soprattutto per lui, e decisi di trasformare tutto quello che stava emergendo dentro di me senza più paura. Mi trovai così ad affrontare la depressione legata agli attacchi di panico che bloccavano la mia vita dall’età di otto anni, a seguito di uno shock.
Misi fede, pratica e studio al centro di ogni mia giornata e dopo circa sei mesi di Daimoku “disperato” cominciai a vedere un radicale cambiamento. La qualità dei miei pensieri stava cambiando ed ero molto più aperto e solare. Gli attacchi di panico diventavano meno frequenti e i tempi di ripresa sempre più rapidi. Mia madre, cattolica, percepì subito la trasformazione e vide i miei progressi come effetti della pratica buddista. Decise di sostenermi totalmente nella scelta di ricevere il Gohonzon e, con mia enorme gioia, partecipò alla cerimonia insieme a mio fratello, mia cognata e mio nipote.
Razionalmente pensavo di essere riuscito a superare la sofferenza per la morte di mio padre, ma più andavo avanti con la pratica e più sentivo che quella ferita faceva ancora molto male.
Continuavo a rimproverarmi perché pensavo di non essere stato un buon figlio quando lui era in vita. Avevamo lo stesso carattere chiuso e vivevamo i nostri sentimenti senza molte parole. Mi trovai a fare i conti con i sensi di colpa: vivevo con il timore di non essere riuscito a trasmettergli il mio amore per lui. Lo studio del Buddismo si dimostrò fondamentale. Ricordai un incoraggiamento del presidente Ikeda alla Divisione futuro: «Se avete perso uno o entrambi i genitori, avrete certamente provato dolore e forse avete anche dovuto affrontare delle difficoltà economiche, ma le difficoltà ci offrono l’opportunità di forgiare e perfezionare il nostro carattere» (NRU, 14, 280). Decisi di ripartire dal Daimoku.
Dal primo momento in cui ho iniziato a praticare ho capito quanto siano importanti le attività della Soka Gakkai: uno stimolo continuo ad andare oltre le circostanze, oltre quella sofferenza che sembra troppo grande da sopportare, oltre i limiti che ci imponiamo. Nei momenti difficili chiamo subito i giovani uomini della mia regione e, nonostante la mia tendenza alla chiusura puntualmente riscopro che proprio grazie a quest’azione lo stato vitale si alza, la vita si espande e cambia completamente la prospettiva. Infatti, come insegna il Buddismo, sostenere la vita degli altri significa sostenere la propria vita.
Per almeno due anni e mezzo mi sono spostato continuamente, soprattutto a Trieste, per andare a incoraggiare anche un solo giovane, portando nel cuore le parole e l’esempio di sensei e arrivare a ogni singola persona. Attualmente a Trieste c’è il maggior numero di giovani uomini della regione.
A giugno ho avuto la possibilità di partecipare al corso europeo giovani a Francoforte. I miei obiettivi erano molto chiari: aprire la mia vita al cento per cento senza più permettere all’emotività di bloccare la mia crescita, trasformare la sofferenza per la morte di mio padre e trovare la mia compagna per kosen-rufu.
Al corso mi chiesero di coordinare un gruppo per i mini zadankai che si tenevano ogni sera, ma c’era un limite che mi sembrava insormontabile: non parlavo una parola di inglese. Soffrivo perché mi sentivo inadeguato, ma allo stesso tempo non volevo arrendermi perché sapevo che la vittoria dei miei compagni passava attraverso la mia. Decisi di vincere sulla sfiducia nelle mie capacità.
Utilizzavo il Daimoku per dialogare costantemente nel mio cuore con sensei, e chiesi a una ragazza del gruppo di aiutarmi con le traduzioni. Non importava come, volevo solo incoraggiare le persone che avevo di fronte. Questa fu la svolta che trasformò radicalmente il mio stato vitale e mi permise di vivere il corso senza più sentirmi un pesce fuor d’acqua. Alla fine i compagni del gruppo mi hanno ringraziato perché erano stati molto incoraggiati dalla mia determinazione.
Tornato dal corso, una notte ho sognato mio padre. Stavo recitando Daimoku e, una volta finito, mi avviai verso la mia stanza. Dopo qualche minuto mi raggiunse mio padre e provai esattamente ciò che avevo provato tre giorni prima della sua morte: avevo sentito il desiderio di stringerlo e di dirgli che gli volevo bene, ma poi avevo lasciato scivolare via quell’occasione. Questa volta nel sogno lo abbracciai. Anche lui mi strinse forte e cominciammo a piangere entrambi: «Come stai? È da tanto tempo che non ci vediamo…». Era come se volesse spazzar via le mie paure e rassicurarmi sul fatto che aveva sempre percepito il mio amore per lui. Mi sono svegliato piangendo e in quelle lacrime ho sciolto definitivamente i miei sensi di colpa e la mia sofferenza.
Nuovamente ho sperimentato il grande potere del Daimoku che arriva ovunque e ci permette di trasformare anche le relazioni con le persone che non ci sono più.
Infine, a distanza di pochi giorni dal corso europeo, ho iniziato una relazione con una ragazza e sento che questo è il frutto della mia determinazione.
Il voto per kosen-rufu, che ho rinnovato al Daiseido in occasione del corso mondiale giovani, è ciò che continuerà ad accompagnare tutti i giorni della mia vita. Sarà sempre lo stimolo a non arrendermi per rendere fiero il mio maestro, che tramite le sue guide mi incoraggia a sfidare i miei limiti e a diventare un solido pilastro per la mia famiglia e per la società in cui vivo. Sensei scrive: «Nell’oscurità che precede l’alba, cercando la luce, avanzo» (NRU, 2, 137).
Io ho deciso di avanzare.

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