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«Ognuno a suo modo» - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 12:31

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«Ognuno a suo modo»

«La cosa importante non è sopravvivere ma contribuire al cambiamento, ognuno a suo modo, nella propria comunità», scrive il brasiliano Amadeu Thiago de Mello. In questo saggio Ikeda sottolinea ciò che può contraddistinguere un membro della Divisione uomini: prendersi cura degli altri, mai con presunzione

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«La cosa importante non è sopravvivere ma contribuire al cambiamento, ognuno a suo modo, nella propria comunità», scrive il brasiliano Amadeu Thiago de Mello. In questo saggio Ikeda sottolinea ciò che può contraddistinguere un membro della Divisione uomini: prendersi cura degli altri, mai con presunzione

Coraggiosi campioni
superate le tempeste delle avversità
e create la storia.

Il poeta inglese Alfred Tennyson (1809-92) scrisse: «Venite: / tardi non è per coloro che cercano un mondo novello. / Uomini, al largo, e sedendovi in ordine, i solchi sonori / via percotete» (trad. Giovanni Pascoli).
Le onde che sferzano la società infuriano e i venti del tumulto economico soffiano con forza. Ogni membro della Divisione uomini, nobili capitani di kosen-rufu, si impegna con valore nella propria personale sfera di responsabilità, facendosi strada in queste acque pericolose.
Nichiren Daishonin scrive: «Solamente la nave di Myoho-renge-kyo ci permette di attraversare il grande mare di nascita e morte» (Una nave per attraversare il mare della sofferenza, RSND, 1, 30). Sosteniamo la Legge mistica che ci consente di superare le sfide dell’esistenza tracciando la rotta di una vita di gioia straordinaria.
Alla recente riunione nazionale della Divisione uomini, in concomitanza con la riunione generale della Soka Gakkai, a marzo 2010, ho chiesto a uno dei responsabili dell’Africa di salire sul palco. Un responsabile di capitolo della Costa d’Avorio ha risposto al mio invito. Essendo stato un tempo capitano di un bastimento mercantile, quest’uomo è chiamato con affetto “Capitano” dai suoi amici. Purtroppo la compagnia di navigazione per cui lavorava ha chiuso. Ha cercato un nuovo impiego, ma non è riuscito a trovarlo subito. Dopo otto mesi di ricerca e di intensa recitazione di Daimoku, alla fine ha trovato un lavoro presso una compagnia petrolifera. Oggi è il capo dell’ufficio vendite della compagnia, e ha dato straordinaria prova di aver trasformato il veleno in medicina.
Al momento ci sono più di ventimila membri nella SGI-Costa d’Avorio, e il loro numero continua a crescere. Si stanno tutti dedicando con impegno a kosen-rufu, seguendo i motti: «Sempre pronto a lottare al fianco di sensei!», «Sempre pronto a stringere amicizie sincere!», «Sempre pronto a lottare contro l’ingiustizia!».

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Quando gli affari del mio maestro Josei Toda attraversarono momenti difficili, mi impegnai con tutto me stesso per sostenerlo. Impiegai tutte le mie forze per superare quella crisi preparando la strada per la nomina di Toda a secondo presidente della Soka Gakkai. In seguito, dedicandomi con altruismo a propagare la Legge, intrapresi la sfida di realizzare l’obiettivo di 750.000 famiglie lanciato da Toda. In ogni battaglia volta a stabilire l’insegnamento corretto per la pace nel paese, ho conquistato una vittoria dopo l’altra. Nonostante la mia salute fosse cagionevole, ho assistito Toda con tutto me stesso giorno dopo giorno, pronto a rinunciare alla mia stessa vita senza il minimo rimpianto, pur di concretizzare il suo desiderio.
Un giorno, nel marzo del 1955, mentre portavamo avanti il nostro instancabile lavoro, Toda mi disse: «Abbiamo combattuto con vero coraggio, tu e io!». Sentii che non avrei potuto ricevere un onore più alto di quelle parole.
Con lo stesso spirito vorrei ora esortare i membri della Divisione uomini: «Combattiamo insieme con coraggio!».

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Nelle prime ore del mattino del 16 marzo 1958, circa seimila giovani si riunirono con entusiasmo ai piedi del monte Fuji per una cerimonia commemorativa che avrebbe assunto il significato di un passaggio di testimone da maestro a discepolo. Nonostante marzo segnasse l’inizio della primavera, le mattine erano ancora molto fredde e l’alito usciva in bianchi sbuffi. I giovani applaudirono tutti insieme quando, inaspettatamente, fu servita una zuppa fumante di carne di maiale. Toda, preoccupato del loro arrivo a quell’ora del mattino, aveva personalmente disposto che venisse preparata una zuppa, immaginando che quei giovani avessero bisogno di qualcosa di caldo.
Due membri della Divisione uomini, elementi chiave del capitolo Kamata, avevano la responsabilità dei preparativi. Erano orgogliosi di fare questo per i giovani. In piedi accanto a quattro recipienti in ebollizione, lavorarono intensamente per distribuire la zuppa. I giovani soffiavano sul brodo bollente per raffreddarlo e mangiavano con gusto. Mentre la zuppa riscaldava il corpo, la cura affettuosa del maestro nei loro confronti riscaldava il cuore. Quella zuppa divenne un prezioso ricordo del loro maestro.
Come un padre che, pieno di attenzione verso i figli, li sostiene in silenzio, Toda pensava costantemente a cosa potesse fare per i giovani. Quando fa freddo, un cibo caldo può riscaldare il corpo e aiutare a prevenire il raffreddore.
Io stesso mi sforzo di seguire il comportamento di Toda recitando Daimoku ogni giorno con tutto il cuore per la salute e la vittoria di tutti i nostri membri, in particolare i giovani dei gruppi che agiscono dietro le quinte. Spero che i membri della Divisione uomini non solo agiscano con coraggio in prima fila nel nostro movimento, ma diventino leader compassionevoli che comprendono veramente il cuore dei loro compagni. Questa è la chiave per sviluppare il nobile carattere dei veri campioni della fede.

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Diventate
un pilastro invincibile
e realizzate
una vita
di indistruttibili vittorie.

La Divisione uomini fu fondata il 5 marzo del 1966. Il cielo era terso quando settecentocinquanta responsabili si riunirono nella sede della Soka Gakkai, a Tokyo, per la cerimonia di fondazione della Divisione. Anch’io presi parte a quel gioioso nuovo inizio.
Il Daishonin dichiara in un famoso passo: «In una battaglia il generale è l’anima per i soldati e se il generale si perde di coraggio, i soldati diventeranno codardi» (La supremazia della Legge, RSND, 1, 545). Quando gli uomini nel fiore degli anni brillano di energia e vigore, possono diventare una forza trainante e vitale per la crescita e la vittoria in famiglia, sul posto di lavoro e nella società. Ugualmente nell’organizzazione, se la Divisione uomini è solida, le Divisioni donne, giovani donne e giovani uomini potranno realizzare le proprie attività con fiducia e spirito sereno.
«Membri della Divisione uomini, pilastri dorati che sostenete e proteggete la preziosa famiglia Soka, siate forti e sicuri di voi stessi!», questo era senza dubbio l’auspicio di Makiguchi e Toda, che assunsero la guida di kosen-rufu entrambi in età matura. Io ho fondato la Divisione uomini allo scopo di realizzare la visione di questi due maestri.
Il giorno dopo la riunione di inaugurazione della Divisione uomini, partii per un viaggio nel Nord e Sud America. Mi fermai a Los Angeles e New York, e il 10 marzo volai in Brasile. Dall’oblò dell’aereo vidi la luce del sole che illuminava l’orizzonte mentre il grande Rio delle Amazzoni si snodava in basso. La creazione della Divisione uomini fu il tocco finale necessario per mettere in moto il flusso di kosen-rufu a livello globale, potente e maestoso come l’imponente Rio delle Amazzoni.
Nel 1997 ebbi la fortuna di incontrare Amadeu Thiago de Mello, il noto ambientalista e poeta brasiliano. In quell’occasione egli compose una poesia:

Lavoro con amore cantando
per costruire il futuro.
[…]
La cosa importante non è sopravvivere
ma contribuire al cambiamento,
ognuno a suo modo,
nella propria comunità.

Queste parole descrivono perfettamente lo spirito dei membri della Divisione uomini.

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Una volta riportai alcune parole del Daishonin ai membri del Taiyo-kai (Gruppo del sole) e del Kanto-kai (Gruppo spirito combattivo) [gruppi, in Giappone, composti da membri della Divisione uomini in pensione che partecipano alle attività per kosen-rufu durante il giorno]: «Una lanterna [può rischiarare] un luogo rimasto buio per cento, mille o diecimila anni» (L’unica frase essenziale, RSND, 1, 821). Molti uomini hanno superato grandi sfide nella loro vita. Sono coraggiosi e ricchi di esperienza. Sono fari che illuminano la strada per gli altri guidando i più giovani in direzione positiva.
Viviamo in un’epoca in cui le persone gradualmente si stanno sempre più alienando l’una dall’altra. Gli uomini che sono in grado di offrire un incoraggiamento caloroso e generoso, contrariamente a quelli che si limitano a un atteggiamento riservato e austero, brillano davvero di una luce dorata. Tutti i membri della Divisione uomini hanno volti segnati dal carattere. Ma c’è una differenza tra l’aver superato molte difficoltà e l’essere arroganti. La cosa importante è prendersi cura degli altri, aprirsi e parlare con loro, e non diventare mai burberi e presuntuosi. Questo comportamento sincero è il primo passo sicuro per la creazione di una famiglia felice e per il progresso di kosen-rufu nella comunità locale. La chiave del cambiamento positivo, per gli uomini, risiede nella trasformazione dell’ambiente a loro più vicino.
L’autore russo Lev Tolstoj (1828-1910) scrisse: «Il significato della vita si può trovare solo nell’unire le persone. Quando abbracciamo questa convinzione, non possiamo fare a meno di lavorare con tutte le forze per assolvere le nostre responsabilità individuali, e non possiamo evitare di trattare tutti coloro che incontriamo con considerazione, gentilezza e amore». Non ha importanza se non siete famosi o conosciuti in società. Niente è più nobile nella vita dell’essere apprezzati e tenuti in considerazione da molte persone per la sincerità e il sostegno che offriamo.
La società giapponese sta invecchiando. Nessuno può sfuggire alle quattro sofferenze universali dell’esistenza umana: nascita, invecchiamento, malattia e morte. Il Buddismo del Daishonin è il grande insegnamento che ci permette di trasformare queste sofferenze fondamentali nelle quattro nobili virtù di eternità, felicità, vero io e purezza.
Il Daishonin scrive al suo discepolo Shijo Kingo, precursore dei membri della Divisione uomini: «Il mezzo meraviglioso per porre veramente fine agli ostacoli fisici e spirituali di tutti gli esseri viventi non è altro che Nam-myoho-renge-kyo» (Il meraviglioso mezzo per superare gli ostacoli, RSND, 1, 747).
È arrivato il momento in cui i membri della Divisione uomini, grandi ricercatori e praticanti della Legge mistica, vengono considerati come una solida fonte di sicurezza e di supporto nelle rispettive comunità. Questo è il momento di prendere l’iniziativa e agire con coraggio e fiducia in se stessi.

Com’è meraviglioso avere
un obiettivo chiaro.
Questa è la caratteristica
di un campione di speranza.

Il mio maestro, Josei Toda, fu un leader di kosen-rufu senza pari. Come discepolo, ho lavorato al suo fianco più vicino di chiunque altro. In questo modo ho appreso i requisiti fondamentali affinché gli uomini diventino grandi leader.
Per esprimere le mie grandi speranze per la Divisione uomini appena creata, in un editoriale della rivista Daibyakurenge, scelsi il titolo ­Leader straordinari della Legge mistica. Qual è il requisito chiave affinché i nostri “straordinari leader” della Divisione uomini possano aprire la strada verso la vittoria? È la forza indomita di lottare e di agire per realizzare persino gli obiettivi più difficili. E qual è la fonte di questa forza? Si trova nell’utilizzare la strategia ineguagliabile del Sutra del Loto, nella recitazione di Nam-myoho-renge-kyo, che è come il ruggito di un leone.
È particolarmente importante avere chiari gli obiettivi per cui preghiamo. Nichiren Daishonin scrive: «Anche se può accadere che uno miri alla terra e manchi il bersaglio, […] non accadrà mai che la preghiera di un praticante del Sutra del Loto rimanga senza risposta» (Sulle preghiere, RSND, 1, 306). Per questo è necessario recitare con obiettivi chiaramente definiti, invece di pregare senza scopo né direzione, e fare il voto di realizzarli assolutamente. In questo modo sperimenteremo “un’immancabile prova concreta” della fede, proprio come ci assicura il primo presidente della Soka Gakkai Tsunesaburo Makiguchi.
Recitiamo Daimoku per ognuno dei nostri compagni membri affinché sperimentino felicità, buona salute, benessere economico e sicurezza personale. Recitiamo perché kosen-rufu progredisca e si espanda nelle nostre comunità. Recitiamo affinché per il nostro movimento si apra una strada infinita verso la vittoria. Conti­nuiamo a recitare un Daimoku forte e risonante con obiettivi chiari in mente, mattina e sera, finché non li raggiungiamo. E continuiamo a recitare ogni giorno, pregando con tutto il cuore per la felicità dei singoli membri e per la crescita dei giovani, partecipando con slancio alle attività in prima linea del nostro movimento. Inoltre, è vitale che alle nostre preghiere facciamo seguire le azioni. Il Daishonin ci esorta a impegnarci costantemente nella pratica buddista prendendo con coraggio la parola in nome della verità. Spero che voi, membri della Divisione uomini, sia sul luogo di lavoro che nella nostra organizzazione, diventerete persone fidate che si assumono la responsabilità per la felicità di ognuno con “il cuore di un re leone”. La nostra vera forza si manifesta quando noi, come individui, raccogliamo il coraggio di assumerci la responsabilità verso qualunque sfida si presenti, senza fuggire.
Il poeta e drammaturgo tedesco Friedrich von Schiller (1759-1805) dichiarò a questo proposito che i più forti sono coloro che si dimostrano tali nel momento in cui sono soli. Queste parole, che mi hanno sempre ispirato, descrivono lo spirito della Divisione uomini. Apriamoci alle persone del nostro ambiente e continuiamo a estendere con calore la nostra rete di umanità, una persona dopo l’altra.

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Vivi la vita pienamente
con forza, con gioia e senza rimpianti
avanzando con decisione
sul grande sentiero
di verità e giustizia.

In quest’epoca di difficoltà economiche senza precedenti, i membri della Divisione uomini hanno intensificato il proprio impegno nelle visite a casa e nell’offrire sostegno e incoraggiamento ai loro compagni di fede. In tutto il paese stanno emergendo storie di uomini che con coraggio raccolgono la sfida di cambiare il proprio karma attraverso la pratica del Buddismo del Daishonin.
A gennaio i membri della Divisione uomini e giovani uomini in Hokkaido, la più settentrionale tra le quattro isole maggiori del Giappone, senza farsi scoraggiare dal gelo dell’inverno, hanno organizzato una serie di riunioni introduttive al Buddismo focalizzate sulla condivisione di esperienze di fede. Si sono svolte settecentotrenta riunioni in località sparse in tutta l’isola di Hokkaido, zona che, tra l’altro, condivide profondi legami con i primi tre presidenti.
Tra i partecipanti c’è stato un responsabile di gruppo di settantacinque anni che ha raccontato di aver appena iniziato un nuovo lavoro part-time. Un altro membro ha riferito di essere stato licenziato a causa di una ristrutturazione della sua impresa, ma di essere riuscito a trasformare questo ostacolo trovando lavoro in una nuova società, della quale alla fine ne è diventato il presidente. C’è stato anche un responsabile di settore che con coraggio si è impegnato a trasmettere gli insegnamenti del Daishonin agli altri mentre lottava egli stesso contro una grave malattia. Egli ha dichiarato che la malattia gli ha permesso di trovare un rinnovato valore nel Buddismo del Daishonin.
Gli uomini Soka hanno dimostrato un’eccezionale creatività nell’organizzare seminari e riunioni in grado di ispirare e incoraggiare sia i membri che gli ospiti. In più, la Divisione uomini si è guadagnata un grande apprezzamento all’interno dell’organizzazione per essersi assunta la responsabilità della promozione del Seikyo Shimbun a livello nazionale. Grazie al loro lavoro e alle relazioni stabilite nelle rispettive comunità, molti membri della Divisione uomini hanno creato un’ampia cerchia di amici. Le attività ricche di energia della Divisione uomini sono un’immensa fonte di ispirazione, coraggio e fiducia per i membri della nostra organizzazione.

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Nella Raccolta degli insegnamenti orali, troviamo questo passo di grande profondità: «La sopportazione è la Terra della Luce Eternamente Tranquilla. La mente che sopporta è chiamata Budda Shakyamuni» (BS, 121, 52). In altre parole la forza fondamentale del Budda risiede nel possedere una grande pazienza nel sopportare ogni forma di difficoltà e avversità. Se siamo pavidi e non sperimentiamo mai difficoltà, non possiamo far emergere il potere del Budda. Un altro titolo del Budda è “eroe del mondo”. Come possiamo diventare eroi di questo mondo senza comprenderne travagli e sofferenze? Essere pazienti significa non avere paura, essere impavidi, imperturbabili di fronte alle difficoltà che possiamo incontrare nel mondo agitato e conflittuale in cui viviamo. L’essenza della pazienza pulsa insieme al potere, alla saggezza e allo stato vitale del Budda.
Il mondo di Buddità esiste nei nove mondi. Perciò, quando sfidiamo le sofferenze e le difficoltà dei nove mondi attraverso la fede nella Legge mistica, dal nostro intimo sgorga il mondo di Buddità. Fondamentalmente il Buddismo è vittoria. È determinante, quindi, che vinciate nelle vostre lotte. Un flusso costante di giovani capaci si sentirà sicuramente ispirato dal vostro esempio degno di ammirazione e seguirà la vostra guida. Vi prego di dimostrare ai vostri figli e ai giovani la grande prova concreta della fede di coloro che sono i pilastri dorati di kosen-rufu. I giovani guardano a voi con gioia e contano sui vostri sforzi ininterrotti e coraggiosi.
Gli uomini possiedono una grande forza. Hanno una riserva ricca di saggezza per superare i momenti di difficoltà. Essi godono della fiducia che si sono guadagnati in qualità di membri responsabili, nella società.

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Proprio quando un senso di impotenza pervade la società e chiunque altro ha rinunciato a trovare soluzioni per sfide apparentemente impossibili, è il momento in cui emergano uomini di carattere e di spessore.
Agli inizi della seconda metà del diciottesimo secolo, l’America era ancora una colonia britannica. Anche se il popolo americano era insoddisfatto della propria situazione, il “senso comune” prevalente era che non ci fosse altra scelta che seguire gli ordini dei governanti coloniali. Thomas Paine (1737-1809), scrittore e attivista politico della Rivoluzione americana, infranse quell’atmosfera di passività ed espose una tesi a favore di un nuovo, autentico “senso comune” basato sull’indipendenza e la libertà. Con il suo pamphlet del 1776, Senso comune, accese la scintilla della lotta. Paine scrisse: «Per la società un uomo onesto costituisce un valore maggiore […] di tutti i furfanti incoronati che siano mai vissuti». Disse anche: «Voi che amate l’umanità! Voi che osate opporvi non solo alla tirannia, ma al tiranno, venite fuori!». Queste parole infiammarono il cuore della gente e accesero la determinazione a conquistare l’indipendenza. La strada verso quell’obiettivo era stata spalancata.
Quando scrisse Senso comune, Paine aveva trentanove anni, l’età di molti dei nostri membri più giovani della Divisione uomini. Egli continuò a lottare per la giustizia e la libertà per tutta la vita, sopportando anche il carcere. Qual era la sua forza? Il fatto di essere una persona comune. Paine era figlio di un artigiano. In seguito sperimentò il fallimento dell’impresa e perse la prima moglie meno di un anno dopo il matrimonio. Visse in relativa povertà, ma questo lo rese particolarmente consapevole dei pensieri e dei sentimenti della gente. Si arruolò volontario nell’esercito continentale d’America e si unì alla battaglia per l’indipendenza. I veri campioni non si limitano a stimolare gli altri, ma si lanciano in prima persona nella mischia lottando con più energia di chiunque altro.
Paine scrisse: «Non è nel numero, ma nell’unità, che risiede la nostra grande forza». Quando lui si alzò, giovani e vecchi lo seguirono allo stesso modo. Insieme infransero ciò che un tempo era il “senso comune” dominante e resero possibile l’impossibile. Il coraggio e le azioni degli uomini possono creare una solidarietà che conduce a un grande risultato.

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Yamaoka Tesshu (1836-88) fu un leader innovativo della Restaurazione Meiji in Giappone (1868). Egli incontrò e negoziò direttamente con lo statista e leader militare Saigo Takamori (1828-77), contribuendo ad aprire la strada verso la resa incruenta del castello di Edo, roccaforte dello shogunato di Tokugawa.
Yamaoka sperimentò grandi difficoltà nella sua esistenza: la perdita di entrambi i genitori negli anni dell’adolescenza, i turbamenti che sconvolsero la società giapponese durante la giovinezza, e dolorosi episodi di difficoltà personale. Negli anni della maturità egli scrisse questa poesia, con lo sguardo rivolto alla cima innevata del monte Fuji:

Che ci sia il sole
o le nuvole,
la forma essenziale
del monte Fuji, una e unica,
non cambia mai.

Yamaoka non si curò degli umori dell’opinione pubblica. Aveva deciso di procedere con coraggio sul sentiero della propria missione, incrollabile come il monte Fuji. Il suo cuore era risoluto: niente poteva influenzarlo o distoglierlo dalla propria rotta. Fino all’ultimo giorno si dedicò ad allevare leader della generazione più giovane, continuando a studiare e a impegnarsi per il proprio sviluppo personale. Saigo Takamori lo descrisse come un uomo «altruista, non interessato alla fama, al grado o alla ricchezza».
Le persone che sono libere da ambizioni di fama o profitto, che dedicano totalmente la propria vita alla missione che hanno scelto credendo fermamente che “prima dei tesori del corpo vengono quelli del cuore” (I tre tipi di tesori, RSND, 1, 755), brillano di una perenne luce dorata.
La passione dei giovani è meravigliosa, ma la passione per una causa che perdura inalterata nei quaranta, cinquanta, sessanta, settanta e ottanta anni di vita di una persona è la cosa più vera. Finché ci saranno individui pronti ad assumersi la responsabilità di kosen-rufu con la determinazione di “io stesso sono la Soka Gakkai”, il futuro della nostra organizzazione sarà assicurato.
Ricordo ancora un giorno di bufera, poco dopo la mia nomina a terzo presidente della Soka Gakkai. Un membro della prefettura di Saitama si precipitò nella mia casa pericolante a Kobayashi-cho, nel quartiere Ota di Tokyo esclamando: «Sensei, va tutto bene? Io sono qui. La proteggerò io». Venne fuori che aveva percorso tutta la strada in bicicletta sotto la pioggia per assicurarsi che io stessi bene. Oggi egli è un membro attivo della Divisione uomini: i suoi occhi sono ancora luminosi mentre continua a impegnarsi con vigore in prima linea per kosen-rufu, proprio come allora.

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Campioni ricchi di saggezza,
create e percorrete
la luminosa via che conduce
a un’esistenza lunga,
in salute e realizzata.

Una volta dedicai questa poesia agli uomini di Osaka. Noi possediamo il sentiero che il nostro maestro ha aperto per noi. Abbiamo amici per percorrerlo insieme. La realizzazione profonda nella vita si trova nel seguire questo sentiero sublime. Un carattere saldo e integro, che deriva dal profondo impegno di ripagare il proprio debito di gratitudine, è alla base dell’esistenza di coloro che avanzano insieme al maestro e ai compagni di fede. Kosen-rufu è una nobile impresa per la pace e la felicità di tutta l’umanità. È l’obiettivo più alto e nobile a cui possiamo dedicare la vita, con tutto il cuore e senza rimpianti.
Tra i sei preti anziani, il solo Nik­ko Shonin, fedele discepolo di Nichiren, insegnò, condivise e trasmise fedelmente l’insegnamento del maestro senza il minimo errore o deviazione. All’età di ottantotto anni egli compose per i posteri I ventisei ammonimenti di Nikko.
Abutsu-bo, un discepolo dotato di un profondo spirito di ricerca nella fede, nonostante l’età avanzata percorse tutto il tragitto da Sado fino al monte Minobu per fare visita al Daishonin. Più passavano gli anni, più Abutsu-bo lottava con quella giovanile determinazione che nel Buddismo significa vittoria.
Lo spirito di Nikko Shonin e Abutsu-bo ora si rispecchia perfettamente nei membri del nostro gruppo Molti Tesori.

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Il poeta cinese Du Fu (712-770) scrisse: «L’impegno di un uomo trova il suo coronamento nell’età avanzata». La vera dimensione della nostra esistenza si rivela negli anni finali, negli ultimi tocchi che diamo, e in ciò che abbiamo effettivamente realizzato.
In un Gosho scritto all’età di cinquantasette anni, il Daishonin dichiara: «Solo questo grande insegnamento [Nam-myoho-renge-kyo] sarà propagato in tutto il paese di Jambudvipa [il mondo intero]» (Lettera a Misawa, RSND, 1, 795). Makiguchi iniziò a praticare il Buddismo del Daishonin all’età di cinquantasette anni. A quel tempo egli prese nota dei propri sentimenti, affermando: «Con una gioia indescrivibile ho totalmente cambiato il modo in cui avevo vissuto per quasi sessant’anni».
Toda aveva diciannove anni quando incontrò Makiguchi, e ne aveva quarantacinque quando apprese che il suo maestro era morto in prigione. Essendosi risvegliato alla propria missione di Bodhisattva della Terra, egli divenne un campione indomito della Legge mistica e giurò di mostrare al mondo intero la grandezza e l’integrità del suo maestro. Questo fu l’inizio della sua piena attività per kosen-rufu.

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Anch’io incontrai il mio maestro a diciannove anni e trionfai su una serie infinita di sfide sul sentiero di kosen-rufu. Ora, a ottantadue anni, sono più in salute di quanto non sia mai stato. Sono sicuro che ciò è in gran parte dovuto alle ardenti preghiere dei membri della Divisione donne. Trabocco di una condizione vitale energica come quella di un giovane. Questo perché ho in Toda un grande maestro. E anche perché continuo a sfidarmi con uno spirito sempre giovane, in qualità di suo discepolo, sulla base del principio della “vera causa”, avanzando sempre dal momento presente in avanti. Ed è il motivo per cui, insieme a innumerevoli giovani successori che porteranno avanti il nostro orgoglioso movimento nel futuro, mi sto dedicando alla diffusione della Legge mistica che è la fonte di perenne giovinezza e di una forza vitale eternamente vibrante.
In un famoso passo da L’eredità della legge fondamentale della vita, il Daishonin dichiara: «L’oro non può essere bruciato dal fuoco né corroso o spazzato via dall’acqua […]. Tu sei come l’oro puro» (RSND, 1, 190). Miei cari membri della Divisione uomini, compagni nella lotta per kosen-rufu, mi rivolgo in particolare a quelli della mia generazione che si sono impegnati insieme a me più a lungo in questa esistenza. Miei preziosi amici, siete persone d’oro puro, unite da profondi legami, e state forgiando un’eredità straordinaria di lotte condivise! Proprio come l’oro non si corrode mai, siate indistruttibili pilastri dorati, apprezzate e proteggete le persone e aiutatele a risplendere, qualunque cosa accada! Dedicate il resto della vostra nobile esistenza a realizzare il grande voto di kosen-rufu, insieme a me e ai vostri compagni! In questo risiede una vita di gioia, onore e realizzazioni senza pari.

Agite anche oggi,
sicuri che ciò infonderà
eterno beneficio alla vostra vita.
Sopportate con allegria tutte le difficoltà
e trionfate assolutamente!

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