Il 2016, l’Anno dell’espansione nella nuova era di kosen-rufu nel mondo, è iniziato in Italia con la visita del presidente Harada, diretto discepolo del maestro Ikeda. Adesso siamo a marzo, mese in cui commemoriamo il giorno di kosen-rufu (vedi riquadro a sinistra).
La Divisione giovani quest’anno si sta impegnando nella campagna “Ogni giorno un’azione per la felicità nostra e degli altri”. Ispirati dal messaggio di Capodanno del presidente Ikeda (vedi NR, 572, 4), nel quale ricorda la campagna di Osaka (11.111 nuove famiglie in un solo mese), stiamo basando la nostra attività sui tre punti che sensei indica come la forza trainante che condusse a quella storica vittoria:
1. Lo studio del Gosho: «Innanzitutto agimmo basandoci sugli scritti di Nichiren Daishonin. Molti membri si erano uniti da poco tempo alla Soka Gakkai e così studiammo insieme il Gosho traendo ispirazione dallo spirito indomito e universale del Daishonin. Le persone si rivitalizzarono e aiutarono gli altri a fare altrettanto, costruendo così un’incrollabile convinzione nella possibilità di trasformare il proprio karma».
Dallo stesso spirito sono nate le campagne di studio delle giovani donne (“Studiate la suprema filosofia della vita”) e dei giovani uomini (“I giovani uomini e il Gosho”), entrambi consultabili sul Volo Continuo (ilvolocontinuo.it), con lo scopo di avvicinare sempre di più i giovani allo studio degli scritti di Nichiren Daishonin, fonte di infinita saggezza per affrontare la vita quotidiana.
2. Incontrare e dialogare con quante più persone possibile: «La seconda forza trainante della campagna di Osaka fu incontrare e incoraggiare ogni singola persona».
Basando tutto sulla preghiera, il presidente Ikeda fece numerose visite a casa durante la campagna di Osaka, instaurando dialoghi cuore a cuore con tantissime persone. Anche i giovani italiani desiderano dialogare e incontrare il maggior numero possibile di persone, stabilendo un legame con ognuna di esse. Per la campagna “Ogni giorno un’azione per la felicità nostra e degli altri” è stato anche realizzato un conta dialoghi (scaricabile dal sito ilvolocontinuo.it, vedi foto nella pagina successiva) che permetterà di annotare i nostri progressi in questa sfida.
3. Condividere esperienze per incoraggiare tutti: «La terza forza trainante della campagna di Osaka fu condividere con gioia le nostre esperienze di fede con gli altri».
Convinti della forza dell’esperienza come scritto nel Gosho: «Per valutare le dottrine buddiste, io, Nichiren, credo che i metodi migliori siano la ragione e la prova documentaria. Ma ancora migliore di queste è la prova concreta» (RSND, 1, 512), desideriamo condividere in tutte le occasioni possibili le nostre esperienze di fede, portando un contributo significativo in primo luogo alle riunioni di discussione, che rappresentano il fulcro delle nostre attività buddiste, il punto di origine di qualsiasi sviluppo duraturo. A questo riguardo, ci impegneremo affinché il maggior numero di giovani possa cogliere il privilegio e la fortuna di essere partecipe e protagonista delle riunioni di discussione.
Sempre in questo messaggio di Capodanno il presidente Ikeda scrive: «Proprio perché viviamo in un periodo così travagliato dobbiamo sempre partire dalla preghiera e rimanere uniti nello spirito di “diversi corpi, stessa mente”. Mettendo in pratica costantemente la “strategia del Sutra del Loto” riusciremo senz’altro ad aprire una strada verso la vittoria, sia nella vita personale sia nelle attività per kosen-rufu» (NR, 572, 4).
Avere cura di ogni singola persona, compresi noi stessi, incoraggiarsi a vicenda nell’utilizzare ogni situazione come occasione per svilupparci superando le avversità e realizzando una prova concreta dopo l’altra: questa è la strategia vincente che il presidente Ikeda ci ha mostrato nella campagna di Osaka. In Italia vogliamo fare lo stesso, con la passione e la forza che contraddistinguono i giovani.
Vogliamo rispondere alle aspettative che il presidente Ikeda ha espresso nei nostri confronti anche nel messaggio per la riunione nazionale del 19 gennaio: «”Myo significa rivitalizzare”» (RSND, 1, 132). Adesso, nel ventunesimo secolo, dall’Italia, terra del Rinascimento, sta partendo una corrente di rivitalizzazione e rinascita dell’essere umano che avvolgerà tutto il pianeta. Quando immagino questo meraviglioso futuro, il mio cuore ha un moto di gioia. Tutto ciò rappresenta l’alba del secolo dell’umanità, tanto attesa dal genere umano».
Ci stiamo impegnando ogni giorno a espandere la nostra passione per kosen-rufu e portare, attraverso la realizzazione delle nostre uniche missioni, tanta gioia al nostro maestro! A nome di tutti i responsabili nazionali, vorrei ringraziare ognuno di voi per quello che fate ogni giorno per kosen-rufu in Italia.
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Il 16 marzo
Josei Toda vedeva nei giovani il futuro dell’organizzazione. Anche nel dialogo tra Daisaku Ikeda e il professore di filosofia Jim Garrison emerge questa visione
Al momento sono impegnato in un dialogo con Jim Garrison, presidente della John Dewey Society negli Stati Uniti e professore di filosofia dell’educazione al Virginia Tech a Blacksburg.
Recentemente Garrison ha accennato al significato del 16 marzo, il giorno in cui Toda affidò il futuro del nostro movimento alla Divisione giovani. Garrison ha sottolineato il fatto che Toda aveva chiaro che i giovani sono la chiave per il futuro dell’organizzazione. Questo è anche il mio messaggio per voi, oggi. I nostri membri della Divisione giovani uomini e giovani donne sono coloro che porteranno avanti kosen-rufu nel futuro. È un compito che dobbiamo affidare a loro, e solo loro possono realizzarlo. Detto questo, nessuno di noi deve mai invecchiare nel cuore. Sto rivolgendo sempre maggiore attenzione ai giovani. Ho dedicato tutto me stesso a lavorare per Toda. Ho affrontato indescrivibili difficoltà. Con la ferma determinazione di sostenere e difendere il mio maestro, mi sono dedicato come nessun altro discepolo per il suo maestro. (NR, 420, 5)
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La strategia del Sutra del Loto prima di ogni altra
Riportiamo un brano tratto dal decimo volume del romanzo La rivoluzione umana in cui il presidente Ikeda racconta le preoccupazioni per l’esito della campagna di Kansai e il momento in cui decide di ottenere la vittoria per il suo maestro contando solo sul Gohonzon e sul Gosho
Quando Shin’ichi seppe ciò che Toda si aspettava da lui per la campagna di Kansai, rispose al desiderio del maestro senza un attimo di esitazione. Naturalmente era consapevole del fatto che l’obiettivo poteva considerarsi praticamente irrealizzabile, alla luce dei fatti, e sulle prime sprofondò nella disperazione. Non aveva nessuno con cui condividere il tormento che provava, la preoccupazione per le sorti della campagna. Non sapeva neanche da dove cominciare. Nel pieno dei suoi dolorosi e faticosi sforzi per la ricerca di una soluzione si sentiva come in agonia. Avrebbe voluto mettersi a urlare. Poi, uno dopo l’altro, come nuvole nel cielo, cominciarono ad apparire nella sua mente alcuni passi del Gosho. Passi che mettevano chiaramente in evidenza come si potesse trasformare ciò che apparentemente era impossibile in una cosa possibile. Quelle frasi gli dicevano che la chiave per la vittoria non risiedeva necessariamente nella forza numerica, quanto nell’indistruttibile unità di un gruppo anche piccolo, e rivelavano che il potere della fede non conosceva limiti.
Dopo tutto non era forse lui un seguace del Buddismo di Nichiren Daishonin nell’Ultimo giorno della Legge? Se gli insegnamenti del Daishonin erano veri, allora non c’era dubbio sul fatto che egli avrebbe potuto dimostrarne la validità. Non affermava forse il Gosho: «Usa la strategia del Sutra del Loto prima di ogni altra»? Shin’ichi adesso comprendeva pienamente che le uniche cose sulle quali poteva contare erano il Gohonzon e il Gosho.
Shin’ichi cominciò quindi decidendo di ottenere la vittoria e poi prese ad analizzare con cura la situazione per mettere a fuoco il punto da cui partire. Per ottenere l’obiettivo era essenziale come minimo raddoppiare il numero dei membri attuali. Se questa cosa fosse stata realizzata, la vittoria li avrebbe premiati alla fine del percorso, per quanto dura potesse essere la marcia.
Molto bene, pensò Shin’ichi, per raddoppiare la forza attuale i membri dovranno partecipare con gioia e contribuire alla diffusione del Buddismo. Questo richiedeva che ciascuno fosse adeguatamente ispirato e incoraggiato ad accrescere il potere della propria fede e a rivolgere al Gohonzon preghiere forti e sincere. Le persone praticavano da poco tempo, quindi prima di tutto era necessario che fossero veramente convinte di quanto grande e valido fosse l’insegnamento di Nichiren Daishonin. Ognuno doveva comprendere la correttezza dell’insegnamento attraverso la prova concreta, la prova teorica e quella documentaria, cosicché nella vita delle persone potesse scaturire un profondo senso di gioia, la gioia della fede. (RU, 10, 9)