Abbiamo chiesto ad alcune giovani mamme di raccontarci come vivono le sfide e le gioie quotidiane di questa nuova fase della vita
«I fiori sbocciano
senza alcun dubbio
nella vasta terra
della tenacia
e della perseveranza.
Giovani madri,
non lasciatevi sconfiggere!
Fate risuonare
la campana della vittoria»
D. Ikeda
La nascita di un figlio segna un grande cambiamento nella vita di una donna. Come state affrontando questa nuova fase?
Margherita Con moltissima fiducia in me stessa raccolgo i benefici di tutta l’attività fatta da giovane! Prendermi cura di mia figlia mi sembra un interminabile e bellissimo turno byakuren, e quando prego penso prima di tutto alla protezione assoluta, come facevo nell’attività. Per fortuna ci sono anche problemi da affrontare che mi permettono di non allentare mai con la pratica.
Una guida di sensei per le giovani mamme dice: «Utilizzate questo periodo per approfondire la fede e migliorare la qualità della vita». La prima volta che l’ho letta ho pensato che fosse un paradosso, ma poi ho pensato “se lo dice sensei, allora lo posso fare!”. Credo che il significato di questa guida sia di non paragonarsi con ciò che si faceva prima.
Nella mia pratica quotidiana scopro il valore inestimabile di trovare il tempo per fare un po’ di Daimoku o leggere un brano del Gosho. E la profondità della concentrazione quando si ha poco tempo è un’esperienza nuova. Ma anche la quantità del Daimoku è molto importante, per non cadere nella lamentela: ho scoperto che se voglio arrivare a recitare un’ora al giorno, devo avere la stessa determinazione che prima dovevo avere per farne tre!
Priscilla Sono mamma da dieci mesi, e mai prima d’ora la mia pratica è stata messa così a dura prova! Mi sono trovata a resettare tutte le priorità. In questa “lavatrice” di emozioni e di stanchezza per aver ricominciato a lavorare e notti in bianco dovute ai primi raffreddori, il mio sforzo di ritornare ogni volta davanti al Gohonzon è determinante. Così, grazie al prezioso supporto di mio marito e delle compagne di fede, sono ripartita un passo alla volta. Ho capito che devo cambiare visione e provare gratitudine per quel “poco” che riesco a fare, e in questo modo il mio inverno si trasforma in primavera. Ho ricominciato a frequentare le riunioni quando mio figlio aveva cinque mesi. Ora sono responsabile di un gruppo e desidero dedicarmi ai membri con tutto il cuore, perché la pratica, lo studio e l’attività non tolgono tempo, ma ne aggiungono in qualità, energia e protezione.
Elena Quando è nata mia figlia mi si è stravolta completamente la vita, non riuscivo più a distinguere il giorno dalla notte e non avevo più il tempo neanche per mangiare. È stato veramente un tornado.
In quel caos ho capito che l’unica cosa che avrei potuto fare era cercare di mettere la mia vita a ritmo, ovvero ricentrarla completamente sul Gohonzon stabilendo una pratica quotidiana il più possibile corretta. Quindi Gongyo mattina e sera, in qualsiasi condizione, e se pur con grande sforzo, Daimoku tutti i giorni. Ho provato molta gratitudine per l’allenamento fatto nell’attività giovani, che mi ha permesso di rimanere salda nel momento cruciale.
Letizia Sicuramente ritagliare uno spazio dedicato alla preghiera adesso è molto più difficile, ma vado davanti al Gohonzon in ogni momento possibile e faccio Daimoku anche mentre cerco di addormentare Sole, o la notte mentre l’allatto.
Sento un’incredibile gratitudine per questa nuova vita che ci ha scelti e il mio “innamoramento” verso il Gohonzon è ancora più profondo. Grazie alla preghiera ridetermino di gioire di ogni istante insieme a mia figlia, anche dei momenti più difficili e stancanti, e così riesco a sentire che anche quelli sono un privilegio.
Claudia Mia figlia ha sei anni, quindi posso dire che la fase più difficile sia superata, anche se mi devo confrontare ogni giorno con una nuova crescita! Per me la grande esperienza, oltre al parto, è stata trasformare la paura. Quando era appena nata la vedevo così piccola e indifesa, mi sentivo addosso una responsabilità incredibile e temevo di non essere all’altezza.
Un giorno davanti al Gohonzon ho deciso che avrei superato questa paura e ho percepito chiaramente che lei era un Budda, minuscolo, indifeso, ma pur sempre un Budda che mi aveva scelta, con il suo “karma appropriato”. Questo ha fatto sì che il peso della responsabilità si sciogliesse e rimanesse solo gioia.
Adele Di fronte alle difficoltà cerco di credere profondamente che anche un solo Daimoku può cambiare tutto! Con due bimbi piccoli, il solo fatto di riuscire ad andare davanti al Gohonzon ogni giorno è di per sé una grande vittoria!
Posso dire che in passato non sentivo il desiderio di essere madre, non riuscivo proprio a immaginarmi con il pancione. Il punto è che non mi sentivo in grado, avevo paura di essere madre, di non andare bene. Ora sono madre di due bambini, Stella di tre anni e mezzo e Tommaso di cinque mesi.
Il potere del Gohonzon è sorprendente, mi ha permesso di stravolgere tutto.
Dove traete la forza quando vi sentite preoccupate, stanche o in difficoltà?
Claudia Credo che i figli accelerino a dismisura la nostra rivoluzione umana, devo continuamente mettermi in discussione e crescere io per far crescere anche lei con me. Il cambiamento più profondo che ho fatto, io che mi preoccupo tanto come mamma, è di sostituire ogni volta la preoccupazione con la fede.
Avere fede significa affrontare l’ansia e la paura, e questo l’ho capito grazie alla maternità, dove di preoccupazioni ce ne sono tantissime.
Elena La forza la traggo sempre e comunque dalla relazione con sensei. Senza di lui neanche il Daimoku basterebbe. Inoltre penso al sorriso della signora Kaneko che ha cresciuto tre figli praticamente da sola, senza mai smettere di sorridere.
Sento molto l’importanza di essere una madre serena per trasmettere serenità a mia figlia. Prima di Mika il mio modo di affrontare le difficoltà e la vita in generale era sempre lo stesso: recitare tantissimo Daimoku fino a che non sentivo di aver vinto. È chiaro che l’esperienza da fare oggi è completamente diversa, quindi mi sforzo di “raccogliere il potere della fede”, di credere con tutta me stessa nel Gohonzon e di basare ogni mia azione sul Daimoku. La lotta contro l’oscurità è più intensa, quindi cerco di mantenere la mia mente il più possibile lontana dalla lamentela.
Adele Sto vivendo un momento cruciale della mia vita, infatti pochi mesi fa è nato il mio secondo figlio e contemporaneamente mio padre è stato ricoverato in ospedale per più di un mese, e ora è a casa che non si alza più dal letto. Questa concomitanza di eventi mi sta mettendo a dura prova… ma grazie alla pratica, alla relazione con sensei, e alla meravigliosa attività delle giovani mamme sto provando gioia e gratitudine per la vita in tutte le sue manifestazioni. Questi incontri sono una grande occasione per confrontarci su tematiche comuni e permettono a tante mamme di sentirsi meno sole e di uscire di casa!
Letizia Nei momenti di preoccupazione prego affinché mia figlia possa crescere nella famiglia Soka e rimanere sempre legata a sensei, e questo mi fa sentire meno spaventata rispetto al suo futuro. Uno dei più preziosi ricordi della mia infanzia è quando mia madre ci portava a fare attività munita di tappeto, cena e giochi.
Per noi era una gioia, sapevamo che quel momento era prezioso e che dovevamo rispettarlo.
Di recente, parlando con lei ho scoperto quanto le fosse faticoso mantenere quell’impegno, e quanto forte la sua determinazione di offrirci la possibilità di crescere nella famiglia Soka.
Così quando è nata Sole abbiamo iniziato ad aprire casa per le riunioni, e da quel momento mia figlia partecipa con me a ogni attività.
Margherita Io: ho ricominciato a partecipare a zadankai il 18 novembre, un mese dopo il parto, e allora mi sono accorta di quanto mi fossero mancate le riunioni. Per fortuna sul mio stesso pianerottolo c’è una recitazione settimanale, eppure ogni volta devo comunque decidere che parteciperò.
Porto sempre mia figlia con me e la ringrazio ogni volta, come ci incoraggiano a fare sensei e la signora Kaneko. Trovandomi spesso da sola in casa devo credere profondamente di poter riuscire a fare shakubuku.
E così invento occasioni per incontrare altre mamme, con le quali sto creando nuove amicizie!