Nella storia del Buddismo l’offerta ha sempre rivestito un ruolo essenziale. Nel Buddismo mahayana, la donazione è la prima delle sei paramita, sei differenti tipi di pratiche che i bodhisattva dovevano osservare per ottenere la Buddità. La prima paramita è appunto la donazione, cioè la pratica di fare offerte materiali e spirituali per salvare le persone che soffrono
Lo spirito dell’offerta è un aspetto centrale della pratica buddista. Il presidente Ikeda spiega che nel Buddismo esistono tre tipi di donazione: la “donazione del tesoro”, vale a dire le offerte materiali; la “donazione della Legge”, cioè lodare e insegnare la Legge; e la “donazione del coraggio”, che consiste nell’eliminare la paura e dare serenità. Una volta deciso di seguire la Legge mistica, la pratica della donazione richiede coraggio.
Nichiren Daishonin sottolinea spesso che l’aspetto più importante nell’offerta è il “cuore”, la sincerità con cui viene fatta, espressa dal termine giapponese kokorozashi: “sincera dedizione”.
Nelle sue lettere il Daishonin esprime sempre profonda gratitudine per le offerte ricevute dai suoi discepoli e non manca mai di sottolineare che saranno fonte di immensi benefici.
Oggi il movimento di kosen-rufu viene portato avanti in tutto il mondo grazie alla Soka Gakkai. È quindi del tutto naturale considerare il sostegno all’organizzazione che realizza il grande desiderio del Budda di salvare tutte le persone come un’offerta al Budda stesso.
Nel dopoguerra, il presidente Toda provvedeva da solo alle necessità della Soka Gakkai, perché la maggior parte dei membri versava in condizioni economiche drammatiche e Toda non voleva gravare su di loro. La decisione di accettare le offerte dei membri da parte sua fu molto sofferta, ma il punto di vista che alla fine prevalse, come si legge ne La nuova rivoluzione umana (vedi pag. 16), fu di permettere ai membri di ricevere i benefici che derivano dall’offerta.
Se riconosciamo il grande valore del Buddismo e del movimento di kosen-rufu, nasce spontaneo il desiderio di sostenerlo e proteggerlo in tutti i modi. È da questo atteggiamento sincero che derivano i benefici della pratica buddista.
Questo sostegno può manifestarsi attraverso la recitazione del Daimoku, lo shakubuku, il tempo che dedichiamo all’attività, l’offerta della propria casa per le riunioni e il sostegno all’organizzazione tramite l’offerta in denaro. In una parola, è l’offerta della propria vita.
La letteratura buddista riporta numerose storie che esemplificano questo atteggiamento di sincera dedizione, spesso citate da Nichiren Daishonin, come ad esempio: «Nel passato il giovane Virtù Vittoriosa offrì una torta di fango al Budda e rinacque come il re Ashoka che regnò su tutto Jambudvipa. Una povera donna si tagliò i capelli e li vendette per comprare olio [per il Budda] e nemmeno i venti che soffiano impetuosi dal monte Sumeru poterono estinguere la fiamma della lampada alimentata da quell’olio» (RSND, 1, 965).