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Non basta “sapere” occorre “fare” - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 13:48

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Non basta “sapere” occorre “fare”

Nella sua lezione il direttore generale Tamotsu Nakajima ha commentato e ulteriormente approfondito alcuni punti del discorso di Ikeda alla sessantunesima riunione dei responsabili di Centro

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Nella sua lezione il direttore generale Tamotsu Nakajima ha commentato e ulteriormente approfondito alcuni punti del discorso di Ikeda alla sessantunesima riunione dei responsabili di Centro

Anzitutto l’importanza di riconoscere e ripagare i debiti di gratitudine. Citando il racconto del presidente europeo Hideaki Takahashi (vedi pag. 18) sugli albori del movimento di kosen-rufu in Europa – che ebbe inizio nel 1961, con il primo viaggio di Daisaku Ikeda nel nostro continente in cui allora non praticava quasi nessuno – Tamo­tsu Nakajima ha voluto ribadire ancora che è stato il Daimoku recitato con convinzione da Ikeda a far “emergere” in soli quarantacinque anni tutti questi Bodhisattva della Terra (attualmente siamo più di 80.000 in Europa) e che, anche nel suo caso, la decisione di venire in Italia nacque nel maggio del 1963, dopo aver partecipato a una riunione degli studenti in Giappone con Ikeda.
Quest’anno, per l’esattezza il 19 ottobre, cadrà il quarantacinquesimo anniversario della prima visita di sensei in Italia. «Il punto non è “commemorare” – ha detto con forza Nakajima – ma “ricambiare!”. E, come il Gosho ci insegna (vedi SND, 8, 103), il modo migliore di ripagare il debito di gratitudine nei confronti del maestro e di tutte le persone è fare shakubuku». Lo scorso anno avevamo deciso di realizzare lo scopo di accogliere due persone nuove per ogni gruppo, ma visto che si è realizzato solo in parte, per la fine dell’anno in corso, rideterminiamo lo stesso scopo più quello che non abbiamo raggiunto lo scorso anno. E intanto studiamo insieme e mettiamo in pratica:

  •  i brani della Nuova rivoluzione umana che contengono i discorsi fatti da Daisaku Ikeda in quelle sue prime visite in Europa (vedi al termine dell’articolo);
  • il discorso che ha rivolto quest’anno ai responsabili europei (Ai miei amici europei, NR, 346, 3);
  • il saggio su Eiichi Yamazaki, il primo presidente della SGI europea (che sarà pubblicato sul prossimo numero, n.d.r.).

Inoltre, ha comunicato Nakajima, manderemo al presidente Ikeda un album con le foto dei membri delle città che visitò allora, per mostrargli la nostra crescita.
Tamotsu Nakajima è poi entrato nel vivo della guida sull’atteggiamento dei responsabili. «Più che commentare – ha detto – bisognerebbe riuscire a mettere in pratica quello che dice il maestro, così com’è. Ma sarà difficile farlo, se quando leggiamo le sue parole pensiamo immediatamente “Questo già lo so, questo già lo sto facendo…”. Dunque si tratta di riflettere sempre di più sul comportamento di un responsabile della Soka Gakkai, ricordando che è qualcosa di diverso dalle capacità personali che già abbiamo e, per usare le parole di Nakajima «che siamo responsabili della Soka Gakkai e non dirigenti di una qualsiasi azienda». Il primo passo quando leggiamo un discorso di sensei è decidere di metterlo in pratica e, solo in un secondo momento, discutere fra noi su “come” meglio farlo.
Nakajima ha poi fatto riferimento a un brano della Nuova rivoluzione umana (non ancora tradotto, n.d.r.) in cui Daisaku Ikeda spiega due punti importanti: il legame inscindibile che sussiste fra il cambiamento personale e il cambiamento della società e l’importanza determinante dell’unità fra le persone. L’unità crea speranza, la separazione crea odio, sfiducia e conflitti. Se dieci persone sono unite la loro forza sarà molto maggiore della somma delle singole forze individuali, mentre se sono disunite non riusciranno nemmeno a tirar fuori la loro forza individuale. «Non vi chiedo una unità generica ma un’unità per kosen-rufu» ha detto Nakajima ricordando agli ascoltatori l’importanza di non “rimanere fermi” ai propri desideri personali, ma usarli come motore propulsore per la realizzazione di questo immenso scopo. Perché, ha aggiunto, dopo i primi tempi di pratica non ci si può più limitare a recitare solo per i nostri desideri privati, se non si abbraccia il grande desiderio del Daishonin della felicità di tutte le persone, si riduce l’immenso potere della nostra pratica e il Buddismo diventa “piccolo, piccolo…”.
Con la grande umiltà che lo caratterizza, Nakajima ha concluso scusandosi con gli ascoltatori per la sua non perfetta padronanza dell’italiano e invitando tutti a studiare direttamente la guida in questione e a metterla in pratica nella propria vita.

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Le tappe del viaggio del presidente Ikeda in Europa nella Nuova rivoluzione umana

volume 4
capitolo Rissho ankoku, pag. 149
capitolo Luce radiosa, pag. 197

volume 5
capitolo Pionieri, pag. 1
capitolo Gioia, pag. 57

volume 6
capitolo Terra preziosa, pag. 1
capitolo Lungo viaggio, pag. 49

volume 7
capitolo Inizio di primavera, pag. 137

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