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Nobili campioni della pratica e dello studio - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 11:35

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Nobili campioni della pratica e dello studio

Noi preghiamo per la felicità nostra e degli altri, dialoghiamo per stringere amicizie e ci impegniamo per dare il nostro contributo alla società. Tutti questi sforzi richiedono pazienza e perseveranza, ma in realtà sono la strada più sicura e diretta per la pace mondiale

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Noi preghiamo per la felicità nostra e degli altri, dialoghiamo per stringere amicizie e ci impegniamo per dare il nostro contributo alla società. Tutti questi sforzi richiedono pazienza e perseveranza, ma in realtà sono la strada più sicura e diretta per la pace mondiale

«Se il cielo è sereno, la terra è illuminata. Similmente, se si conosce il Sutra del Loto si può comprendere il significato degli affari di questo mondo» (RSND, 1, 336), questo dichiara Nichiren Daishonin, il Budda dell’Ultimo giorno della Legge.
La nostra è la filosofia del sole e noi risplendiamo di saggezza luminosa, mettendo in pratica il Buddismo nella società. Così facendo non ci sentiamo confusi in mezzo al caos dell’oscurità, e non ci facciamo scoraggiare nemmeno dalle correnti turbolente del cambiamento. Ricordo che in occasione dell’episodio del sindacato dei minatori di Yubari (1957) mi recai a sostenere i membri dello Hokkaido che avevano mantenuto forza e buon umore di fronte a quell’enorme difficoltà, continuando ad avanzare con spirito positivo, serbando nel profondo del cuore queste parole del Daishonin.
Quest’anno ricorre il sessantacinquesimo anniversario della pubblicazione della Raccolta degli scritti di Nichiren Daishonin in lingua originale giapponese (Nichiren Daishonin Gosho Zenshu), ultimata nel 1952 grazie agli sforzi del mio maestro Josei Toda, secondo presidente della Soka Gakkai. Nella prefazione Toda scrisse che noi della Soka Gakkai «apprezziamo e onoriamo gli scritti del Daishonin come il sole che risplende su di noi».
Sin dagli albori del nostro movimento, la famiglia Soka ha sempre studiato il Gosho traendo energia dalla sua illimitata luce rivitalizzante e, allo stesso tempo, si è impegnata nel dialogo vincendo in ogni impresa.
La vittoria basata sul Gosho è l’essenza dello spirito della Soka Gakkai.
Nei mesi scorsi molti dei miei cari compagni di fede in Giappone, con grande spirito di ricerca si sono preparati per gli esami di Buddismo di primo livello, esercitandosi in modo ammirevole nelle “due vie della pratica e dello studio” (RSND, 1, 342). Che superino o meno l’esame, spero comunque che diventino tutti vincitori nella fede.
Voglio esprimere la mia gratitudine a tutti coloro che li hanno sostenuti in questa preparazione e lodare ciascuno per aver posto, attraverso questi sforzi nello studio, solide basi per la vittoria di questo autunno, la stagione del raccolto.

Il 21 settembre, per la prima volta dopo tre anni, ho visitato il Centro culturale di Kanagawa (a Yokohama), insieme a mia moglie Kaneko. Poiché era l’equinozio d’autunno, ho offerto le tradizionali preghiere per i defunti e ho recitato Gongyo e Daimoku con tutto il cuore per ognuno dei nostri membri in Giappone e nel mondo.
Di recente abbiamo assistito a una serie di disastri su larga scala. Il Kyushu e altre località del Giappone sono state danneggiate dai tifoni; potenti uragani hanno devastato le isole dei Caraibi e la parte meridionale degli Stati Uniti, mentre il Messico è stato colpito da forti scosse di terremoto.
Con lo spirito del Daishonin di “adottare l’insegnamento corretto per la pace nel paese”, ho pregato con forza tutti i giorni per la salvezza e la sicurezza dei nostri preziosi membri, per la rapida ripresa di chi ha subito danni e per proteggere tutti coloro che sono impegnati nelle operazioni di soccorso.
Fu proprio a Kanagawa (dove si trova Kamakura), terra della giustizia, che il Daishonin diede inizio alla sua grande battaglia per “adottare l’insegnamento corretto per la pace nel paese”. Nell’omonimo trattato scrive: «Io non posso tacere» (RSND, 1, 7). È come se dicesse: «Se non ora, quale sarà il momento di dire la verità?». Ciò che gli interessava non era certo fondare una scuola, ma la felicità e la sicurezza delle persone.
Nel settembre del 1957, mentre cresceva la minaccia nucleare, Toda pronunciò la sua Dichiarazione per l’abolizione delle armi nucleari proprio a Kanagawa. Era il ruggito di un leone in accordo con l’appello del Daishonin per l’”adozione dell’insegnamento corretto per la pace nel paese”, vale a dire la pace mondiale. Al Centro culturale di Kanagawa ho voluto vedere ancora una volta il taccuino sul quale Toda aveva scritto la bozza della sua Dichiarazione.
Quest’anno (settembre 2017) in cui cade il sessantesimo anniversario di quella Dichiarazione, i membri di Kanagawa si sono uniti ai giovani di tutto il mondo per diffondere con forza il suo messaggio. E nella sede delle Nazioni Unite a New York vari paesi hanno iniziato a firmare il nuovo Trattato per la proibizione delle armi nucleari (adottato nel luglio 2017). Mentre si attendono nuove adesioni, cogliamo l’opportunità per far sentire con forza le voci della società civile che chiedono la pace.
Tornando dalla visita al Centro culturale di Kanagawa ho visto dal finestrino l’Auditorium Ikeda di Kanagawa che si trova a Yokohama, nel quartiere di Tsurumi, e ho ripensato a quando studiavamo il trattato Adottare l’insegnamento corretto per la pace nel paese insieme ai primi membri del capitolo Tsurumi.
In questo trattato il Daishonin afferma: «Se vi preoccupate anche solo un po’ della vostra sicurezza personale, dovreste prima di tutto pregare per l’ordine e la tranquillità in tutti e quattro i quadranti del paese» (RSND, 1, 25). Proprio per questo i membri di tutto il globo, compresa la vicina Corea del Sud, si stanno impegnando in numerosi dialoghi di pace.
Se il nostro modo di pensare cambia, cambiano le nostre vite, cambia anche l’ambiente e cambia il mondo. Questo è il principio della rivoluzione umana che ci offre una luminosa fonte di coraggio e speranza.
Noi preghiamo per la felicità nostra e degli altri, dialoghiamo per stringere amicizie e ci impegniamo per dare il nostro contributo alla società. Tutti questi sforzi richiedono pazienza e perseveranza, ma in realtà sono la strada più sicura e diretta per la pace mondiale.
Nella conclusione del trattato Adottare l’insegnamento corretto per la pace nel paese, il Daishonin scrive: «Perciò affrettatevi a cambiare i princìpi su cui si basa il vostro cuore e ad abbracciare l’unico vero veicolo, la sola buona dottrina [del Sutra del Loto]. Se lo farete, il triplice mondo diverrà la terra del Budda» (RSND, 1, 26).
La determinazione richiede azione. Agite, quando il tempo è maturo! Non lasciatevi sfuggire l’occasione! Ricordate sempre che l’ agire insieme tempestivamente è l’essenza dello spirito Soka di maestro e discepolo, la lotta dei Bodhisattva della Terra per creare un mondo ideale.

Sia nella vita personale che sociale, ciò che si fa nel momento cruciale è decisivo.
Nella mostra Leonardo da Vinci e la battaglia di Anghiari: il mistero della Tavola Doria, attualmente in corso al Museo d’Arte di Hiroshima, c’è un quadro che fa riflettere. È la riproduzione di uno schizzo preparatorio per un dipinto del grande Michelangelo: la “Battaglia di Cascina”. Quella battaglia fu vinta nel 1364 dall’esercito fiorentino, nonostante non fosse preparato ad affrontarla. Infatti i soldati fiorentini stavano riposando sulle rive dell’Arno quando arrivò improvvisa la notizia di un attacco nemico. Devono essere stati colti alla sprovvista, ma ciò nonostante si arrampicarono immediatamente sulle sponde del fiume indossando i vestiti e le armature, e con coraggio si lanciarono per proteggere la patria. Il disegno descrive questa scena. A volte si verificano eventi del tutto inattesi. Ma sono proprio quelli i momenti in cui compiere un’azione decisiva e fare del proprio meglio, unendosi a fidati amici e alleati. Di certo una determinazione del genere produrrà una grande vittoria. Anche Michelangelo, in qualsiasi circostanza, dava sempre il massimo.

La grande impresa per realizzare kosen-rufu e “adottare l’insegnamento corretto per la pace nel paese” consiste nella lotta individuale per accelerare il processo di trasformazione del proprio karma e conseguire il vasto stato vitale della Buddità in questa esistenza.
All’epoca della persecuzione di Tatsunokuchi e dell’esilio a Sado una delle discepole del Daishonin, la monaca laica Myoichi, mantenne una fede coraggiosa anche dopo aver perso il marito ed essere rimasta sola ad allevare i figli. Il Daishonin non solo pregò per l’eterna felicità del suo defunto marito, che pure aveva mantenuto la fede fino all’ultimo, ma incoraggiò con tutto il cuore lei e la sua famiglia dicendo: «Quelli che credono nel Sutra del Loto sono come l’inverno, che si trasforma sempre in primavera» (RSND, 1, 477). “Che tutti coloro che attraversano un rigido inverno di avversità possano accogliere una gioiosa primavera di vittoria!”: questo desiderio pieno di compassione del Daishonin è davvero commovente. Citando questo e altri passi del Gosho, una volta Toda disse: «Il Daishonin non ci farebbe intraprendere una lotta che non ci permetta di ottenere benefici ed elevare il nostro stato vitale!».
Il Gosho è pieno di esempi di come il Daishonin facesse di tutto per incoraggiare i suoi discepoli, prova del suo sincero “comportamento da essere umano” (RSND, 1, 756). Anche noi, studiando a fondo il suo insuperabile umanesimo, facciamo il massimo per apprezzare ogni individuo aiutandolo a creare una relazione con il Buddismo.
Nella Raccolta degli insegnamenti orali il Daishonin ci garantisce che «fin quando sono insieme a Nichiren, raggiungeranno la terra dei tesori» (BS, 112, 57). Continuiamo ad avanzare insieme al Daishonin con entusiasmo e in armonia, verso la realizzazione di kosen-rufu e l’”adozione dell’insegnamento corretto per la pace nel paese”. La mia preghiera costante è che ognuno di voi ottenga straordinari benefici dando così prova concreta della fede a se stesso e alle altre persone.

Lodando i suoi coraggiosi discepoli che non avevano abbandonato la fede durante la persecuzione di Atsuhara, il Daishonin afferma: «Ho appreso che, quando gli accusati hanno subito l’ira dei funzionari, hanno recitato Nam-myoho-renge-kyo, Nam-myoho-renge-kyo. È davvero una cosa straordinaria!» (RSND, 2, 781).
Dopo il raduno di Osaka, che si svolse sotto una pioggia scrosciante sessant’anni fa (luglio 1957), Toda condivise con me questo passo del Gosho e disse: «Il Daishonin sta lodando con forza te e tutti i membri del Kansai. Il grido di giustizia delle persone e la loro forte unità garantiranno la vittoria della Soka Gakkai in tutte le sue battaglie future».
Due mesi dopo, il 25 settembre, come responsabile di quartiere della zona di Katsushika, a Tokyo, iniziai a costruire insieme ai compagni di fede una comunità modello. Come discepoli ci stavamo impegnando a tutto campo per realizzare l’obiettivo del nostro maestro di 750.000 famiglie di praticanti. Per prima cosa pregammo uniti per realizzare il voto di kosen-rufu, facendo Gongyo e recitando Nam-myoho-renge-kyo. Secondo, raccogliemmo tutta la saggezza e il coraggio, basandoci sul Gosho e applicando la “strategia del Sutra del Loto” (RSND, 1, 889). Terzo, avanzammo nella salda unità di “diversi corpi, stessa mente”.
La solidarietà incrollabile dei nostri membri di Tokyo fu la forza trainante per la realizzazione dello scopo di 750.000 famiglie, una splendida vittoria di maestro e discepolo.
Il Daishonin scrive: «Sebbene Nichiren e i suoi discepoli siano pochi di numero, poiché hanno lo spirito di “diversi corpi, stessa mente”, realizzeranno sicuramente la loro grande missione di propagare ampiamente il Sutra del Loto. Un solo scroscio di pioggia spegne molti fuochi ruggenti, e una singola verità dissolve molte forze malvagie» (RSND, 1, 550).
La nostra rete Soka di “grande bene” non teme niente. Come campioni “della pratica e dello studio” riusciremo sicuramente a far sorgere il vittorioso sole della giustizia.
Ammirando dal Centro culturale di Kanagawa il mare blu, ricordai che una volta in passato avevo agitato una torcia accesa dalla finestra di quel Centro per salutare i membri che rientravano in nave da Kanagawa verso lo Shikoku. Nel Centro culturale è esposto il testo, scritto di mio pugno, della canzone di Kanagawa Ah, il sole sorge. Guardandolo, mia moglie e io abbiamo iniziato a cantare sottovoce:

Vivendo questa vita senza rimpianti,
suonando la campana di un nuovo giorno,
i compagni di fede dediti a kosen-rufu
si raccolgono come nuvole;
è un ritmo che tutti loderanno per sempre.
Ah, il sole sorge sui nostri compagni di fede.

(23 settembre 2017)

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