Deprecated: Function strftime() is deprecated in /var/www/vhosts/ilnuovorinascimento.org/wp-dev.ilnuovorinascimento.org/site/wp-content/themes/nuovo-rinascimento/functions.php on line 220
Nello spazio infinito - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 13:44

464

Stampa

Nello spazio infinito

In questo saggio dedicato alla vastità dell’universo il presidente Ikeda scrive: «Quando facciamo Gongyo e recitiamo Nam-myoho-renge-kyo, manifestiamo un vasto stato vitale che abbraccia il cosmo intero, proprio là dove ci troviamo, nella realtà quotidiana»

Dimensione del testo AA

In questo saggio dedicato alla vastità dell’universo il presidente Ikeda scrive: «Quando facciamo Gongyo e recitiamo Nam-myoho-renge-kyo, manifestiamo un vasto stato vitale che abbraccia il cosmo intero, proprio là dove ci troviamo, nella realtà quotidiana»

Nell’agosto del 1947, la notte precedente al primo incontro con il mio maestro per la vita, Josei Toda, stavo leggendo Goethe. Avevo diciannove anni. In quell’epoca agitata e confusa che seguì la Seconda guerra mondiale, il mio dialogo interiore con Goethe era un preludio all’incontro con gli insegnamenti del Buddismo.
Oggi, a più di sessant’anni di distanza, ho intrapreso un dialogo con Manfred Osten, membro del consiglio consultivo della fondazione Goethe a Weimar, in Germania. Con spirito di ricerca sempre giovane, sono lieto di avere l’opportunità di dibattere sulla poesia di Goethe, così commovente, e di condividere il nostro dialogo con i giovani di tutto il mondo.
Goethe scrisse: «La terra non si stanca mai / di portare notizie liete; / per innumerevoli millenni / la volta celeste proclama: pace!».
Con il cuore aperto e ricettivo, Goethe percepiva chiaramente il lirico messaggio di pace e di gioia che proviene dal vasto universo.

• • •

Quest’estate la pioggia meteorica delle Perseidi [chiamate anche Lacrime di San Lorenzo, n.d.r.] ha tracciato scie splendenti di luce nel cielo notturno. Diciassette anni fa, durante una visita alla prefettura di Gunma, in Giappone, composi questa poesia mentre ammiravo lo sciame delle Perseidi accanto a un gruppo di giovani:

Il cosmo
festeggia con noi
questa spettacolare pioggia di meteore
come una rassegna di fuochi d’artificio,
come una cascata di gioielli.

A proposito di meteore, non scorderò mai una notte, durante la Seconda guerra mondiale, in cui suonavano le sirene antiaeree. Alzando gli occhi verso il cielo notturno dal rifugio antiaereo, vidi una stella cadente e pensai: «Quella stella, l’universo stesso, cosa devono pensare di questa insensata guerra sulla Terra?». Desiderai ardentemente che quella guerra brutale finisse, che fosse di nuovo possibile godere di notti di pace. L’impulso che ci porta a esprimere un desiderio di fronte a una stella cadente è sempre vivo, oggi come ieri.
A maggio il microsatellite Negai – che in giapponese significa “sogno” o “augurio” – della facoltà di ingegneria dell’Università Soka, ha iniziato il proprio viaggio nello spazio come parte della sonda Akatsuki (Alba), chiamata anche Venus Climate Orbiter, lanciata dall’Agenzia per l’Esplorazione aerospaziale giapponese (JAXA). Il microsatellite è entrato con successo nell’orbita della terra, come previsto, e durante il suo viaggio ha condotto vari esperimenti di elaborazione dati.
Su suggerimento degli studenti dell’Università Soka, il satellite ha portato in orbita i desideri, registrati su un microfilm, di circa ottomila bambini, come: «Spero nella pace nel mondo» e «Voglio diventare un astronomo». Dopo aver orbitato intorno alla Terra per più di cinquecento volte, il satellite si è “trasformato” in una stella cadente. I desideri racchiusi al suo interno costituiscono un faro di pace e speranza che illuminerà il futuro.
Da giovane, durante la guerra, mi ritrovai a esprimere un profondo desiderio di pace di fronte a una stella cadente, e ora i miei successori dell’Università Soka rilanciano questo sogno con la loro avventura spaziale per la pace. Essa costituisce una luce splendente di vittoria nel firmamento del mio cuore, in questo anno che segna l’ottantesimo anniversario dell’educazione Soka.

• • •

Il vasto universo si espande intorno a noi: questa distesa infinita ha suscitato stupore e soggezione nell’umanità fin dai tempi più remoti. Da sempre gli esseri umani rivolgono spontaneamente le loro preghiere al cielo e utilizzano le stelle come guida per navigare i mari.
La galassia Andromeda che può essere individuata nel cielo notturno di Tokyo, in realtà si trova a una distanza di 2,3 milioni di anni luce. Un anno luce è la distanza che la luce, che si muove a 300.000 km al secondo, percorre in un anno: approssimativamente 9,46 trilioni di km. Questo significa che la galassia Andromeda che vediamo oggi è quella di 2,3 milioni di anni fa! La luce che raggiunge i nostri occhi in questo momento, è stata emessa molto prima della comparsa dell’Homo Sapiens. Quando dialoghiamo con le stelle, in realtà ci colleghiamo con l’infinito passato.
L’astronomo brasiliano Ronaldo Mourão ha dichiarato: «Una persona che, osservando e studiando l’universo, impara la lezione dell’umiltà e prende coscienza di quanto siamo piccoli in confronto alla vastità del cosmo, è in grado di utilizzare un potere enorme». Contemplare il cielo notturno e parlare con la luna e le stelle: un simile apprezzamento dell’universo può arricchire incredibilmente il nostro cuore.
Il Gohonzon contiene i caratteri cinesi relativi agli dèi del sole, della luna e delle stelle, che simboleggiano “i nobili attributi che possiedono intrinsecamente” (Il reale aspetto del Gohonzon, RSND, 1, 738). Quando facciamo Gongyo e recitiamo Nam-myoho-renge-kyo, manifestiamo un vasto stato vitale che abbraccia il cosmo intero, proprio là dove ci troviamo, nella realtà quotidiana.
L’antico classico cinese I Ching recita: «Il movimento del cielo è pieno di potere. / Così la [persona] superiore si rende forte e instancabile».
I nostri antenati cercarono la via per condurre esistenze di realizzazione traboccanti di energia, a ritmo con il funzionamento dell’universo. Coloro che praticano il Buddismo del Daishonin vivono in questo modo ogni singola giornata.

Luna splendente in alto,
avvolgi
tutti coloro che amiamo
nella luce della compassione
e inondali di felicità!

• • •

Nel giugno del 1971 scattai una fotografia alla luna, la cui luce si rifletteva in increspature d’oro e argento sulla superficie del lago Onuma, in Hokkaido. Non dimenticherò mai l’emozione inaspettata di quel meraviglioso scenario lunare.
Anni dopo, molti di questi incontri con la natura, ricchi per me di ispirazione, sarebbero stati esposti in una mostra di fotografie: “Dialogo con la natura”. Ancora oggi continuo a scattare foto alla luna, di solito nei momenti di breve pausa rubati alle riunioni, o mentre mi concedo un rapido riposo dalla scrittura. Ho fotografato la luna piena che penetra le nuvole e risplende come una regina celeste, o quando dispensa gentile la sua morbida luce verso la Terra, simile allo sguardo compassionevole di una madre. La luna piena è anche un simbolo della qualità perfetta e armoniosa della Legge mistica.
In una lettera inviata alla monaca laica Myoshin, per incoraggiarla dopo la morte del marito, Nichiren Daishonin scrive: «Il carattere [cinese] myo [(che significa “mistico”) di Nam-myoho-renge-kyo], simile ai fiori che diventano frutto e alla mezza luna che si fa piena, è quello che si trasforma in un Budda» (WND, 2, 879). Mia moglie e io preghiamo ogni giorno affinché i nostri compagni membri godano esistenze di piena realizzazione, perfette come la luna piena, illuminate dal potere benefico della Legge mistica.
Nell’autunno di quindici anni fa, nel 1995, presso il Centro culturale Shiga della Soka Gakkai, nei pressi del lago Biwa a Otsu, ammirai una splendida luna piena insieme ai membri del Kansai. Nel 1999, quattro anni dopo, al Centro di formazione della Soka Gakkai a Kyushu, che si affacciava sul mare azzurro, mi sono imbattuto in un’altra meravigliosa scena: la luna alta nel cielo sembrava sorridere sui nostri meravigliosi trionfi mentre la bandiera tricolore del centro ondeggiava nella brezza. Mia moglie e io condividiamo innumerevoli ricordi della luna ammirata in compagnia dei nostri cari compagni membri, in tutte le stagioni.

• • •

Robert Jastrow, una delle figure centrali negli allunaggi di successo realizzati dal programma spaziale Apollo degli Stati Uniti, nel settembre del 1993, mi regalò una foto scattata dall’astronave Apollo 11. Era un’immagine della Terra, con gli oceani azzurri, le masse terrestri verdi e brune e le nuvole bianche sullo sfondo nero dello spazio infinito.
Il mio incontro con il dottor Jastrow avvenne nell’allora Università Soka d’America (SUA), al campus Calabasas. A quel tempo egli propose di stabilire un collegamento informatico tra le scuole Soka in Giappone e l’osservatorio di Mount Wilson a Pasadena, in California. La sua proposta fu realizzata l’anno successivo, nel 1994, consentendo agli studenti delle scuole Soka del Kansai di utilizzare un telescopio controllato a distanza in un ambiente interattivo in tempo reale. Il programma fu un grande successo: nel febbraio del 2000 le scuole Soka del Kansai furono le prime scuole giapponesi a partecipare al progetto EarthKAM (Conoscenza della Terra per studenti della scuola media) della NASA e fino a oggi hanno partecipato al progetto per trentadue volte di seguito. Osservando la Terra dallo spazio, gli studenti stanno comprendendo l’importanza di proteggere il nostro prezioso pianeta.
Il giornalista americano Norman Cousins (1915-90), con il quale ho pubblicato un dialogo, espresse l’auspicio che la grande ascesa dell’umanità nello spazio fosse accompagnata da una corrispondente elevazione delle idee. Egli disse anche: «Niente nell’universo ha più magnificenza della grandezza della mente umana».
Spero che i giovani, nostri futuri responsabili, sollevino lo sguardo verso l’ampia volta stellata – libera da confini nazionali e discriminazioni di sorta – e si aprano al dialogo con la natura, espandendo quanto più possibile l’universo interiore del loro cuore. Quando sviluppiamo la nostra mente, anche il mondo intorno a noi si apre, e la vita si arricchisce. Quando siamo forti non possiamo essere sconfitti e saremo in grado di sostenere e aiutare molte altre persone. Forgiare e lucidare il nostro io interiore vuol dire compiere la nostra rivoluzione umana.
In maggio ci hanno fatto visita il rettore Denis Brière e altri illustri ospiti provenienti dall’Università Laval del Québec, in Canada. Vorrei condividere una strofa dell’inno della scuola insieme a voi:

Studiare, sognare
credere e interrogarsi a turno
creare, inventare
ridere e coinvolgere gli altri
osservare l’universo
esplorarne i misteri
danzare e avanzare
lungo il grande sentiero.

Nel luglio del 2010, alcuni scienziati hanno scoperto la più grande stella mai trovata, con una massa 265 volte maggiore del Sole. Si trova nella Tarantula Nebula, all’interno della Grande Nuvola di Magellano, una galassia a 165.000 anni luce dalla Via Lattea. In precedenza gli scienziati credevano che ci fosse un limite per la dimensione delle stelle, ma questa nuova scoperta ha aperto la possibilità di trovare nuove stelle anche più grandi.

• • •

L’universo è colmo di misteri. Ogni nuova scoperta apre nuovi interrogativi privi di risposta. La strada della conoscenza non ha fine. Il mio maestro Josei Toda soleva dire: «Più la scienza progredisce, più comprova la validità degli insegnamenti del Buddismo». E a dimostrazione di ciò, molti oggi rivolgono l’attenzione verso la saggezza dell’Oriente.
L’astronomo indiano dell’antichità Aryabhata (476-550) era a conoscenza dell’esistenza del moto di rotazione della Terra e della forza di gravità. Il Buddismo, nato da una civiltà che era stata culla di simili idee avanzate, si era occupato ancora prima di concetti come l’universo, precisamente nel testo del V secolo Abhidharmakosha (La tesoreria del Dharma manifesto): «Mille mondi – ognuno a comprendere il monte Sumeru, con quattro continenti circostanti, un sole, la luna e altri corpi celesti – costituiscono un sistema minore. Mille sistemi minori di mondi compongono un sistema medio. E mille sistemi di mondi medi formano un sistema maggiore di mondi. Tutti stanno costantemente prendendo vita e passando all’estinzione».
Quindi si dice che un sistema di mondi maggiore includa un miliardo (109) di mondi.
Questo concetto è vicino alla visione scientifica secondo cui un insieme di sistemi solari forma le galassie; insiemi di galassie formano gruppi di galassie; e ammassi di gruppi di galassie danno origine ai supergruppi.
Ne I quattro debiti di gratitudine, scritto da Nichiren Daishonin durante l’esilio di Izu, [persecuzione durante la quale egli fu esiliato a Ito nella provincia di Izu, dal maggio del 1261 al febbraio 1263, n.d.r.] dichiara: «Nel mondo di saha [cioè, il sistema maggiore di mondi che circonda il nostro mondo], vi sono un miliardo di monti Sumeru, un miliardo di soli e di lune, e un miliardo di quattro continenti […]. A eccezione di questo mondo di saha, le terre delle dieci direzioni sono tutte terre pure i cui abitanti hanno un cuore gentile e non insultano né odiano i santi e i saggi» (RSND, 1, 36). Egli nota che ci sono infinite terre del Budda nell’universo dove dimorano esseri altamente illuminati.
Il noto astronomo Chandra Wickramasinghe, con il quale ho pubblicato un dialogo, afferma: «La cosmologia attuale si avvicina moltissimo all’immagine buddista dell’universo come un tutto» [N.C. Wickramasinghe e D. Ikeda, Space and Eternal Life (Spazio e vita eterna: dialogo tra Wickramasinghe e Ikeda), Londra, 1998, n.d.r.].
È sicuramente vero che importanti fisici come Heisenberg, Bohr ed Einstein compresero molte idee del Buddismo e della filosofia asiatica, incluso il concetto di vuoto o non-sostanzialità. Sono convinto che con il costante progresso della scienza le persone si rivolgeranno con desiderio sempre crescente alla saggezza del Buddismo.

• • •

In un famoso passo citato dal Daishonin, il Gran Maestro cinese Miao-lo paragona il microcosmo dell’essere umano al macrocosmo dell’universo: «”Si comprende che tutto ciò che è contenuto in questo nostro corpo è costruito sulla base del cielo e della terra. Così vediamo che la rotondità della testa è disegnata sulla base dei cieli, la forma quadrata dei piedi imita la forma della terra […]. Il respiro che entra ed esce dal naso imita il vento che passa sui laghi di montagna e le valli dei fiumi, il respiro che entra ed esce dalla bocca imita il vento nel cielo aperto. Gli occhi corrispondono al sole e alla luna, e la loro apertura e chiusura corrispondono al giorno e alla notte. I capelli della testa sono come le stelle e le costellazioni, le sopracciglia come le stelle dell’Orsa Maggiore, le vene come i fiumi e i ruscelli”» (WND, 2, 848).
Questo passo illustra perfettamente il principio buddista dell’unità tra sé e universo.
Anche il Daishonin osserva: «In definitiva, tutti i fenomeni, fino all’ultimo granello di polvere, sono contenuti nella nostra vita; le nove montagne e gli otto mari sono racchiusi nel nostro corpo; il sole, la luna e le miriadi di stelle si trovano nella nostra vita» (Gli inviati mongoli, RSND, 1, 561).
La nostra vita in ogni momento abbraccia tutti i fenomeni ed è dotata di un potenziale vasto come l’universo. Quando prendiamo coscienza di questo fatto, la nostra esistenza inizia ad aprirsi agli altri, alla società e all’universo nel suo insieme.
I nostri sforzi per kosen-rufu, basati sul grande principio della Legge mistica, fanno traboccare il corpo e la mente del potere dell’universo. Il cuore pulsa di un battito senza tempo: il desiderio irrefrenabile di aiutare gli esseri umani che stanno soffrendo dando loro speranza e coraggio.
Un Budda è colui che fa emergere compassione, saggezza e coraggio illimitati come l’universo.
A prescindere dalle sfide che possiamo affrontare, solleviamo lo sguardo verso i vasti cieli, in alto, respiriamo profondamente e continuiamo ad avanzare con fierezza e vittoriosi lungo il sentiero della nostra missione.

• • •

In giugno la sonda spaziale Hayabusa (Falcone) dell’Agenzia giapponese per l’esplorazione aerospaziale (JAXA) ha terminato il suo viaggio di andata e ritorno lungo sei miliardi di chilometri, durato sette anni, per collezionare campioni dall’asteroide Itokawa. Era la prima volta che un veicolo spaziale raggiungeva e tornava da un corpo celeste diverso dalla Luna. La sonda ha superato molte sfide, inclusi dei problemi con i propulsori e la perdita di comunicazione con la Terra per diverse settimane. È stato un progetto innovatore che ha aperto una nuova fase nell’esplorazione del sistema solare.
Un membro della Divisione giovani ha partecipato a questo importante progetto. Nel corso della realizzazione del suo sogno ha dovuto affrontare vari imprevisti. I suoi genitori lo hanno incoraggiato dicendogli che invece di chiedersi se una cosa è possibile, doveva decidere lui, domandandosi piuttosto se quella fosse o meno la sua missione. Progresso instancabile: questo è il vero spirito della gioventù.
Il grande poeta nicaraguense Rubén Darío (1867-1916) scrisse: «Anche se ci sono dolori, / e siamo tormentati dalla sfortuna, / in noi scorre / la linfa dell’universo».
Un giovane che nutre un grande obiettivo e brucia di determinazione e di spirito pionieristico può superare qualunque ostacolo.

• • •

L’astronomo polacco Niccolò Copernico (1473-1543), il quale sviluppò la teoria secondo cui la Terra gira intorno al Sole, all’inizio esitò ad annunciare pubblicamente le proprie scoperte, timoroso che le sue idee potessero contrariare le autorità religiose. Intorno al 1530 egli ultimò la sua opera Sulle rivoluzioni delle sfere celesti, ma era lacerato dal dubbio se pubblicarla o meno. Tuttavia il suo giovane discepolo Georg Joachim Rheticus (1514-74), professore di matematica dell’Università di Wittenberg, lo incoraggiò ad andare fino in fondo e in seguito, nel 1543, sostenne la pubblicazione. Nel cuore di quel giovane ardeva il desiderio di ripagare il debito di gratitudine verso il suo maestro, facendo conoscere la verità delle sue scoperte. Grazie al suo coraggioso impegno nel proteggere il maestro, la teoria eliocentrica di Copernico alla fine cambiò il corso del progresso scientifico.
Il 29 agosto 2010 è stata inaugurata la mostra “I tesori della Polonia: Rembrandt e la preziosa collezione reale” al Museo Fuji di Tokyo. Sono state esposte opere d’arte provenienti dal castello reale di Varsavia, dal castello Wawel di Cracovia, dai musei nazionali di Varsavia e di Cracovia, diversi articoli e documenti relativi a tre grandi personaggi polacchi: Copernico, Chopin e Marie Curie.
Coraggio e forza d’animo caratterizzano lo spirito polacco. Durante la Seconda guerra mondiale, alcuni individui coraggiosi si rifiutarono di lasciarsi intimidire dall’esercito nazista che si avvicinava e nascosero i tesori del palazzo mettendo a rischio la propria vita. Gli studenti di architettura sfidarono il fuoco nemico pur di continuare a ritrarre gli edifici di Varsavia, così che l’aspetto della città venisse tramandato alle generazioni future. Dopo la guerra, che vide la distruzione di gran parte della città di Varsavia, quei disegni si rivelarono risorse preziose quando i cittadini comuni si unirono nello sforzo di riportare la città al suo antico splendore. Ora Varsavia risplende come tesoro dell’umanità e la città vecchia è stata dichiarata patrimonio dell’umanità dall’UNESCO. Il popolo polacco ha riscattato tutti coloro che sono stati brutalmente privati della propria vita nella guerra e ha saputo opporre un fiero rifiuto alla barbarie sfrenata che cercava di distruggere la sua storia e cultura.
Cinque secoli fa Copernico domandò: «Cosa c’è di più bello della volta celeste che, dopo tutto, avvolge tutto ciò che esiste di meraviglioso?». Ma io sostengo che qui, sulla Terra, c’è qualcosa di prezioso quanto le stelle del cielo: la luce che brilla nella vita degli esseri umani che si impegnano senza paura per la verità e la giustizia. Una rete di individui dediti ai propri ideali è un tesoro inestimabile dell’universo, che risplende come la stella più luminosa.
Il leader dei diritti civili americano Martin Luther King Jr. (1929-68) dichiarò con incrollabile convinzione: «Nella vita dell’universo esiste un sistema di controllo: il male non può organizzarsi in maniera permanente».

• • •

Molti astronauti che hanno viaggiato nello spazio riferiscono che questa esperienza ha trasformato la loro visione della vita. Ho incontrato e parlato con molti astronauti e ogni volta i loro racconti emozionanti sono stati fonte di grande ispirazione. Parlare con loro ha ampliato la mia stessa prospettiva. In più, tutti hanno affermato che l’esperienza di viaggio nello spazio ha confermato e rafforzato il loro apprezzamento della bellezza e preziosità del nostro pianeta Terra.
Non dimenticherò mai il cosmonauta russo Aleksandr Serebrov quando, una volta tornato sulla Terra, ha dichiarato di essere rimasto colpito per prima cosa dagli odori e dalle fragranze più familiari.
Noi disponiamo anche di una “casa” della vita che offre conforto e rassicurazione a tutti noi: i settori e capitoli della Soka Gakkai, e i compagni membri che vi si trovano. Finché non perdiamo di vista l’importanza di questa “casa”, non saremo mai soli. Fino a quando riusciremo a provare gratitudine per i nostri preziosi compagni membri, il cuore traboccherà di gioia di vivere. Più apprendiamo sull’universo, maggiore sarà il rispetto reverenziale che ci ispirerà il miracolo della vita.

• • •

L’educatore e filosofo americano John Dewey (1859-1952), che fu tenuto in grande considerazione sia da Tsunesaburo Makiguchi che da Josei Toda, primo e secondo presidente della Soka Gakkai, una volta disse: «I pianeti esistono e agiscono nei sistemi solari, e questi sistemi nelle galassie […] allo stesso modo la mente umana è alimentata dal contatto con gli altri e dalla reciproca comunicazione».
Che meravigliosi legami uniscono i membri della nostra famiglia Soka, nati in questo vasto universo nell’epoca presente su questo stesso pianeta, e che hanno incontrato insieme il grande insegnamento del Buddismo del Daishonin! Nichiren Daishonin scrive: «Le parole del Sutra “Le persone che avevano udito la Legge dimorano in varie terre del Budda, rinascendo di continuo insieme ai loro maestri” [SDL, 180] non possono essere false» (L’eredità della Legge fondamentale della vita, RSND, 1, 191). Come ci assicura il Daishonin, il legame di maestro e discepolo nel Buddismo è eterno e indistruttibile.
Miei cari amici! Recitiamo insieme un Daimoku risonante, facendo vibrare le nostre voci per tutto l’universo!
Nichiren Daishonin dichiara: «Quando con la bocca recitiamo la mistica Legge, la nostra natura di Budda viene richiamata e immancabilmente emergerà. La natura di Budda di Brahma e di Shakra, richiamata, ci proteggerà e la natura di Budda dei Budda e dei bodhisattva, richiamata, gioirà» (Come coloro che inizialmente aspirano alla via, RSND, 1, 789).
Facendo sgorgare il potere illimitato dell’universo dalle nostre vite, avanziamo con energia e allegria mentre ci impegniamo a compiere la nostra personale rivoluzione umana e realizziamo kosen-rufu per la felicità di tutte le persone.

©ilnuovorinascimento.org – diritti riservati, riproduzione riservata