Giugno è il mese in cui festeggiamo l’anniversario della nascita del fondatore e primo presidente della Soka Gakkai, Tsunesaburo Makiguchi.
Egli nacque nella prefettura di Niigata nel 1871, esattamente seicento anni dopo l’esilio di Nichiren Daishonin a Sado, che si trova proprio nella stessa prefettura, e questa è senza dubbio una coincidenza profondamente mistica.
Nel Gosho Sulla profezia del Budda, composto a Sado, il Daishonin scrive: «Ho sopportato persecuzioni giorno dopo giorno e mese dopo mese. Negli ultimi due o tre anni, fra le altre cose, sono stato quasi messo a morte. Le probabilità che io sopravviva a quest’anno o addirittura a questo mese sono una su diecimila» (RSND, 1, 357).
Nelle condizioni indescrivibilmente dure dell’esilio, il Daishonin predisse con forza l’avvento di un futuro in cui “il Buddismo del sole” avrebbe illuminato il mondo intero.
In piena Seconda guerra mondiale, in un periodo in cui la linfa vitale dell’insegnamento corretto del Daishonin era sul punto di estinguersi, fu il maestro Makiguchi, e nessun altro, a dedicare tenacemente, fino in fondo, la propria vita alla propagazione della Legge mistica con la ferma determinazione di un Bodhisattva della Terra.
In una lettera inviata dal carcere in cui si trovava a causa delle sue convinzioni, Makiguchi dichiarò: «Ciò che sto sperimentando è niente rispetto alle sofferenze che provò il Daishonin a Sado».
“Il cuore del re leone” che non si arrende di fronte a nulla e che Makiguchi, sempre profondamente unito al Daishonin, dimostrò mettendo a rischio la sua stessa vita, è l’eterno punto di origine della relazione tra maestro e discepolo nella Soka Gakkai.
Nel processo di realizzazione di kosen-rufu e nella nostra vita, talvolta possiamo sentirci imprigionati da circostanze avverse e dolorose che non ci lasciano intravedere la minima via d’uscita, ma se pensiamo a Makiguchi che sacrificò la vita per rimanere fedele ai propri ideali e continuò tenacemente a sforzarsi per diffondere l’insegnamento del Daishonin, nulla potrà turbarci o farci vacillare.
Questa è la ferma determinazione che il mio maestro, il secondo presidente della Soka Gakkai Josei Toda e io, abbiamo condiviso.
Nichiren Daishonin spiega: «Quando si pratica il Sutra del Loto in tali circostanze, sorgeranno difficoltà, ed esse devono essere considerate pratiche “pacifiche”» (Raccolta degli insegnamenti orali, BS, 116, 58). Egli ci assicura che quando recitiamo Nam-myoho-renge-kyo con tutte le forze e affrontiamo le avversità facendo azioni concrete per superarle, stiamo praticando correttamente il Buddismo del Daishonin e pertanto possiamo accumulare incalcolabili benefici e un’immensa buona fortuna.
Il Daishonin scrive inoltre: «Incontrando grandi difficoltà in questa vita [a causa del Sutra del Loto], le sofferenze dell’inferno svaniranno immediatamente» (Alleggerire la retribuzione karmica, RSND, 1, 173).
In base al principio dell’“alleggerimento della retribuzione karmica”, noi possiamo dischiudere l’indistruttibile condizione vitale del Budda e trasmettere speranza e coraggio a tutte le persone che ci circondano.
Ora, in un momento in cui l’umanità si unisce per superare le ardue prove che si trova ad affrontare, quanto è confortante la rete dei giovani cittadini globali Soka che risplendono di convinzione nel principio della sacralità della vita e brillano della saggezza per “trasformare il veleno in medicina”!
Le nostre voci che cantano con forza e allegria uniscono il Giappone e il mondo intero. I compagni di fede dell’India cantano a voce spiegata: «Tu e io insieme / per sempre invincibili / adesso o mai più / per sempre invincibili».
Che la vasta catena montuosa di capaci Bodhisattva della Terra che portano avanti l’eredità di Makiguchi possa brillare di “un blu più intenso dell’indaco”!
La nostra grande montagna
si erge incrollabile
anche di fronte alle più violente tempeste.
Senza farvi turbare, senza vacillare,
create un arcobaleno splendente di vittorie!