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Nel rispetto della natura - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 15:14

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Nel rispetto della natura

La crescita economica in Giappone, come in molti altri paesi, conobbe fasi di prosperità venate da aspetti negativi, come l’abbandono delle campagne. Ikeda in questo brano si rivolge alle comunità agricole spiegando perché il contatto con la natura è importante anche in epoca industriale

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La crescita economica in Giappone, come in molti altri paesi, conobbe fasi di prosperità venate da aspetti negativi, come l’abbandono delle campagne. Ikeda in questo brano si rivolge alle comunità agricole spiegando perché il contatto con la natura è importante anche in epoca industriale

Se si trasforma il nostro cuore, si trasforma anche il karma del nostro ambiente. Con questa convinzione granitica, subito dopo la fine della Seconda guerra mondiale Josei Toda, da solo, si rialzò dalle ceneri di un Giappone coperto di distruzione e rovine, e iniziò la sua lotta senza quartiere per realizzare kosen-rufu.
Nichiren Daishonin scrisse a uno dei suoi seguaci, che si stava impegnando con grande sincerità nella diffusione dei suoi insegnamenti, nel distretto di Fuji della provincia di Suruga: «Può essere che il Budda Shakyamuni o i Bodhisattva della Terra siano entrati nel tuo corpo?» (Le proprietà del riso, RSND, 1, 991).
Quando ci adoperiamo per kosen-rufu, manifestiamo la stessa condizione vitale di Shakyamuni, vale a dire del Budda, e dei Bodhisattva della Terra. Come tali, noi abbiamo veramente la capacità di compiere la triplice trasformazione di questo mondo di saha.
Shin’ichi Yamamoto continuò a sollecitare con incisività i membri della Divisione delle comunità agricole e dei condomini: «Quando ci alziamo con la ferma determinazione di trasformare il karma della nostra terra e dimostrare la forza insita nei Bodhisattva della Terra, possiamo attingere a un potere più grande di quello dei Budda e dei bodhisattva delle dieci direzioni e delle tre esistenze.
«E se un flusso costante di innumerevoli Bodhisattva della Terra emergerà nella nostra comunità, è fuori di dubbio che quella terra cambierà sicuramente. Ecco perché kosen-rufu è così importante.
«Con la crescita della Soka Gakkai nel Secondo dopoguerra, anche il Giappone si è ripreso, raggiungendo una rapida crescita economica. Ora, però, siamo di fronte a molteplici sfide davvero terribili, tra cui stati d’animo come la disperazione e l’alienazione, nonché il degrado ambientale. Solo la saggezza del Budda ci permetterà di superare questi enormi problemi. Non possiamo permettere che il progresso di kosen-rufu possa fermarsi neanche per un solo momento.
«Spero che tutti i membri delle Divisioni delle comunità agricole e dei condomini saranno i pionieri di kosen-rufu all’interno delle proprie comunità.
«Ogni volta che ricordo quei membri del Suiko-kai, provenienti dalle prefetture di Chiba e Ibaraki, diciassette anni fa, quando si radunarono a Choshi, in occasione di un corso speciale di formazione, tenutosi all’aperto, prego affinché essi siano dei veri discepoli, capaci di trasformare le loro comunità nella Terra della Luce Eternamente Tranquilla.
«Mi trovavo ai piedi del faro e, passando dal promontorio di Choshi, dissi a quei membri del Suiko-kai: “Amici miei, dovete diventare i fari della società, del Giappone e del mondo. Qui e ora, vi dico, che non solo il Suiko-kai, ma tutta la Soka Gakkai ha la missione di diventare il faro capace di illuminare l’oscurità che regna nel pianeta”».
Nella sala risuonò uno scroscio di applausi, al pari del fragore delle onde quando si infrangono sugli scogli.
Poi Shin’ichi cominciò a parlare dell’atteggiamento di fondo che avrebbero dovuto tenere i membri, man mano che kosen-rufu si sarebbe diffuso nelle loro comunità. «Il Buddismo di Nichiren Daishonin è il Buddismo della semina. Praticando, si mette la causa per conseguire la Buddità, Nam-myoho-renge-kyo, nella vita degli esseri viventi dell’Ultimo giorno della Legge che non hanno mai sentito parlare degli insegnamenti del Buddismo. È la grande dottrina capace di condurre tutti a una felicità vera, consentendo loro di raggiungere la Buddità in questa esistenza.
«Le nostre azioni, come praticanti di questo Buddismo che si dedicano alla missione di kosen-rufu, devono essere tutte incentrate nell’atto della semina. In altre parole, abbiamo bisogno di coltivare la consapevolezza che tutto, dalle nostre attività quotidiane nella Soka Gakkai ai nostri atteggiamenti e comportamenti nella vita di tutti i giorni, fa parte di questo compito fondamentale di diffondere i semi della Legge mistica.
«Per desiderare sinceramente la felicità di coloro che non hanno ancora iniziato a seguire questa pratica o che invece si oppongono a essa, è importante abbracciarli con uno spirito aperto interagendo con loro con un sorriso caloroso e modi accoglienti, cercando di essere loro amici. Questo è il modo in cui si creano i legami col Buddismo che in seguito potranno spandersi in lungo e in largo».

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Jiro Abe (1883-1959), un intellettuale proveniente dalla regione del Tohoku, dichiarò: «È poco probabile che una cultura che ha perso di vista l’importanza della terra e dell’agricoltura abbia la capacità di rendere veramente felice il suo popolo».
Shin’ichi si aspettava, e ne era profondamente convinto, che in un prossimo futuro si sarebbe riconosciuto di nuovo il valore di coloro che lavoravano i campi e che avrebbero attirato indubbiamente l’attenzione delle persone.
Egli esclamò con fiducia: «La società sarà obbligata a mettere a fuoco l’importanza delle comunità agricole. Se renderete le vostre famiglie dei modelli innovativi di conduzione agricola, diventeranno fari potenti capaci di illuminare la collettività locale.
«Attraverso gli scambi sociali realizzati dai membri delle vostre famiglie, verranno piantati i semi della Legge mistica e saranno così stabilite solide fondamenta per kosen-rufu. Vorrei chiedere ai membri della Divisione delle comunità agricole di essere i fari delle vostre comunità e i fari della Soka Gakkai.

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Il Buddismo non esiste separato dal mondo. Come scrive Nichiren Daishonin: «Il vero sentiero consiste negli affari di questo mondo» (L’offerta del riso, RSND, 1, 998). Il Buddismo vive e si manifesta attraverso le azioni all’interno delle proprie comunità e della società. Il luogo in cui ci troviamo proprio in questo momento è quello migliore per la nostra pratica e la realizzazione di kosen-rufu.
Nel corso della riunione del 17 febbraio, Shin’ichi voleva trasmettere la grandezza degli insegnamenti del Buddismo di Nichiren e i princìpi essenziali della pratica buddista, ai membri della Divisione delle comunità agricole e della Divisione condomini, da lui definiti “i pionieri delle comunità”.
«Il Buddismo di Nichiren Daishonin insegna il conseguimento dell’Illuminazione nella forma presente. Questo principio si basa sulla dottrina dei tremila regni in un singolo istante di vita ed è riferito agli esseri nei nove mondi che manifestano la loro Buddità intrinseca e conseguono l’Illuminazione. [L’espressione “conseguimento dell’Illuminazione nella forma presente” viene usata in contrapposizione a “conseguimento della Buddità attraverso la trasformazione”, cioè, adoperandosi senza sosta nella faticosa pratica buddista per un’infinità di vite, fino a quando non si arriva gradualmente allo stadio più elevato della suprema Illuminazione, n.d.r.].
Questo è il principio fondamentale e universale, tramite il quale abbracciando il Gohonzon, la vita di Nichiren Daishonin, e la recitazione del Daimoku, ognuno di noi può raggiungere la Buddità.
«È un insegnamento logico e formidabile, nato per il bene dell’umanità, avvalorato da un principio di vita molto profondo, estremamente semplice nella fattispecie, capace tuttavia di trasmettere il modo di conseguire la Buddità nella propria forma presente».
Shin’ichi poi cominciò a spiegare il Buddismo di Nichiren nella maniera più accessibile, facendo un esempio che suonava per tutti familiare.
«Per dirla molto semplicemente, paragonando gli insegnamenti di Shakyamuni e T’ien-t’ai a un televisore, gli insegnamenti buddisti di Shakyamuni precedenti al Sutra del Loto corrispondono alle parti che compongono il televisore. Il Sutra del Loto spiega come l’apparecchio deve essere assemblato, mentre gli insegnamenti di T’ien-t’ai sono una spiegazione logica di quello che è un televisore.
«Al contrario, gli insegnamenti di Nichiren Daishonin sono come un apparecchio televisivo completo, e ciò è rappresentato dal Gohonzon. Effettivamente è una comparazione ingenerosa; comunque sia, dal momento che abbiamo già il Gohonzon, è come se avessimo un bel televisore che è già stato assemblato. Siamo in grado di guardare la televisione senza dover mettere insieme tutti i componenti o anche senza capire come funziona il televisore.
«Ma per guardare la televisione, abbiamo bisogno innanzitutto di accenderla e scegliere un canale. Questo corrisponde a ciò che sono la fede nel Gohonzon e la nostra pratica buddista; parlando in termini pratici, vale a dire recitare Daimoku e condividere gli insegnamenti del Daishonin con gli altri. In questo modo possiamo divertirci fin da subito a guardare tutto ciò che vogliamo. Questo è il significato del «conseguimento dell’Illuminazione nella forma presente».
Si può spiegare anche il principio più profondo, ma se non mettiamo le persone in grado di comprenderlo, ogni sforzo sarà vano. Solo gli insegnamenti che gli altri possono assimilare e poi mettere in pratica hanno un significato autentico.
Shin’ichi Yamamoto poi continuò a parlare spiegando il vero cammino della fede per i seguaci di Nichiren. «Il Daishonin stesso ha iscritto il Gohonzon per ciascuno di noi, che viviamo durante l’Ultimo giorno della Legge.
«Come effetto, anche se non capiamo gli insegnamenti di Shakyamuni o T’ien-t’ai, possiamo comunque avanzare lungo il grande sentiero della rivoluzione umana e del conseguimento della Buddità in questa esistenza, attraverso la recitazione al Gohonzon.
«L’unico modo per conseguire l’Illuminazione nella forma presente, in altre parole, per raggiungere uno stato di assoluta felicità, è recitare Daimoku, senza mai dubitare del Gohonzon, qualunque cosa accada.
«La vita non ha sempre un andamento tranquillo. Possiamo avere incidenti e ammalarci. Ci possiamo ritrovare arresi nel nostro lavoro o nelle relazioni con le persone che conosciamo. Dobbiamo affrontare tutti i tipi di problemi e sofferenze, che ci mettono a dura prova. Ecco, quelli sono i momenti in cui è importante recitare con la determinazione assoluta di superare le avversità attraverso la fede e la pratica buddista. E sono anche i momenti nei quali possiamo condividere il Buddismo con gli altri, rimanendo fedeli alla nostra missione come Bodhisattva della Terra.
«Se riusciamo a rimanere fermi nella nostra fede buddista e manteniamo sia la pratica per noi che per gli altri, ci sentiremo traboccanti di convinzione e coraggio, e sgorgherà da dentro di noi la saggezza che ci permetterà di superare qualsiasi ostacolo ci troveremo ad affrontare. Questa saggezza ci consentirà di vedere la soluzione migliore e, con un alto stato vitale, saremo all’altezza di far fronte a una determinata sfida, se ci basiamo su quella saggezza. Voglio che sappiate che questo è il percorso diretto della fede per l’immediato conseguimento dell’Illuminazione.
«Se dimentichiamo la fede e la pratica buddista, non recitiamo Daimoku, e cerchiamo disperatamente di arrampicarci sugli specchi nei momenti cruciali, beh… questo è l’esatto opposto di quello che è l’approccio buddista. Nella migliore delle ipotesi, facendo così, riusciremo solamente ad attingere alla saggezza superficiale o a trovare una soluzione temporanea. Non saremo in grado di risolvere davvero quella difficoltà o di trasformare radicalmente il nostro karma. In realtà, è possibile che si continuerà ad affrontare problemi di un certo peso lungo il nostro cammino».
Anche se tristi, sofferenti o felici, coloro che praticano il Buddismo del Daishonin continuano comunque a recitare, condividendo gli insegnamenti di Nichiren con gli altri. Finché pratichiamo, troveremo sempre una soluzione. Non c’è nulla da temere. Anche nella notte più cupa della sofferenza, la fiamma della speranza, del coraggio e della gioia arderà come un grande faro nel cuore di ciascuno. Risvegliare una fede profonda e recitare Daimoku con tutto il cuore equivale al conseguimento dell’Illuminazione nella forma presente.
La voce di Shin’ichi era piena di convinzione: «Il Buddismo è vincere o perdere. Dedicando la propria vita a kosen-rufu, la nostra fede ci assicura che vinceremo sicuramente nella società così come in tutte le nostre questioni.
«L’Ultimo giorno della Legge è descritto nei sutra come “un’epoca di conflitti”, un periodo caratterizzato da continue liti e controversie, in cui sono estremamente diffuse la malvagità, l’invidia e gli stratagemmi subdoli. [Epoca di conflitti: viene menzionata in una descrizione del quinto periodo di cinquecento anni nel Sutra della Grande raccolta. Vi si afferma che, in questo arco di tempo, che corrisponde all’Ultimo giorno della Legge, ci saranno scuole buddiste in rivalità fra loro all’infinito e verrà a oscurarsi il corretto insegnamento di Shakyamuni, che andrà a scomparire, n.d.r.].
«Ecco perché è così importante essere in grado di fare appello a tutta la nostra infinita saggezza attraverso un Daimoku costante, giorno dopo giorno.
«Man mano che andrete avanti nel corso della vita, probabilmente incontrerete numerose difficoltà colme di sofferenza e desolazione. Ma si dovrebbe vivere saldamente centrati sulla fede e la pratica buddista, mettendo sempre il Daimoku al primo posto.
«Possiamo trovarci in un vicolo cieco, ma “myo significa rivitalizzare” (Il Daimoku del Sutra del Loto, RSND, 1, 132), e se recitate Daimoku, vi ritroverete pieni di forza vitale e dotati di una nuova fonte di fortuna. Non dimenticate mai che la vita è una serie di sfide che devono essere superate e quello che ci vuole è proseguire con ottimismo e vigore.
«Membri della Divisione delle comunità agricole e della Divisione condomini, vi prego di prendervi cura delle vostre comunità! Fate del luogo in cui vi trovate delle grandi cittadelle piene di felicità! Grazie per aver partecipato oggi a questa riunione. Guidate con prudenza. Grazie!».
Gli occhi di tutti i presenti brillavano di determinazione e le loro guance si erano arrossate per l’emozione. Ognuno di loro aveva inciso nel profondo del cuore la guida che il presidente Yamamoto aveva dato a ogni Divisione: «Siate i fari delle vostre comunità e della Soka Gakkai» per i membri della Divisione delle comunità agricole, e «Siate i capitani e i capo ingegneri sulla nave della felicità» per i membri della Divisione condomini.
Negli anni successivi, il 17 febbraio fu celebrato come il giorno della Divisione delle comunità agricole: il giorno in cui i membri avevano rinnovato il proprio voto per impegnarsi nello sviluppo dell’agricoltura e di kosen-rufu, ognuno all’interno della propria comunità.

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