Ispirata dalla lungimiranza della visione di Sensei, Veronica decide di mettere in pratica gli Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’ONU e sfidandosi nella pratica buddista trova la strada per contribuire alla creazione di un futuro migliore
Ho ventotto anni e pratico il Buddismo di Nichiren Daishonin da quando ne avevo diciassette.
Il Daimoku mi ha permesso di entrare in contatto con la mia interiorità, scoprendo la mia incapacità di percepire il mio valore. Da quando ne ho memoria, ho pensieri di suicidio e non vedendo la possibilità di un futuro davanti a me, ho sempre faticato a interessarmi a ciò che succede nel mondo a livello socio-politico.
Ammiro da sempre la lungimiranza e la visione di Sensei sul futuro dell’umanità. E da quando nelle sue Proposte di pace ha iniziato a scrivere a sostegno degli Obiettivi di sviluppo sostenibile, qualcosa dentro di me è cambiato.
Le sue parole nella Proposta di pace del 2019 sono state fondamentali: «Per quanto le sofferenze possano essere inevitabili, è possibile trasformare la vita sviluppando pienamente il proprio potenziale interiore. L’empatia e il sostegno nei confronti di chi sta affrontando difficoltà ci aiutano a tessere legami di incoraggiamento reciproco, dando origine a un senso di sicurezza e di speranza sempre più ampi» (BS, 194, 13).
Grazie a queste parole percepii quanto il mio modo di vivere era incentrato sul piccolo io e ho desiderato invertire questa tendenza agendo per trasformare la mia vita e a sostegno della società, verso un futuro più vicino e palpabile.
Nel 2020, come giovani Soka stavamo organizzando un Festival culturale a livello regionale che aveva come tema gli Obiettivi di sviluppo sostenibile. Ho avuto l’occasione di partecipare come referente del gruppo danza, mia grande passione da sempre ma a cui mai ero riuscita a dare una reale direzione, inviando a Sensei i miei obiettivi verso il 2030.
Nonostante il Festival non sia stato realizzato a causa della pandemia da Covid-19, aver determinato di creare una realtà in cui la danza fosse strumento di inclusività, emancipazione e riduzione delle disuguaglianze è stato per me fonte di grande speranza.
Insieme a un gruppo di studenti nel 2021 abbiamo curato una serie di articoli e interviste dedicati all’Agenda 2030 sulla rivista online Il Volo Continuo: una meravigliosa opportunità per approfondire questi temi dal punto di vista buddista.
Nel frattempo, nonostante i miei ritmi lavorativi serrati nella farmacia di cui sono diventata recentemente co-titolare, ho deciso di iscrivermi a un corso di formazione della durata di quattro anni per diventare “danza movimento terapeuta”. Sento che lavorare con i disabili, con persone del gruppo LGBTQ+ nonché con nuove generazioni di giovani, è il mio modo di contribuire a un futuro migliore basandomi sul voto condiviso di maestro e discepolo!
Durante questo primo anno di corso ho parlato degli ideali umanistici del Buddismo alle persone della mia classe e ciò è stato fonte di una gioia profondissima!
Questi anni di pandemia sono stati una grande sfida e non è stato facile rimanere centrata nella realizzazione delle mie determinazioni e su quali sono i valori su cui voglio basare la mia vita. È davvero una strenua lotta, istante per istante, in cui rideterminare di concentrarmi non sul piccolo io che mi porta alla distruzione, ma sul grande io che mi porta all’apertura, alla creatività e alla vittoria condivisa.
Quando vacillo, torno a quella determinazione condivisa con Sensei, alla certezza di appartenere a una rete preziosissima di Bodhisattva della Terra che si impegnano profondamente nella stessa direzione.
Le mie determinazioni sono di contribuire nel mio unico modo alla realizzazione degli Obiettivi di sviluppo sostenibile verso il 2030 e oltre, di continuare a impegnarmi in dialoghi costruttivi e rivoluzionari nella società, di trasformare il karma di sfiducia e infelicità in un karma di vittoria e felicità per incoraggiare ogni singola persona attorno a me.