Il castello inglese di Taplow Court è un Centro culturale della SGI tra i più belli al mondo. Fra alberi e giardini, Daisaku Ikeda ha passeggiato con le ragazze e i ragazzi che oggi sono diventati leader della società e protagonisti di kosen-rufu. In qualunque situazione ci troviamo egli ci incoraggia a costruire nel nostro cuore dei magnifici castelli di saggezza e convinzione
Siate saggi e coraggiosi!
Nel maggio del 1989, venticinque anni fa, fu aperto il Centro culturale della SGI inglese di Taplow Court, il castello di kosen-rufu che sorge su una collina vicino al Tamigi, a circa quaranta chilometri a ovest di Londra. Quando lo visitai per la prima volta, la bellissima costruzione in mattoncini rossi era circondata dagli alberi e, al di sopra dei tetti a punta, si apriva il blu del cielo. Quando arrivai iniziò subito una piacevole conversazione con i membri: uomini e donne pieni di dignità e di quel caldo senso dell’umorismo tipico degli inglesi. Erano presenti anche alcuni rappresentanti della Divisione futuro, con gli occhi che brillavano. Passeggiai con loro nel giardino e nei prati curati con amore dai membri. Fin da allora, ogni volta che ho visitato Taplow Court ho avuto incontri meravigliosi con i ragazzi e ragazze della Divisione futuro. Quei giovani amici ora sono diventati leader che svolgono un ruolo attivo nella società. Taplow Court è veramente un castello della speranza e del futuro, un luogo in cui crescono persone capaci.
[…]
Spero che troverete l’occasione di far visitare Taplow Court ai vostri genitori e alle vostre famiglie. Anche il primo ministro britannico Winston Churchill (1874-1965) amava Taplow Court. Vi piantò perfino un albero, oggi cresciuto splendidamente nella sua unicità. «Il nostro futuro è nelle nostre mani. Le nostre vite sono ciò che noi stessi decidiamo di far diventare»: questa era la profonda convinzione di Churchill, mentre guidava la Gran Bretagna nella sua lotta contro le forze nemiche naziste. Che cosa c’era alla base della vita del grande primo ministro? Tante, tante letture! Uno dei libri preferiti di Churchill era La storia del declino e della caduta dell’impero romano di Edward Gibbon. Grazie allo studio approfondito della storia, egli fu in grado di guardare al futuro da un’ampia prospettiva. Churchill disse: «Se non riuscite a leggere tutti i vostri libri, almeno prendeteli in mano. Fatene dei vostri cari amici». Iniziate dai libri che avete a casa o recatevi in biblioteca e prendete in prestito il primo libro che cattura la vostra attenzione. La cosa importante è continuare a leggere attentamente i libri, perché senza dubbio vi offriranno una nuova prospettiva. «Di cosa parla questo libro?»: questo tipo di curiosità trepidante ci mette in grado di manifestare e sviluppare il nostro potenziale. Aprire un libro è aprire la porta al futuro.
[…]
Nel maggio del 1972 Arnold J. Toynbee (1889-1975), uno dei più grandi storici del ventesimo secolo, mi invitò a casa sua. Aveva allora ottantatre anni, e io quarantaquattro. Sebbene il divario di età fosse simile a quello tra un padre e un figlio, mi scelse come suo interlocutore per dialogare su numerose delicate questioni che l’umanità si trova ancora oggi ad affrontare. Il nostro dialogo proseguì a casa sua anche durante l’anno successivo, per un totale di più di quaranta ore. Continuammo a scambiarci opinioni anche per corrispondenza e in seguito la nostra conversazione fu pubblicata in inglese col titolo Choose Life. Tradotto in ventotto lingue, questo dialogo è stato letto da presidenti, leader e personalità di spicco nell’ambito della cultura in molti paesi e definito “un testo per l’umanità”. Nel parlare della sua vita dedita alla conoscenza, Toynbee citò un passo di una commedia dell’antico autore drammatico latino Terenzio: «Io sono un uomo: non considero nulla che sia umano estraneo a me». Toynbee ardeva di una determinazione calma ma anche appassionata, della decisione di continuare a sforzarsi fino a che rimaneva anche una sola persona sofferente. Quando gli chiesi quale fosse il suo motto, mi rispose senza esitare: «Laboremus. “Lavoriamo”». Sebbene oggi io abbia più anni di quanti ne avesse Toynbee all’epoca del nostro incontro, continuo a spronarmi all’azione con quelle stesse parole.
[…]
Una volta ho narrato ai giovani della SGI britannica la storia di un cavaliere dei tempi antichi che venne fatto prigioniero dai nemici che occuparono il suo castello. Costoro lo schernivano dicendo: «Dov’è il tuo castello? Hai perso tutto!». Ma il cavaliere, con la mano sul cuore, rispose con dignità: «Il mio castello è qui, nel mio cuore». Spero che tutti voi costruiate nei vostri cuori castelli di saggezza, splendenti di buone maniere e integrità, castelli di convinzione basati su un saldo impegno in nome della verità e della giustizia, castelli magnifici come Taplow Court. Il vostro valore e il significato della vostra esistenza non può essere svilito da niente e da nessuno. La cosa importante è migliorarsi sempre basandosi su una solida filosofia. Quel che conta sono le vostre azioni e le motivazioni delle vostre azioni. Insieme ai compagni membri di tutto il mondo, eleviamoci come fortezze torreggianti con il cuore colmo di fierezza, come tedofori della giustizia che avanzano lungo il grande sentiero della pace.
Mie signore e signori, vi prego di essere saggi e coraggiosi!