Inizia la pubblicazione a puntate del ventunesimo volume della Nuova rivoluzione umana, il romanzo nel quale Daisaku Ikeda racconta lo sviluppo nel mondo del movimento buddista sotto la sua presidenza. Siamo nel 1975 e Guam, un’isola nel Pacifico occidentale teatro di scontri sanguinosi durante la Seconda guerra mondiale, diventa il centro propulsore da cui si irradia una storia di pace. È qui che viene fondata la Soka Gakkai internazionale, il 26 gennaio 1975
Il sole della pace era sorto. Un nuovo sipario si levava su kosen-rufu nel mondo. Il 26 gennaio 1975 una grande onda di pace si era alzata dall’isola smeraldina di Guam, a sud delle Isole Marianne nel Pacifico occidentale. Quello stesso giorno, centocinquantotto membri in rappresentanza di cinquantuno fra paesi e territori si riunivano per la prima Conferenza mondiale per la pace. Durante la conferenza venne fondata la Soka Gakkai Internazionale (Sgi), come organismo costituito dalle organizzazioni dei membri di tutto il globo e Shin’ichi Yamamoto venne eletto presidente su richiesta di tutti i presenti: fu un punto di svolta storico verso la creazione di un secolo di vita e di pace.
Per realizzare una pace duratura per tutta l’umanità, dobbiamo infondere nel cuore delle persone lo spirito di compassione verso tutti gli esseri viventi in accordo con il principio buddista del rispetto per la vita, secondo il quale qualunque forma di vita possiede il nobile e ineguagliabile stato vitale della Buddità.
Nichiren Daishonin scrive: «È certo che la Legge mistica [kosen-rufu] sarà diffusa in tutto Jambudvipa [il mondo intero]» (GZ, 816). Qui Nichiren dichiara che kosen-rufu nel mondo è senza dubbio possibile. Naturalmente questo non vuol dire che ci sediamo aspettando che arrivi. Progressi importanti verso kosen-rufu possono avvenire solo se coloro che praticano gli insegnamenti del Daishonin lottano con il desiderio sincero di concretizzare la sua visione. Quindi dovremmo alzarci in quanto protagonisti di questo impegno, profondamente consapevoli della nostra grande missione.
Questo è ciò che si intende per Bodhisattva della Terra. Quando agiamo così, iniziamo a trasformare il nostro stato vitale, a costruire una felicità indistruttibile, e a sperimentare una vita colma di gioia.
Il Buddismo insegna che l’intero universo esiste nei nostri cuori. Ne consegue che non dovremmo vivere la fede con l’atteggiamento di uno spettatore passivo. Come scrive il Daishonin: «Queste persone che studiano il Buddismo vengono tacciate di non essere buddiste» (Il conseguimento della Buddità in questa esistenza, RSND, 1, 4). Un’esistenza passiva è spenta e priva di gioia, pervasa dall’oscurità di un cuore vuoto.
I membri riuniti a Guam erano leader nei loro rispettivi paesi, campioni che si erano alzati a combattere per kosen-rufu con profondo senso di missione. Erano pionieri degli ideali Soka. Ognuno di loro avanzava determinato a lavorare in unità, per fare della Sgi una solida fortezza di pace che avrebbe riunito i popoli del mondo.
Erano da poco passate le 11 del mattino del 26 gennaio quando Shin’ichi e sua moglie Mineko giunsero al Centro internazionale del commercio, un edificio bianco situato vicino all’aeroporto di Tamuning, centro economico di Guam, per partecipare alla prima Conferenza mondiale per la pace. I centocinquantotto rappresentanti erano già riuniti.
Shin’ichi aprì l’evento posando per una foto commemorativa con i partecipanti. Nel gruppo c’erano anche membri fieri nei loro costumi tradizionali e i loro volti esprimevano dedizione alla pace; una determinazione sincera è il seme per realizzare il grande desiderio di kosen-rufu: il primo passo in qualsiasi impegno è quello di sintonizzare le nostri menti su questa aspirazione.
Per la foto di gruppo, Shin’ichi indossava una camicia con vivaci disegni, secondo lo stile di Guam. Subito dopo la foto, egli espresse parole di lode nei confronti dei rappresentanti per i loro sforzi di lunga data nel propagare il Buddismo nei rispettivi paesi di origine. Poi Shin’ichi velocemente si cambiò per indossare un abito bianco, abbigliamento che sapeva abbinarsi bene al significato dell’occasione.
All’entrata era stato posto un libro per raccogliere le firme di tutti gli ospiti che prendevano parte a questo memorabile evento; anche Shin’ichi firmò il libro. Questo prevedeva colonne separate per ogni persona in modo da poter scrivere il nome e la nazionalità. Shin’ichi firmò con il suo nome, e poi, nella colonna per la nazionalità, scrisse: «il mondo». Quelli che gli erano vicini ne furono ammirati.
Nel momento in cui firmò, ripensò con affetto alla dedizione del suo maestro Josei Toda all’ideale della cittadinanza globale. Nel suo cuore, Shin’ichi pensò: «Signor Toda, dedicherò tutta la mia vita a kosen-rufu nel mondo per creare felicità e pace per tutta l’umanità».
Shin’ichi aveva da molto tempo liberato il suo cuore da qualunque confine. Per lui, la vera patria non era più la piccola isola del Giappone nell’Asia orientale, ma l’intero globo.
Thomas Paine, autore di scritti sulla Rivoluzione americana (1737-1809), affermava: «La mia nazione è il mondo, e la mia religione è far del bene». Shin’ichi firmò il libro determinato a servire tutta l’umanità in quanto cittadino del mondo.
Nella sala dove si teneva la prima Conferenza mondiale per la pace, un grande cartello che ritraeva la terra in forma stilizzata ornava la parete alle spalle del podio. Vi si leggeva “Onde di pace” e “La prima Conferenza mondiale per la pace”.
Pace, questo era il desiderio ardente di tutti i cittadini di Guam. Il territorio americano di Guam era stato invaso dall’esercito giapponese l’8 dicembre 1941, lo stesso giorno dell’attacco a Pearl Harbor, e occupato il 10 dicembre. Dopo la vittoria nella battaglia delle Marianne nel 1944, il 21 luglio le forze armate americane approdarono a Guam per riconquistare l’isola. Nel feroce combattimento persero la vita non solo numerosi soldati di entrambi gli schieramenti ma anche moltissimi civili. La difesa giapponese fu spazzata via nel giro di pochi giorni, i pochi che sopravvissero si rifugiarono fra le montagne e nella giungla, iniziando la guerriglia. Nella loro ritirata i soldati giapponesi massacrarono molti civili. Dei ventunmila soldati giapponesi schierati sull’isola all’inizio del conflitto, circa diciottomila morirono. Secondo alcune fonti, le forze armate americane persero millequattrocento uomini.
La prima storica Conferenza mondiale per la pace iniziò a mezzogiorno. Si aprì con la nomina del presidente, cui seguì il messaggio di apertura in inglese di un uomo di Guam: questi diede il benvenuto a Shin’ichi Yamamoto e a tutti gli altri membri, esprimendo la sua gioia per la conferenza e disse: «Trent’anni fa, Guam fu teatro di una terribile tragedia, in cui morirono numerosi civili innocenti, vittime di una guerra orribile».
Il popolo di Guam sapeva fin troppo bene che la guerra era il peggiore dei demoni. Il filosofo tedesco Karl Jaspers (1883-1969) diceva che la consapevolezza umana inizia con il distinguere il bene dal male.
«Noi che abbiamo vissuto questa tragica storia – continuò serio – abbiamo la missione di intervenire a favore della pace. Con questa determinazione, e con lo sguardo rivolto verso questo giorno di buon auspicio, ci siamo impegnati fino in fondo per condividere con gli altri la filosofia buddista per la pace e la felicità».
Quando ci alziamo per agire per kosen-rufu, siamo in grado di elevare immensamente il nostro stato vitale, fare la nostra rivoluzione interiore, e cambiare la nostra vita.
La sua voce risuonò piena di gioia: «Per commemorare questa prima Conferenza mondiale, in sintonia con le nostre attività per la pace, il governo di Guam ha designato il 26 gennaio 1975 come il “Giorno mondiale per la pace”. È con immensa gioia che da oggi si solleveranno da Guam onde di pace verso il mondo intero. Amici da tutto il globo, facciamo insieme questo primo passo per la pace mondiale».
Un applauso scoppiò in sala. I membri del Giappone e degli Stati Uniti si alzarono in piedi battendo le mani. Queste acclamazioni simboleggiavano una promessa per la pace di due paesi che un tempo a Guam si erano combattutti come avversari, e a loro si unirono tutti i membri rappresentanti il resto del mondo. L’isola di Guam era diventata il punto di partenza per la pace mondiale.
Come scrive Nichiren Daishonin: «Non ci sono terre pure e impure di per sé: la differenza sta unicamente nella bontà o malvagità della nostra mente» (Il conseguimento della Buddità in questa esistenza, RSND, 1, 4). Cambiando il nostro atteggiamento siamo in grado di trasformare tutto, incluse la comunità, la società, la nazione e il mondo intero.
Shin’ichi, durante la visita alle Hawaii nell’aprile dell’anno precedente (1974), aveva pensato per la prima volta di tenere una conferenza mondiale per la pace e costituire un’organizzazione buddista internazionale. Ne parlò con i membri di Guam. Dopo lo scambio con il loro punto di vista, Shin’ichi decise che Guam, un luogo che aveva terribilmente sofferto la devastazione della guerra, si trasformasse in un faro per la pace mondiale. Karma significa missione. Quei luoghi che hanno sperimentato la brutalità della guerra hanno la missione di alzare grandi onde di pace. Shin’ichi parlò della sua idea di tenere una conferenza mondiale per la pace a Guam, ai leader principali della Soka Gakkai americana. Quando un responsabile dell’organizzazione di Guam seppe di questo progetto dai rappresentanti americani, espresse il suo appoggio incondizionato.
(1. continua)