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Nam-myoho-renge-kyo - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 06:59

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Nam-myoho-renge-kyo

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La Legge fondamentale della vita
Shakyamuni, il fondatore del Buddismo, considerava le sofferenze di tutti gli esseri umani come sue sofferenze e cercò un modo per trasformarle. Si risvegliò così alla verità che la Legge fondamentale ed eterna, che pervade l’universo e ogni forma di vita, esisteva dentro il suo stesso essere. Questa profonda intuizione fece sì che fosse chiamato il Budda o il “Risvegliato”.
Nichiren Daishonin identificò la Legge alla quale Shakyamuni si era risvegliato con Nam-myoho-renge-kyo, il principio essenziale, o il mezzo, per conseguire la Buddità.

Il significato di Nam-myoho-renge-kyo
Myoho-renge-kyo è il titolo completo del Sutra del Loto in giapponese, e letteralmente si traduce con “Il Sutra del Loto della Legge meravigliosa (mistica)”. La Legge esposta nel Sutra del Loto è difficile da cogliere e da com prendere: per questo è chiamata Legge mistica (myoho).
Il loto (renge) cresce nell’acqua fangosa ma non viene contaminato: i suoi fiori sono puri e immacolati. Questa metafora evoca l’immagine di chi ha fede nella Legge mistica: anche se vive nel mondo reale pieno di sofferenza rimane puro nei pensieri e nelle azioni, trasmette agli altri la via per l’Illuminazione. Inoltre, il loto contiene il ricettacolo dei semi (il frutto) all’interno del bocciolo: così il fiore (la causa) e il frutto (l’effetto) esistono insieme, simultaneamente.
Kyo significa “sutra”.
Nam, o namu, è la traslitterazione fonetica in caratteri cinesi della parola sanscrita namas che significa “inchino”. Questo termine è stato tradotto anche con i caratteri cinesi che significano “dedicare la propria vita” (kimyo). Dedicare la propria vita, in tal senso, significa dedicare se stessi alla Legge e sforzarsi di praticarla e di viverla con il proprio intero essere.
Nam-myoho-renge-kyo è l’essenza stessa del Budda, che si esprime in azioni sagge e compassionevoli per condurre tutte le persone all’Illuminazione (cfr. NR, 580, 20).

Cosa sono i benefici?

Benefici visibili e invisibili
La parola giapponese per descrivere i benefici nel Buddismo, è kudoku.
Ku significa  “estinguere il male” e doku “far emergere il bene. Per il Buddismo il beneficio emerge dalla nostra vita grazie agli sforzi che portiamo avanti per realizzare il bene.
I benefici del Gohonzon sono essenzialmente di due tipi: visibili e invisibili. I benefici visibili sono quelli ben riconoscibili, come ad esempio essere protetti quando un problema si manifesta, oppure essere in grado di superarlo rapidamente, indipendentemente dalla sua natura.
I benefici invisibili sono più difficili da riconoscere: vanno di pari passo con l’accumularsi della fortuna, sono lenti ma continui, simili alla crescita di un albero o al montare della marea, e sono la base di uno stato vitale ricco.
Potrà anche essere difficile, nel quotidiano, accorgersi di tali cambiamenti, tuttavia, con il passare degli anni, ci renderemo conto di essere diventati felici e scopriremo di essere cresciuti come individui: ecco il risultato dei benefici invisibili.
In ogni caso, recitando Daimoku è sempre possibile raccogliere i migliori risultati, In ogni caso, recitando Daimoku è sempre possibile raccogliere i migliori risultati, perfettamente adeguati alle circostanze in cui ci troviamo, al di là del fatto che siano di tipo visibile o invisibile.
(D. Ikeda, Preghiera e azione, Esperia, pag. 23)

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