Deprecated: Function strftime() is deprecated in /var/www/vhosts/ilnuovorinascimento.org/wp-dev.ilnuovorinascimento.org/site/wp-content/themes/nuovo-rinascimento/functions.php on line 220
Mosca, la città che non perde mai la speranza - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 12:23

    577

    Stampa

    Mosca, la città che non perde mai la speranza

    Daisaku Ikeda ha visitato la Russia sei volte. Della prima volta racconta: «Prima della mia partenza per l’Unione Sovietica, la gente mi criticò, ma replicai: “Ci vado perché là ci sono degli esseri umani”»

    Dimensione del testo AA

    Daisaku Ikeda ha visitato la Russia sei volte. Della prima volta racconta: «Prima della mia partenza per l’Unione Sovietica, la gente mi criticò, ma replicai: “Ci vado perché là ci sono degli esseri umani”»

    Ho visitato Mosca per la prima volta quarant’anni fa, nel settembre del 1974, quando la Russia era ancora l’Unione Sovietica. Dopo la Seconda guerra mondiale, il mondo era diviso tra i paesi del blocco occidentale, guidato dagli Stati Uniti e caratterizzato da un sistema economico capitalista, e i paesi del blocco orientale, guidato dall’Unione Sovietica con un’economia socialista o comunista. Queste due parti erano fortemente contrapposte, e questa conflittualità è passata alla storia con il nome di Guerra fredda. Un altro termine in uso a quei tempi era Cortina di ferro, a simboleggiare la barriera tra i due blocchi. Per il Giappone, che era membro del blocco occidentale, l’Unione Sovietica rappresentava un nemico. Non arrivavano informazioni precise riguardo all’Unione Sovietica e la maggior parte dei giapponesi la consideravano un posto spaventoso, disumano. Ero consapevole di quanto tutto ciò fosse negativo per entrambi i paesi. In realtà, “spaventosa” non era tanto l’Unione Sovietica, quanto l’ignoranza del popolo giapponese. Per questo decisi di visitare il paese, di conoscerne gli abitanti e guardare con i miei occhi, per condividere con gli altri ciò che avrei visto. Prima della mia partenza per l’Unione Sovietica, la gente mi criticò chiedendosi come mai il leader di un’organizzazione buddista visitasse un paese che rifiutava e persino bandiva la religione. A quel tempo c’era una grande tensione anche tra l’Unione Sovietica e la Cina e molti non capivano perché, dopo aver visitato la Cina, mi recassi ora anche in Unione Sovietica. Ma io non mi lasciai intimidire e replicai senza esitare: «Ci vado perché là ci sono degli esseri umani». Mi recavo in Russia per incontrare i miei compagni, altri esseri umani che desideravano la pace. […] L’umanità che ci accomuna è la base di tutto. La pace, la cultura e l’educazione appartengono alla gente. Desidero che voi, miei giovani successori, portiate avanti il testimone dell’umanesimo. Questo è il mio più grande desiderio.

    La perseveranza è la chiave della vittoria

    La Russia è il paese più grande al mondo e attraversa il continente eurasiatico. È quarantacinque volte più grande del Giappone e ricopre circa un ottavo della terra del nostro pianeta. Lì sono nate opere di interesse artistico e culturale divenute tesori dell’intera umanità. Durante il diciannovesimo secolo, in particolare, vissero molti grandi compositori e scrittori, come Tchaikovskij, Puskin, Tolstoj e Dostoevskij. Fin da giovane ho amato le opere di questi grandi artisti. Mi hanno sempre emozionato e commosso i valori espressi nei capolavori dell’arte e della letteratura russa, quali l’infinito amore per la gente e la fiducia nel loro popolo, la celebrazione della vita e una profonda spiritualità. Ho visitato questo paese sei volte. In molte occasioni ho percepito la natura calda, accogliente e paziente del popolo russo, che è stato nutrito da questa terra che tutto abbraccia. Il ventesimo secolo è stato un’epoca turbolenta per la Russia. Il suo popolo ha sperimentato la rivoluzione, due guerre mondiali e anche le epurazioni della dittatura durante la quale vennero uccisi tanti oppositori al regime. Ciononostante i russi non persero la speranza nel domani e continuarono ad avanzare con fermezza. Quando Tolstoj aveva circa la vostra età, scrisse nel suo diario: «Pazienza e impegno, sono certo che realizzerò tutto ciò che desidero». Non c’è allenamento migliore della pazienza. La perseveranza è la chiave della vittoria. Per quanto difficile possa essere una situazione, proprio come l’inverno si trasforma sempre in primavera, così quella difficoltà non durerà per sempre. Consapevoli di questo, non dovete lasciarvi sconfiggere. Chi continua a lottare alla fine sarà un vincitore. Nichiren Daishonin scrive: «il Budda è chiamato “Colui che sa sopportare”» (I quattro debiti di gratitudine, RSND, 1, 36). Voi siete i leader del futuro che apriranno la strada a quel mondo più umanistico che tutti i giovani desiderano. Poiché voi, miei cari amici della Divisione futuro, avete una missione incredibilmente preziosa, è normale che incontriate molte difficoltà e sofferenze. Per questo desidero che teniate a mente l’importanza della pazienza e della sopportazione. Quaranta anni fa non c’era nemmeno un membro della SGI in Russia. Oggi a Mosca e in altre città stanno emergendo gioiosi Bodhisattva della Terra che offrono il loro prezioso contributo alla società. Ogni anno l’Università di Stato di Mosca e l’Università Soka in Giappone promuovono vari scambi culturali tra i loro studenti.

    Tutto comincia da ora

    […] La vita e la giovinezza sono come un’opera teatrale. Ci sono eventi lieti o del tutto inattesi. Ci sono momenti di grandi lotte, emozionanti capovolgimenti e periodi di sollievo e tranquillità. È questa varietà che rende il tutto interessante. I momenti difficili e dolorosi sono l’opportunità per mettere in scena un’avvincente performance sul palco vittorioso della vostra giovinezza, con la determinazione che “tutto comincia da ora”, e che è giunto il momento della sfida. Lodando gli sforzi coraggiosi dei suoi discepoli che non si lasciavano sconfiggere dalle avversità, il Daishonin affermò: «Potrà mai esserci una storia meravigliosa come la vostra?» (Lettera ai fratelli, RSND, 1, 444). Gli sforzi di voi giovani che abbracciate il supremo insegnamento della Legge mistica sono spettacoli che ispireranno le persone di tutto il mondo a esclamare: «Guardate come hanno vissuto le loro esistenze, senza mai essere sconfitti!».

    L’incontro con il presidente Gorbaciov

    Il 27 luglio 1990 ho incontrato per la prima volta il presidente sovietico Michail Gorbaciov, che ha svolto un ruolo cruciale nel porre fine alla Guerra fredda. All’epoca avevo molti dubbi sul fatto che il leader sovietico potesse venire in Giappone. La prima cosa che dissi durante il nostro incontro al Cremlino, fu: «Sono venuto a dialogare con lei. Facciamo scintille e parliamo di tutto in maniera onesta e aperta, per il bene dell’umanità e per il bene dei rapporti tra Giappone e Unione Sovietica!». Il presidente Gorbaciov sorrise e durante la nostra vivace conversazione espresse la speranza di visitare il Giappone l’anno seguente, nel periodo della fioritura dei ciliegi. La sua dichiarazione divenne una notizia da prima pagina e fece il giro del mondo. Nell’aprile del 1991, come aveva promesso, venne in Giappone, il primo capo sovietico a farlo, segnando il fiorire di una storica primavera di amicizia tra i due paesi. Ho un bellissimo ricordo di un altro incontro col presidente Gorbaciov e sua moglie Raissa, nel novembre del 1997, alle scuole medie e superiori Soka del Kansai. Gli studenti del Kansai fecero tesoro delle parole della signora Gorbaciov che aveva combattuto a fianco del marito su un sentiero pieno di sfide: «Nella vita sperimentiamo ferite di ogni genere e alcune non guariscono. Forse non riusciremo a realizzare tutti i nostri sogni. Ma c’è sempre qualcosa che possiamo portare a termine. C’è sempre un sogno che possiamo realizzare. Coloro che riescono ad alzarsi e continuano ad avanzare ogni volta che inciampano, alla fine vinceranno». Se riuscirete a lasciare qualcosa di cui essere orgogliosi, qualsiasi cosa accada sarete dei vincitori nello spettacolo della vostra vita. I veri vincitori sono coloro che non si arrendono mai, che rimangono ottimisti e allegri, che credono sinceramente nella propria missione e combattono fino alla fine. Il magnifico spettacolo della vostra esistenza, miei giovani amici, ispirerà e incoraggerà infinite persone in tutto il mondo. Ora si sta alzando il sipario sul palcoscenico delle vostre storie uniche. I vostri genitori e la vostra famiglia, io stesso e i membri della famiglia Soka insieme ai giovani del futuro di tutto il mondo, stiamo osservando e applaudendo le vostre invincibili performance. Amici miei, brillanti attori sul palcoscenico della vita!

    ©ilnuovorinascimento.org – diritti riservati, riproduzione riservata