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Moderne Agorà - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 12:51

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    Moderne Agorà

    Luoghi per accrescere la consapevolezza individuale, le riunioni di discussione sono proprio quelle fondamenta degli edifici che i più tendono a non vedere, ma che sono indispensabili a sostenere una costruzione. In questi brani selezionati dal romanzo La nuova rivoluzione umana, Daisaku Ikeda sviscera i motivi della centralità degli zadankai. A corredo di questo, pubblichiamo due contributi: nel primo si raccolgono le impressioni di alcuni praticanti su che cosa rende una riunione diversa dalle altre; nel secondo si racconta come un’occasione apparentemente come tante altre, ovvero l’organizzazione di un incontro dedicato ai responsabili, sia diventata un momento straordinario per approfondire i legami umani

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    Luoghi per accrescere la consapevolezza individuale, le riunioni di discussione sono proprio quelle fondamenta degli edifici che i più tendono a non vedere, ma che sono indispensabili a sostenere una costruzione. In questi brani selezionati dal romanzo La nuova rivoluzione umana, Daisaku Ikeda sviscera i motivi della centralità degli zadankai. A corredo di questo, pubblichiamo due contributi: nel primo si raccolgono le impressioni di alcuni praticanti su che cosa rende una riunione diversa dalle altre; nel secondo si racconta come un’occasione apparentemente come tante altre, ovvero l’organizzazione di un incontro dedicato ai responsabili, sia diventata un momento straordinario per approfondire i legami umani

    Tokyo, 27 giugno 1961
    Solo nelle riunioni di discussione ha luogo il contatto umano necessario a questo tipo di scambio. Il gruppo base, a quei tempi, era costituito da circa dodici famiglie, in modo da garantire un ambiente adatto alla discussione. Gli incontri erano flessibili e informali, centrati sui bisogni dei partecipanti, e le persone si sentivano incoraggiate a parlare liberamente. Le radici della Gakkai affondano proprio nell’atmosfera serena che si respira in questo genere di incontri e che penetra la vita delle persone, permettendo a ciascuno di approfondire la propria fede. Alla base del successo di queste riu­nioni c’erano gli sforzi dei membri e dei responsabili volti a incoraggiare i partecipanti. (NRU, 4, 154)

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    Atene, 4 febbraio 1962
    Mentre camminava per l’Agorà, Shin’ichi disse: «Gente di ogni età e professione si riuniva qui. Discutevano di tutto, dai pettegolezzi a importanti questioni di stato. Era davvero un luogo per dialogare. Non penso sia esagerato affermare che la famosa democrazia ateniese, almeno in parte, sia nata in questo luogo». «Quello che ha appena detto mi fa pensare ai nostri incontri di discussione, sono come l’Agorà, non è vero?» notò Yusuke Yoshikawa. «Molte persone diverse si incontrano alle nostre riunioni. Alcuni raccontano le loro esperienze, altri parlano dei loro problemi e dubbi. In questo modo si apre la strada a una libera discussione tra persone».
    Shin’ichi annuì. «Hai ragione. Inoltre le nostre riunioni sono anche luoghi in cui abbiamo la possibilità di crescere e allenarci, studiando il Buddismo. Sono sicuro che una nuova coscienza popolare emergerà dai nostri incontri, che sono un po’ una moderna Agorà».
    «Nella maggior parte dei casi – disse Shin’ichi – le cose a cui nessuno fa molta attenzione sono veramente importanti. La gente si ferma rapita dalla bellezza di una casa, ma non si preoccupa delle fondamenta. Ma sono queste che la tengono in piedi. Gli incontri di discussione sono le basi del nostro movimento. Tuttavia oltre a incoraggiare coloro che presenziano a queste riunioni, dovremmo incoraggiare anche chi non vi partecipa. Io vado spesso a visitare i membri a casa per incoraggiarli personalmente. Questo è un aspetto fondamentale delle attività di un responsabile». Shin’chi Yamamoto continuò: «Un essere umano è formato da molte cellule. Quando ognuna di esse è sana, una persona è in buona salute. Allo stesso modo sono i singoli membri a sostenere la Soka Gakkai. Quando ogni membro è felice e forte, possiamo intraprendere attività energiche per rivitalizzare la società nel suo insieme. Ecco perché l’incoraggiamento personale indirizzato a ogni individuo è la più importante delle nostre attività. Anche Socrate fu un grande maestro nell’arte del dialogo. Dal momento che ci dedichiamo alla suprema filosofia di vita, dobbiamo impegnarci in un sincero dialogo per incoraggiare in profondità ogni persona e condurla verso la vera felicità» (NRU, 6, 61).

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    Gli ingredienti giusti / Una riunione tira l’altra
    Chiacchierando di fronte a una tazza di tè caldo ci siamo scambiati alcune impressioni sulle riunioni di discussione. Le domande che ci siamo posti, erano del tipo: come valutare quando una riunione di discussione è un successo, qual è stata la riunione che ci ha colpito di più e l’importanza del primo incontro a cui abbiamo partecipato. Secondo Cristina, una riunione può dirsi riuscita «quando c’è il coinvolgimento di tutti, prima durante e dopo» e andando indietro di oltre venti anni racconta: «Il primo zadankai per me è stato determinante e in special modo il calore delle persone che mi accolsero. Attualmente ospito un gruppo nella mia casa e voglio andare sempre io ad aprire la porta e abbracciare letteralmente ogni invitato, per ricambiare il calore che ho ricevuto io». «Io pratico da un anno, e ho ricevuto il Gohonzon a luglio. Devo dire che le riunioni di discussione mi colpiscono tutte – dice Christian – perché ogni volta che arrivo alla riunione pieno di domande, trovo le risposte che mi servono e ne esco sempre arricchito. Grazie a questo non ho mai smesso di parteciparvi e di praticare».
    Un altro punto focale per
    Iolanda – nove anni di pratica – sono le esperienze, cioè la prova concreta. «Ho iniziato a recitare in un momento molto duro della mia vita. Un giorno incontrai una mia vecchia amica, un tempo sofferente come me. Però quando la rividi era molto cambiata, in meglio, ovviamente. Mi ha portato a una riunione di discussione: sono entrata timorosa e impaurita, ma ne sono uscita serena. Per me è stata tutta una sorpresa». Franco, un “veterano” sorridendo ci racconta il suo primo impatto avvenuto ben venticinque anni fa: «La prima riunione a cui “non ho partecipato” ho aperto la porta, ho visto tutte quelle persone in ginocchio che recitavano quelle parole sconosciute, ho chiuso la porta e sono andato via! È passato tanto tempo, poi alla prima riunione a cui ho preso parte veramente mi sono sentito accolto senza pregiudizi, anzi, i pregiudizi li avevo io. Ma ero perfettamente a mio agio e indubbiamente questo calore umano ha fatto sì che tornassi. L’incontro con Carlo poi, il mio responsabile, è stato decisivo: ho trovato l’aggancio fondamentale e ho riposto in lui piena fiducia».
    Il tè l’abbiamo finito, ma Franco vuole aggiungere un’altra cosa: «La riunione è un successo quando ti dà la carica fino alla successiva».
    Manola Fiorini

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    Gli ingredienti giusti / Questo regalo è per voi
    “Kosen-rufu è incoraggiare per tutta la vita”.
    Nel 2009 con i miei corresponsabili del capitolo Ariosto di Prato abbiamo realizzato una bella esperienza, che, dirò subito, non aveva come obiettivo una crescita numerica ma un aumento della qualità delle relazioni umane. A inizio anno ci eravamo impegnati nell’approfondire i rapporti con i responsabili di settore, creando occasioni di incontro individuali e in piccoli gruppi, sostenendo l’attività che veniva già svolta o stimolando laddove non c’era molto movimento. Piano piano col passare dei mesi ci siamo resi conto che sarebbe stato utile e piacevole ringraziare anche i responsabili di gruppo. Ma come? Quando? Facendo cosa?
    Così in una calda serata di luglio, dopo un Gongyo con i responsabili di settore, abbiamo condiviso con loro un desiderio: realizzare una riunione che fosse “un regalo” per i responsabili di gruppo, per far sentire loro che sono veramente importanti, e che senza la loro attività in realtà tutto o quasi si fermerebbe. Anche se nei nostri cuori c’erano timori – si sa, un’attività in più… molte cose da fare -, sono stati fugati dall’entusiasmo con cui i responsabili di settore si sono tuffati in questo “regalo per i responsabili di gruppo”.
    Non sto a elencare le idee nate spontaneamente e che molte persone che prima si incontravano di rado hanno realizzato insieme. E le persone sono arrivate, in quel sabato pomeriggio. Avevamo detto a noi stessi e a ognuno: «È un dono, un invito a una festa per te, se puoi venire ne saremo felici, se non puoi venire per qualunque motivo, ne saremo felici altrettanto». Invece c’erano praticamente tutti! Seduti in cerchio, ognuno poteva fare domande e ognuno poteva dare la propria risposta, il proprio contributo, nello spirito condiviso “potrei avere fatto un’esperienza e aver già vissuto il tuo problema”.
    Dopo la riunione, come fiori a primavera, sono arrivati tanti messaggi di ringraziamento. Ne voglio condividere uno significativo per tutti gli altri: «Grazie per il bellissimo pomeriggio che ci avete fatto trascorrere, per l’incoraggiamento che ci avete dato e grazie per l’impegno e lo sforzo che ci avete messo (Stefania)». Il dialogo si è ulteriormente approfondito, ora con i miei corresponsabili ci siamo dati l’obiettivo di approfondire ancora di più i legami umani come se fossero amicizie nuove; vogliamo realizzare a giugno un altro “regalo per i responsabili di gruppo”, in occasione del quale festeggiare il raggiungimento di un obiettivo anche quantitativo: centocinquanta praticanti nel capitolo.
    Ah, dimenticavo: la prima frase dell’esperienza è quella che abbiamo scritto dietro al “cuore” fatto con il DAS regalato a fine meeting.
    Alessandro Giorni

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