Daisaku Ikeda si occupa delle qualità che un responsabile si dovrebbe impegnare a sviluppare per primo. Questo lungo intervento indirizzato a responsabili di livello nazionale verrà pubblicato a puntate
In che modo possiamo trionfare per i prossimi cinquant’anni? Come si fa a realizzare un grande progresso nei prossimi cent’anni? Non smetto mai di pregare, riflettere e prendermi cura di ogni persona per essere certo che la Gakkai, e la sua missione di realizzare kosen-rufu, si sviluppi per sempre e goda di un futuro radioso. Per i leader è essenziale coltivare la forza di non farsi mai sconfiggere da niente. Il punto di partenza è lo spirito di maestro e discepolo. Tutto dipende da noi, dal continuare la nostra riforma interiore, continuando a crescere e a migliorarci oggi più di ieri e domani più di oggi. Chi è responsabile dovrebbe mantenere una condizione vitale alta. Lungo il cammino verso kosen-rufu s’incontreranno sicuramente grandi ostacoli. Per superarli e proteggere i nostri preziosi compagni di fede, dobbiamo costruire un solido gruppo di persone capaci di guidare il nostro movimento. Le attività della Soka Gakkai consentono di accumulare una fortuna immensa. I legami con i compagni di fede durano tutta la vita, anzi, tutta l’eternità.
Il primo presidente della Soka Gakkai Tsunesaburo Makiguchi, dichiarò: «A qualunque età, una persona che continua a crescere giorno dopo giorno è giovane». La nostra età non descrive la nostra vita. Per quanto si possa essere anagraficamente giovani, se manca lo spirito combattivo, si è vecchi. Non bisogna mai arretrare o rifiutarsi di lottare. Continuando a dedicarsi a kosen-rufu ovunque si vada, mantenendo nel cuore la passione per kosen-rufu a qualunque età, si rimane sempre giovani. Makiguchi, citando le parole del Daishonin «La legge del Budda decide la vittoria o la sconfitta, mentre la legge del re si basa su ricompense o punizioni» (SND, 5, 113) affermava che esprimevano l’essenza del suo Buddismo. Il Buddismo si interessa della vittoria o della sconfitta, le autorità secolari si occupano di ricompense e punizioni. La società è tristemente influenzata dalle maldicenze e dai pettegolezzi. L’essenza del Buddismo di Nichiren Daishonin è la vittoria o la sconfitta nella vita reale. Facciamo in modo di vincere.
Makiguchi ha anche detto: «Quale altra ragione d’essere ha una religione se non quella di guidare le persone e la società verso l’illuminazione?». È davvero un’affermazione audace. Leviamo la nostra voce in favore della giustizia con lo stesso coraggio.
Makiguchi ammoniva severamente: «Non siate codardi tacendo quando è il momento di parlare per poi pentirvene in seguito». È particolarmente deplorevole che le persone in posizione di responsabilità non affermino apertamente ciò che è giusto. Una simile inerzia alimenta il male e nuoce anche a loro stessi. Finiranno per aver paura di farsi sentire in qualunque occasione e per condurre una vita piena di rimpianti. È essenziale intraprendere una lotta basata su discorsi coraggiosi e vincere. La nostra voce svolge il lavoro del Budda. La nostra voce fa avanzare kosen-rufu. La nostra voce è come una spada scintillante, brandita per confutare il falso e rivelare il vero.
Makiguchi ha commentato: «Non si può far molto affidamento sulle persone di poca virtù che non hanno il coraggio costruire un bene più grande… Sono completamente inutili quando spuntano avversari potenti e il loro comportamento guasta la fiducia tra le persone». Bisogna avere la forza di carattere e il coraggio di agire per realizzare un bene più grande.
Il drammaturgo greco Eschilo (525-456 a.C.) scrisse: «Grazie alla nostra lotta [per il bene], trionfiamo su tutti» (Eschilo, Orestea). Vinceremo perché la nostra lotta è a favore del bene; anzi, proprio per questo, dobbiamo vincere.
E scrisse anche: «Chi tradisce l’amico / odïar m’è costume: né morbo / c’è per me più di questo aborrito» (Eschilo, Prometeo incatenato). Sta dicendo che nessuno è più ripugnante di un traditore. Cicerone (106-43 a.C.), era dell’idea che «nessun dovere è più imperioso che il ricambiare un beneficio ricevuto» (Cicerone, De Officiis, 47). Queste parole esprimono una visione della vita molto simile a quella del Buddismo.
Concedetemi di aprire una parentesi. Ho sentito che l’Hankook Ilbo, uno dei principali quotidiani della Corea del Sud, in una sua rubrica ha citato alcune mie osservazioni sulla fiducia: «La fiducia è faticosa da conquistare ma facile da perdere. Quella costruita in un decennio può essere distrutta da una parolina apparentemente insignificante o da un’azione a prima vista di poco conto in un momento cruciale…»
«Le persone che sono orgogliose del loro lavoro, anche se umile e poco appariscente, e continuano passo dopo passo a migliorarsi, si conquistano un’autentica fiducia». Per i giovani, una simile fiducia è il tesoro più grande. Questa è una delle lezioni della vita che ho imparato dal mio maestro, il presidente Toda.
Grazie all’impegno dei nostri compagni di fede in tutto il Giappone durante la prima metà dell’anno, abbiamo raggiunto un notevole incremento di lettori del Seikyo Shimbun, il quotidiano della Soka Gakkai. Toda considerava la propagazione dell’insegnamento di Nichiren Daishonin e la diffusione del Seikyo Shimbun come le due ruote di kosen-rufu. Non si tratta di attività appariscenti ma sono le principali forze trainanti di kosen-rufu. Egli affermò che il Seikyo Shimbun è un’arma potente nella nostra lotta per propagare il Buddismo del Daishonin. In quest’epoca, quando tanti lamentano un calo della lettura, la missione del nostro giornale acquista un’importanza ancor maggiore. Continuiamo a impegnarci per allargare ancor di più la diffusione del Seikyo Shimbun come mezzo per promuovere la pace, la cultura e l’educazione.
L’epoca della Divisione giovani è arrivata. Voglio prendermi cura dei nostri giovani e vegliare sulla loro crescita. I tempi cambiano molto velocemente e, se nei prossimi anni non passiamo il testimone a persone nuove in ogni ambito del nostro movimento, rimarremo indietro. Toda ci ha lasciato in eredità questo importante consiglio: «Se i nostri giovani non diventano grandi in ogni campo, non possiamo sperare di realizzare kosen-rufu».
Lo scrittore francese André Maurois (1885-1967) fece questa acuta osservazione: «Un grande leader è un grande individuo; è imparziale e privo di tornaconto». Ognuno di voi è un leader di kosen-rufu. Ognuno di voi ha una missione grandissima. Vorrei condividere con voi alcuni principi basilari che ho appreso da Toda in gioventù.
Qual è la qualità più importante per un leader? Toda disse: «Senza la fiducia e il rispetto dei membri, non riuscirete a guidarli nella fede». I responsabili devono vincere guadagnandosi la fiducia dei membri, questa era la conclusione di Toda. È vitale ispirare fiducia e comportarsi con la massima sincerità e integrità. È anche importante che i responsabili ascoltino attentamente quanto ognuno ha da dire. Invece di parlare sempre, è necessario considerare gli altri e portare rispetto per i loro sentimenti. Dovrebbero sollecitare l’opinione degli altri e domandare se c’è qualcosa che li preoccupa. Simili leader conquisteranno il cuore delle persone.
Toda soleva portare l’esempio dell’antico eroe cinese Chuko K’ung-ming (anche noto come Zhuge Liang, 181-234), che compare nel Romanzo dei tre regni, per darci importanti consigli. Non scorderò mai queste parole di K’ung-ming: «I leader sono responsabili della vita delle persone. Da loro trae origine il successo o la sconfitta. Da loro dipende la felicità o l’infelicità delle persone». Anche Toda sosteneva che i leader sono responsabili della vita altrui. Per questa ragione non dovrebbero essere sciocchi e dovrebbero invece studiare duramente, sforzarsi mille volte più degli altri, diventare persone davvero capaci, e pregare sinceramente per la felicità dei loro compagni di fede. Questa per Toda, doveva essere la filosofia ispiratrice dei responsabili della Soka Gakkai.
«Tutti i maggiori leader del passato – disse inoltre K’ung-ming – si sono presi cura delle persone come se si trattasse dei propri figli. Nei momenti di difficoltà sono passati all’azione senza esitare e nel momento di spartirsi gli onori si sono sempre tirati indietro, mandando avanti gli altri. Hanno assistito i feriti con delicatezza, sepolto con solennità e pianto i caduti in battaglia. Hanno offerto il loro cibo agli affamati e i loro abiti a chi era intirizzito dal freddo. Hanno trattato le persone dotate con rispetto, dando loro posizioni di responsabilità, e hanno riverito e onorato i coraggiosi. Se i leader si comportano così, sono certi di raggiungere la vittoria in ogni circostanza».
Spero che tutti voi diventiate responsabili che condividono sofferenze e gioie con i vostri compagni di fede ai quali siete uniti da profondi legami. Spero che pensiate continuamente al loro benessere chiedendovi se hanno fame, oppure caldo, o se c’è qualcosa che li preoccupa. Vi prego di condividere con loro gioie e dolori. La sincerità di responsabili così premurosi è ciò che forgia una salda unità d’intenti in tutta l’organizzazione.
Toda una volta disse: «Le persone in posizione di responsabilità dovrebbero andare a lavorare presto e, sia che abbiano qualcosa da fare sia che non ce l’abbiano, dovrebbero essere al loro posto [quando arrivano gli altri]». Egli infatti andava sempre al lavoro di buon’ora. A quel tempo, facevo il pendolare da casa mia a Kobayashi-cho, nel quartiere Ota, alla compagnia di Toda, a Ichigawa. Non ero molto forte fisicamente, e le attività della Soka Gakkai si protraevano fino a tardi la sera. Tuttavia, uno dei ricordi più cari della mia gioventù fu la decisione, che mi spronai a mettere puntualmente in atto, di arrivare in ufficio persino prima di Toda e salutarlo al suo arrivo, pronto per affrontare la giornata.
Toda soleva dire: «Più veritiero è l’insegnamento, più numerosi sono i suoi oppositori!». L’Ultimo giorno della Legge è un periodo di conflitti incessanti. Nichiren Daishonin scrive: «In una battaglia il generale è l’anima per i soldati, ma se il generale ha paura, i soldati diventeranno codardi» (SND, 5, 154). I leader devono essere forti. La forza d’animo è la chiave per la felicità e ci consente anche di proteggere i nostri compagni di fede. Mi auguro che siate risoluti, dimostrando una grande capacità di guidare gli altri, come K’ung-ming, conseguendo una vittoria dopo l’altra.
Oggi in sala ci sono molte responsabili della Divisione donne, i cui membri stanno creando nel paese una rete di dialogo e amicizia in costante espansione. Toda era solito dire alle giovani donne: «Sarebbe un bel pasticcio se non riuscissimo a realizzare kosen-rufu in quest’epoca. E gli sforzi delle donne sono determinanti per conseguire il successo in quest’impresa». Aveva un’alta considerazione per le donne e rimproverava severamente ogni responsabile di sesso maschile che si comportasse in modo arrogante, condiscendente o autoritario nei riguardi delle proprie compagne di fede. È importante che i responsabili uomini si rivolgano alle donne con la massima cortesia e rispetto, ringraziandole sinceramente per i loro sforzi e offrendo loro calde parole di incoraggiamento.
Toda lodava con entusiasmo le attività delle Divisioni donne e giovani donne. «Il potere delle donne – diceva – è straordinario. Inoltre, in termini di contributo attivo allo sviluppo e alla crescita della Soka Gakkai, le donne sono sempre un passo avanti agli uomini». Anch’io desidero esprimere la mia massima gratitudine ai membri della Divisione donne e giovani donne che continuano ad aprire nuovi varchi per kosen-rufu nel ventunesimo secolo. Desidero sostenerle in ogni modo possibile.
Dialoghiamo insieme, per il bene di kosen-rufu. Non si può creare alcun valore restando rigidamente attaccati al modo in cui le cose sono state fatte in passato. I leader devono costantemente chiedersi: «Come possiamo progredire? Che cosa possiamo fare affinché ognuno possa avanzare con entusiasmo e fresca speranza?». Una chiave importante per arrivare a questo risultato, credo, è che gli uomini prendano iniziative e diventino uno splendido esempio per tutti. La Divisione donne è una forza cruciale nella nostra organizzazione, il pilastro che sostiene le attività della Gakkai. Perciò è essenziale che anche la Divisione uomini decida di agire per kosen-rufu con il massimo impegno e dedizione.
Ognuno di voi deve cominciare spronando se stesso. Sembra semplice, ma se ognuno di voi lo facesse, metterebbe in moto un’importante ondata di cambiamento. È altresì importante chiarire scopi e responsabilità. Entrambi non devono essere imposti con la forza. Le persone non si sentiranno motivate a fare uno sforzo sincero se queste cose vengono comunicate loro in maniera meccanica e burocratica. Dobbiamo trasmetterne il nostro spirito. È necessario toccare il cuore delle persone e ispirarle. In qualità di responsabili, vi prego di usare tutta la vostra saggezza e intelligenza per lavorare alla creazione di una serie incessante di vittorie.
Tolstoj amava le opere di Henri-Frédéric Amiel, uno scrittore e filosofo svizzero del diciannovesimo secolo. Amiel scriveva che: «I rammolliti sono sfortunati». Perdendo vitalità si viene sconfitti e non si può permettere che questo accada. Anche mettersi insieme ai codardi può condurre alla sfortuna. Le sfide della vita mettono alla prova la forza d’animo. Chi ha uno spirito vitale, vigoroso, trionfa. Questa è la vita. Il Buddismo consente di concentrare vitalità e vigore infiniti. Amiel scrisse anche: «Fare del bene richiede coraggio». Il coraggio è essenziale per fare del bene. Toda era solito dire: «Può essere difficile fare emergere la compassione, ma il coraggio può sostituire la compassione». Abbiamo la Legge mistica che è invincibile, perciò avanziamo con tutto il coraggio possibile.
Amiel scriveva anche: «La lotta, l’attività, è la regola. Si può solo trovar riposo nell’impegno». È vero. Anche questo è un principio del Buddismo. Il Buddismo è azione. È progresso indefinito. Sebbene si possano subire tanti smacchi, benché possa infuriare la tempesta e perfino la tormenta lungo il cammino, è importante proseguire con grinta e tenacia, sforzandosi di costruire un sé senza uguali. In questo modo si mette in pratica il principio buddista che gli «ostacoli equivalgono a pace e sicurezza».
Lo scorso ottobre ho incontrato il presidente del Ghana, John Agyekum Kufuor, durante la sua visita in Giappone e abbiamo discusso del secolo dell’Africa. Il padre dell’indipendenza ghanese e primo presidente del paese, Kwame Nkrumah (1909-72), disse: «So che se lavoriamo assieme cooperando in amicizia, niente sarà impossibile». Questo è verissimo. La cooperazione, la solidarietà, l’unità di «diversi corpi [con lo] stesso spirito» sono indispensabili. Nichiren Daishonin scrisse: «Cento o mille persone possono senza dubbio realizzare il loro scopo se hanno lo stesso spirito» (SND, 4, 267-8). Questa è la formula buddista della vittoria.
Tolstoj disse: «Se non state facendo nulla, allora state facendo male». Questa è una descrizione perfetta di coloro che fino a ora hanno tradito la Soka Gakkai, alla quale devono tanto. S’erano illusi d’essere importanti, erano diventati arroganti, guardavano con aria di sufficienza i loro compagni di fede sinceri e impegnati, e al tempo stesso erano indulgenti nella loro pratica quotidiana. Un simile comportamento è di per sé segno di sconfitta. Una vita dedicata a kosen-rufu ha bisogno di «rafforzare la propria fede giorno dopo giorno, mese dopo mese» (cfr. SND, 4, 188). Non progredire equivale a regredire.
Se si continua a esitare, la vita passerà in un lampo. Non preoccupatevi di quel che dicono gli altri, o di quanto siete criticati e attaccati. Fino a quando avanzerete assieme alla Soka Gakkai, l’organizzazione di fedeli che hanno un legame diretto con il Daishonin, alla fine sarete certi di trionfare.
«Non è possibile diventare grandi persone – disse Makiguchi – lasciandosi influenzare dalla lode o dal biasimo degli altri». È vitale alzarsi come leoni coraggiosi e allenarsi energicamente per kosen-rufu. Insieme, adorniamo le nostre vite di vittorie, come in un meraviglioso componimento teatrale o in una bella danza.
Una volta, discutendo dell’organizzazione di kosen-rufu, Makiguchi osservò: «Le questioni organizzative sono le questioni più importanti quando ci si trova di fronte a un’impresa. Più grande diventa l’impresa e maggiore attenzione bisogna porre alle questioni organizzative». La saggezza emerge dal senso di responsabilità. Una riunione generale, per esempio, sarà un fallimento se i membri avranno l’impressione che si tratti sempre della “solita roba vecchia”. Mantenere freschezza e creatività è importante. Anche in termini di studio, se non ci si impegna per aiutare tutti a capire appieno gli insegnamenti buddisti, si mancherà di compassione. Lo studio è uno strumento importante per tutti i membri della nostra organizzazione, per aiutarli a vincere nella vita, per far progredire kosen-rufu e sconfiggere il male e l’ingiustizia.
La fede è l’unica condizione fondamentale che conduce alla felicità. Chi lo dimentica e conduce una vita vuota, finirà per trovarsi in cattive circostanze. Facciamo crescere i nostri figli nel giardino di kosen-rufu.
I responsabili hanno bisogno di studiare costantemente e di migliorarsi. Quando ero giovane, Toda mi allenò con severità, esortandomi continuamente a studiare e a leggere ottimi libri. Questo è il mio tesoro più grande. Kosen-rufu avanzerà in proporzione a quanto i responsabili saranno capaci di crescere. Vi prego di ricordarlo. Dedicare la propria vita a kosen-rufu vuol dire vivere con immensa fierezza e godere di grandi benefici, avere un profondo senso di responsabilità e provare una felicità altrettanto profonda. Con speranza e fiducia, vi prego di costruire delle organizzazioni locali gioiose e trionfanti – grandi roccaforti della Legge – nei luoghi in cui realizzate la vostra missione.
(continua)