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Mi dai un Passaggio? - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 11:56

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    Mi dai un Passaggio?

    Alla passione e alla disponibilità, si aggiunge un’altra qualità indispensabile per il Gruppo Autisti: guidre con prudenza per assicurare il successo delle attività

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    Alla passione e alla disponibilità, si aggiunge un’altra qualità indispensabile per il Gruppo Autisti: guidre con prudenza per assicurare il successo delle attività

    In occasione della visita del presidente della SGI Ikeda in Italia nel 1992, fra i vari staff, nasce quello degli autisti che all’epoca si chiamava “staff trasporti” e lo scorso giugno si è tenuto a Trets il primo corso del gruppo Tenrin Italia (Tenrin è il nome che ha dato il presidente Ikeda allo staff autisti in Giappone).
    Che legame c’è fra guidare l’automobile e realizzare kosen-rufu? È questa la domanda che la redazione ci ha sottoposto, chiedendoci di realizzare questa fotografia della nostra attività. Il nostro compito è prenderci cura delle persone che si impegnano nelle attività per kosen-rufu occupandoci dei loro trasferimenti da un luogo all’altro. In poche parole, il nostro “passeggero” è libero di dedicarsi esclusivamente alla propria attività perché al resto ci pensiamo noi.
    Può sembrare semplice, ma anche aprire un portone o far accomodare le persone a una riunione è una cosa semplice. Come per le attività dei gruppi sokahan, byakuren, le donne del Corallo e gli uomini dei Prometeo e di tutti i vari staff, vale il principio di dare il massimo per proteggere i membri; nel nostro caso però la nostra attività si svolge per le strade, con tutti i rischi che questo comporta e quindi per noi “proteggere” ha un significato molto più preciso! È questo lo spirito che abbiamo cercato di imparare in occasione delle attività del ’92 e del ’94 e che ci sforziamo di mettere in pratica.
    E – credo di parlare a nome di tutti – in termini di buona fortuna, di nostre tendenze “addomesticate”, di vedere la propria vita che imbocca la sua giusta strada, i benefici non si sono certo fatti attendere!
    Ma il beneficio più grande è sicuramente la sensazione di aver “accompagnato” un Budda a realizzare la pace.

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    A bordo del mio cuore

    Verso ogni persona che ho trasportato sento un enorme debito di gratitudine e il bello è che ogni volta sono loro a ringraziarmi. Mi piacerebbe che salendo sulla mia auto la persona che accompagno provasse quella meravigliosa sensazione che si sperimenta ogni volta entrando in un Centro culturale. Se nel ’94, al tempo dell’ultima visita di sensei in Italia, mi avessero chiesto cosa deve avere un autista della Soka Gakkai, oltre alla testa sulle spalle, probabilmente avrei risposto: «Una macchina in ordine ben pulita e un ombrello sempre a portata di mano». Oggi sento che quello che conta veramente è avere a cuore la felicità degli altri, chiunque siano, e mettersi sinceramente a loro disposizione.
    Massimiliano Alfei

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    Alla guida della mia vita

    «Sono entrato nello staff autisti nel 1992 alla guida di una… moto. Naturalmente non c’è mai stata occasione di fare attività con quella e allora sono diventato l’incaricato amministrativo, l’”uomo dei buoni benzina” col vantaggio di stringere relazioni con tutti i componenti del gruppo. Anche nel 1994, in occasione della seconda visita di sensei, ho svolto la stessa attività e ho avuto il grosso beneficio di mettere ordine finalmente nel mio rapporto personale con i conti e il danaro. In seguito ho “costretto” mia moglie, che aveva sempre avuto un’utilitaria e ci si trovava benissimo, a comprare una station wagon e sono diventato “autista” a tutti gli effetti. Solo che la mia guida delle automobili fino a quel momento era volta al divertimento e quindi era un po’, per così dire, “sportiva”, e quindo ho dovuto “correggere il mio stile” in modo da offrire il massimo comfort e la massima protezione alle persone che trasportavo, col risultato di sviluppare un rispetto maggiore verso tutte le persone con cui venivo a contatto, anche nella vita privata. Per farla breve, questa attività mi ha insegnato a stabilire rapporti con gli altri basati sul massimo rispetto, una direzione totalmente diversa da quella “conflittuale” che avevo prima della pratica e dell’attività in questo staff.
    Ottavio Asprea

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