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Messico, il sogno del mio maestro - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 13:48

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    Messico, il sogno del mio maestro

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    Toda era molto interessato al Messico. […] Una mattina di marzo del 1958, un mese prima di morire, dopo aver ­realizzato i suoi obiettivi personali e per kosen-rufu, mi chiamò e disse: «Ho sognato che andavo in Messico. Mi stavano aspettando. Erano tutti alla ricerca del Buddismo di Nichiren Daishonin». Facendo mio il sogno del maestro, ho viaggiato in tutto il mondo come suo discepolo, unito a lui nello spirito. Oggi kosen-rufu sta avanzando notevolmente in Messico.

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    Ventidue anni fa, nel giugno 1996, volai dal Costa Rica all’aeroporto internazionale di Veracruz, in Messico. Era una breve sosta mentre mi recavo negli Stati Uniti. In aereo scrissi questa poesia:

    Oh magnifico Messico!
    La terra che il mio maestro tanto amava
    e desiderava ardentemente visitare.
    “Stavano tutti aspettando”.
    Era voi che sognava,
    miei cari amici dai mistici legami!

    Quando giunsi nell’atrio dell’aeroporto, vidi una scena simile al sogno di Toda. Parecchie centinaia di membri felici mi stavano aspettando con gli occhi splendenti di luce. La loro fede gioiosa mi commosse. Sebbene avessimo solo poco tempo per stare insieme, scattai con loro delle foto nell’intento di creare un ricordo eterno per tutti noi. Mentre l’aereo si dirigeva verso la pista di decollo, pregavo affinché ogni membro messicano, senza eccezione, vincesse e vivesse con fiducia, divenendo assolutamente felice. Pregando così, fotografavo attraverso il finestrino i membri che mi salutavano dall’aeroporto. A bordo dell’aereo composi un’altra poesia che poi inviai ai membri del Messico:

    Anche qui c’erano dei cari, amati
    amici Soka.
    Anche qui c’erano Bodhisattva della Terra
    che ardevano di senso di missione.

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    Tutte le persone che hanno realizzato i loro sogni hanno in comune queste qualità: lo sforzo e la determinazione. Alcuni sostengono che il successo abbia più a che fare col talento che con lo sforzo, ma io insisto nel dire che non c’è talento più grande di quello di sforzarsi. È un talento che tutti possediamo. A volte le cose non vanno come avremmo voluto, nonostante i nostri sforzi. Qualche volta siamo sconfitti e rimaniamo con un senso di frustrazione e delusione. Ma grazie a questi sforzi possiamo forgiare il nostro carattere, rafforzarci come esseri umani divenendo più gentili e sensibili con gli altri.

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    Sor Juana Inés de la Cruz (1651-95), poetessa vissuta in Messico trecento anni fa, scrive:
    Non tengo in considerazione né tesori né ricchezze,
    perciò sono sempre più contenta
    quando ripongo la mia ricchezza nei pensieri.
    La giovane Juana amava i libri ed era un’avida lettrice che coltivava la propria educazione in un’epoca indiscutibilmente dominata dagli uomini. Grazie alla lettura, comprese che tutto il sapere è interconnesso: «Cioè, lungi dall’interferire, queste materie si aiutano l’un l’altra, illuminandosi e aprendo un sentiero dall’una all’altra, attraverso variazioni e legami nascosti». Alla fine divenne così istruita da essere in grado di dibattere con gli studiosi più arroganti, confutandoli con fermezza. Più studiamo e ci sforziamo, più la conoscenza e l’esperienza che acquisiamo ci permettono di aprirci un nuovo sentiero. Quando ne diveniamo consapevoli, lo sforzo di studiare diventa un piacere incomparabile. Nessuno dei nostri sforzi va sprecato. Spero che tutti voi che avete la responsabilità del futuro studierete con calma e libertà. Scoprite in cosa siete bravi e diventate ancora più bravi! Il vostro impegno vi aiuterà a migliorare le vostre capacità anche in ciò che trovate più difficile.
    Se non riuscite a scoprire un talento particolare, allora studiate e sfidatevi in tutto. Troverete certamente qualcosa in cui siete particolarmente bravi. Vi prego di diventare dei giovani allegri ed esperti nell’arte di sforzarsi!

    (1 maggio 2016)

    (Trovate la puntata intera su ilvolocontinuo.it)

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    Domande e risposte con il presidente Ikeda

    da D. Ikeda, Sfide e visioni per il futuro, pag. 11

    Come possiamo scoprire qual è la nostra missione?

    Non lo scoprirete certo restando con le mani in mano. Vi dovete sfidare in qualcosa, non importa cosa. Continuando a sfidarvi costantemente, la direzione da prendere si aprirà davanti ai vostri occhi in modo molto naturale. È importante, dunque, che abbiate il coraggio di chiedervi sempre qual è la cosa più giusta da fare, momento dopo momento.
    In altri termini, la soluzione è proprio scalare quella montagna che vedete lì davanti a voi. Scalando le sue pendici svilupperete i muscoli, aumentando così forza e resistenza. Un tale allenamento vi permetterà di affrontare montagne sempre più alte. È vitale continuare a fare questo tipo di sforzi. Recitare Daimoku vi permetterà di avere a disposizione la forza vitale per riuscirvi.
    Recitate Daimoku e scalate la montagna davanti a voi. Una volta raggiunta la sommità, nuovi e più ampi orizzonti si apriranno davanti a voi. A poco a poco comprenderete la vostra missione: le persone consapevoli di avere una missione da realizzare sono forti e qualunque problema possano avere non vengono mai sconfitte. Possono trasformare tutti i loro problemi in un futuro pieno di speranza.

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    Appunti dal diario giovanile

    da D. Ikeda, Diario giovanile, pag. 147

    21 febbraio 1951 – sereno

    Lotta anche oggi, di buon umore! E avanza con vigore, anche oggi! Sono giovane, sono ancora giovane. La primavera arriverà presto, risplendente di speranza. La mia passione e la mia grande convinzione cresceranno come l’erba e come gli alberi.
    La primavera mi ricorda la gioia di vivere. La cosa fondamentale è che io credo nel Gohonzon, la verità profonda, eterna e immutabile. E anche in me stesso. E poiché noi stessi siamo la realtà soggettiva, i nostri compagni di fede che rappresentano l’ambiente saranno anche loro pieni di forza e di audacia.

    Giovani, alzatevi!
    Giovani, avanzate!
    Giovani, muovetevi!
    Avanti, sempre avanti!
    Senza paura degli abissi profondi e delle onde impetuose. Come Bruno o come Rossi1.
    Come Napoleone, Alessandro Magno, Whitman o Dante.

    1. Bruno e Rossi: personaggi de La città eterna di Hall Caine, esperia 2008.

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