Deprecated: Function strftime() is deprecated in /var/www/vhosts/ilnuovorinascimento.org/wp-dev.ilnuovorinascimento.org/site/wp-content/themes/nuovo-rinascimento/functions.php on line 220
Meravigliosi suoni di pace - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 14:17

408

Stampa

Meravigliosi suoni di pace

Lorena Camerini, Montruglio (VC)

Era arrivato il momento di agire, di realizzare questo sogno, che dopo tredici anni rischiava di diventare stantio, di sapere di muffa se avesse continuato a rimanere un sogno e basta. Non so da dove ho tirato fuori quel coraggio (poteva sembrare incoscienza, ma dentro di me invece era certezza, assoluta determinazione) nell’andare avanti fino all’ultimo

Dimensione del testo AA

Era arrivato il momento di agire, di realizzare questo sogno, che dopo tredici anni rischiava di diventare stantio, di sapere di muffa se avesse continuato a rimanere un sogno e basta. Non so da dove ho tirato fuori quel coraggio (poteva sembrare incoscienza, ma dentro di me invece era certezza, assoluta determinazione) nell’andare avanti fino all’ultimo

Questa storia comincia nel 1994, un anno di grandi cambiamenti nella mia vita: mi sono separata, ho lasciato Firenze, città dove sono nata e dove avevo cominciato a praticare esattamente dieci anni prima, e mi sono trasferita qui a Montruglio, sui Colli Berici, a una ventina di chilometri da Vicenza, per seguire i lavori di restauro di una villa seicentesca e cercare di rendere produttiva questa proprietà di famiglia.
Oltre al mio amore per questo posto, decisiva fu una sorta di “illuminazione parziale” che ebbi qualche mese prima, mentre recitavo Daimoku. A un certo punto, ho visto il giardino e il portico della barchessa pieno di gente che si fermava a parlare, si abbracciava, si sorrideva. Allora ho capito: Montruglio doveva diventare un luogo dove la gente avrebbe potuto incontrarsi per assistere e partecipare a eventi culturali; dove, soprattutto, le persone avrebbero potuto incontrarsi per dialogare tra esseri umani aperti, disponibili al confronto e desiderosi di costruire – quel dialogo che il presidente Ikeda ci spinge sempre a perseguire, e di cui ci dà costantemente l’esempio con la sua vita.
Da quando mi sono trasferita, ho spesso organizzato concerti ed eventi di vario genere, ma in queste iniziative non c’era mai un’idea portante, un progetto organico. Fino a quando non ho riletto il capitolo Il Bodhisattva Suono Meraviglioso del Sutra del Loto (esperia, 389), e dal mio cuore è scaturita l’accoppiata perfetta: suono + pace. Così è nato il progetto di MSP, “Marvellous Sound Project”, primo festival di Suono e Pace, che ho realizzato dal 13 al 15 luglio 2007 proprio a casa mia, a Villa di Montruglio (www.suonoepace.com). MSP è stato un successo che non mi sarei mai aspettata, dal punto di vista numerico (oltre duemilacinquecento persone in due giorni e mezzo), ma soprattutto dal punto di vista della qualità del vissuto. L’atmosfera in cui tutti – organizzatori e pubblico – eravamo immersi era splendida: un’aria di complicità, benevolenza, disponibilità, rilassatezza, familiarità e allo stesso tempo un’aria di eccitazione, sorpresa, gioia e soddisfazione di condividere momenti magici di grande arte e di grande consapevolezza.
Una splendida collaborazione si è instaurata non solo fra me e i miei “compagni di viaggio”, Franca, Simona e Filippo, con cui ho costruito il festival, ma anche con tutti coloro (una ventina di amici e conoscenti) che spontaneamente si sono messi a disposizione, con la massima generosità e un grande entusiasmo, come se sentissero di far parte davvero di qualcosa di unico, di un evento speciale.
L’effetto lampante del tantissimo Daimoku recitato nell’arco di un anno è stata poi la protezione di cui ha goduto tutto il festival, per la mancanza d’incidenti, il coordinamento tra scoordinati (che eravamo noi organizzatori), l’armonia, la serenità tra diverse centinaia di persone, senza il minimo disturbo interno o esterno.
Anche la gestione che sono riuscita a tenere di tutta la vicenda per circa un anno è stata eccezionale. Per la decisione, per l’ichinen che ho costruito momento per momento, superando i dubbi e le incertezze, vincendo gli scoraggiamenti interiori e quelli che mi venivano dall’ambiente. Costruendo la certezza di realizzare il festival giorno dopo giorno, una certezza basata solo sul Gohonzon, visto che era tardi per tutto, soprattutto per gli sponsor. Sì, perché avrei dovuto partire molto tempo prima per cercare finanziamenti; ma era arrivato il momento di agire, di realizzare questo sogno, che dopo tredici anni rischiava di diventare stantio se avesse continuato a rimanere un sogno. Non so da dove ho tirato fuori quel coraggio (poteva sembrare incoscienza, ma dentro di me invece era certezza, assoluta determinazione) nell’andare avanti fino all’ultimo senza soldi – e poi, ecco il beneficio dello sponsor più grosso che mi aveva detto di no e all’ultimo momento ci ripensa; e ancora, il prestito in banca che riesco a ottenere a soli due giorni dall’inizio del festival!
Senza parlare delle energie sviluppate in tutti quei mesi, e in particolare negli ultimi tre giorni, in cui ho attraversato i momenti di crisi con sangue freddo, serenità, fiducia e determinazione ad arrivare fino in fondo. Tutto merito del fatto che mi sono affidata completamente al Gohonzon e che ho dedicato il festival a sensei con la consapevolezza di stare realizzando qualcosa per kosen-rufu. Solo per questo sono emerse queste mie capacità, che non ho mai avuto. Solo per questo tutto si è svolto nel migliore dei modi. Nichiren Daishonin dice: «Dovresti pregare intensamente che Shakyamuni, Molti Tesori e i Budda delle dieci direzioni si riuniscano e prendano possesso del tuo corpo» (RSND, 1, 735). Giorno per giorno, ho costruito questa ferma convinzione e mi sono assunta la responsabilità in prima persona, senza aspettare che qualcun altro agisse al mio posto. Questa è una cosa che Ikeda ci ha sempre insegnato – la solitudine del leader, di chi decide e si alza da solo – e, forse per la prima volta in vita mia così lucidamente e consapevolmente, ho capito quanto questo ichinen fosse essenziale per creare una fede e una vita salda.
Io non mi sono goduta praticamente niente, perché di tutto il festival sono riuscita ad assistere dall’inizio alla fine soltanto a un evento! Ma quello che mi ha ripagato di tutta la fatica e gli sforzi di più di un anno è stato vedere quante persone – conosciute e non – venivano a cercarmi per manifestarmi il loro apprezzamento e continuavano a dirmi “grazie!” con grandi sorrisi; perché avevano assistito a un evento eccezionale, perché questo festival ci voleva, perché era qualcosa di cui si sentiva la mancanza… ecco, questo è stato un beneficio enorme, ed è esattamente quello che avevo percepito davanti al Gohonzon quattordici anni fa, quando decisi di venire a Montruglio!
All’inaugurazione di MSP, dopo gli interventi delle autorità, ho preso la parola per spiegare perché avessi deciso di realizzare questo festival. Ero stata così impegnata fino all’ultimo con i preparativi, che non avevo nemmeno avuto il tempo di raccogliere le idee e buttar giù una bozza di discorso. Ma da quando, a giugno, era uscito Buddismo e Società, avevo un punto di riferimento preciso: la Lectio magistralis di Ikeda letta da suo figlio il 23 marzo all’Università di Palermo (cfr. 122, 14). Così, dopo aver cercato di spiegare il perché avevo voluto mettere insieme Suono e Pace, ho letto un brano in cui si parla del “dialogo creativo”, della “fiducia e della certezza nell’esistenza della natura positiva in ogni essere umano e lo spirito della perseveranza, necessario per far apparire questa natura positiva”. Alla fine della serata, tante persone sono venute a farmi apprezzamenti per il mio discorso. Non si trattava di complimenti formali; nei loro occhi vedevo scorrere emozione sincera, talvolta anche la gioia incredula della speranza: erano state le parole di sensei che, attraverso la mia voce, avevano toccato il loro cuore. Ho dedicato al mio maestro questo successo, questa mia grande vittoria, perché non c’è stato un momento di questa dura battaglia in cui, recitando Daimoku, io non mi sia chiesta: «E adesso, cosa farebbe lui al mio posto?», e non abbia rinnovato la determinazione di andare avanti, perché avevo deciso che la realizzazione di MSP sarebbe stato il mio regalo per i suoi ottant’anni, compiuti il 2 gennaio scorso. Per questo, prima della fine del 2007 gli ho scritto una lettera, raccontandogli tutta l’esperienza del festival e offrendogliela in dono. Come risposta, ho ricevuto un bellissimo libro fotografico con tante immagini pubbliche e private del presidente Ikeda; sul frontespizio, i due timbri personali di sensei e di sua moglie Kaneko. È stato questo, sicuramente, il beneficio più grande: ricevere un regalo dal mio maestro!
Il titolo del libro è Forward with hope, e questo è proprio quello che voglio fare per il resto della mia vita: andare sempre “avanti con speranza”, e aiutare gli altri a fare lo stesso. Perché speranza, con Nam-myoho-renge-kyo, vuol dire forza, grande convinzione, felicità assoluta.

©ilnuovorinascimento.org – diritti riservati, riproduzione riservata