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Mai sconfitte! - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 10:31

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Mai sconfitte!

Claudia Mancinelli, Roma

Claudia non si è mai arresa. Ha affrontato tutte le sofferenze, come ritirarsi dal partecipare alle Olimpiadi, per migliorare se stessa e aiutare gli altri a fare altrettanto. Si dedica ad allenare giovani promesse della ginnastica ritmica, trasformando ogni dolore e ogni difficoltà in valore

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Claudia non si è mai arresa. Ha affrontato tutte le sofferenze, come ritirarsi dal partecipare alle Olimpiadi, per migliorare se stessa e aiutare gli altri a fare altrettanto. Si dedica ad allenare giovani promesse della ginnastica ritmica, trasformando ogni dolore e ogni difficoltà in valore

A sedici anni, dopo quotidiani e impegnativi allenamenti iniziati fin da bambina, ero finalmente riuscita a entrare come riserva nella squadra nazionale italiana di ginnastica ritmica. Ci stavamo allenando per le Olimpiadi, ma io, nel momento decisivo, mi ero ritirata facendo vincere la paura. Due anni dopo ne soffrivo ancora e pensavo che fosse la più grande sconfitta della mia vita, ma fortunatamente incontrai il Buddismo e da allora non ho mai più smesso di recitare Nam-myoho-renge-kyo.
Mi ero trasferita a Roma, mi piaceva praticare e facevo tantissimo Daimoku. Quando diventai responsabile delle giovani donne del capitolo Parioli, dove c’erano pochissimi giovani, mi misi l’obiettivo che ne emergesse almeno uno in ognuno degli otto gruppi del capitolo.
Avevo paura a mettermi degli obiettivi concreti ma volevo sfidarmi, pensavo a Sensei e cercavo di fare Daimoku per realizzare l’impossibile; più praticavo più i miei obiettivi si chiarivano e alla fine dodici giovani donne, di cui sei mie shakubuku, ricevettero il Gohonzon. In quel periodo lavoravo molto come ballerina, sia in film internazionali che in televisione e venni scritturata per un importante spettacolo teatrale che ha girato il mondo. Non mi fermavo mai.
In una catena di eventi felici ho anche costruito la mia famiglia con Mattia ed è nata Mika. Con la nascita della bimba le responsabilità sono aumentate e il ritmo della vita è cambiato completamente. Inoltre avevo bisogno di una stabilità economica che con il lavoro artistico non è sempre garantita. Il Buddismo spiega che le cause per la vittoria futura si trovano nel nostro impegno nel presente. Iniziai così a insegnare ginnastica ritmica in una piccola società sportiva di Roma. Decisi che proprio lì, in quella piccola realtà, avrei costruito le basi del mio futuro.
Nel frattempo avevo accompagnato a zadankai alcune amiche a cui avevo parlato del Buddismo e volevo dare loro una prova concreta. Condivisi il mio obiettivo: lavorare in un film importante. Facevo Daimoku e attività decisa a vincere. Una settimana dopo mi chiamò uno dei più famosi registi italiani che aveva bisogno di una ballerina. Fui scritturata nonostante non avessi le competenze tecniche per quella parte; inoltre, il regista dopo il provino cambiò il personaggio e mi chiese di danzare col nastro, che è la specialità della ginnastica ritmica che amo di più. Riuscii a superare tutti gli ostacoli dando la prova concreta non solo alle mie amiche, ma anche all’allenatrice che mi aveva preparata al provino e che recitò Daimoku con me.
Questa esperienza fece riemergere con chiarezza il mio amore per la ginnastica ritmica. Poco dopo mi proposero di diventare la responsabile di una società sportiva molto più grande della precedente. Accettai e dopo un mese avevo più di novanta bimbe da allenare, mi sentivo carica di passione e di gioia. Iniziai a mettermi grandi obiettivi, desideravo sfruttare la mia esperienza di ex atleta di serie A e sapevo che col Daimoku e un allenamento serio e costante tutto poteva trasformarsi. Quando ero un’atleta ciò che mi era mancato era sicuramente la forza interiore, ma anche l’incoraggiamento e il calore necessari per sostenere l’intenso sforzo e lo stress emotivo che ne deriva. Ora che ero insegnante decisi che il mio motto sarebbe stato “seria disciplina ma con gentilezzaper dimostrare alle mie atlete che i risultati si potevano ottenere anche con il sorriso. Ed è così che dopo aver passato il turno alle regionali, dopo sei mesi abbiamo partecipato al nostro primo campionato italiano Silver, dove una delle mie atlete si è aggiudicata una medaglia d’oro! Abbiamo così conquistato il primo posto alle nazionali nella categoria Silver. A quel punto ci siamo messe l’obiettivo più grande: gareggiare nella categoria Gold (la più alta specializzazione tecnica della ritmica).
Nel 2019 avevo accompagnato la mamma di una delle mie più promettenti atlete a zadankai e avevamo deciso di fare Daimoku per sua figlia, che a settembre subì una brutta sconfitta e si ritirò. Il Buddismo parla di felicità assoluta, costruita nel procedere sempre senza soccombere alla sconfitta. Ogni giorno cerco di trasmettere questa convinzione alle mie ginnaste, ma con questa giovane ragazza compresi che le parole non contavano e decisi di affidarmi al Daimoku. La prima risposta fu che cambiò sport. Ero delusa, arrabbiata ma nello stesso tempo non volevo concentrarmi solo su me stessa, volevo diventare l’allenatrice che sognavo di essere: che sa mettere da parte la disciplina per manifestare la gentilezza. Quando venne a salutarmi percepii con tenerezza la sua paura, mi ricordava come ero stata io. Come scrive il maestro Ikeda: «I bambini sono i messaggeri venuti dal futuro. Non abbiamo altra scelta che affidare a loro il nostro mondo. Io ho fiducia nei bambini. Credo nella loro capacità di crescere e svilupparsi. Ogni bambino ha una sua missione particolare. Per questa ragione io tratto i bambini con rispetto e metto il massimo impegno nel rapportarmi a loro. Perciò tutte le volte che incontro dei bambini cerco di creare per loro dei ricordi felici» (D. Ikeda, I tesori del futuro, Esperia, pag. 1).
Davanti al Gohonzon percepii profondamente cosa vuol dire trasformare il karma in missione: compresi in un istante che proprio quella dolorosa esperienza che avevo vissuto quando ero una giovane atleta, mi sarebbe servita per incoraggiare il suo cuore sfiduciato. Le parlai con empatia, la incoraggiai a non abbandonare i sogni per non avere rimpianti.
In quel momento provai un grande amore per il mio lavoro e il forte desiderio di vincere insieme a lei. Decise di tornare ad allenarsi con noi e di continuare a lottare per il suo sogno. In contemporanea, la sua mamma ricevette il Gohonzon! Non c’è cosa più bella del costruire la propria vittoria lottando per superare i propri limiti! Che gioia!
Un’altra ginnasta della mia società quest’anno è salita nella “top ten” delle migliori ginnaste italiane Gold. Gli obiettivi sono tanti e sempre più grandi, e il più importante è che nessuna rimanga indietro. Alleno con cura e passione ogni singola bambina e questa attenzione per ognuna voglio che sia il mio segno di riconoscimento come allenatrice.
Desidero sempre di più, in ogni istante, basarmi sull’umanesimo buddista vincendo tutte le battaglie che la vita mi offre.

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