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Mai più armi nucleari! - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 11:47

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Mai più armi nucleari!

In questa intervista approfondiamo il significato dell’entrata in vigore del Trattato di proibizione delle armi nucleari. Gli interlocutori sono: Francesco Vignarca (coordinatore campagne di Rete italiana pace e disarmo, RIPD), Lisa Clark (co-presidente dell’International Peace Bureau e coordinatrice per il disarmo nucleare di RIPD), Daniele Santi (Segretario Generale di Senzatomica) e
Michela Pasi (del comitato centrale di Senzatomica)

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In questa intervista approfondiamo il significato dell’entrata in vigore del Trattato di proibizione delle armi nucleari. Gli interlocutori sono: Francesco Vignarca (coordinatore campagne di Rete italiana pace e disarmo, RIPD), Lisa Clark (co-presidente dell’International Peace Bureau e coordinatrice per il disarmo nucleare di RIPD), Daniele Santi (Segretario Generale di Senzatomica) e
Michela Pasi (del comitato centrale di Senzatomica)

In questi tre anni avete lavorato sodo per arrivare a questo ulteriore passo verso l’eliminazione delle armi nucleari. Come avete accolto la storica notizia della cinquantesima ratifica?

Lisa Sono passati quattro anni da quando l’Italia votò contro la proposta di convocare una conferenza generale per elaborare il testo di uno strumento giuridico internazionale (quello che poi divenne il TPNW). Pensammo che sarebbe stato facile ricordare al governo italiano la nostra storia, di un paese sempre in prima fila per il disarmo e contro la pena di morte, e lanciammo la campagna “Italia, ripensaci”. Invece, nonostante il continuo dialogo con le Istituzioni, i diversi governi italiani che si sono succeduti in questi anni non ci hanno ripensato. Ma sappiamo che la grande maggioranza della popolazione è d’accordo con noi (vedi il sondaggio www.disarmo.org/ican/a/46447.html). E adesso che si avvicina l’entrata in vigore sono felice ed emozionata, anche perché sono certa che, prima o poi, anche il governo italiano sceglierà di stare dalla parte giusta della storia.

Daniele Il primo pensiero è andato ai maestri Ikeda e Toda; quella sera dialogando nel cuore con entrambi ho rinnovato il mio voto e ho determinato che le ultime e fondamentali istruzioni del presidente Toda, proibire e abolire le armi nucleari, siano il principio cardine del ventunesimo secolo.
Ho pregato per far emergere «la saggezza della verità che opera in accordo con le circostanze mutevoli» (cfr. BS, 123, 51) affinché anche l’Italia ratifichi quanto prima il TPNW.

Francesco Quando si raggiunge un risultato, anche se parziale o comunque non definitivo, c’è sempre un momento di giusta e stimolante soddisfazione. Perché il lavoro e l’impegno messo dalle nostre campagne, dalle nostre organizzazioni, dai nostri attivisti è sempre enorme e prezioso. Poi deve prevalere la spinta verso il raggiungimento di altri obiettivi, senza “fermarsi” a quanto ottenuto.

Cosa implica l’entrata in vigore del Trattato? Cosa rende illegale?

Michela Con l’entrata in vigore del Trattato si va a colmare una lacuna di diritto internazionale: prima della sua adozione infatti, le armi nucleari erano le uniche armi di distruzione di massa non soggette a un divieto globale. Ora viene vietato agli Stati Parte di sviluppare, testare, trasferire, possedere, usare o minacciare di usare le armi nucleari o permettere che queste vengano ospitate nel proprio territorio (e questo sarebbe il caso dell’Italia); gli Stati Parte non potranno assistere o indurre altri soggetti a impegnarsi in una qualsiasi delle predette attività. Se gli Stati che hanno ratificato il Trattato possiedono o ospitano armi nucleari nel proprio territorio, devono impegnarsi a smantellare l’arsenale entro una determinata scadenza definita da un piano legalmente vincolante elaborato al momento dell’adesione al TPNW. Infine, le Nazioni dovranno fornire assistenza a tutte le vittime dell’uso e dei test delle armi nucleari e adottare misure per il risanamento degli ambienti contaminati.

Per gli Stati che non hanno ratificato il trattato non ha dunque valore? Come saranno coinvolti?

Lisa Insieme ai sindaci di Mayors for Peace, ho inviato al governo italiano la proposta di partecipare come osservatore alla prima conferenza degli Stati Parte del TPNW, che si dovrà tenere entro il primo anno dall’entrata in vigore.
Potranno così essere presenti e contribuire informalmente alle decisioni su come meglio applicare i provvedimenti che il TPNW prevede. Così lo trasformeremo in uno strumento vincolante, con meccanismi di verifica e altre misure di costruzione della fiducia, che lo renda ideale complemento del Trattato di Non Proliferazione.

Che impatto avrà il Trattato riguardo alla produzione e ai finanziamenti che riguardano gli ordigni nucleari?

Francesco Un punto importante, che dimostra l’efficacia del Trattato anche prima della sua universalizzazione, è questo: verranno proibite forme di “assistenza” e dunque per molti Stati ciò significherà che il finanziamento o l’investimento nella produzione di armi nucleari verrà considerato una violazione.
Gli istituti finanziari spesso scelgono di non investire in “attività su armi controverse”, tipicamente sulle armi proibite dal diritto internazionale. L’entrata in vigore del TPNW colloca chiaramente le armi nucleari in questa categoria.

In Italia sono presenti circa cinquanta testate nucleari statunitensi (nelle basi di Ghedi ed Aviano) e la scelta dell’Italia di non aderire al TPNW è motivata dal presunto indebolimento e non coerenza con il precedente Trattato di Non Proliferazione nucleare (TNP) firmato anche dall’Italia decenni fa. È così?

Francesco Le ragioni di fondo sono molteplici e derivano da patti e linee di politica internazionale che i partiti politici italiani non hanno voluto mai mettere in discussione, anche se ciò comporta problemi e costi per il nostro Paese.
Elementi ormai strutturali che sarà difficile scardinare se non con una crescita costante della pressione dei cittadini e dell’opinione pubblica.
Tuttavia è certamente evidente come il riferimento all’incoerenza con il TNP sia non pertinente: il TPNW al contrario rafforza i princìpi di disarmo già presenti nell’Articolo VI del TNP e mai completamente realizzati.
Tra i due Trattati non c’è quindi alcun contrasto.

Cosa farete come organizzazioni e cosa possiamo fare come singoli cittadini per far sì che la minaccia delle armi nucleari non incomba più sull’umanità?

Lisa La cosa più importante che possiamo fare è costruire una cultura generalizzata che ripudi le armi nucleari.
In questo compito, i nostri alleati più forti sono gli hibakusha (sopravvissuti ai bombardamenti nucleari), testimoni che possono ancora raccontarci davvero cosa significa la detonazione di un’arma nucleare. Saranno le coalizioni tra elementi attivi della società civile in tutto il pianeta, determinati a mettere al bando le armi nucleari, a indicare la via a quei governi che ancora credono alla falsità della deterrenza come strumento per mantenere un equilibrio di pace.

Michela È fondamentale informarci e dialogare con altre persone, specialmente con chi si sente più lontano dalle tematiche del disarmo. I social media sono preziosi alleati per condividere news, sensibilizzare i nostri conoscenti e creare una consapevolezza a livello sociale che inevitabilmente si rifletterà sulla politica delle Istituzioni che ci rappresentano.
Seguendo il sito web e i profili Facebook e Instagram delle nostre campagne, possiamo rimanere aggiornati e partecipare a iniziative come appelli o eventi online.

Daniele Come campagna Senzatomica stiamo progettando una nuova mostra come strumento per informare i cittadini italiani, in particolare gli studenti, con la consapevolezza – trasmessaci dal maestro Daisaku Ikeda – che il vero nemico non sono le armi nucleari di per sé, né gli Stati che le possiedono o le costruiscono; il vero nemico è il modo di pensare che giustifica le armi nucleari, l’essere pronti ad annientare gli altri qualora siano considerati una minaccia o un impedimento alla realizzazione dei propri interessi. Pertanto tutte le nostre azioni saranno sempre basate sul rispetto dei nostri interlocutori e sul dialogo. Per noi buddisti il fine non giustifica mai i mezzi, i mezzi stessi sono kosen-rufu, la realizzazione della pace e della felicità di ogni persona.

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Gli Stati che hanno ratificato il Trattato di proibizione delle armi nucleari

Il 7 luglio 2017, con 122 voti a favore, l’Assemblea Generale dell’ONU si è pronunciata definitivamente a favore della proibizione dell’atomica, adottando un trattato giuridicamente vincolante che “archivia” la dottrina della deterrenza, definendo illegittimo il possesso, l’acquisto, lo sviluppo, i test, il trasferimento, l’impiego, la minaccia delle armi nucleari. La decisione è il risultato del lavoro dell’International campaign to abolish nuclear weapons (ICAN), lanciata formalmente in Austria nell’aprile 2007, e di tutte le realtà attive nel mondo come Rete italiana pace e disarmo e Senzatomica. Per il suo impegno, ICAN è stata insignita del Nobel per la Pace il 6 ottobre 2017.

Ora, con la cinquantesima ratifica, attendiamo il decorso dei 90 giorni per la definitiva entrata in vigore del Trattato, il 22 gennaio 2021.

I 50 paesi che hanno ratificato

Antigua e Barbuda
Austria
Bangladesh
Belize
Bolivia
Botswana
Cook Islands
Costa Rica
Cuba
Dominica
Ecuador
El Salvador
Fiji
Gambia
Guyana
Stato del Vaticano
Honduras
Irlanda
Jamaica
Kazakistan
Kiribati
Laos
Lesotho
Malaysia
Maldive
Malta
Messico
Namibia
Nauru
Nuova Zelanda
Nicaragua
Nigeria
Niue
Palau
Palestina
Panama
Paraguay
Saint Kitts & Nevis
Saint Lucia
Saint Vincent & Grenadines
Samoa
San Marino
Sud Africa
Thailandia
Trinidad e Tobago
Tuvalu
Uruguay
Vanuatu
Venezuela
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