Di seguito una sintesi della seconda lezione del corso europeo
La Soka Gakkai è un’assemblea di “buoni amici” (zenchishiki), una rete di solidarietà dei Bodhisattva della Terra, tutti ugualmente degni di rispetto. Siamo tutti diretti discepoli del Daishonin, ognuno con la propria missione.
Il Daishonin dichiara: «Quando fra le persone prevale lo spirito di “diversi corpi, stessa mente”, esse realizzeranno tutti i loro scopi, mentre se hanno uno “stesso corpo e diverse menti” non possono ottenere niente di notevole» (RSND, 1, 550). Quindi l’unità è la chiave della vittoria.
Il punto cruciale per realizzare un obiettivo sta proprio nello spirito di itai doshin.
Cosa significa questa espressione?
“Diversi corpi” significa che tutti noi abbiamo personalità, caratteri, capacità e ruoli diversi. “Stessa mente”, o stesso cuore o spirito, significa condividere il desiderio di realizzare insieme un ideale o un nobile obiettivo. «L’unità di itai doshin si crea quando un discepolo con lo spirito di non dualità di maestro e discepolo avanza in prima linea basandosi sul cuore del maestro» (BS, 146).
Quindi nel mirare all’unità di itai doshin possiamo realizzare al meglio la nostra rivoluzione umana e approfondire la nostra fede.
L’importanza della fede
Per realizzare lo spirito di “diversi corpi, stessa mente” è importante avere fede, perché la Legge mistica possiede originariamente il potere di realizzare lo spirito di “diversi corpi, stessa mente”. Il Budda si illuminò alla Legge mistica, cioè al potere fondamentale che mette in connessione tutte le cose esistenti nell’universo.
Con la saggezza che scaturisce dalla nostra natura illuminata possiamo realizzare l’unità tra individui diversi insegnata dal Daishonin. Superando l’attaccamento all’io, rivelando la nostra individualità ed esprimendo il nostro straordinario potenziale, il sentiero di itai doshin diverrà la strada per la vittoria assoluta.
Lo spirito di diversi corpi, stessa mente” non indica un tipo di unità che si raggiunge attraverso imposizioni esterne o conformandosi a qualcosa, ma è l’unità creata sulla base della saggezza della natura di Budda, che scaturisce da un processo di liberazione al livello profondo della vita; è un’unità basata sulla sintonia del nostro cuore con il cuore del Budda (BS, 133).
Poiché lo spirito di “diversi corpi, stessa mente” si può manifestare tramite il potere della Legge mistica, sono necessari la nostra fede e la nostra pratica per far emergere questo potere.
Il Daishonin fornisce esempi tratti dalla vita secolare per spiegare questo principio: «Il re Chou di Yin guidò in battaglia settecentomila soldati contro il re Wu di Chou con i suoi ottocento uomini. Tuttavia l’esercito del re Chou, a causa della disunità, fu sconfitto dagli uomini del re Wu grazie alla loro perfetta unità» (RSND, 1, 550).
L’esercito di Yin aveva una schiacciante superiorità numerica ma, secondo la documentazione storica, i suoi soldati non avevano alcun desiderio di combattere perché nutrivano risentimento e repulsione contro il re a causa della sua condotta dispotica. Al contrario, il re Wu viene descritto come un governante saggio e benevolo verso il popolo, sostenuto e assistito da ministri capaci.
Il punto è se un leader è concentrato sulle persone oppure su se stesso, cioè è egocentrico. Solo il potere fondato sulle persone comuni può vincere, con l’unità di itai doshin. «Riguardo alle nostre attività per kosen-rufu tutto inizia con un leader che assume l’iniziativa di far crescere gli altri» (BS, 133, 16).
Una ferma determinazione
Il Daishonin scrive anche: «Perfino una sola persona, se ha scopi contrastanti, finirà sicuramente per fallire. Ma cento o mille persone possono senza dubbio realizzare il loro scopo se hanno un’unica mente» (RSND, 1, 550).
Anche nel caso di una sola persona, quindi, se ha pensieri contrastanti o dubbi, non può realizzare nessuno scopo. Se il nostro cuore non è determinato, non possiamo raggiungere l’obiettivo. Questo è un principio molto importante da tenere a mente: il demone vince se riesce a dividere in due il cuore di un praticante che sta lottando.
Ad esempio, anche se una persona si ammala, se la sua fede è forte rimane imbattibile, ma se il suo cuore vacilla, viene distolto dalla causa esterna e trascinato da dubbi e confusione, e finirà con l’essere sconfitto dalla malattia.
«È il cuore che è importante» (RSND, 1, 889), scrive il Daishonin. Quindi, una ferma determinazione è la chiave per la vittoria. Tutto inizia con il cambiamento, la rivoluzione della nostra vita.
Un’unica mente
Il Daishonin afferma: «Sebbene Nichiren e i suoi discepoli siano pochi di numero, poiché hanno lo spirito di “diversi corpi, stessa mente”, realizzeranno sicuramente la loro grande missione di propagare ampiamente il Sutra del Loto» (RSND, 1, 550).
Dunque, per la realizzazione di kosen-rufu è indispensabile avere un’organizzazione, la cui base fondante è lo spirito di “diversi corpi, stessa mente”.
Infatti, l’ultimo passo del Gosho dice: «Un solo scroscio di pioggia spegne molti fuochi ruggenti e una singola verità dissolve molte forze malvagie» (RSND, 1, 551).
Ciò significa che per contrastare le forze del male l’unica strada è riunire le forze del bene. Il punto fondamentale quindi è costruire una “rete del bene”.
Il “bene è la filosofia del rispetto della sacralità della vita insegnata dal Sutra del Loto, mentre il “male” è ciò che nega tutto questo.
Alla fine il bene vince sempre sul male, ma bisogna essere uniti per poter sconfiggere le funzioni demoniache. Infatti è nella natura del male lavorare per disgregare e dividere l’unità del bene. Scrive il presidente Ikeda: «Per trionfare sulle forze congiunte del male, coloro che stanno dalla parte del bene devono diventare forti. Devono essere uniti. Se i buoni non prevalgono, saranno le persone con intenti malvagi a governare il mondo. L’aver creato un’organizzazione di persone che si dedicano al bene e lottano contro le iniquità è la conseguenza naturale del desiderio di diffondere il bene nell’Ultimo giorno della Legge e realizzare pace, stabilità e felicità per tutti. Le funzioni demoniache cercano essenzialmente di creare divisioni fra le persone buone. Le persone malvagie si associano senza difficoltà» (Il mondo del Gosho, esperia, pag. 176).
Come i pesci e l’acqua
Il Daishonin scrive: «In generale, che i discepoli di Nichiren, preti e laici, recitino Nam-myoho-renge-kyo con lo spirito di diversi corpi, stessa mente”, senza alcuna distinzione fra loro, uniti come i pesci e l’acqua, questo si chiama eredità della Legge fondamentale della vita [Nam-myoho-renge-kyo]. In ciò consiste il vero scopo della propagazione di Nichiren. Se è così, anche il grande desiderio di un’ampia propagazione [kosen-rufu] potrà realizzarsi. Ma se qualcuno dei discepoli di Nichiren distrugge l’unità di “diversi corpi, stessa mente” sarà come chi distrugge il proprio castello dall’interno» (RSND, 1, 190). A questo proposito il maestro Ikeda scrive: «Tutto parte dal cambiamento del nostro atteggiamento o disposizione della mente, e ciò è altrettanto vero quando si tratta di costruire una solida unità. Se i membri di un’organizzazione non vanno d’accordo, e passano il tempo a rimproverarsi e a criticarsi a vicenda, non potranno mai costruire una vera unità.
Le organizzazioni sono formate da persone di vario tipo. A volte può capitare di incontrare persone con cui sentiamo di non avere nulla a che fare. Per questa ragione dobbiamo fare la nostra rivoluzione umana, altrimenti non potremo creare legami basati su uno scopo condiviso superando le nostre differenze.
Rispettarsi l’un l’altro
La cosa importante è rispettarsi l’un l’altro e apprezzare le differenze, sviluppando un cuore che abbraccia ogni cosa, che non discrimina e non fa distinzioni.
La tendenza a discriminare e a fare distinzioni fra sé e gli altri conduce nei sentieri del male e della sofferenza, poiché nasce dall’isolamento e dall’attaccamento all’io. Questo atteggiamento discriminatorio si manifesta come disprezzo, odio, gelosia, risentimento, indignazione, arroganza, cattiveria, ostinazione, impazienza, slealtà, ingratitudine e così via. Chi supera l’attaccamento all’io e manifesta il potere della Legge mistica si libera da queste tendenze negative che confinano gli esseri umani nella sofferenza.
L’esortazione del Daishonin a essere “uniti come i pesci e l’acqua” significa provare un senso di affinità e amicizia verso chiunque si unisca a noi per praticare il Buddismo del Daishonin e lavorare per kosen-rufu, e in verità verso tutte le persone con cui entriamo in contatto. Coloro che hanno smesso di dare importanza alle differenze sperimentano gli effetti della Legge mistica che unisce e mette in armonia tutte le cose dell’universo.
Impegnandoci nella nostra rivoluzione umana, e lavorando per forgiare una solida unità di intenti, possiamo sconfiggere l’attaccamento all’io e stabilire una fede basata sullo spirito instancabile di “avere a cuore la Legge più della nostra vita”. Fare della Legge la base della pratica è la vera essenza dello spirito di “diversi corpi, stessa mente”» (BS, 133, 13).
Alcune indicazioni concrete
Poiché siamo un’organizzazione composta da esseri umani, sicuramente ci saranno persone con cui andiamo d’accordo, persone con cui non andiamo d’accordo, persone che ci piacciono e persone che non ci piacciono. Sensei a proposito di questo afferma: «Da un lato, provare questi sentimenti è del tutto umano e naturale, e quindi non c’è da preoccuparsi. Al tempo stesso, però, è stupido farsi sviare dalle simpatie o antipatie personali e trascurare per questo la propria pratica buddista. Agire in questo modo significa solo lasciare aperta una breccia alle funzioni demoniache» (Il mondo del Gosho, pag. 178).
Il Daishonin redarguisce severamente sul parlare male dei compagni di fede.
Ecco alcuni passi dal Gosho: «Per quanto possa non piacerti, devi stringere rapporti amichevoli con loro»; «Anche se i tuoi fratelli sono in parte colpevoli, devi fare finta di nulla»; «La cosa importante è mantenere buoni rapporti con coloro che credono in questo insegnamento, non vedere, sentire o dire ciò che può dispiacerti».
Anche nel Gosho Le quattordici offese si trovano indicazioni molto severe riguardo all’offendere i propri compagni di fede. Se odiamo, proviamo gelosia o serbiamo rancore cancelliamo da soli la fortuna e i benefici accumulati. Perché: «Chi ha fede nel Sutra del Loto diventerà sicuramente un Budda e chi offende un Budda commette una grave colpa» (RSND, 1, 670). Poiché siamo tutti Budda è importante rispettarci reciprocamente.
Il Daishonin ammonisce: «Se non agirete in armonia, sarete come il cormorano e la vongola, che impegnati a combattersi l’un l’altro finirono con l’essere catturati dal pescatore. Recitate Nam-myoho-renge-kyo e state molto attenti a come vi comportate! State attenti a come vi comportate!» (RSND, 2, 859).
Siamo tutti Budda
Le otto colonne che si trovano all’entrata del Kosen-rufu Daiseido simboleggiano il principio esposto nel Sutra del Loto: «Dovrai alzarti e salutarla da lontano, mostrandole lo stesso rispetto che mostreresti a un Budda».
Sensei ci accoglie con questo spirito, di conseguenza noi discepoli dovremmo basarci sullo stesso spirito.
Scrive: «Noi siamo tutti Budda. Dunque criticarci a vicenda è come criticare un Budda. Poiché siamo tutti Budda, dobbiamo rispettarci. Nella Soka Gakkai è fondamentale incoraggiarci a vicenda mentre avanziamo insieme sulla via lunga e difficile di kosen-rufu rimanendo sempre buoni amici gli uni per gli altri» (Il mondo del Gosho, pag. 182).
Tutto questo ha un significato profondo. Sensei scrive: «La Soka Gakkai manifesta l’assemblea sul sacro Picco dell’Aquila che continua solennemente e non si è ancora sciolta» (Ibidem).
Essa è la nobile assemblea di kosen-rufu. Nessun altro gruppo di Bodhisattva della Terra è apparso per realizzare l’eterno voto di permettere a tutte le persone dell’Ultimo giorno di ottenere l’Illuminazione. Noi siamo eterni compagni di fede dal tempo senza inizio. Il presidente Toda scrisse: «Nichiren è il Budda originale del tempo senza inizio. Il fatto che ci onori chiamandoci suoi seguaci e discepoli significa che noi fummo suoi seguaci in quel remoto passato e ora siamo emersi insieme in questo mondo di saha devastato dai conflitti. Come possiamo scordare gli amici con cui abbiamo trascorso allegramente la vita in totale libertà? Come abbiamo potuto dimenticare il voto che abbiamo fatto insieme nell’assemblea in cui fu esposto il Sutra del Loto? Anche questo mondo di saha in origine era abitato da buoni amici che vivevano vite pure, splendenti e piene di gioia, e che andavano perfettamente d’accordo» (Ibidem, 183). Questo rappresenta il mondo di itai doshin.
Ripartire dal grande voto
Sensei ci insegna che sicuramente tutto questo si realizzerà se ognuno ritornerà al grande voto insito nella propria vita dal tempo senza inizio, cioè se si recita Daimoku per la propria e l’altrui felicità. In ogni caso, la vittoria definitiva si trova nello sforzo, nell’inventiva e nella saggezza per realizzare itai doshin.
Lo spirito di “diversi corpi, stessa mente” rappresenta in un certo senso la manifestazione fondamentale della “strategia del Sutra del Loto,” cioè recitare Nam-myoho-renge-kyo al Gohonzon ricordandoci che condividiamo lo stesso impegno per kosen-rufu.
Sono convinto che itai doshin non è possibile realizzarlo senza il potere della Legge mistica.
La forza del grande voto di ognuno di noi che sta contribuendo a kosen-rufu è la fonte da dove costruire itai doshin. Sensei in svariate occasioni ci ha insegnato che itai doshin e la non dualità di maestro e discepolo sono le due ruote di kosen-rufu.
Avanziamo sempre in itai doshin e costruiamo così le nostre vittorie.