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Le dieci ore più belle di sempre - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 13:20

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Le dieci ore più belle di sempre

Paolo Sattin, Padova

Paolo scopre che diventerà papà e si pone subito grandi obiettivi per il futuro. Da lì a breve comincia una dura lotta per sostenere la nuova vita, in cui si rende conto che l’unica possibile strategia è quella basata sulla fede nella Legge mistica

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Paolo scopre che diventerà papà e si pone subito grandi obiettivi per il futuro. Da lì a breve comincia una dura lotta per sostenere quella nuova vita, rendendosi conto che l’unica possibile strategia è quella basata sulla fede nella Legge mistica

Tra i tanti obiettivi che mi ero fissato per il 2019 ce n’era uno che suonava più o meno così: “approfondire la mia fede a tal punto da sentirmi pronto a sostenere una nuova vita e diventare padre”.
Un anno dopo, a gennaio 2020, dopo aver fatto attività sokahan (attività dei giovani uomini nei Centri culturali), Greta, la mia compagna, mi comunicò di essere incinta.
Rilanciai immediatamente intensificando il Daimoku con una sfilza di desideri da realizzare per sostenere la nuova vita: volevo migliorare la mia situazione lavorativa e finanziaria, comprare casa, magari in un cohousing, e sposarmi a maggio.
La gravidanza partì molto bene ma a maggio, durante la visita morfologica, Greta venne ricoverata per delle gravi anomalie della crescita del feto. Scoprimmo in quell’occasione che aspettavamo una bambina, Anita.
A causa della situazione pandemica non ebbi la possibilità di incontrare Greta e fummo costretti a confrontarci al telefono. Lei era distrutta e io non riuscivo a parlare con nessun medico. Ero arrabbiatissimo.
Le comunicarono che la crescita della bambina era fortemente rallentata e che era preferibile fare un esame del DNA per scoprire se ci fossero delle malformazioni serie, e in quel caso optare per un’interruzione della gravidanza.
Riuscii a condividere le analisi con amici medici e professionisti di altri ospedali. Tutti mi spiegarono che se non fossimo intervenuti con un aborto in ospedale era molto probabile che nell’arco di qualche settimana se ne sarebbe potuto verificare uno spontaneo. Anche i nostri parenti ci pregarono di prendere in considerazione questa soluzione per evitare complicanze ancora più gravi.
Dopo due ore di Daimoku disperato andai a prendere Greta in ospedale per riportarla a casa. Mi sentivo forte come mai prima. Insieme prendemmo la decisione di non fare l’analisi del DNA, perché molto invasiva, e di proseguire la gravidanza nonostante tutto.
Sarebbe stata Anita a manifestare le sue intenzioni.
Le prime settimane passarono con enormi sforzi e tra una corsa e l’altra in pronto soccorso.
Io mi chiedevo: “E il mio maestro, come avrebbe reagito?”.
Questa domanda mi risuonava nella testa.
Capii che dovevo dedicarmi ancora di più alla recitazione del Daimoku per cambiare la direzione del mio cuore e sviluppare saggezza. Daimoku, Daimoku e ancora Daimoku ogni mattina per rilanciare e ogni sera per ringraziare. Prudenza, coraggio e una fede salda diventarono i pilastri a cui aspirare quotidianamente.
Alla fine del Gosho La strategia del Sutra del Loto Nichiren Daishonin scrive: «Abbi profondamente fede in questo. Un codardo non potrà mai ottenere risposta a nessuna delle sue preghiere» (RSND, 1, 889).
In quella situazione decisi di continuare a concentrarmi al massimo per fare bene il mio lavoro e sostenere le attività, oltre che Greta. Vedevo nella fede l’unico appoggio e dovevo essere pronto a tutto. L’unico modo era creare un io incrollabile.
Così piano piano, grazie all’attività e al Daimoku, Greta e io riusciamo a godere di bellissimi momenti, concentrati a prendere i primi contatti con Anita che inizia a muoversi e a farsi sentire.
Nonostante tutto – anzi proprio grazie all’esperienza che stiamo vivendo – decidiamo di sposarci lo stesso, con un po’ meno amici, con un po’ meno soldi e con una pandemia ancora in corso. E il giorno prima del matrimonio riapre magicamente dopo il lockdown il ristorante dove desideravamo tanto festeggiare.
Nel volume 4 de La nuova rivoluzione umana il maestro Ikeda scrive: «La vittoria nella vita non appare all’improvviso. Ci vogliono dieci o vent’anni per ottenerla, a volte una vita intera. La nostra esistenza è piena di alti e bassi. Una grande forza vitale ci permette di andare avanti con fiducia e serenità, godendoci lo spettacolo dei boccioli di ciliegio, facendo di tanto in tanto una pausa per mangiare un boccone e a volte affrontando la sfida di una ripida salita. Ma se la forza vitale è debole, ci sentiremo presto spossati, non riusciremo neanche ad accorgerci dello scenario che ci circonda e tutto si trasformerà in sofferenza» (pag. 59).
Arriva l’estate e il nostro obiettivo è che Anita cresca abbastanza per nascere non troppo prematura. Ogni visita è dolorosissima, ci ricordano sempre che c’è qualcosa che non va e continuo a combattere con la spada della fede lo spettro di qualche grave malformazione genetica.
Ma Anita continua a crescere. Cresce sempre, cresce piano ma è decisa a non fermarsi.
Sento di essere profondamente legato a lei, che ogni mio passo in avanti nella mia vita le dà fiducia per intraprendere la sua strada.
Nel frattempo, una parte delle mie preghiere si realizza quando una zia mi propone di cedermi una sua proprietà completamente da ristrutturare. E grazie al nuovo decreto sulle ristrutturazioni comprendo che con gli incentivi la spesa sarà ridotta al minimo. Anita supera anche la prova della trentaquattresima settimana, scongiurando la grave prematurità.
Il giorno del parto scopriamo che la malformazione genetica si era limitata alla placenta, caso rarissimo, e che Anita era sanissima. Piccolina ma sanissima.
I medici mi lasciano passare le sue prime dieci ore di vita sempre in contatto con lei, mentre mia moglie si riprende dal cesareo. Le faccio sentire il Daimoku e cerco di proteggere le sue prime interazioni con il mondo esterno… mi tornano utili i numerosi turni come sokahan, per far sì che si senta a suo agio e accolta.
Le dieci ore più belle di sempre.
La sera stessa riesco a collegarmi al mio zadankai e a condividere con i miei compagni di fede l’incredibile vittoria.
Anita passa tutti gli esami con successo. Non fa neanche un giorno in incubazione e in poco tempo lei e Greta tornano a casa. È un‘ondata di gioia e felicità per tutta la famiglia; parenti e amici si complimentano con noi per la determinazione, il coraggio e il sorriso con cui abbiamo affrontato le difficoltà. È stata una bellissima prova concreta per parlare del Buddismo a tutta la famiglia.
Anche nell’attività le cose cominciano a fluire di più, registriamo un aumento nella partecipazione alle attività, e dopo tanto tempo in cui i giovani uomini nel settore erano pochi, nell’arco di un mese si manifestano due nuovi membri motivati e due principianti.
Negli stessi giorni trovo l’accordo con l’impresa che, grazie agli incentivi, mi fa risparmiare più di 155.000 euro nella ristrutturazione della casa. Inoltre, come sistemazione temporanea fino alla fine dei lavori, troviamo un piccolo appartamento in affitto in un cohousing, coronando anche il desiderio di un’esperienza di condivisione con altre famiglie con bambini.
Ora, in questo nuovo anno, determino di affrontare ogni giorno con un Daimoku vigoroso per essere all’altezza dei desideri del mio maestro, dedicandomi alla crescita di giovani capaci con sincerità e compassione.

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