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Lodare, rispettare la differenza, apprezzare - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 09:28

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Lodare, rispettare la differenza, apprezzare

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Chianciano Terme, 31 maggio-2 giugno

Inizia da dove ti trovi adesso: è il titolo del Corso nazionale per responsabili di capitolo della Divisione uomini, che si è tenuto a Chianciano dal 31 maggio al 2 giugno, con la presenza di più di 300 persone provenienti da quasi tutte le regioni d’Italia. Inizia da dove ti trovi adesso, perché è proprio da dove siamo, in questo momento che ha inizio la rivoluzione umana e il cambiamento del destino di tutta l’umanità
Il vice presidente della Soka Gakkai, Yuichiro Kitano, ha tenuto una lezione sul Mondo del Gosho, (che sarà pubblicata prossimamente sul Nuovo Rinascimento), in cui si spiega come “spezzare l’oscurità innata della vita e manifestare la vera natura di tutti i fenomeni”. Prima però ha fatto una premessa sul tema “fede, pratica e studio”, commentando passi del Gosho La vera entità della vita (SND, 4, 229-235), che ha definito “il cuore del Buddismo del Daishonin”. In questa lezione e nell’intervento di chiusura del corso, Kitano ha parlato del rispetto per ogni persona e del dialogo, come pratica fondamentale della Soka Gakkai, basata sulla fede nella Buddità di ognuno, e in grado di contrastare le tendenze conflittuali proprie di questa epoca. Ha inoltre parlato della necessità di essere consapevoli della presenza, nella vita di tutti, dell’oscurità innata insieme alla natura illuminata; e di tornare, nei momenti di difficoltà o confusione, al punto d’origine, allo spirito originario, al Gohonzon, al Gosho, alle guide del presidente Ikeda.
Tamotsu Nakajima, nell’intervento di apertura del corso, e in quello di chiusura, ha espresso la sua ferma decisione di realizzare, entro la fine di quest’anno, un movimento pieno di benefici e di gioia di praticare e ha parlato dell’importanza dello sviluppo dei legami umani, commentando alcuni passi del Gosho Le quattordici offese (SND, 5, 171-182.)
«Torniamo alla fede. Creiamo e approfondiamo le relazioni umane tra i membri» ha deciso con rinnovata forza Nakajima in sintonia con il presidente Ikeda. È il legame umano, che è importante. Come risultato di tantissimi sforzi i membri italiani sono i più numerosi d’Europa. C’è una cosa però a cui fare attenzione: non fare paragoni e non giudicare gli altri. Il legame umano tra i membri è la trama del tessuto che ha per ordito il legame di ciascuno con il Gohonzon e con il maestro, come spiega Ikeda nel Mondo del Gosho.
Non ordini da eseguire, ma dialogo. Discutere, decidere insieme, e creare una organizzazione piena di simpatia umana e di calore. Siamo liberi, nessuno ci impone quello che dobbiamo fare. Il nostro impegno è usare questa pratica per diventare felici e realizzare kosen-rufu insieme agli altri. L’organizzazione ha questa funzione: incoraggiare le persone a usare la pratica per avere benefici e a far conoscere il Buddismo a tante persone nuove per realizzare kosen-rufu.
In tutto questo, le persone che ci “danno fastidio” sono un’occasione per migliorare noi stessi. Proseguendo, Nakajima ha commentato alcuni passi del Gosho Le quattordici offese (SND, 5, 171): «Poiché non c’è differenza tra il Daimoku recitato dal Daishonin e il nostro, anche il beneficio deve essere uguale. Se è differente, il motivo può risiedere nelle quattordici offese…Se stai recitando Daimoku per la felicità di tutti, allora stai recitando con lo spirito del sutra».
«L’importante – ha proseguito – è lodare l’altro: così aumenta la fortuna di entrambi. Calunniando e disprezzando, invece, si semina sfiducia tra le persone. Se accenno, o lascio intendere, che non mi posso fidare di una persona, chi ascolta rimane con questa impressione. Se poi, in un’altra occasione, mi comporto allo stesso modo, l’impressione si rafforza. Così, quotidianamente “spezziamo” l’armonia fra noi, e poi diciamo, a parole, che vogliamo fare itai doshin. È grave agire così; nessuno “vuole” ostacolare kosen-rufu, ma nei fatti lo facciamo quotidianamente. Vogliamo diventare felici, ma quotidianamente lavoriamo per il contrario. È un problema pensare male di un altro Budda. L’azione giusta è: lodare, rispettare la differenza, apprezzare. E per trovare la qualità positiva nascosta in ciò che ci sembra solo un difetto, bisogna sforzarsi. Se non si fa così, rimane il disprezzo».
Nakajima ha poi sintetizzato l’attività che caratterizza la responsabilità di capitolo e quella di settore: un responsabile di capitolo conosce bene i responsabili di gruppo, oltre a quelli di settore. E, attraverso i responsabili di gruppo, cerca di conoscere i membri. Per far stare bene tutti, è necessario, prima di tutto sapere quante persone ci sono nel settore, nel capitolo, sapere chi sono: in questo modo, si può recitare per ognuno. Un responsabile di settore conosce bene tutti, e aiuta i responsabili di gruppo, visitando i membri insieme a loro. L’importante è che ogni persona pratichi bene, studi il Buddismo, lo faccia conoscere a nuove persone, prenda benefici, trasformi le sue sofferenze e diventi felice. La pratica corretta genera naturalmente lo spirito dell’offerta, dello zaimu. Il Daishonin, destinatario delle sincere offerte dei suoi discepoli, non c’è più. Ma c’è il suo erede, la nostra organizzazione, che vive e cresce con le nostre offerte.
Nakajima ha invitato tutti a decidere, con questo corso, ciò che si vuole realizzare entro la fine dell’anno. Decidere che tutte le persone che praticano con noi diventino felici. «Altrimenti è una perdita di tempo. Non voglio fare prediche, ma stiamo perdendo tanto tempo, purtroppo», ha detto Nakajima, riferendosi evidentemente al clima di discordia, che ancora continua a frenare le potenzialità di tante persone.
La lezione tenuta dal vice direttore generale, Andrea Bottai, e dal vice responsabile nazionale della Divisione uomini, Riccardo Pacci, ha fatto riferimento ancora al Mondo del Gosho, in cui si analizza l’attenzione, la premura, la concretezza con la quale il Daishonin, nel corso del tempo ha incoraggiato, sostenuto e consigliato Shijo Kingo, per aiutarlo a vincere in momenti cruciali della sua vita. Il Gosho I tre tipi di tesori (SND, 4, 171-179) unisce al riconoscimento del profondo legame che unisce il discepolo al maestro alcune indicazioni di fede e consigli pratici di comportamento, anche molto dettagliati, che dimostrano la grande umanità del Daishonin e la cura con cui egli si sforza di insegnare a Shijo Kingo un atteggiamento (“azione invisibile”) che produrrà benefici visibili. Ancora più importanti dei tesori del magazzino sono i tesori del corpo e i tesori del cuore sono i più importanti di tutti. Seguendo i consigli del Daishonin, Shijo Kingo poté trasformare la difficilissima situazione che stava vivendo con il suo signore, Ema, in una condizione ancora migliore di quella precedente.
Francesco Liverini, commercialista e membro del Comitato Direttivo Finanziario dell’Istituto, ha tenuto una lezione informativa sugli aspetti giuridici e finanziari dell’Istituto, accompagnata da una sessione di domanda e risposta. Sono stati trattati in dettaglio argomenti quali le funzioni, le modalità di nomina e la attuale composizione degli Organi statutari dell’Istituto; il Bilancio preventivo e consuntivo e le modalità di approvazione delle spese; l’utilizzo delle eccedenze; il personale dipendente dell’Istituto e i criteri di assunzione. Alcuni di questi argomenti sono stati approfonditi ulteriormente a seguito di domande, tutte molto precise e pertinenti. Un resoconto di tutti questi aspetti, come suggerito anche in una delle domande, sarà pubblicato a parte, in uno dei prossimi numeri del Nuovo Rinascimento.
Andrea Bottai, ha risposto a una domanda sull’intesa tra l’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai e lo Stato, chiarendo sia gli aspetti tecnici che quelli dottrinali legati al processo di ottenimento dell’intesa.
Il poema che il presidente Ikeda ha dedicato all’Italia, Il nuovo brillante secolo dell’Italia, è stato commentato dai due vice direttori generali Giovanni Littera e Franco Malusardi. Malusardi ha sottolineato l’importanza di costruire una profonda unità tra noi, di comprendere perché questo risulta difficile, e quale profondo valore ci sia nell’essere creatori di itai doshin.
L’importanza della lode e dell’imparare a lodare è stato un punto importante del commento di Littera. «Bisogna – ha detto – invertire la proporzione tra “lodare e parlare male”, imparando dal presidente Ikeda, che ci loda di continuo. Inoltre, non preghiamo dopo aver agito per realizzare uno scopo, quando non sappiamo più che cosa fare. Preghiamo prima di agire, e, con la preghiera, liberiamoci dal dubbio, dall’insicurezza, dalla paura di “volere i benefici”».
Il corso è stato caratterizzato da un clima di “maturità”, di calma e di forza che si avvertiva anche nell’organizzazione scorrevole e senza formalità dei vari eventi. E l’ultima esperienza, collettiva, è stato lo spettacolo di venti minuti, preparato a velocità supersonica e con grande affiatamento da parte del cast improvvisato sui due piedi, che ha riscosso uno strepitoso successo. Una piccola dimostrazione dell’immenso potere di itai doshin.

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