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Lo spirito di non arrendersi - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 11:28

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    Lo spirito di non arrendersi

    A gennaio di quest’anno il presidente Ikeda ha iniziato a pubblicare una serie di lezioni dedicate “Ai miei amati giovani”. Di seguito un estratto della seconda lezione, pubblicata sul Daibyakurenge di febbraio

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    A gennaio di quest’anno il presidente Ikeda ha iniziato a pubblicare una serie di lezioni dedicate “Ai miei amati giovani”. Di seguito un estratto della seconda lezione, pubblicata sul Daibyakurenge di febbraio

    I giovani Soka sono un’assemblea di re leoni

    Nichiren Daishonin fu un grande re leone. La nostra Soka Gakkai ha ereditato il suo “cuore del re leone”. Di conseguenza, i giovani uomini e le giovani donne, successori Soka, sono un’assemblea di re leoni, diretti discendenti del Budda originale. Come spiega il Buddismo, il re leone è la rappresentazione del grande stato vitale del Budda. Il leone non si lascia sconfiggere da nulla. Vince assolutamente. “Leone” è un altro nome per “invincibile”. L’espressione che indica lo “spirito di non arrendersi” descrive in modo chiaro e diretto il grande stato vitale di questo tipo di campione.
    Sessantacinque anni fa (1953), come consigliere del capitolo Bunkyo, esortai i miei compagni dicendo: «Membri del capitolo Bunkyo, siate tenaci! Siate audaci e risoluti! Fate vostro lo spirito di non arrendervi!». 
    Tutti si alzarono in accordo con il mio spirito. Così, quel piccolo capitolo che non stava conseguendo risultati divenne il primo di tutto il Giappone, il “grande Bunkyo”.
    […] Alla luce degli scritti del Daishonin, a prescindere dai risultati, ho sempre lodato coloro che si sfidavano per trasmettere la Legge mistica dicendo loro: «Tutto tornerà a tuo vantaggio» oppure: «Ti sei impegnato davvero al massimo». Nonostante stessero affrontando il proprio karma e lottando duramente a causa di problemi finanziari o di salute, i miei compagni di fede non si sono mai lasciati sconfiggere. Hanno affrontato quelle difficoltà come occasioni per fare esperienze di fede che poi raccontavano allegramente, facendo risplendere lo spirito di non arrendersi. Quei risultati straordinari che brillano come colonne d’oro nella storia di kosen-rufu rappresentano la cristallizzazione della lotta delle persone comuni che si sono risvegliate alla propria missione.

    1. Credere fino in fondo in se stessi

    In questa lezione vorrei parlare dello spirito di non arrendersi – che costituisce l’essenza del Buddismo di Nichiren Daishonin e la base della Gakkai – con il desiderio di incoraggiare i miei giovani amici che si impegnano con risolutezza a scalare la vetta di kosen-rufu e le difficoltà della vita.
    Il primo punto essenziale per vivere appieno con lo spirito di non arrendersi è credere fino in fondo in se stessi. Credere fino in fondo nella natura di Budda insita in se stessi dal tempo senza inizio (kuon), senza mai dubitare, qualsiasi cosa accada. Questo è il requisito fondamentale di un praticante dotato dello spirito di non arrendersi.
    Vorrei quindi innanzitutto confermare questo principio.
    Nichiren Daishonin scrive: «Tuttavia, se reciti e credi in Myoho-renge-kyo, ma pensi che la Legge sia al di fuori di te, stai abbracciando non la Legge mistica, ma un insegnamento inferiore […] Perciò, quando invochi myoho e reciti renge devi sforzarti di credere profondamente che Myoho-renge-kyo è la tua vita stessa» (RSND, 1, 3). 

    Vincere attraverso una trasformazione radicale

    Il conseguimento della Buddità in questa esistenza è un Gosho traboccante di speranza in quanto indica che chiunque può sicuramente diventare un Budda in questa esistenza. In questo Gosho il Daishonin promette che una persona che recita il Daimoku della Legge mistica, a prescindere dalle sue condizioni attuali o passate, sarà sicuramente in grado di aprire la strada per l’eterno futuro.
    L’esito finale, la vittoria o la sconfitta nella vita, non può essere deciso a metà strada. Anche se dovessimo essere attaccati da ogni tipo di difficoltà o sofferenza, se conti­nuiamo a recitare Daimoku vivendo per realizzare kosen-rufu riusciremo sicuramente a trasformare qualsiasi veleno in medicina.
    La vittoria nella vita si può ottenere attraverso una trasformazione radicale, un capovolgimento perseguito con tenacia e perseveranza, fino in fondo.
    Questa è la strada che conduce direttamente al conseguimento della Buddità in questa esistenza.

    Credere fino in fondo nelle proprie potenzialità

    Il Buddismo del Daishonin parte dalla consapevolezza che dentro di noi vi è la grande condizione vitale del Budda. 
    Di conseguenza, la nostra preghiera non è una fede passiva che ci salva da qualcosa, non è una fede a cui ci si aggrappa,  a cui ci si raccomanda. È una lotta continua per riuscire a credere fino in fondo nelle proprie potenzialità, che ci permette di far emergere la condizione vitale del mondo di Buddità insita nella nostra vita. È una lotta che si svolge «giorno dopo giorno, mese dopo mese» (RSND, 1, 886).
    Il Daishonin afferma che se ricerchiamo la Legge al di fuori di noi, per quanto Daimoku possiamo recitare, non solo non riusciremo a conseguire la Buddità, ma la nostra pratica diventerà un’infinita e dolorosa austerità. Ricercare la Legge al di fuori di noi equivale a ricercare le cause e gli effetti della felicità o dell’infelicità al di fuori di noi, far ricadere la responsabilità all’esterno dicendo ad esempio che “quella persona è cattiva” o che “le condizioni non erano buone”.

    “Io possiedo la stessa condizione vitale del Budda!”

    Anche se lungo il cammino della nostra vita le cose non dovessero andare come desideriamo, una persona che possiede lo spirito di non arrendersi non si sente per nulla scoraggiata.
    Una volta il mio maestro Toda disse a una giovane donna: «Anche se pensi di non valere, ti prego di essere fiera di te stessa in quanto possiedi la stessa condizione vitale del Budda originale, e di trionfare nella tua vita con un cuore nobile. Non devi assolutamente disprezzarti». Il Buddismo del Daishonin ci permette di vincere sui momenti di scoraggiamento e di emotività, quando ad esempio pensiamo “tanto a che serve” o “per me è impossibile”, senza lasciarci trasportare da questi sentimenti.
    Il potere benefico della Legge mistica è quello di fendere l’oscurità fondamentale che tenta di sminuire la nostra condizione vitale.
    In altre parole, il Daimoku è una battaglia contro l’oscurità fondamentale che ci nasconde il fatto che noi stessi siamo Budda. Di conseguenza, è una lotta in cui si vince o si perde. Consiste nel trionfare sulla sfiducia attraverso il Daimoku e rompere il guscio del piccolo io. Il Daimoku è la sorgente del potere fondamentale che trasforma persino la tristezza in una fonte di creatività.
    Il Daishonin afferma: «Quando invochi myoho e reciti renge devi sforzarti di credere profondamente che Myoho-renge-kyo è la tua vita stessa». 
    La pratica del Buddismo, ovvero la pratica del Daimoku, è una sfida per ritornare al proprio vero io e far emergere la condizione vitale del tempo senza inizio, risvegliando profondamente la propria fede e pregando sulla base di una forte determinazione.
    Il presidente Toda, durante la sua prigionia, continuò a pregare e si illuminò al fatto che «il Budda è la vita stessa» e che «io stesso sono un Bodhisattva della Terra!».
    Inoltre, spiegò in modo chiaro l’atteggiamento fondamentale da assumere nella preghiera, ovvero decidere che «noi stessi siamo Nam-myoho-renge-kyo». […] 

    Ognuno di voi è prezioso e insostituibile

    Qualunque cosa possano dire gli altri, ciascuno di voi ha una grande missione da compiere per kosen-rufu, ciascuno di voi è un tesoro insostituibile. È un nobile e prezioso compagno di fede che ha la missione di mettere in grado le persone di creare legami con il Buddismo.
    Io credo nei giovani. Qualsiasi cosa possa accadere, sono convinto che i giovani si alzeranno; io prego per questo, e mi aspetto questo da loro. 
    Non bisogna farsi influenzare dalle lodi o dalle critiche. L’importante è che ognuno avanzi con gioia e sicurezza lungo il cammino della propria missione, così com’è, come un figlio della Gakkai, come un giovane Soka, secondo il principio del “ciliegio, susino, pesco e prugno selvatico” [ognuno con le proprie caratteristiche e la propria individualità].

    2. Un cuore dedito al voto è essenziale per sviluppare lo spirito di non arrendersi

    «Questo io affermo. Che gli dèi mi abbandonino. Che tutte le persecuzioni mi assalgano. Io continuerò a dare la mia vita per la Legge! […] Io sarò il pilastro del Giappone. Io sarò gli occhi del Giappone. Io sarò il grande vascello del Giappone. Questo è il mio voto, e io non lo infrangerò mai!» (RSND, 1, 253).
    Quando, all’età di trentadue anni, venni nominato terzo presidente della Soka Gakkai, lessi più volte questo Gosho in cui il Daishonin formula il suo grande voto, incidendolo profondamente nel mio cuore.
    Un atteggiamento indispensabile nello spirito di non arrendersi è quello di non dimenticare mai il voto, di non infrangere mai il voto. Portare a compimento il voto formulato e continuare a sfidarsi più e più volte, qualsiasi cosa accada. Questo è lo spirito di non arrendersi. Un cuore dedito al voto rappresenta il secondo punto essenziale dello spirito di non arrendersi che pulsa nel Buddismo del Daishonin.
    In questo brano de L’apertura degli occhi il Daishonin, attraverso il suo stesso modo di vivere risoluto, dissolve il dubbio che si era insinuato nel cuore dei suoi discepoli. […] Proprio questo cuore che non indietreggia è l’essenza di un devoto del Sutra del Loto, è lo spirito di non arrendersi.
    Nel momento in cui facciamo nostro il voto del Budda originale e lo portiamo avanti con risolutezza, diventiamo un tutt’uno con la vita del Budda e riusciamo a manifestare un coraggio senza pari, una saggezza illimitata, una compassione eterna e un potere senza fine.
    […] La lotta per kosen-rufu, la rivoluzione umana personale e la trasformazione del karma non sono affatto cose distinte e separate. Anzi, è proprio quando si vive fino in fondo basandosi su un voto risoluto per la Legge, per i compagni di fede e per kosen-rufu che lo “spirito di non arrendersi” si manifesta e il potere del Budda emerge in modo quasi inaspettato.

    Ritorniamo al punto di origine, allo spirito “invincibile e sempre vittorioso”

    Non piegarsi mai di fronte alle difficoltà; respingerle tutte e aprire la strada della vittoria e di una nuova espansione di kosen-rufu. 
    Questo è lo spirito di non arrendersi di maestro e discepolo Soka.
    Il mio maestro Toda mi fece dono di questa poesia waka: 

    Vincere o perdere
    sono entrambi 
    parti della vita,
    ma io prego il Budda
    per la vittoria finale.
     

    Il Buddismo è vincere o perdere. Proprio per questo, il maestro e i discepoli devono continuare a lottare fino alla fine. Anche se lungo il cammino possono esserci vittorie o sconfitte, alla fine si è assolutamente in grado di vincere; questa è l’essenza della strategia del Sutra del Loto.
    Ciò che mi rende felice è che i giovani di tutto il mondo, a cominciare da quelli del Kansai, hanno ereditato e stanno solennemente portando avanti questa determinazione e adesso, ancora una volta, fanno sgorgare la sorgente dello spirito “invincibile e sempre vittorioso” nel mondo intero.

    L’importante è rialzarsi ogni volta che si cade

    Quando, nel novembre del 1978, le tempeste degli ostacoli e dei demoni imperversavano sulla Gakkai, mi rivolsi ai giovani che si erano assunti la responsabilità del futuro dicendo: «Una vita in cui non ci si lascia mai sconfiggere rappresenta la vittoria eterna. In realtà, la grande vittoria consiste, più che nel vincere, nel non lasciarsi mai sconfiggere, nel non arrendersi mai».
    Non arrendersi equivale al coraggio di sfidarsi. Per quante volte si possa cadere, l’importante è rialzarsi ogni volta. L’importante è avanzare anche di un solo passo, anzi no, anche solo di mezzo passo.
    Il Daishonin afferma: «Poiché io ho esposto questo insegnamento, sono stato esiliato e quasi ucciso. Come dice il proverbio: “Un buon consiglio irrita l’orecchio”. E tuttavia non sono scoraggiato» (RSND, 1, 664).
    Ciò equivale a non essere mai scoraggiati, quali che siano le difficoltà che emergono facendo a gara per interferire. Proprio questo spirito indomito, ovvero lo spirito di non arrendersi, costituisce l’essenza del Buddismo di Nichiren Daishonin.

    Una vita dedita alla missione di kosen-rufu

    Nel turbine di difficoltà in cui versava l’azienda del mio maestro Toda, a causa della recessione post bellica, scrissi nel mio diario: «Nella società si incontrano persone che vincono e persone che perdono. Non si può fare affidamento sulla fortuna e sulla sfortuna. Anche se vinciamo, la nostra euforia non durerà per sempre. Ma una persona che si risveglia da sola, anche se subisce una sconfitta è in grado di costruirsi un futuro più vasto e più profondo. Finché non siamo sconfitti nel profondo di noi stessi, possiamo avanzare passo dopo passo, certi che alla fine vinceremo» (Diario giovanile, esperia, 4 ottobre 1950, pag. 85).
    Tutt’ora, queste convinzione in me non è cambiata. “Una persona che si risveglia da sola” è una persona che si risveglia al voto condiviso di maestro e discepolo e alla propria missione in quanto discepolo.
    È una persona che ha fatto coincidere perfettamente l’obiettivo della propria vita con la missione di realizzare kosen-rufu.

    I giovani sono i protagonisti principali

    Lo spirito di non arrendersi è tutt’uno con il voto condiviso di maestro e discepolo.
    Lo spirito di non arrendersi è un altro nome per indicare la condizione vitale di Buddità. Lo spirito di non arrendersi è la forza motrice della vittoria degli esseri umani.Finché nella Soka Gakkai continuerà a pulsare lo spirito di non arrendersi, sarà possibile lasciar scritta la storia immortale e vittoriosa delle persone comuni per i diecimila anni dell’Ultimo giorno della Legge e più, per l’eternità. 
    I protagonisti di questo poema epico siete voi, giovani successori. 
    La vittoria di domani sta nel nostro spirito di non arrendersi.
    Continuiamo a vivere con fierezza incidendo nel cuore il grande voto di maestro e discepolo, e creiamo tutti insieme una storia di brillanti realizzazioni da lasciare ai posteri, per i prossimi diecimila anni!

    (febbraio 2018)

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