Il 5 giugno l’appello ai giovani di Adolfo Pérez Esquivel e Daisaku Ikeda è stato presentato presso la sala della Stampa estera, a Roma
Hiromasa Ikeda, vice presidente della Soka Gakkai
Il professor Pérez Esquivel e mio padre, Daisaku Ikeda, hanno sempre lottato per la pace e hanno preparato questo appello riponendo la massima fiducia nei giovani. Sono convinto che in futuro emergerà tutto il significato e il valore di questo appello.
Il nostro desiderio è che a questo appello facciano seguito iniziative dei giovani in tutto il mondo. Pérez Esquivel e mio padre hanno attraversato il ventesimo secolo, con tutte le sue tragedie e guerre. Rappresentano la generazione precedente alla mia: io ero un adolescente quando loro erano nel vivo della lotta. Ora attraverso la loro esperienza vogliono lasciare un messaggio ai giovani di oggi, che sono i protagonisti del ventunesimo secolo. Io ho visto i tanti cambiamenti degli ultimi cinquant’anni. La mia speranza e il mio augurio è che i miglioramenti e il cambiamento possano continuare a vedersi anche nei prossimi cinquant’anni. Sono qui con questo desiderio: affidare la responsabilità del cambiamento ai giovani di oggi!
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Pérez Esquivel, premio Nobel per la Pace
Sono felice di iniziare questo cammino e ringrazio il maestro Daisaku Ikeda per aver condiviso con me questa sfida da portare avanti insieme ai giovani. Questo appello è l’inizio di un cammino. La nostra sfida è arrivare al cuore dei giovani.
I giovani non sono il futuro, sono il presente.
Se noi saremo in grado di dare fiducia ai giovani, di generare in loro la speranza, allora sarà possibile cambiare il mondo.
Esattamente cinquant’anni fa, a Parigi, i giovani si sono ribellati, ed è bello pensare che questo appello viene presentato proprio nell’anniversario del ’68! I ragazzi di Parigi gridavano: «Siamo realisti, chiediamo l’impossibile…». Ma cos’è l’impossibile? Se i giovani si uniscono e lottano insieme per un modo migliore, allora l’impossibile diventerà possibile.
In un’epoca così angosciante saremo in grado di realizzare quest’utopia solo se ci assumiamo l’impegno, la responsabilità di unirci nella diversità. Dobbiamo unire le nostre forze. Nell’appello parliamo di ciò che accade in questa nostra casa comune. Parliamo del cambiamento climatico che sta distruggendo il pianeta, e della minaccia nucleare. Non possiamo continuare a maltrattare la nostra madre Terra, dobbiamo trovare un nuovo equilibrio e proteggere la vita sul pianeta. Bisogna puntare a “disarmare il pensiero” e arrivare al disarmo integrale.
Un altro punto fondamentale a cui fa riferimento questo appello è il dramma dei rifugiati. Milioni di persone vedono la loro vita distrutta dalle guerre, dalla fame, dalla povertà. Noi chiediamo ai giovani di essere solidali con i rifugiati.
è necessario inoltre puntare sull’educazione per creare una coscienza critica e far crescere persone libere. Ci auguriamo che anche i mezzi di comunicazione collaborino portando avanti questi valori.
Il maestro Ikeda e io abbiamo affrontato esperienze dolorose, anche drammatiche, ma non abbiamo mai perso la speranza. Ora è arrivato il momento di passare il testimone ai giovani.
Questo passaggio di testimone è la nostra sfida. Significa fare in modo che i giovani diventino protagonisti della loro vita e costruttori di una nuova storia, affinché possano spiccare il volo mostrandoci il cammino. Noi li accompagneremo, camminando né più avanti né più indietro, ma di fianco a loro.