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L'inizio della fine delle armi nucleari - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

7 dicembre 2025 Ore 02:14

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L’inizio della fine delle armi nucleari

«Se vogliamo lasciarci alle spalle l’era del terrore nucleare dobbiamo combattere contro il vero “nemico”. Quel nemico non sono le armi nucleari in quanto tali, né gli Stati che le possiedono o che le costruiscono. Il vero nemico da affrontare è il modo di pensare che giustifica le armi nucleari: l’essere pronti ad annientare gli altri qualora essi siano considerati una minaccia o un intralcio alla realizzazione dei propri interessi»

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«Se vogliamo lasciarci alle spalle l’era del terrore nucleare dobbiamo combattere contro il vero “nemico”. Quel nemico non sono le armi nucleari in quanto tali, né gli Stati che le possiedono o che le costruiscono. Il vero nemico da affrontare è il modo di pensare che giustifica le armi nucleari: l’essere pronti ad annientare gli altri qualora essi siano considerati una minaccia o un intralcio alla realizzazione dei propri interessi»

(Daisaku Ikeda, BS, 139, 54)

Quest’anno segna il sessantesimo anniversario della Dichiarazione per l’abolizione delle armi nucleari rilasciata l’8 settembre 1957 di fronte a un’assemblea di 50.000 giovani, nella quale Josei Toda affermò che le armi nucleari rappresentano un male assoluto e una minaccia fondamentale al diritto alla vita delle persone di tutto il mondo. Il 7 luglio 2017 le Nazioni Unite hanno adottato un Trattato che proibisce l’uso delle armi nucleari, un passo importante verso la loro definitiva eliminazione. Un progresso storico a cui fa seguito la necessità attuale di creare un ampio sostegno al Trattato e al continuo impegno globale per realizzare un mondo libero dalle armi nucleari. Il fatto che il Trattato che vieta le armi nucleari sia diventato realtà proprio in questo momento, assume per tutti noi un significato davvero profondo.

(I testi citati sono su www.senzatomica.it)

L’impegno decennale di Daisaku Ikeda per rendere concreta la risoluta Dichiarazione per l’abolizione della armi nucleari del suo mae­stro Josei Toda, lo ha visto impegnato in molti dialoghi e nell’invio annuale alle Nazioni Unite di una Proposta di pace che ha sempre tenuto come tema centrale l’urgenza della messa al bando delle armi nucleari.
Anche nella Proposta di pace di quest’anno ha scritto: «La società civile può svolgere un ruolo vitale nel chiarire e dare un volto umano a problemi che hanno una profonda rilevanza per tutti, al di là dei confini nazionali, e ciò a sua volta potrebbe incoraggiare un’azione concertata su scala globale. In caso contrario, tali questioni sarebbero affrontate solo nel contesto delle politiche nazionali.
Il Manifesto Russell-Einstein, pubblicato il 9 luglio 1955 da un gruppo di eminenti scienziati di tutto il mondo per evidenziare i pericoli delle armi nucleari, fu un esempio che fece storia: «Cercheremo di non dire una sola parola che possa piacere a un gruppo più che a un altro. […] Ci appelliamo, in quanto esseri umani, ad altri esseri umani: ricordate la vostra umanità e dimenticate il resto» (BS, 182, 31).
E in un articolo pubblicato sul Japan Times lo scorso 5 giugno, Daisaku Ikeda aveva scritto: «Una convenzione che vieti le armi nucleari darebbe uno slancio cruciale alla realizzazione degli obblighi di disarmo previsti dal Trattato di non proliferazione. La sua adozione darebbe l’impulso decisivo per abolire le armi nucleari. È quindi fondamentale che questa si realizzi entro la fine della seconda sessione dei negoziati, il 7 luglio».
Da lì gli eventi si sono susseguiti fino alla votazione del 7 luglio quando il Trattato per la messa al bando delle armi nucleari è stato approvato ­dall’ONU con 122 voti favorevoli, 2 astenuti e 1 contrario.

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