Deprecated: Function strftime() is deprecated in /var/www/vhosts/ilnuovorinascimento.org/wp-dev.ilnuovorinascimento.org/site/wp-content/themes/nuovo-rinascimento/functions.php on line 220
L'impegno di ognuno per costruire un futuro sostenibile - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 09:29

559

Stampa

L’impegno di ognuno per costruire un futuro sostenibile

Hazel Henderson, economista e opinionista, e Daisaku Ikeda si confrontano in questo testo per capire come sia possibile operare all’interno di famiglia e comunità per garantire a tutti un futuro più sostenibile. Nella convinzione che ciascun individuo in quanto “cittadino del mondo” può partecipare alla creazione di un modello di sviluppo incentrato sulla felicità sociale. In tutto questo il ruolo delle donne è fondamentale

Dimensione del testo AA

Hazel Henderson, economista e opinionista, e Daisaku Ikeda si confrontano in questo testo per capire come sia possibile operare all’interno di famiglia e comunità per garantire a tutti un futuro più sostenibile. Nella convinzione che ciascun individuo in quanto “cittadino del mondo” può partecipare alla creazione di un modello di sviluppo incentrato sulla felicità sociale. In tutto questo il ruolo delle donne è fondamentale

Hazel Henderson, Daisaku Ikeda, Cittadini del mondo

Un’amicizia scaturita dal comune impegno per promuovere la Carta della Terra: a partire da questa esperienza, Daisaku Ikeda e Hazel Henderson, una delle donne in prima linea nella battaglia per la salvaguardia dell’ambiente, si confrontano in un dialogo che affronta i temi fondamentali della “cittadinanza planetaria” del ventunesimo secolo. Dall’esame di questioni generali come la necessità di uno sviluppo più equilibrato, che tenga conto della giustizia sociale e della sostenibilità ecologica, giungono a temi più specifici come il ruolo dell’ONU e le condizioni che possono rendere effettivo il potere delle Nazioni Unite in merito all’osservanza dei trattati internazionali o nella battaglia contro il terrorismo internazionale.
Un confronto che tende continuamente a trovare le idee, le radici e gli obiettivi comuni, pur riconoscendo la diversità delle origini e delle culture di provenienza. E il dialogo si dipana a partire dal racconto delle esperienze di vita dei due interlocutori, dall’infanzia in tempo di guerra, al percorso di autoformazione sostenuto dall’amore per la lettura, al comune impegno per un futuro più sostenibile.

Cittadinanza globale

Il sostegno di Henderson e Ikeda alla Carta della Terra scaturisce in primo luogo dall’idea condivisa che la vita è una, che gli esseri viventi abbiano un’origine interdipendente e che gli esseri umani siano un’unica, grande famiglia. Quindi, «proteggere la vita degli altri, l’ambiente e la terra è lo stesso che difendere la propria vita». E Henderson sottolinea come nella Carta della Terra si parli di un senso di responsabilità universale, che implica anche azioni volte non solo al recupero ambientale, come il finanziamento allo sviluppo e la lotta contro la povertà.
Centrale in questo senso è il concetto di “cittadinanza globale”, sintetizzabile nel motto di René Dubos “pensare globalmente e agire localmente”. Per Henderson e Ikeda è fondamentale il ruolo dei movimenti di base e delle ONG nella pressione sulle istituzioni dei singoli paesi. «Nella crisi globale che stiamo attraversando – commenta Ikeda -, la solidarietà fra persone che si sentono intimamente in dovere di agire può costituire la forza propulsiva verso la formazione di un’etica veramente universale». Proprio il sostegno dei movimenti popolari e la partecipazione della società civile quale nuova forza mondiale, secondo la Henderson, hanno consentito gli accordi che poi hanno dato vita a molti dei trattati sul controllo degli armamenti e delle leggi internazionali per la salute e la difesa dell’ambiente. Ma fondamentale è anche l’impegno quotidiano dei singoli individui.

Nel secolo delle donne

Henderson e Ikeda ritengono centrale il ruolo delle donne nella promozione della pace e dello sviluppo sostenibile. Secondo Henderson, la prospettiva femminile afferma la necessità di «eleggere a valori sociali cooperazione, uguaglianza, servizio e simbiosi al posto di concorrenza, discriminazione, sfruttamento e spreco».
Henderson è nota anche per il concetto di “economia dell’amore”, elaborato a partire dall’osservazione del ruolo femminile nella società: le donne «fanno girare il mondo e forniscono tutti quegli amorevoli servizi che tengono unita la comunità. Sono loro a fare tutte quelle cose che permettono agli uomini di uscire a competere nel campo di battaglia economico. Senza di loro, il mondo andrebbe a pezzi. Il lavoro delle donne, però, non compare nei dati economici, la loro fatica è considerata priva di valore. Naturalmente, non viene compensata perché è fatta per amore, senza alcun desiderio di lucro». Henderson e Ikeda riconoscono il ruolo di alcune “donne eccellenti” del ventesimo secolo nella battaglia contro l’ingiustizia sociale, in nome della dignità umana e della pace, e sono concordi nell’affermare che il ventunesimo secolo è “il secolo delle donne” [vedi riquadro alle pagine 20-21]. Entrambi riconoscono l’impegno femminile per la pace. In particolare, Henderson sottolinea come «per le donne, la guerra non è altro che un terribile spreco. Infatti le donne sanno quanto tempo, amore e fatica ci vogliono per crescere un bambino. Quando scoppia una guerra, tutto ciò svanisce nel nulla e, quel che è peggio, i figli rischiano di restare uccisi. Le donne trovano intollerabile questa situazione».
Un punto cruciale è l’istruzione, che per entrambi è una priorità assoluta e su cui Henderson invita a investire il denaro che attualmente va a sovvenzionare le spese militari o imprese a scopo di lucro. Un’istruzione che deve essere prima di tutto educazione, che consenta ai giovani di acquisire fiducia in se stessi e di scoprire i loro talenti, ma anche che coltivi cittadini globali.
Il libro si conclude con un capitolo dedicato al concetto di “società senza perdenti” caro alla Henderson, nel quale i due interlocutori sostengono la necessità di mettere al centro dell’economia globale non la massimizzazione dei consumi materiali – con la conseguente concorrenza accanita – ma il miglioramento della qualità della vita delle persone e l’incremento del livello di felicità sociale: dunque, un modello che promuova la crescita interiore dell’essere umano, nel quale ha un ruolo fondamentale la cooperazione. Una società senza perdenti è possibile solo a partire dal risveglio spirituale degli individui: «Sono convinto – conclude Ikeda – che solo un movimento che risvegli la spiritualità di ogni individuo e si sforzi di dare potere alle persone, ossia un movimento di gente e per la gente, possa divenire la forza trainante per un’autentica riforma del pianeta».

• • •

Sfogliando il libro

Nata nel 1933 a Bristol, in Gran Bretagna, Hazel Henderson ha studiato all’”università chiamata vita umana”, come ama definirla: prima commessa a Bristol, poi impiegata ai Caraibi e a New York. Queste esperienze furono molto importanti per la sua formazione: «Ciascun individuo che vediamo camminare per strada, persino una semplice commessa quale ero io al tempo – afferma -, ha delle potenzialità che può sviluppare, se ci lavora su». Nel 1964 Hazel Henderson diventò infatti la guida del movimento Citizens for Clean Air (Cittadini per l’aria pulita) di New York. Furono le macchie di fuliggine sulla pelle della figlia a farle decidere di impegnarsi mobilitando le madri di altri bambini in un piccolo gruppo locale che presto divenne un movimento ben più ampio e che riuscì a ottenere l’approvazione di varie leggi sul controllo dell’inquinamento ambientale.
Proprio a partire dall’impegno in difesa dell’ambiente e grazie agli studi da autodidatta giunse a elaborare l’idea di una “nuova economia”, un’”economia verde” incentrata sulla qualità della vita delle persone, basata sul recupero di efficienza che si traduce in azioni come il risparmio energetico, il riuso, il riciclaggio, il baratto, il prestito, oltre all’utilizzo delle energie rinnovabili.
Riconosciuta come esperta di livello internazionale, Henderson è oggi consulente per varie organizzazioni governative e istituzionali di più di trenta Paesi, oltre che opinionista per l’agenzia InterPress Service. I suoi articoli sono letti in ventisette lingue e in oltre quattrocento giornali.

La società senza perdenti, pagg. 202-217

Ikeda: Passiamo ora all’idea che dà corpo alle sue speranze per il futuro, quella cioè di una società senza perdenti. […] Lei ha scritto che il modello di politica internazionale e di economia globale oggi prevalente comporta il sacrificio di alcune nazioni e di alcuni popoli. Per questo, insiste sulla necessità di trasformarlo. Sono d’accordo. Lei ci esorta a riflettere sul fatto che, sebbene possa temporaneamente produrre dei vincitori, alla fine un sistema caratterizzato da una competizione sfrenata è svantaggioso per tutti.

Henderson: Sì. Come dimostra la situazione ambientale determinata dal modello di globalizzazione corrente, occorre riesaminare le vecchie regole della concorrenza, in base alle quali pochi vincono e tutti gli altri perdono. Se si agisce pensando solamente all’interesse e al benessere personale, si peggiorano le condizioni di tutti. Se, in uno stadio affollato, alcuni si alzano in piedi per vedere meglio la partita, alla fine anche tutti gli altri saranno costretti a farlo, con il risultato che nessuno vedrà affatto meglio e tutti saranno più scomodi. Dobbiamo renderci conto che ciò descrive alla perfezione il mondo in cui viviamo, e che dalla costruzione di una società migliore per tutti anche noi avremmo molto da guadagnare. E, una volta capito questo, dobbiamo improntare la nostra vita di conseguenza.

Ikeda: […] È ormai chiaro che i problemi ambientali trascendono i confini nazionali.
Come ebbe a osservare il filosofo ed educatore tedesco Josef L. Derbolav, il Reno attraversa terre di quattro diversi popoli. Che sia inquinato o pulito dipende dal senso di responsabilità ambientale di tutti e quattro.
Inoltre, siamo interconnessi, a livello ambientale così come economico. Se un’area del mondo agli antipodi rispetto alla nostra è colpita da una crisi economica, istantaneamente anche la nostra economia nazionale ne risente. Con l’avanzare della globalizzazione, quali riforme dobbiamo intraprendere per liberare il nostro sistema sociale dalla legge della giungla e creare un mondo in cui tutti siano vincitori?

Henderson: Dobbiamo riconsiderare gli indicatori economici e smettere di porre l’incremento del PIL davanti a tutto. Per anni gli Stati Uniti e molti altri Paesi non hanno avuto altri obiettivi che questo. Ma già oggi risulta evidente che, dal momento che ignora i costi sociali e ambientali, una tale crescita non è affatto una prova della solidità delle politiche economiche di una nazione.
Il PIL è una misura puramente materiale. Oltre un certo livello, è come giudicare degli uomini adulti in base all’altezza. Ma ciò che vogliamo da uomini adulti è ben altro, ossia che crescano in maturità e saggezza.

Ikeda: A tale riguardo, gli indicatori di Qualità della Vita Calvert-Henderson che lei ha contribuito a sviluppare sono assai significativi perché considerano la cultura, la salute, l’istruzione, il reddito, la sicurezza, la pace e l’ordine quali fattori costitutivi della qualità della vita. […]
Sono persuaso che i suoi indicatori per la misurazione del livello di felicità sociale siano criteri di valutazione importanti per il mondo del futuro. La nostra epoca non dovrebbe più avere il suo centro focale nell’incremento del PIL, ma nella crescita interiore dell’essere umano.
[…] Invece di elaborare modelli ingegnosi, gli economisti dovrebbero ricominciare dal punto di partenza: la ricerca della felicità umana.

Henderson: […] La maggior parte degli abitanti del pianeta coltiva valori diversi dalla cupidigia. Amano condividere ciò che posseggono e provano piacere nel dare tanto quanto nel ricevere. […] Punendo l’altruismo, la cura degli altri e la condivisione e premiando invece l’avidità, l’egoismo e la competitività, si generano conflitti, si accresce il divario fra ricchi e poveri e si aumenta la disgregazione sociale.

Ikeda: Nella gioia di condividere e di donare alla quale lei fa riferimento trovano corpo la vera virtù dell’uomo e quell’atteggiamento profondo e amorevole che consiste nel godere dell’altrui felicità così come della propria. Un simile comportamento, che nel Buddismo prende il nome di via del bodhisattva, ha notevole importanza nella competizione umanitaria patrocinata da Tsunesaburo Makiguchi nel suo saggio del 1903, The Geography of Human Life (Geografia della vita umana). All’epoca della stesura di questo libro, molte nazioni erano impegnate in una lotta febbrile per acquisire ricchezza, potenza militare ed egemonia sulle altre. L’imperialismo e il colonialismo imperversavano in ogni parte del mondo. Acuto osservatore di quanto succedeva intorno a lui, Makiguchi individuò nella lotta per la sopravvivenza quattro differenti generi di competizione: militare, politica, economica ed etico-umanitaria. A suo parere, era giunto il tempo di spostare l’accento dai primi tre tipi al quarto.
[…] Makiguchi sosteneva che non dobbiamo passare da una categoria di competizione a un’altra (per esempio, da una concorrenza di tipo militare a una politica, e così via), ma cambiare la natura stessa della competizione. Se si ignorano gli altri e ci si batte esclusivamente per la propria felicità, si instaura una concorrenza fra antagonisti.
Makiguchi insisteva sul fatto che bisognava evitare questo genere di competizione in favore di un modello più cooperativo, orientato verso la realizzazione di una comune felicità. Ciò emerge chiaramente dal seguente passo del suo libro: «Occorre comprendere che “l’approccio umanitario” non implica l’esistenza di uno specifico metodo che può essere designato come tale. Piuttosto, consiste nello sforzo di pianificare e portare avanti un qualsiasi tipo di strategia, politica, militare o economica che sia, in modo da condurre le cose in maniera più umanitaria. Ciò che conta è fissare come obiettivo il benessere e la tutela di tutti, anche di se stessi, ma non a esclusivo vantaggio del proprio interesse. In altre parole, lo scopo è cercare di migliorare la condizione degli altri con modalità che consentano di ricavarne anche un beneficio personale. È un tentativo cosciente di creare una vita di comunità più armoniosa» (T. Makiguchi, The Geography of Human Life, San Francisco, 2002, pag. 86).

Henderson: Tutto ciò coincide con la mia visione di un mondo senza perdenti. Mi colpisce che Makiguchi abbia avanzato una proposta dello stesso tenore già un secolo fa.

• • •

Che cos’è la Carta della Terra?

La Carta della Terra è un trattato che sancisce i princìpi fondamentali per la tutela della vita e dell’ambiente.Come spiega Hazel Henderson, «il testo consta di quattro princìpi generali: I. Rispetto e attenzione per la comunità della vita; II. Integrità ecologica; III. Giustizia economica e sociale; IV. Democrazia, non violenza e pace».
Più in generale, la Carta della Terra promuove una cultura della tolleranza, della nonviolenza e della pace ed estende questi princìpi anche ad aspetti non strettamente legati al tema ambientale, come l’affermazione dell’effettiva uguaglianza tra i sessi o il rispetto dei diritti degli indigeni e delle minoranze.

Quando è nata la Carta della Terra?

Dopo il Summit delle Nazioni Unite sull’ambiente e lo sviluppo tenutosi nel 1992 a Rio de Janeiro in Brasile, nel 1996 l’Earth Council (Consiglio della Terra) e la Croce Verde Internazionale istituirono la Commissione per la Carta della Terra presieduta da Michail Gorbaciov e Maurice Strong. Nel marzo del 2000 si arrivò alla versione finale della Carta della Terra, che fu lanciata nel giugno dello stesso anno al Palazzo della Pace dell’Aja, in Olanda, e che raccoglieva le istanze di varie istituzioni governative e non. Ma la Carta della Terra ha conosciuto diverse rielaborazioni per includere via via le raccomandazioni di vari comitati popolari di differenti parti del mondo.

Qual è l’impegno della SGI per la Carta della Terra?

La SGI ha promosso iniziative a sostegno della Carta della Terra in oltre venti paesi: conferenze e campagne di sensibilizzazione che hanno dato origine a eventi come l’esposizione “I semi del cambiamento” approdata in Italia nel giugno 2003, nella quale i membri della SGI hanno divulgato i punti fondamentali della Carta a migliaia di visitatori, tra cui molti studenti. Inoltre l’Ikeda Center for Peace, Learning and Dialogue (prima chiamato Boston Research Center, un’istituzione fondata da Ikeda con l’obiettivo di promuovere la pace nel mondo, ha organizzato conferenze e seminari che hanno poi dato origine a documenti adottati come testi di studio in molte università.

• • •

Donne eccellenti del XX secolo citate da Ikeda

anni ’50
Nadine Gordimer in Sudafrica combatte contro l’apartheid

1955
Rosa Parks
diventa uno dei leader della lotta per i diritti civili degli afroamericani negli Stati Uniti

anni ’50-’60
Betty Friedan
negli USA e Simone de Beauvoir in Francia guidano il movimento di emancipazione delle donne

1962
Rachel Carson
nel libro Primavera silenziosa denuncia la crisi ambientale svelando gli effetti inquinanti dei prodotti chimici e dei fertilizzanti agricoli

1979
Petra Kelly
è una delle fondatrici del Partito Verde tedesco.

1986
Kate Dewes
guida il World Court Project: iniziativa popolare che nel 1996 portò al pronunciamento della Corte internazionale di Giustizia dell’Aja sull’illegalità delle armi nucleari.

1992
Jody Williams
guida una campagna che nel 1997 porta alla firma del trattato internazionale per la messa al bando delle mine antiuomo

• • •

La sociologa Elise Boulding è una delle “donne eccellenti” citate da Ikeda. A lei si deve la creazione di un curricolo di studi per la pace, istituito per la prima volta nel 1979 al Dartmouth College negli Stati Uniti. In un dialogo non ancora tradotto in italiano (Into Full Flower: Making Peace Cultures Happen) Ikeda e la Boulding esprimono la convinzione che una cultura globale di pace prevarrà quando fioriranno l’empatia e la compassione.

©ilnuovorinascimento.org – diritti riservati, riproduzione riservata