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Libero dalla violenza - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 17:35

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Libero dalla violenza

I soprusi subiti da Mirco sfociano in atteggiamenti aggressivi e in una “professione” estremamente violenta. Quando incontra Nam-myoho-renge-kyo inizia la trasformazione che l’ha condotto a essere oggi una persona che insegna il rispetto

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I soprusi subiti da Mirco sfociano in atteggiamenti aggressivi e in una “professione” estremamente violenta. Quando incontra Nam-myoho-renge-kyo inizia la trasformazione che l’ha condotto a essere oggi una persona che insegna il rispetto

«Ho appena scritto una lettera al presidente Ikeda per ringraziarlo, grazie a lui infatti sono rinato, lo considero come un padre nella fede», racconta sorridendo Mirco (il nome è di fantasia).
I giorni delle lotte clandestine, del sangue, della violenza in strada e nei club, sono lontani. Oggi è referente soka-han, difficile credere al suo passato guardando quella camicia candida e i gesti premurosi, eppure la sua vita non è stata per nulla facile. «Fin dalle elementari subii le angherie e le violenze dei miei compagni di scuola e questo mi portò a scegliere l’isolamento, anche nel corpo, ingrassando anno dopo anno sempre di più. Poi ritrovai un ambiente simile anche sul lavoro. Dal 2000 al 2003 lavorai in un luogo dove m’innamorai follemente (è proprio il caso di dirlo) di una ragazza che di fatto si prese gioco di me, usandomi. Quando m’accorsi di questo con chiarezza divenni una furia e manifestai tutta quella violenza che avevo incamerato per anni. Cercai uno a uno i miei compagni di scuola per punirli, picchiandoli, quindi decisi che nessuno mi avrebbe più fatto del male in nessun modo, dimenticai poco a poco la mia umanità e mi votai alla violenza. La gente iniziò ad avere paura di me, a temermi; io, dal canto mio, mi prendevo cura solo della mia famiglia; non avevo amici, non avevo nessuno.
Dopo poco venni assoldato e divenni un lottatore clandestino di professione e poiché non avevo paura di nulla – anzi a ogni incontro cercavo la morte, la fine – divenni fortissimo. Ero schiavo della violenza e appartenevo a questi uomini che mi facevano combattere. Poi un giorno, barattai il mio ultimo incontro con la libertà. Fu un colpo di fortuna perché vinsi e me ne andai. Non potevo più restare, quella vita mi aveva trasformato in una bestia assetata di sangue tanto che anche per la mia famiglia iniziavo a diventare pericoloso. Un colpo di fortuna seguito poco dopo da un altro enorme: incontrai la persona che mi fece shakubuku».
La vita di Mirco cambiò molto velocemente e in un modo impensabile fino a poco tempo prima. «Anche se inizialmente non credetti a nemmeno una delle sue spiegazioni, diedi ascolto a questa persona perché mi colpì la sincerità con cui mi parlò della pratica. Iniziai subito e dopo soli due giorni il nodo si sciolse. Dopo tre mesi ricevetti il Gohonzon, ero cambiato, non solo nel corpo: una sera, mentre andavo a una riunione di discussione, un tossico mi venne addosso per cercare la lite, io quasi senza rendermene conto mi scansai e gli chiesi scusa: era avvenuto un miracolo dentro di me. Grazie all’attività di protezione e proprio durante un turno, incontrai quella che attualmente è la mia compagna di vita. Una grande trasformazione era avvenuta poco prima nel mio cuore: avevo compreso che la vera sfida per me era rimettermi in gioco in campo sentimentale».
Mirco, viso disteso, racconta la sua vita in quella casa dove ha deciso di costruire una famiglia, dove insegnare ai figli che verranno che in primo luogo il rispetto per la vita nasce dal rispetto che abbiamo per noi stessi.

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