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L'esordio di Senzatomica Compact - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 10:38

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L’esordio di Senzatomica Compact

La versione di Senzatomica in formato ridotto inaugurata per la prima volta a Tavernelle Val di Pesa. Il messaggio principale è non delegare ad altri ma agire insieme per realizzare un mondo libero da armi nucleari

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La versione di Senzatomica in formato ridotto inaugurata per la prima volta a Tavernelle Val di Pesa. Il messaggio principale è non delegare ad altri ma agire insieme per realizzare un mondo libero da armi nucleari

Il 12 aprile presso la sede del comune di Tavarnelle Val di Pesa (FI) è stata inaugurata la prima esposizione della versione “compact” della mostra promossa dall’Istituto Buddista contro gli armamenti nucleari. Lo scopo della mostra, ha detto il sindaco Sestilio Dirindelli, è quello di risvegliare il senso di responsabilità nei confronti della vita, una responsabilità che travalica i confini cittadini perché «fermarsi ai confini nazionali è miope». Il vice direttore Andrea Bottai ha sottolineato come siano le persone comuni a cambiare la società, in particolare quando si tratta di dignità e del rispetto della vita, e la questione del disarmo nucleare ne è un esempio. Enza Pellecchia (docente presso l’Università di Pisa e membro del comitato scientifico) ha ricordato i sopravvissuti delle bombe su Hiroshima e Nagasaki (i cosiddetti hibakusha) e di come abbiano dato e diano tuttora esempio di profonda umanità: «Dobbiamo loro la prova concreta per la compassione con cui hanno reagito, che ha prodotto frutti anziché vendetta e rabbia: hanno fatto della loro tragedia una ragione di vita». Non è più tempo di delegare ad altri.
Dobbiamo e possiamo decidere della nostra vita, sottolineando che tanta opacità e poche informazioni su queste tematiche non è casuale: «La mostra non fa leva solo sulle emozioni, ma sulla capacità di decidere in merito alle contraddizioni e alle ambiguità che ci circondano. Non è un’impresa impossibile. Basta pensare all’abolizione delle mine antiuo­mo e a grappolo: allo stesso modo possiamo arrivare al medesimo risultato». Le generazioni future erano presenti e ben rappresentate da alcuni giovani studenti della Scuola di Musica di Tavarnelle e Barberino che hanno accompagnato l’inaugurazione con musiche e canzoni. Eventi collaterali alla mostra, come il cineforum con la proiezione di due film, A prova di errore e The Day After, accompagnano la campagna nei comuni del Chianti fiorentino. La lettura del manifesto Russell-Einstein ha “chiuso il cerchio” degli interventi prima del taglio del nastro.

Barbara Amoroso

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Il disarmo nucleare vuole diventare realtà
È nata Senzatomica Compact, la manifestazione concreta di un impegno che l’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai continua a portare avanti con grande determinazione nelle scuole, nei comuni e ovunque ci sia uno spazio adatto a ospitare la mostra contro le armi nucleari. Ecco tutte le informazioni da sapere

Questa versione ridotta della mostra Senzatomica può essere presentata in allestimenti temporanei. Consiste di 15 pannelli roll-up (autoportanti) di 100 cm di base per 200 cm di altezza e una sezione per audiovisivi con filmati di testimonianze dei sopravvissuti ai bombardamenti di Hiroshima e Nagasaki (gli hibakusha). Si allestisce in spazi di circa 150 metri quadrati ben illuminati.

Perché una versione ridotta?
Per poter essere allestita nei comuni più piccoli, nelle scuole, nelle biblioteche e in altri spazi in modo che il messaggio di Senzatomica possa raggiungere più persone possibile.

Come?
Attraverso gli strumenti che ci insegna il presidente della Soka Gakkai Daisaku Ikeda: il dialogo, la cultura e l’educazione.

Dove?
Ovunque ci siano le condizioni sopra descritte e con un’attenzione particolare ai giovani studenti.

Che garanzie di scientificità ha la mostra?
I testi della mostra Compact sono stati prodotti da un comitato scientifico interno all’Istituto. La mostra ha poi subito una revisione a opera degli scienziati delle Pug­wash Conferences e dell’USPID.

In che cosa differisce questa mostra dalla versione integrale?
Nel realizzare la mostra sono stati privilegiati l’incisività linguistica e l’impatto emotivo che vengono tradotti sia dal punto di vista visivo che multimediale. Ogni pannello poi dispone di un QR code (codice di risposta rapida) che rimanda a pagine di approfondimento online su ogni tema trattato.
Il percorso tenta di mettere in discussione una serie di equivoci concettuali, storici oltre che culturali, che legittimano il possibile uso deliberato o per errore di armi di potenza devastante e indeboliscono il concetto di sicurezza.

Che cosa significa dunque sicurezza umana?
Senza dubbio la sicurezza di ogni singola persona: «Lo stato – scrive Ikeda nella Proposta di pace 2012 – rimane il garante fondamentale della sicurezza. Eppure spesso manca di adempiere ai suoi obblighi relativi alla sicurezza, e a volte diventa persino una fonte di minaccia per il suo stesso popolo. Perciò, adesso l’attenzione deve essere reindirizzata dalla sicurezza dello stato alla sicurezza delle persone, la sicurezza umana».
Diventa indispensabile, dunque, agire insieme e con un obiettivo univoco per sensibilizzare sempre più la gente comune che più di qualsiasi capo di stato ha il potere, se consapevolizzato, di ribaltare le sorti dell’umanità.
Daisaku Ikeda afferma ancora: «L’importanza di realizzare un mondo libero dalle armi nucleari non si limita alla loro eliminazione fisica. Piuttosto, coinvolge la reale natura degli stati e delle loro interrelazioni. Se vogliamo lasciarci alle spalle l’era del terrore nucleare, dobbiamo combattere contro il vero “nemico”. Quel nemico non sono le armi nucleari di per sé, né gli stati che le possiedono o le costruiscono. Il vero nemico da affrontare è il modo di pensare che giustifica le armi nucleari: l’essere pronti ad annientare gli altri qualora essi siano considerati una minaccia o un impedimento alla realizzazione dei propri interessi. Questo era il nemico al quale Josei Toda si riferiva quando parlava di recidere la minaccia profondamente nascosta nelle armi nucleari. Era convinto che una determinazione condivisa nel combattere questo male avrebbe potuto costituire la base per una solidarietà transnazionale tra i popoli di tutto il mondo. Smettiamola di ignorare deliberatamente la minaccia delle armi nucleari che incombe sulla terra e dimostriamo invece che un mondo libero da tali ordigni può essere realizzato nel corso della nostra esistenza.
Tutti noi possiamo parlare, e agire, in base al sentire comune a tutti gli esseri umani: il desiderio di vivere in pace e di proteggere le persone che amiamo, la ferma decisione di risparmiare sofferenze inutili ai bambini di tutto il mondo. È la passione dei giovani che diffonde la fiamma del coraggio nella società. Questo coraggio, trasmesso da una persona all’altra, può sgretolare i muri scoraggianti delle difficoltà e aprire l’orizzonte di una nuova era nella storia umana».
L’ultimo pannello che chiude il percorso della mostra, recita: «Piuttosto che chiederci se sia possibile abolire il nucleare, dovremmo chiederci cosa possiamo fare per tradurre questa ipotesi in una realtà concreta nel corso della nostra esistenza». A noi, cogliere la sfida.

Gerarda Laurenza

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