Siamo compagni di fede
per l’eternità della nostra vita.
Il Picco dell’Aquila
è qui, dove ci troviamo.
«La fede è coraggio, e il coraggio è fede» ha dichiarato Inazo Nitobe (1862-1933), educatore dalle idee innovative originario della regione del Tohoku, che fu legato da profonda amicizia al primo presidente e fondatore della Soka Gakkai Tsunesaburo Makiguchi, padre del sistema educativo Soka per la creazione di valore. Makiguchi, nonostante le persecuzioni che culminarono con la prigionia per aver lottato senza tregua contro le funzioni malvagie rappresentate dal militarismo giapponese, rimase fino alla fine saldo nelle sue convinzioni – dimostrando così la più alta forma di coraggio – a costo della sua stessa vita.
I nostri compagni di fede, che hanno ereditato da lui questo grande coraggio, in occasione del terremoto e dello tsunami che hanno devastato il Giappone orientale l’11 marzo scorso sono intervenuti prontamente per soccorrere i numerosi sinistrati. La Soka Gakkai è una rete nobile e preziosa di persone che si sostengono e si incoraggiano vicendevolmente.
Quando Nichiren Daishonin seppe che i suoi seguaci dell’isola di Sado – Abutsu-bo e la monaca laica Sennichi, sua moglie, il monaco laico di Ko e sua moglie – erano sani e salvi nonostante le epidemie e le calamità che imperversavano in quell’epoca, si tranquillizzò e scrisse: «Mi sono sentito […] come se i miei genitori defunti fossero venuti da me in sogno dal palazzo del re Yama e in quel sogno avessi provato una grande gioia» (Il Sutra della vera riconoscenza, RSND, 1, 831).
Senza alcun dubbio il Daishonin starà vegliando sui nostri compagni Bodhisattva della Terra delle aree colpite dal disastro che si stanno sforzando per ricostruire le loro vite e le loro comunità. Il Daishonin ci starà osservando in questo viaggio che compiamo per adempiere alla nostra missione nel corso delle tre esistenze. In uno dei suoi scritti ci ha promesso esplicitamente: «Benché non conosca la durata della mia vita o di quella di chiunque altro, al momento della tua morte sarò sicuramente con te e ti accompagnerò nel passaggio fra questa vita e la prossima» (Persecuzione con spade e bastoni, RSND, 1, 857). Pertanto, anche se non sappiamo come e quando affronteremo la morte, non abbiamo nulla da temere.
In un’altra lettera indirizzata a una madre il cui figlio, un samurai, morì di morte violenta in un’epoca di frequenti guerre e conflitti, Nichiren scrisse: «Konichi Shonin voleva talmente bene a suo figlio che divenne seguace del Sutra del Loto. Sia la madre che il figlio andranno nella Terra pura del monte Sumeru, e quando si incontreranno chissà quale gioia proveranno» (GZ, 934).
La Legge mistica è eterna, e anche i legami intessuti tra le vite umane attraverso la Legge mistica sono eterni. La Buddità è indistruttibile come il diamante. Di conseguenza, i “tesori del cuore” che accumuliamo realizzando kosen-rufu, l’opera del Budda, sono anch’essi indistruttibili come diamanti.
Il secondo presidente della Soka Gakkai Josei Toda si risollevò da solo durante la devastazione del dopoguerra e indicò una filosofia dell’eternità della vita a persone sopraffatte dal dolore di fronte all’impermanenza dell’esistenza umana, rivelando la via per il conseguimento di uno stato vitale di felicità assoluta.
Toda dichiarò ai suoi amati discepoli: «Coloro che superano le prove più difficili sono in grado di aiutare chiunque. Bisogna continuare a lottare tenacemente contro le difficoltà che ci si presentano continuamente davanti. Finché continueremo a mantenere una fede coraggiosa, senza dubbio potremo trasformare positivamente qualsiasi prova o difficoltà, come il veleno può rasformarsi in medicina».
I nostri compagni di Kobe, immediatamente dopo il terremoto che avvenne nella città del Kansai sedici anni fa, cominciarono a tenere una serie di riunioni dette “meeting di Gongyo della Fenice” [come il mitologico uccello che risorge dalle sue ceneri, n.d.r.] che permisero loro di avanzare e realizzare una crescita costante. Una donna del Kansai “sempre vittorioso”, la cui casa venne distrutta durante il sisma, raccontò: «Più incoraggiavo gli altri e più sentivo divampare dentro di me lo spirito del Kansai che non si lascia mai sconfiggere. Sono diventata più forte. Proprio perché ho capito cosa vuol dire “toccare il fondo”, desidero contribuire a trasformare radicalmente la mia comunità e a diffondere la felicità intorno a me».
Oggi, queste oasi di armonia umana create dalle madri della Soka Gakkai risplendono in tutto il mondo. Sono certo che i miei valorosi giovani discepoli, alla cui formazione mi sono personalmente dedicato, faranno proprio lo spirito di queste donne, sforzandosi di contribuire alla protezione e alla prosperità delle comunità nelle quali hanno profondamente deciso di realizzare la missione di kosen-rufu.
Anche Haiti ha saputo rialzarsi dopo il devastante terremoto del gennaio dell’anno scorso, e la nostra Divisione giovani di quella regione ha potuto ampliare significativamente la sua cerchia di amicizie. Niaud Pierre, il giovane responsabile del capitolo Haiti, ha affermato con orgoglio: «Nonostante ci siano ancora molti problemi sociali e difficoltà, faremo scaturire dal Daimoku, dalla fede e dall’unità con i nostri compagni di fede la forza per lottare e per vincere».
Il 3 maggio è un giorno per determinare nuove partenze. Cari compagni, forti e indistruttibili come il diamante, trascorrete ogni giorno nel migliore dei modi, per poter dire di non avere rimpianti. Adorniamo le nostre esistenze di magnifiche vittorie!
Manifestate
la vostra Buddità
indistruttibile come il diamante
e impegnatevi
con il coraggio del re leone
nella realizzazione del voto di kosen-rufu.