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Legami di fiducia - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 15:37

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Legami di fiducia

Nel febbraio 1988, Shin’ichi fu in grado di realizzare un desiderio cullato da tempo: visitare la Malesia e successivamente Singapore. In entrambi i paesi ebbe modo di incontrare tanti giovani e di instaurare relazioni cordiali con i primi ministri. Fu l’inizio di un rapporto di fiducia reciproca

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Nel febbraio 1988, Shin’ichi fu in grado di realizzare un desiderio cullato da tempo: visitare la Malesia e successivamente Singapore. In entrambi i paesi ebbe modo di incontrare tanti giovani e di instaurare relazioni cordiali con i primi ministri. Fu l’inizio di un rapporto di fiducia reciproca

La pace non è un’astrazione e non è fuori dalla nostra portata: inizia quando si crea un cerchio di fiducia e amicizia proprio lì dove siamo. Mano a mano che ognuno di questi cerchi si espanderà per includere sempre un maggior numero di persone, la pace mondiale sarà realizzata.
Nel 1974, l’anno precedente alla prima Conferenza mondiale per la pace, Koe Boon Long e gli altri membri si recarono in Giappone per partecipare a un corso estivo della Soka Gakkai. Quando ne visitarono la sede principale di Tokyo, Shin’ichi Yamamoto [pseudonimo di Daisaku Ikeda, n.d.r.] li invitò a partecipare a una riunione della Divisione studenti.
Shin’ichi era entusiasta all’idea di poter incontrare e incoraggiare i membri che erano arrivati in Giappone da molto lontano. Stava all’ingresso della sala riunioni, accogliendo gentilmente i visitatori e stringendo la mano a ognuno di loro. Fece anche da moderatore alla riunione, condusse una sessione di domanda e risposta e poi suonò il piano.
Koe Boon Long, che osservava il comportamento di Shin’ichi, lo incise nel suo cuore. Guardandolo dare tutto se stesso nell’incoraggiare gli altri, comprese come doveva essere un responsabile buddista, e decise di fare suo quello spirito.
Adesso, trascorsi circa sei mesi dalla riunione della Divisione studenti presso la sede della Soka Gakkai, Koe Boon Long sorrideva seduto accanto a Koh Kong Ming alla prima Conferenza mondiale per la pace. Shin’ichi disse loro: «Costruite un modello di pace globale e di armonia nelle società multietniche della Malesia e Singapore e date un contributo significativo ai vostri paesi. Nel Buddismo abbiamo il principio di “diversi corpi, stessa mente”: individui diversi che lavorano insieme verso un obiettivo condiviso. La nostra missione consiste nell’essere il perno dell’unità nei nostri rispettivi paesi.
«Per il bene futuro per favore fate crescere i giovani. Non abbiamo altra scelta che affidare il ventunesimo secolo a loro. Quelle zone che avranno curato la crescita dei giovani si svilupperanno sicuramente. Sia la Malesia che Singapore vivranno una grande espansione. Per favore impegnatevi per rendere tutto questo una certezza. Desidero che voi e i vostri paesi viviate un futuro brillante».
Quando l’interprete ebbe terminato di tradurre le parole di Shin’ichi, Koe Boon Long disse con grande emozione: «Per favore sensei, venga in Malesia».
Shin’ichi rispose immediatamente: «Sì, lo prometto».
«Ci impegneremo a fondo per costruire una Soka Gakkai esemplare e far crescere i giovani prima del suo arrivo» disse Koe Boon Long.
L’anno prima della Conferenza mondiale per la pace, Koe Boon Long era divenuto il responsabile dell’hombu Malesia. Sollevò onde di pace e felicità in tutto il paese, facendo dell’unità il suo punto forte. Purtroppo morì di malattia nel luglio del 1982, all’età di cinquantatré anni, prima che Shin’ichi potesse andare in Malesia. Come se sentisse quanto tempo gli rimaneva da vivere, Koe Boon Long dedicò ogni momento di ogni giorno alla felicità della sua gente. Tolstoj ha scritto: «Lavora come se tu vivessi in eterno, e agisci verso gli altri come se tu fossi in punto di morte». Koe Boon Long aveva fatto di queste parole la realtà della sua vita. Con la convizione che “l’ultimo momento è ora”, incoraggiava gli altri con tutta la forza e la vita che pulsavano in lui. Come risultato, la Soka Gakkai in Malesia fu in grado di costruire solide fondamenta per un ampio sviluppo.
Al funerale parteciparono membri da tutto il paese. Mentre piangevano la morte prematura di Koe Boon Long, determinarono con forza di portare avanti la sua eredità e di lavorare instancabilmente per la pace e la prosperità della Malesia.
Koe Hau Fan succedette a suo fratello Koe Boon Long come responsabile dell’hombu Malesia. Nel 1984 venne fondata la Soka Gakkai Malesia (SGM), e Koe Hau Fan ne diventò il primo direttore generale. Koe Boon Long aveva messo in atto fedelmente la guida di Shin’ichi Yamamoto che raccomandava la cura dei giovani in vista del futuro, e suo fratello ne ereditò lo spirito, creando una tradizione ammirevole in Malesia.
Un’organizzazione in cui si trasmette con intensità uno spirito nobile, è forte. Un’organizzazione che pulsa dell’impegno costante nel valorizzare i giovani e nell’appoggiare la loro crescita, non arriverà mai a un punto morto. Godrà di uno sviluppo senza fine.
Ogni volta che Koe Hau Fan visitava il Giappone, considerava un impegno imprescindibile cenare con gli studenti malesi iscritti alla Soka University. Li incoraggiava: «Se fossi giovane, mi piacerebbe studiare alla Soka University, una scuola fondata dal presidente Yamamoto. Purtroppo, non posso farlo. Penso che ci siano molti membri della Divisione donne e della Divisione uomini che provano il mio stesso sentimento. State studiando alla Soka University in nostra vece. In Malesia tutti i compagni membri e io ne siamo molto orgogliosi. Dunque, per favore, studiate con impegno sotto la guida del fondatore dell’università».
Nel febbraio 1988, Shin’ichi fu finalmente in grado di realizzare un desiderio tanto a lungo cullato: quello di visitare la Malesia. Durante la visita al Centro culturale della Soka Gakkai, nei dintorni di Kuala Lumpur, insieme alla moglie di Koe Boon Long piantò un albero nel giardino del Centro, in onore del marito e dei suoi successi. Shin’ichi osservò: «È stato veramente un grande uomo e ha incoraggiato tante persone». Con le lacrime agli occhi, la signora Koe disse: «Non ho rimpianti. So quanto profondamente lei comprenda i nostri sentimenti».
Quel giorno erano presenti molti giovani, la cristallizzazione degli sforzi sinceri dei fratelli Koe nell’incoraggiare lo sviluppo di una gioventù capace. Come osservò lo scrittore francese Victor Hugo (1802-85): «La generazione emergente è il futuro. La istruisci, quindi prepari il futuro». Aiutare i giovani a crescere è la via che permette a questa corrente di umanità e pace di crescere fino a diventare un grande fiume che non avrà mai fine.
Nel 1988, mentre era in Malesia, Shin’ichi incontrò il primo ministro Mahathir bin Mohamad. Spinti dal desiderio comune di pace in Asia, i due intrapresero un dialogo sul significato e sulle sfide poste dal ruolo di leader, stringendo una relazione cordiale.
Shin’ichi andò poi a Singapore e incontrò il primo ministro Lee Kuan Yew.
Con lo sguardo al ventunesimo secolo, parlarono del ruolo delle Nazioni Unite, della missione del Giappone nel mondo e del significato della vita.
Successivamente, durante una riunione di responsabili, Shin’ichi disse al direttore generale dell’Associazione Soka Singapore (SSA) Koh Kong Ming: «Signor Koh, la filosofia buddista dell’umanesimo si è ampiamente divulgata sia in Malesia che a Singapore. Questa è una sua vittoria. Koe Boon Long, da lei introdotto alla pratica buddista, non è più con noi. Perciò spero che lei sia un faro di speranza e coraggio, e che possa vivere nel modo più pieno, facendo tanto la sua parte quanto quella del suo amico scomparso».
Koh aveva già più di settant’anni. Strinse la mano di Shin’ichi e disse: «Mi impegnerò al massimo per la felicità degli altri e la prosperità della società».
Fedele alla sua promessa, Koh Kong Ming continuò a sostenere e incoraggiare i membri, facendo crescere molti individui capaci che avrebbero dato in seguito un valido contributo alla società. La fiducia nella SGI aumentò e sia il governo di Singapore che quello della Malesia invitarono i membri a partecipare agli eventi nazionali, cui furono presenti con spettacoli di ballo e di ginnastica. Furono anche realizzati, nel 1993 a Singapore e nel 1995 in Malesia, asili Soka che si guadagnarono molti elogi come istituzioni modello di educazione prescolastica.
Quando Shin’ichi visitò Singapore nel 2000, Koh Kong Ming aveva compiuto ottantaquattro anni. Camminando con il bastone, accolse Shin’ichi alla sede della SSA con un caldo sorriso. Questo nobile pioniere di kosen-rufu nel Sudest asiatico morì a ottantotto anni. Verso la fine della sua vita rifletteva: «Nel profondo del mio cuore, mi sento incredibilmente fortunato per il fatto che, fra tutti i periodi della storia in cui avrei potuto nascere, sono riuscito a nascere ora per incontrare la Soka Gakkai e un grande mentore, e a vivere una vita per kosen-rufu».
Nichiren Daishonin scrive: «Recita Nam-myoho-renge-kyo con un’unica mente ed esorta gli altri a fare la stessa cosa; questo resterà il solo ricordo della tua vita presente in questo mondo umano» (Domande e risposte riguardo all’abbracciare il Sutra del Loto, RSND, 1, 58).
Shin’ichi Yamamoto salutò uno a uno i rappresentanti della prima Conferenza mondiale per la pace. Quando si avvicinò al tavolo dei delegati dall’Africa, si rivolse a un giovane giapponese che sedeva fra di loro. L’uomo era Tadao Minami, responsabile in Ghana dove era stato inviato un anno prima come corrispondente estero stabile per il Seikyo Shimbun. Shin’ichi gli si avvicinò: «Ho sentito che tornerà in Ghana con sua moglie. Sta andando incontro a un periodo difficile e, dato che con grande probabilità incontrerà numerose sfide, sia preparato ad affrontarle con coraggio e perseveranza. La vita è la stessa in ogni luogo e allora perché non dedicare la propria alla felicità della gente in Africa e diventare un pioniere di kosen-rufu? Sarebbe una bella missione per lei. Nel tempo, comprenderà veramente quanto sia meraviglioso vivere per una missione nobile. Osserverò con attenzione i suoi progressi».
«Farò del mio meglio!» disse Minami, i cui occhi brillavano nel viso molto abbronzato. Due anni prima, nel 1973, il Seikyo Shimbun aveva inviato corrispondenti esteri negli Stati Uniti, a Hong Kong e in Francia. Minami era nel secondo gruppo di corrispondenti che fu inviato l’anno successivo in Germania dell’Est, Perù e Ghana.
Quando venne comunicato che c’erano dei posti per corrispondenti esteri stabili, Minami sperò fortemente di poter essere lui ad andare in Ghana. Fin da quando, come membro dello staff della sede centrale della Soka Gakkai era stato assegnato al Seikyo Shimbun, aveva avuto il desiderio di viaggiare nel mondo per realizzare kosen-rufu.
«I missionari cristiani avevano viaggiato in tutto il mondo per propagare l’insegnamento della loro religione» pensava Minami, e sentiva che per realizzare kosen-rufu, la Soka Gakkai avrebbe dovuto inviare moltissime persone con una determinazione risoluta.

(9. continua)

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