Nel 1972 Ikeda visitò i college di Cambridge e Oxford ed ebbe modo di vedere personalmente come gli studenti vivevano la vita del campus e la relazione con i loro docenti. Un’esperienza che si tradusse nell’impostazione di fondo dello stile di vita dei futuri campus delle Università Soka in Giappone
«Oh, centri delle lettere rinomati in tutto il mondo»; così il grande poeta inglese William Wordsworth (1770-1850) celebrava la sua alma mater, l’Università di Cambridge.
Nel maggio 1972 venni invitato a visitare Cambridge e Oxford. Con le loro strade a ciottoli, case a mattoni per gli studenti e una storia che risale al Medioevo, il tempo sembrava essersi fermato in questi due grandi centri culturali. Ma nel momento in cui misi piede nei loro campus, avvertii il forte impegno educativo presente, uno spirito di dedizione verso la cultura che, nei secoli, aveva prodotto innumerevoli individui di talento.
Era l’anno successivo all’inaugurazione dell’Università Soka e questi erano i primi legami che cominciavo a instaurare con le università del mondo.
«Se desidera vedere davvero com’è l’università, faccia una visita a sorpresa negli alloggi», mi suggerì un professore di Oxford, che poi mi guidò al piano destinato a dormitorio, nel Christ Church College, fondato nel sedicesimo secolo. Bussai a una porta a caso, scusandomi per l’improvvisata. I due ragazzi all’interno si affrettarono a mettere un po’ d’ordine in camera; mi accolsero comunque con grandi sorrisi. Avevano diciannove anni.
Gli interni erano un po’ antiquati, modesti e austeri. Senz’altro in inverno doveva farci piuttosto freddo. Mi ricordava il nostro dormitorio studentesco alle scuole e all’Università Soka. I due studenti di Oxford condividevano un semplice studio, ma avevano due camere da letto separate: fu divertente osservarli mentre scherzavano sfidandosi su quale delle due fosse la più presentabile. Andar via di casa implica molti problemi, ma contribuisce al tempo stesso a formare il carattere e favorire l’indipendenza. Chiesi ai due giovani quale fosse l’inconveniente maggiore della convivenza. «Quando voglio studiare – rispose uno – lui vuole rilassarsi, e viceversa». Al che scoppiarono a ridere. Erano molto orgogliosi del fatto che figure illustri del passato avessero studiato in quella stessa stanza, alle stesse scrivanie. Era quel senso di fierezza che contribuisce a creare una tradizione, mentre si dedica la propria giovinezza al miglioramento personale, allo studio e alla costruzione del proprio carattere.
I college residenziali di Oxford e Cambridge sono parte integrante dell’università: non solo alloggi dove studenti e insegnanti vivono e mangiano insieme, ma anche luoghi in cui si conduce una vita di comunità dedicata alla cultura, sulla base di un profondo legame tra docente e studente.
Quel giorno oltre al Christ Church College, che può vantare tra i suoi laureati il filosofo John Locke (1632-1704) e il politico William Gladstone (1809-98), visitai anche il Trinity College di Cambridge dove studiarono il fisico Isaac Newton (1643-1727) e il filosofo Francis Bacon (1561-1626). Da queste due università, sono usciti complessivamente centotrenta premi Nobel.
Wordsworth scrisse della gioia provata quando entrò a Cambridge:
Non riuscivo a calcare
il terreno dove l’erba si era
[piegata sotto i passi
di generazioni di uomini illustri,
impassibile.
Durante il soggiorno del 1972 nel Regno Unito, cominciai il mio dialogo con lo storico Arnold Toynbee (1889-1975). Le nostre conversazioni avrebbero avuto una durata complessiva di quaranta ore, nel corso di due distinti incontri tra il 1972 e il 1973. Toynbee si era laureato a Oxford e sua moglie Veronica a Cambridge e, quando raccontai loro delle mie visite a quelle due università, ne furono piacevolmente impressionati.
Durante il nostro dialogo, Toynbee sottolineò come lo studio possa elevarci come esseri umani: l’erudizione deve essere utile alle persone, trascendere l’interesse individuale e operare per il benessere della società.
Avevo notato che nell’appartamento di Toynbee erano esposte una ventina di fotografie che ritraevano alcuni suoi colleghi di università morti durante la Prima guerra mondiale, mentre lui era stato dichiarato non idoneo al servizio militare per motivi di salute. Mi disse che più invecchiava, più vividi erano i ricordi di quegli amici. Mentre parlava gli si riempirono gli occhi di lacrime.
Durante la Prima guerra mondiale furono molti i brillanti studenti e giovani laureati di Oxbridge [contrazione tra Oxford e Cambridge, n.d.r.], e di altre prestigiose scuole, che persero la vita durante il conflitto. Toynbee sembrava dedicarsi ai suoi studi e a promuovere la pace con un’intensità particolare, derivante da un senso di responsabilità nei confronti dei suoi compagni morti. Essendo stato risparmiato da quel tragico destino, egli era determinato a non sprecare neanche un minuto, un solo secondo della sua vita, mantenendo un atteggiamento di solidarietà spirituale che trascendeva vita e morte.
Sia Tsunesaburo Makiguchi, fondatore dell’istruzione Soka, sia il mio maestro Josei Toda credevano negli effetti positivi della vita di comunità, ed è per questo che ho previsto alloggi nelle scuole e nelle Università Soka. La giovinezza trascorsa vivendo insieme ad altri studenti, confrontandosi, incoraggiandosi e talvolta scontrandosi l’uno con l’altro, forma amicizie che durano tutta la vita, e sviluppa caratteri brillanti. Nel contesto di una vita in comune, gli studenti ricevono un insegnamento unico nelle relazioni umane, apprendendo cose che non si possono insegnare in classe.
Durante il periodo di agitazione degli studenti universitari, nel Giappone degli anni ’60, gli alloggi erano stati considerati terreno di coltura per i movimenti studenteschi radicali, così, quando stavamo preparandoci a fondare l’Università Soka, c’era qualcuno che, riflettendo l’opinione pubblica del tempo, era contrario alla costruzione di alloggi per gli studenti, ma la mia ferma convinzione che essi sarebbero stati un aspetto importante dell’educazione Soka, rimase inalterata.
Oggigiorno, nel campus comune all’università e al College femminile Soka, ci sono una ventina di comunità residenziali, mentre le scuole Soka di Tokyo e del Kansai hanno ognuna due dormitori, oltre a diverse strutture private esterne. Molti visitatori della Soka University of America (SUA) hanno raccontato di essere stati colpiti dal fatto che gli alloggi per gli studenti sono situati nelle zone migliori del campus.
Il giorno in cui visitai l’Università di Cambridge, feci anche una sosta in un frutteto vicino, un luogo molto amato da Lord Byron (1788-1824), il poeta inglese che aveva studiato in quell’università. Era il periodo della piena fioritura dei meli e l’aria era piena del loro profumo. «Che posto meraviglioso!» pensai, ripromettendomi di rendere i campus delle scuole Soka altrettanto piacevoli.
Oltre ai college residenziali, Oxford e Cambridge vantano una grande tradizione relativa ai tutor. Ogni studente lavora a stretto contatto con un consulente, che può essere un laureato o un assistente, o in piccoli gruppi detti seminariali, che seguono l’apprendimento attraverso scambi e approfondimenti. Uno dei professori di Oxford con cui parlai mi disse che, in vista delle sfide della vita, questa tradizione permette agli studenti di acquisire una notevole capacità di giudizio e di decisione, e riesce a formare leader di talento. Le sue parole mi trovavano sinceramente d’accordo perché io stesso ero stato istruito con questo metodo nel corso delle lezioni private impartitemi dal mio maestro all’”università Toda”.
La passione per la cultura, la dedizione al servizio del bene pubblico e il valore di amicizie durature, sono gli elementi chiave che hanno fatto di Oxford e Cambridge i grandi centri mondiali della cultura che sono oggi. Quando feci ritorno in Giappone, mi recai al dormitorio Takiyama dell’Università Soka per condividere le mie impressioni con gli studenti, miei alleati nell’impresa di costruire un nuovo tipo di scuola.
Nel maggio 1989, ritornai, dopo diciassette anni, a visitare Oxford. Presso la sua biblioteca Bodleiana, ricca di quattro secoli di storia, ricevetti dal suo direttore David Vaisey e alla presenza del vice rettore Patrick Neill il titolo di “Nobile ed eterno amico”.
Nel discorso di ringraziamento, citai il detto orientale che una sola goccia di rugiada diventa immortale se si fonde con un grande fiume. Le biblioteche, continuai, sono come un immenso fiume spirituale che custodisce le opere di innumerevoli grandi menti, conferendo loro una specie di immortalità.
Il Tamigi scorre presso Oxford e il fiume Cam attraversa Cambridge. «Più lontana la sorgente, più lungo il corso del fiume», così il flusso di grandi menti presso queste due venerande università continuerà a scorrere con energia costante. Come disse una volta William Gladstone: «È tutta la vita che apprendo e sto ancora apprendendo, ma voglio continuare a farlo sulla base di princìpi corretti».
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la Scheda / L’Università Soka in Giappone e nel mondo: una rete globale di scambi
«Cercando di vedere oltre le differenze nazionali e ideologiche, ho intrapreso dialoghi con vari esponenti mondiali provenienti dai più disparati campi di attività. Ho incontrato e scambiato riflessioni con persone di varie provenienze filosofiche, culturali e religiose, fra cui l’Ebraismo, il Cristianesimo, l’Islamismo, l’Induismo e il Confucianesimo. Credo fermamente, e quest’esperienza me l’ha confermato, che la base del dialogo di cui abbiamo bisogno nel ventunesimo secolo debba essere l’umanesimo, un umanesimo che vede il bene in tutto ciò che ci avvicina e ci unisce e il male in ciò che ci divide e ci separa gli uni dagli altri. Ripensando ai miei sforzi per alimentare questo tipo di dialogo, ho acquisito un rinnovato senso di quanto sia urgente il bisogno di reindirizzare le energie del dogmatismo e del fanatismo – causa di così tanti conflitti mortali – verso una prospettiva più umanistica» (Proposta di pace 2005).
In Giappone il sistema educativo Soka permette a chi lo desidera di far frequentare ai propri figli le scuole Soka dall’asilo fino alla laurea. Ma non si tratta soltanto di questo. Ikeda si è sempre impegnato per creare una rete di relazioni globali fra università, tanto che oggi l’Università Soka fa parte di una rete internazionale di scambi aperta a centouno istituti universitari sparsi in quarantaquattro paesi e regioni nel mondo (fonte: http://www.soka.ac.jp/en). Grazie a questa rete internazionale gli studenti possono partecipare a numerosi programmi di scambio fra il Giappone e il resto del mondo. Anche l’Italia non è “immune” da questo benefico influsso, infatti già nel 2000 l’Università degli Studi di Bologna proponeva un bando di concorso per due posti per un intero anno accademico presso l’Università Soka di Tokyo. L’obiettivo di questa rete di scambi è favorire il dialogo interculturale a livello globale, per sviluppare una cultura di pace e rispetto dei diritti umani.
Fra le università che partecipano o hanno partecipato a questa rete di scambio internazionale, in Italia ci sono Bologna e il Politecnico di Torino, in Europa le università di Glasgow, Essez, Manchester, Klagenfurt, Bonn, Barcellona e Advancia, oltre alle molte altre in Asia, Africa e nelle Americhe (fonte: http://www.soka.ac.jp/en/exchanges.html). (a.g.)