La fortuna che si accumula incoraggiando gli altri può essere immensa: questo uno dei messaggi forti del corso dei giovani della SGI che si è svolto a Tokyo dal 3 al 9 dicembre, a cui hanno partecipato sedici europei fra i quali tre italiani
Dal 3 al 9 dicembre, sedici responsabili giovani da vari paesi europei hanno partecipato al corso internazionale della Divisione giovani della SGI. Sono stati giorni molto intensi, sostenuti dalle parole del vice direttore Shigeo Hasegawa: «È giunta una nuova, magnifica era! È l’occasione per ciascuno di noi di costruire un’epoca d’oro nella nostra vita».
La cerimonia di Gongyo che si è svolta al Kosen-rufu Daiseido (Palazzo del grande voto di kosen-rufu) è stato il punto focale del corso. Ognuno di loro, infatti, ha potuto recitare Daimoku come se fosse insieme al presidente Ikeda di fronte al Joju Gohonzon.
Mitsushiro Takeoka, responsabile nazionale della Divisione giovani uomini, durante la sessione di domanda e risposta li ha sollecitati ad approfondire la storia della Soka Gakkai e dei suoi pionieri. Gli incoraggiamenti personali sono un punto fondamentale ed è stato trasmesso loro quanto siano importanti per creare legami cuore a cuore con le persone; inoltre, questo rivitalizza la fede e permette a ogni persona di crescere e svilupparsi. Quindi, incoraggiare un’altra persona significa incoraggiare noi stessi. La SGI porta avanti un movimento religioso mondiale che abbraccia 192 tra paesi e territori proprio perché è un’organizzazione che si prende cura di ogni singola persona diffondendo in tutto il mondo il principio della “rivoluzione umana”. Se ci impegniamo con coraggio per la felicità degli altri possiamo sviluppare le nostre capacità e ampliare la nostra condizione vitale. Quando queste azioni nascono dal cuore, ogni sforzo torna a noi sotto forma di fortuna poiché i benefici di coloro che si dedicano a kosen-rufu sono immensi.
I quattro voti
Shigeo Hasegawa, durante il suo intervento, ha approfondito il significato del voto del Bodhisattva della Terra. Nichiren afferma nel Gosho: «È mio desiderio che tutti i miei discepoli formulino un grande voto». Ma realmente cos’è un voto? È un giuramento formulato nel cuore. Significa prefiggersi un obiettivo e giurare di raggiungerlo. I voti che un bodhisattva giura di adempiere, per il raggiungimento della Buddità, sono quattro (cfr. DB, 643).
Il primo è il voto per la salvezza di tutti gli esseri viventi ovvero condurre tutte le persone alla Buddità, liberandole dalla sofferenza di nascita e morte. Il punto di partenza del voto del bodhisattva, prima ancora della propria felicità personale, è quello di coltivare nel cuore il giuramento di condurre alla felicità tutte le persone. Quando parliamo agli altri del Buddismo, stiamo mettendo in pratica questo voto.
Il secondo è il voto di estirpare le illusioni illimitate ovvero di trasformare tutti i problemi insiti nella vita. Significa sfidarsi e giurare di vincere contro le nostre debolezze, contro il nostro ego; attraverso la fede possiamo trasformare il veleno in medicina, i problemi e le sofferenze in combustibile per kosen-rufu, per la felicità.
Il terzo è il voto di apprendere gli infiniti insegnamenti: questo è il giuramento di non diventare mai arroganti. Convinti di non saperne mai abbastanza, continuare a ricercare la strada corretta e il proprio miglioramento studiando la saggezza del Budda, che è illimitata.
Il quarto è il voto ultimo del Bodhisattva della Terra: vivere seguendo la propria missione e raggiungere la Buddità. Qualunque sia la nostra condizione, chi si dedica completamente alla Legge mistica può raggiungere l’Illuminazione. Chi non smette mai di praticare e cerca di vivere al massimo la propria esistenza è un vincitore.
Chi si impegna nel realizzare questi quattro voti diventerà felice, senza ombra di dubbio. Ma qual è, tra questi, il più importante? Nel Gosho Nichiren Daishonin spiega che è il primo dei quattro, il giuramento di salvare tutti gli esseri viventi. Il presidente Ikeda ha dimostrato come facendo suo il voto di realizzare kosen-rufu, promesso al suo maestro Josei Toda, ha affrontato e risolto ogni tipo di difficoltà e ha diffuso i semi della Legge mistica nel mondo. Si è dedicato a incoraggiare i membri e per questa ragione l’organizzazione esiste in 192 paesi e territori. In questo senso lo spirito “soka” si trova nel giuramento della lotta congiunta di maestro e discepolo che ha lo scopo di costruire una felicità assoluta per tutti.
A tutti i presenti, dopo aver promesso tutti insieme di realizzare i quattro voti, Hasegawa ha chiesto loro di diventare individui che splendano come il sole e, poiché gli occhi sono la finestra del cuore, le persone intorno a noi ci chiederanno come mai i nostri occhi splendono così tanto. A questo punto Hasegawa ha condiviso un suo pensiero, una sua speranza sul come potremmo rispondere: «I miei occhi risplendono perché seguo il Buddismo della dignità della vita di Nichiren Daishonin e faccio attività nella SGI. Io seguo il mio maestro Daisaku Ikeda, lui è il mio modello».
Durante l’ultimo giorno del corso si è tenuta a Okinawa, per la prima volta, la seconda riunione di centro della “Nuova Era”. Per l’occasione erano presenti – all’aperto – circa settemila persone e, in collegamento live streaming, vari Centri in tutto il Giappone, fra i quali i membri partecipanti al corso (Canada, Argentina, Venezuela, Europa, Taiwan, Malesia, Korea, Singapore e Africa). Infine, hanno avuto la possibilità di partecipare a due riunioni di scambio con più di mille persone, fra le quali alcuni ospiti. L’atmosfera è stata incredibilmente gioiosa, ricca di dialoghi e scambi personali, tanto che molte persone hanno deciso di ricevere il Gohonzon l’indomani!
Per i giovani europei il messaggio di benvenuto al corso del presidente Ikeda è stata l’occasione di creare profondi legami tra loro, condividendo esperienze e desideri per costruire un’Europa ancora più unita e solida.
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Il valore di un momento
Le impressioni di questo corso attraverso le parole di Valerio: una riflessione su come ha ribaltato il primo impatto negativo di un meeting facendo diventare ogni singolo incontro con le persone un momento unico
Che cosa ha significato per te questo corso?
È stato un corso incredibile: mi sono sfidato molto nel superare i miei limiti. Ho cercato di creare legami sinceri con tutti i partecipanti a prescindere dall’età anagrafica e dagli anni di pratica. Inoltre ho fatto un’esperienza molto profonda sul tema dello shakubuku: alla fine del meeting di scambio, ci siamo divisi in gruppetti e a noi ospiti provenienti da altri paesi è stato chiesto di incoraggiare chi non praticava a farlo. Mi è sembrato un “modo pressante” di dialogare sul Buddismo con gli altri, diverso dal mio solito modo, e questo mi ha creato sofferenza. In questi giorni però ho acquisito una nuova consapevolezza: al di là di come parlo agli altri di Buddismo, è il valore che decido di dare a quel momento. Incontriamo spesso persone anche solo per pochi minuti e chissà quando le rincontreremo. Utilizzare quei pochi minuti come un’irripetibile occasione per condividere la pratica buddista è un desiderio che nasce da una forte fede. Ho sentito questo scatto dentro di me, ho deciso di andare oltre al mio modo, di fare tante esperienze per sviluppare una convinzione assoluta e trasmetterla agli altri in ogni momento. Ho deciso di guardare tutti i miei limiti e trasformarli.
Quanto ha inciso il tuo legame con sensei nelle esperienze fatte durante questo corso?
In Giappone ho visto con i miei occhi quanto il presidente Ikeda si sia dedicato alle persone. Attraverso il calore dei membri giapponesi mi è arrivato tutto il suo cuore. Penso però che questo lo possiamo sentire ovunque noi siamo attraverso le sue parole scritte e recitando Daimoku per lui. È stata l’occasione per scegliere nuovamente sensei come maestro.
Da ora in poi…?
Mi viene in mente solo: vincere in qualsiasi campo. Prima era come se il pavimento su cui camminavo fosse di cemento misto a sabbia. Questo corso ha gettato una colata di solo cemento per creare un pavimento davvero solido su cui voglio camminare. Ho questa fiducia assoluta e desidero rafforzare la mia fede sempre di più, senza alcun dubbio.