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Le piramidi d'Egitto - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 11:49

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Le piramidi d’Egitto

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di Daisaku Ikeda

L’autunno è la stagione del raccolto e i campi dorati di riso sono pronti per la mietitura. Ognianno il raccolto è il risultato degli sforzi e delle cure scrupolose dei contadini. Essi dedicano ogni giorno il loro tempo a coltivare e a prendersi cura del riso, degli ortaggi e della frutta che noi mangiamo per sostenere le nostre vite.
Nel continente africano troviamo altissime strutture in pietra costruite da persone che vi hanno dedicato il loro tempo prezioso per periodi estremamente lunghi. Queste sono le piramidi di Giza, in Egitto, che si ritiene siano state costruite come tombe per gli antichi faraoni, o re. La più grande di queste piramidi, conosciuta come Piramide di Khufu, è alta 147 metri e ogni lato della sua base è lunga 230 metri. Si stima che sia composta da 2.3 milioni di blocchi di pietra, ognuno del peso di circa 2.5 tonnellate.
Uno dei più grandi storici del ventesimo secolo, Arnold J. Toynbee (1889-1975), con il quale ho pubblicato un dialogo, scrisse che le piramidi «sopravvivranno per centinaia e migliaia di anni a venire. Non è da escludere che possano durare anche più a lungo del genere umano».
Vidi le piramidi per la prima volta durante il mio viaggio in Egitto nel 1962. Visitai di nuovo il paese trent’anni dopo, nel giugno del 1992, invitato a partecipare ad alcuni eventi culturali, e le piramidi non erano cambiate neanche un po’. Si ergevano alte sul deserto, regali come sempre. Nelle vicinanze riuscivo a vedere un cammello che portava qualcuno sul dorso, e in lontananza moderni edifici costellavano l’orizzonte.
Mi domandai cosa dovessero aver pensato le piramidi per così tanti secoli, mentre ci osservavano. In segno di profonda ammirazione, puntai la macchina fotografica e scattai una foto…

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Il sole picchia cocente, e non lontano dalla maestosa piramide di fronte a me sento un mormorio provenire da uno dei pochi alberi presenti. «Sono così assetato!», si lamenta. «Se solo piovesse! Così, di certo, potrei crescere e diventerei velocemente tanto alto che tutti mi guarderebbero con ammirazione!».
La piramide ride sotto i baffi e dice: «Non c’è nessun bisogno di avere fretta! Prima o poi pioverà».
«Ma non mi piace aspettare!», esclama l’albero imbronciato. «Io voglio diventare alto prima possibile! Non riuscirò mai ad aspettare paziente, come fai tu!».
Sorpresa per l’impazienza dell’albero, la piramide osserva: «Bè… per te è piuttosto importante affondare le radici in profondità, accumulare nutrimento e costruire un tronco spesso e forte. Altrimenti ti spezzeresti alla prima tempesta di sabbia». Dopo aver riflettuto per un momento, l’albero risponde: «Ora che ci penso tu sorridi sempre, anche nei giorni di caldo torrido, o quando infuriano accecanti tempeste di sabbia… Ma da quanto sei qui?».
Volgendo lo sguardo lontano, la piramide risponde: «Sono quasi 4.600 anni…».
«Cosa!? 4.600 anni!?», grida l’albero sbalordito. La piramide continua: «Un gran numero di persone si sono riunite per costruirmi, trasportando blocchi di pietra incredibilmente pesanti e impilandoli faticosamente uno sull’altro. È stato tanto tempo fa, quindi non sono certa di ricordare bene, ma credo ci siano volute decine d’anni…».
«Davvero?!», esclama l’albero con sopresa scuotendo le foglie. «Quindi sei stata in grado di resistere così solida per 4.600 anni proprio perché qualcuno si è preso il tempo necessario per costruirti con tanto impegno e sforzo! E io che pensavo che la cosa migliore fosse sempre fare tutto più in fretta possibile!».
La piramide annuisce saggiamente: «Ciò che è costruito in fretta è destinato a sgretolarsi altrettanto rapidamente, mentre le cose edificate con sforzi diligenti non crollano facilmente. Per molti anni hanno ritenuto che fossi stata costruita dagli schiavi attraverso il lavoro forzato, ma scoperte recenti indicano che fui costruita da squadre di persone denominate “gli amici del re”. Credo di essere sopravvissuta fino a oggi senza crollare – e rimarrò qui per sempre – proprio perché fui costruita con grande cura da un gruppo di amici. Sono molto grata per questo».
Alzando lo sguardo verso la piramide, l’albero dice: «Mi unirò agli altri alberi intorno a me e, mentre ci incoraggiamo a vicenda, cercherò di affondare più in profondità le mie radici e rafforzare il mio tronco almeno un po’ ogni giorno».
La piramide risponde felice: «Sarai anche piccolo, ma rappresenti un vero tesoro qui, in pieno deserto! Tu hai il potere di donare ristoro e di rivitalizzare le persone che vengono a riposare sotto la tua ombra. Gli alberi possono crescere e moltiplicarsi, ma io non ho questo potere! Quindi alza la testa e sii fiero di te!».
«Lo farò» risponde l’albero sorridendo, e si inchina riconoscente. «Potrebbe volerci del tempo, ma sono determinato a diventare un albero forte e alto, quindi ti prego di continuare a vegliare su di me!».
«Con piacere!» esclama la piramide contenta. «Mi hai dato qualcosa di nuovo da attendere con curiosità!».
Un cammello che sta seguendo la conversazione si volta e dice: «Molti amici da tutto il mondo sono venuti di nuovo a farvi visita oggi. Poiché posso muovermi liberamente, farò del mio meglio per lavorare anche per voi!»
Alta nel cielo sopra il deserto, la luna inizia a splendere con un sorriso

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Forse qualcuno di voi vorrebbe un modo facile e veloce per diventare bravo a scuola o negli sport. Alcuni di voi probabilmente si paragonano agli altri e pensano che non saranno mai bravi quanto loro. Tuttavia, sappiate che finché vi concedete il tempo necessario facendo sforzi costanti verso il vostro obiettivo, vedrete senza dubbio un miglioramento.
Per esempio, se decidete di dedicare anche solo quindici minuti ogni mattina alla lettura di un libro, dopo quattro giorni avrete passato un’ora leggendo. In un mese, avrete letto per sette ore e mezza, e in un anno, per tre giorni e diciannove ore. Alla fine, vi abituerete a leggere e non sarà più così difficile. La stessa cosa vale per i vostri sforzi quotidiani nel fare Gongyo e recitare Nam-myoho-renge-kyo.

In giapponese, le piramidi sono chiamate “torri dorate” (kinjito), a indicare una conquista che durerà per sempre. Ho lottato con i miei cari compagni della Soka Gakkai, tra cui molti dei vostri genitori, per creare splendide “piramidi di incoraggiamento”, una rete costruita sostenendo una persona dopo l’altra, in Giappone e nel mondo. C’erano coloro che ci guardavano dall’alto in basso e dicevano che i nostri sforzi non avrebbero cambiato nulla. Oggi, tuttavia, i membri della SGI in 192 paesi e territori lavorano instancabilmente per la pace nel mondo e la felicità del genere umano. E io prego e ho fiducia che edificherete “piramidi” ancora più meravigliose nel futuro, conquiste durature.
Spero che iniziate dandovi un obiettivo per voi stessi e poi lavoriate un po’ alla volta verso la sua realizzazione. Per esempio, potreste provare ad andare a dormire un pochino prima, così da svegliarvi più presto la mattina e avere il tempo per fare colazione. Potreste anche provare a recitare Gongyo e Daimoku ogni giorno, oppure dedicare un tempo stabilito ai compiti e alla lettura.
Vi prego di continuare a sfidarvi e a compiere sforzi incessanti, con pazienza e perseveranza. Auguro a ognuno di voi di creare audaci, grandi nuove “piramidi” di brillanti realizzazioni!

(1 novembre 2017)

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