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Le parole sono finestre [oppure muri] - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 12:24

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    Le parole sono finestre [oppure muri]

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    «Oggi la nonviolenza è alla svolta della storia, che o continua a ripetere se stessa o si rinnova. Chi commette la violenza, ripete passivamente millenni. Dire intrepidamente no è far posto ad altro».
    Aldo Capitini, “Nuovo Corriere”, 20 maggio 1948

    Chi di noi non desidera avere una comunicazione di qualità con chi lo circonda sia nella vita personale che professionale? Riuscirci rappresenta l’acquisizione di una delle competenze più preziose e Marshall B. Rosenberg, psicologo americano, allievo di Carl Rogers, ci insegna come affinare questa tecnica di comunicazione nonviolenta nel suo libro Le parole sono finestre [oppure muri] distribuito in Italia dalla piccola editrice “Esserci” di Reggio Emilia.
    Il lavoro alle spalle è denso, il succo semplice e chiaro, quattro punti da tener in mente quando interagiamo verbalmente con qualcuno e che vogliono incoraggiare a:

    • manifestare la comprensione rispettosa di ogni messaggio ricevuto;
    • rompere gli schemi di pensiero che solitamente portano alla collera o allo scoraggiamento;
    • dire ciò che desideriamo senza esprimere né suscitare ostilità;
    • comunicare utilizzando il potere benefico dell’empatia.

    Bello, vero? Fortunatamente non mancano storie, esempi, perfino brevi dialoghi che illustrano questa fondamentale e nobile arte della Comunicazione Nonviolenta. Visto che predichiamo le frasi di Nichiren Daishonin come «l’inferno esiste nel cuore di chi disprezza suo padre e non si cura di sua madre» e «la sfortuna viene dalla bocca e ci rovina» (Gosho di Capodanno, SND, 4, 271-272) sarà bene approfondirne la messa in pratica di cosa queste frasi possono portarci a realizzare nella vita e nelle relazioni di tutti i giorni.
    Semplice, non semplicistico, profondamente e pacificamente sovvertitore dei nostri schemi culturali più frequenti (che oscillano fra il collerico-invadente e il piagnucoloso), il metodo proposto da Marshall Rosenberg e dalla sua Comunicazione Nonviolenta, se messo in pratica attraverso un progressivo allenamento, porta una nuova efficacia alle nostre comunicazioni verbali; ci consente di esprimere i sentimenti e aspettative senza giudizio, senza etichette (nemmeno quelle “positive”), trasmette il potere forte e pacifico dell’empatia, aiuta a mettere in pratica la fiducia nelle risorse creative di ognuno di noi: con il linguaggio e con un modo progressivo e concreto.
    Chiara anche l’impostazione grafica del libro, la scelta dei caratteri, dei margini (adatti a prendere appunti), dei 12 capitoli riassunti in paragrafetti come in certi libri di testo.
    Tutto, nel libro, ci parla di una profonda cura del dialogo con il lettore e ci guida con fiducia sul terreno “minato” della comunicazione verbale, trasformandolo in cammino di libertà, di coerenza e di profonda saggezza nel dialogo, un po’ nello spirito – senza saperlo – di «la fortuna viene dal cuore e ci fa onore» (SND, 4, 272). Sarebbe interessante dar vita a incontri di formazione in Comunicazione Nonviolenta per responsabili o staff della nostra organizzazione.
    Un pregio che è anche un piccolo neo (dipende dall’occhio con cui si osserva il dato): la “Esserci” è una piccola casa editrice, collegata al Centro che diffonde e insegna la Comunicazione Nonviolenta-Linguaggio Giraffa, quindi non è distribuita come le “grandi” dell’editoria. Meglio dunque rivolgersi direttamente a loro per avere il libro, ma anche i video delle conferenze di Rosenberg (tradotte) e altro materiale dedicato alle scuole.

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    Le parole sono finestre [oppure muri] di Marshall B. Rosenberg, ed. Esserci, 2003

    Centro ed Edizioni Esserci (0522 943053) info@centroesserci.it

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    La Comunicazione Nonviolenta è un linguaggio naturale, disponibile in ognuno di noi. Consiste nell’esprimere semplicemente e onestamente i nostri bisogni senza criticare o insultare gli altri e ci permette di intendere semplicemente i bisogni degli altri senza percepirvi la minima critica, giudizio o attacco nei nostri confronti.

    La Comunicazione Nonviolenta porta la nostra consapevolezza su quattro punti o informazioni fondamentali che facilitano l’espressione e l’ascolto: ci fa preferire l’osservazione dei fatti ai giudizi moralistici, ci permette di avere una grande chiarezza su ciò che sentiamo e sull’origine del nostro sentire, ci aiuta pertanto a riconoscere e a esprimere i nostri bisogni e valori e a fare, nel presente, richieste precise e concrete.

    Qualunque sia il modo con il quale le persone si rivolgono a noi, ci permette di essere consapevoli che possiamo scegliere di ascoltare negli altri le quattro informazioni, anche quando queste sono nascoste sotto una coltre di pensieri alienati e sono espresse in un modo tragico, fatto di giudizi moralistici, pretese o doveri.

    Questo linguaggio è semplice e nello stesso tempo ci richiede un po’ di esercizio, se abbiamo imparato a comunicare in un modo scollegato da ciò che è naturalmente vivo in noi e negli altri. La Comunicazione Nonviolenta facilita la relazione con se stessi e con gli altri, permettendo di ritrovare e rendere abituale nella vita di tutti i giorni il nostro linguaggio naturale.

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