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Le giornate dell'accoglienza - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 11:32

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Le giornate dell’accoglienza

Nella moltitudine di attività proposte, può sembrare che non ci sia spazio per nuove idee, ma l’esperienza di un gruppo di membri di Roma testimonia che preghiera e spirito di iniziativa possono aprire nuove strade

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Nella moltitudine di attività proposte, può sembrare che non ci sia spazio per nuove idee, ma l’esperienza di un gruppo di membri di Roma testimonia che preghiera e spirito di iniziativa possono aprire nuove strade

Avevamo notato che il rapporto dei membri con il Centro culturale di Roma si era “allentato” – non era più un punto di riferimento tanto solido come lo era stato per noi che pratichiami il Buddismo da più tempo – e anche la partecipazione allo zaimu (sul significato del termine zaimu vedi intervista a pag. 14) era in diminuzione. Sicuramente su questi due fattori influivano i problemi che aveva attraversato la Soka Gakkai negli anni scorsi.
La nostra preoccupazione era dovuta al fatto che un’alta percentuale di nuovi membri non conosceva lo spirito dell’offerta, che è alla base della pratica e che i più “anziani” avevano avuto occasione di approfondire partecipando alle “giornate dell’offerta” che si organizzavano nel vecchio Centro culturale di Roma. Grazie a esse ognuno di noi aveva potuto sperimentare quello che spiega Nichiren nel Gosho La Torre preziosa: «Potresti pensare di aver fatto offerte alla Torre Preziosa del Budda Taho, ma non è così. Le hai offerte a te stesso» (SND, 4, 212).
L’offerta garantisce la vita dei nostri Centri culturali e delle nostre attività per kosen-rufu e quindi i due fenomeni che avevamo osservato ci sembravano strettamente collegati.
Fu un viaggio in Giappone di Alberto Aprea, Roberto Francini e Roberto Terzani, nel 2003, a darci lo spunto per rovesciare questa situazione. Avevano fatto attività al kaikan dell’Accoglienza di Tokyo – dove i membri di tutto il Giappone portano regali, lettere, inviti a sensei, chiedono consigli e fanno offerte – ed era stato spiegato loro che l’obiettivo era “accogliere ogni persona con il cuore del maestro”.
Decidemmo così di organizzare anche a Roma una “giornata dell’accoglienza” entro fine giugno e, per prima cosa, di recitare Daimoku, tentando di coinvolgere i responsabili di vari livelli. Ma non avemmo molte adesioni. Allora aprimmo questa attività a tutti, compresi i nuovi membri, e cominciarono a venire tante persone a recitare Daimoku e ad approfondire lo spirito dell’offerta. La preparazione proseguì per qualche mese e, alla fine di giugno, duecento persone avevano dato la loro disponibilità per quel week-end di attività in cui ci si poteva abbonare alle riviste, ricevere consigli personali, conoscere e dare la propria adesione ai vari staff, e lasciare la propria offerta. Inoltre, nella sala grande, si alternavano un’ora di Daimoku e Gongyo con la proiezione di un video del presidente Ikeda.
Alla vigilia temevamo che non sarebbe venuto nessuno, ma il sabato pomeriggio parteciparono all’offerta circa 180 persone e la domenica più di 800, per un totale di 1012 persone. Al Centro culturale di Roma si respirava un’atmosfera meravigliosa. Era una grande festa, le persone prendevano il sole sul prato, recitavano Daimoku, stringevano amicizie, portavano i bambini, si rincontravano vecchi membri, al punto che anche diverse persone che si erano allontanate dall’attività, quel giorno decisero di ricominciare. Per noi fu un’emozione grandissima ma soprattutto ci chiesero di continuare a organizzare giornate simili.
Da allora le ripetiamo ormai ogni tre mesi e ogni volta è un successo, dovuto certamente a tutto il Daimoku che si recita per la preparazione. Quest’anno, a marzo, abbiamo raggiunto il massimo storico di partecipanti, 1233 persone che hanno fatto zaimu, e a giugno la percentuale dei nuovi partecipanti è aumentata del 5% in una sola giornata.
I risultati ottenuti, oltre allo zaimu, sono un maggiore affetto delle persone per il Centro culturale e un aumento dei partecipanti alle attività di staff. Tantissimi giovani addetti alla protezione partecipano con grande entusiasmo e si sta creando un legame sempre più forte con i giovani. Mi emoziona vedere persone, anche che praticano da poco tempo, partecipare, come Anna Rita che prepara regalini per i membri o come Elena che crea splendidi bouquet di fiori da mettere sui tavoli. Tante persone recitano Daimoku e danno il loro contributo al successo di queste giornate; e non si tratta solo di membri romani ma anche provenenienti dalle zone intorno a Roma, Civitavecchia, L’Aquila, Avezzano e addirittura dalla Calabria, dalla Lombardia e dal Veneto.
Sono ormai tre anni che ripetiamo questa esperienza, una tradizione che continueremo a mantenere, perché sempre più persone sperimentano i benefici che ne derivano e sempre più persone chiedono di poter partecipare.

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