Voi tutti,
forti nella pratica e nella fede
grazie allo studio costante del Buddismo
otterrete benefici e felicità
per le tre esistenze.
«Tutte le volte che mi sono imbattuta in questioni difficili è stata la filosofia a farmi ritrovare la felicità», osservò la scrittrice e attivista americana Helen Keller, cieca e sordomuta, che non si è mai arresa alla sua disabilità lasciando importanti e duraturi contributi alla società.
Coloro che abbracciano una filosofia vera e solida sono persone forti, mentre quelli che ne sono privi danno l’impressione di essere liberi ma in realtà vagano come una nave senza bussola, in balia delle onde, alla deriva. Per quanto possano essere potenti o famosi, restano comunque inermi di fronte alle tempeste della vita rappresentate dalle quattro sofferenze universali di nascita, invecchiamento, malattia e morte.
«Il Sutra del Loto è sia l’insegnamento del Budda, sia l’incarnazione della sua saggezza; chi ripone una sincera fede anche in uno solo dei suoi caratteri o dei suoi tratti, diventerà un Budda nella propria forma presente. […] il veleno si trasforma in medicina e le persone comuni diventano Budda. Per questo si chiama Legge meravigliosa» (L’insegnamento predicato in accordo con la mente del Budda, RSND, 1, 861).
Così scrive Nichiren Daishonin in una lettera di incoraggiamento a Niiike Saemon-no-jo afflitto dalla morte di suo figlio.
Il Gosho è una fonte inesauribile di speranza, poiché rivela pienamente il grande cammino attraverso il quale tutte le persone in questa epoca malvagia dell’Ultimo giorno della Legge, contaminata dalle cinque impurità, possono manifestare e far risplendere la natura più nobile inerente alla vita: la Buddità. Esso contiene gli insegnamenti per conquistare una felicità suprema, assoluta. Il Gosho non presenta argomentazioni astratte o teoriche. Ogni parola di ogni frase è un’aurea espressione di verità che il Daishonin ha dimostrato attraverso la sua vita: ne ha dato prova concreta lottando contro i tre ostacoli e i quattro demoni e sconfiggendo i tre potenti nemici, fino a superare enormi persecuzioni come l’esilio e la condanna a morte.
Nichiren scrisse: «Le sfortune di Kyo’o Gozen si trasformeranno in fortuna. Raccogli tutta la tua fede e prega questo Gohonzon. Allora, che cosa non può essere realizzato?» (Risposta a Kyo’o, RSND, 1, 366).
Ogni lettera di Nichiren trabocca dell’immensa compassione del Budda rivolta a chiunque lotti per vincere ogni genere di problema o sofferenza.
Al presidente Toda, quando fu incarcerato durante la Seconda guerra mondiale, le autorità militari confiscarono una copia del Gosho in cui aveva sottolineato un passaggio da I quattro debiti di gratitudine, scritto dal Daishonin durante il suo esilio a Izu: «Dico questo perché, essendo stato esiliato a causa del Sutra del Loto, ora lo leggo e lo pratico in continuazione, sia camminando, sia stando fermo, in piedi, seduto o disteso. Quale gioia più grande potrebbe esistere per chi è nato essere umano?» (RSND, 1, 38).
Leggere e praticare correttamente insieme al nostro maestro gli insegnamenti del Daishonin, che hanno la forza del ruggito del re leone, per noi discepoli della Soka Gakkai rappresenta una gioia suprema e un immenso onore. Al contrario i preti, nella loro visione errata e per il timore di subire persecuzioni dalle autorità militari, eliminarono importanti passaggi del Gosho, abbandonando così lo spirito di rivelare il vero e confutare l’erroneo.
Oggi il vero spirito del Buddismo di Nichiren Daishonin continua a vivere e a trasmettersi ininterrottamente attraverso gli sforzi dedicati alla fede, alla pratica e allo studio dei membri della Soka Gakkai che si impegnano per realizzare kosen-rufu.
Il mio maestro Toda dichiarò: «Il Gosho ci indica la via per trasformare il nostro karma e conquistare un’eterna felicità attraverso la realizzazione di tutti i nostri desideri. Racchiude i punti chiave per la vittoria su ogni tendenza demoniaca. Se ci dedicheremo con profonda convinzione alla pratica buddista non avremo mai dei rimpianti».
Sotto la guida del presidente Toda la Divisione giovani impresse nel proprio cuore l’essenza dell’insegnamento buddista, ovvero la lotta contro l’oscurità fondamentale della vita. All’età di ventitré anni, insieme a dei giovani amici, una sera mi misi a studiare il trattato L’apertura degli occhi dopo una giornata estremamente impegnativa dedicata alla preparazione dell’imminente entrata in carica di Josei Toda come secondo presidente della Soka Gakkai. Scrissi allora nel mio diario: «Anche se è un trattato di difficile comprensione, la convinzione di Nichiren Daishonin risuona nel mio cuore. In questo periodo pieno di disordini sociali, quale nobile valore ha lo studio della filosofia del Daishonin per noi giovani poveri riuniti in questa modesta dimora!».
Il termine gakkai di Soka Gakkai letteralmente significa un’associazione o un gruppo di studio. Noi studiamo il supremo insegnamento della dignità della vita e mettiamo in pratica la grande filosofia volta ad “adottare l’insegnamento corretto per la pace nel paese” attraverso le nostre attività per la promozione della pace, della cultura e dell’educazione.
Serbo un caro ricordo dell’epoca in cui da giovane mi recavo regolarmente con entusiasmo a tenere delle lezioni sul Gosho nel settore di Kawagoe della prefettura di Saitama. Una donna veramente meritevole alla quale rilasciai l’attestato di partecipazione alla serie di lezioni commentò: «Sono profondamente commossa e felice di aver conosciuto la Legge mistica e con passione mi sono dedicata alle attività di shakubuku. La mia vita stessa è il più grande beneficio immaginabile». Grazie agli sforzi di queste nobili madri abbiamo potuto costruire l’indistruttibile fortezza di kosen-rufu.
Oggi, un numero sempre maggiore di membri in tutto il mondo si sta sforzando con grande impegno per migliorarsi nelle due vie della pratica e dello studio. Anche in Giappone, il prossimo autunno si terrà il tradizionale esame di primo livello del Dipartimento di studio della Soka Gakkai. Leggendo il Gosho possiamo ascoltare il messaggio del Daishonin, come se il Budda stesse rivolgendo le sue parole direttamente a ciascuno di noi. Colmi di rinnovato spirito di ricerca, dedichiamoci insieme con gioia alle due vie della pratica e dello studio, avanzando con energia e coraggio.
Un noto scrittore indonesiano, Pramoedya Ananta Toer, scrisse: «Le persone diventano grandi perché le loro azioni sono grandi, i loro pensieri sono grandi, il loro spirito è grande».
Consapevoli che la nostra vita
è la reggia delle tre esistenze,
non nutriamo alcun timore,
come sovrani eterni.