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Le donne Soka sono dei “soli di speranza” - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 09:09

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Le donne Soka sono dei “soli di speranza”

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A un discepolo che gli aveva chiesto il significato delle cinque festività stagionali che scandivano il corso dell’anno [in Giappone], il Daishonin rispose: «Anzitutto, se consideriamo l’ordine delle cinque festività stagionali notiamo che corrispondono all’ordine dei cinque caratteri di Myoho-renge-kyo» (Sulle cinque festività stagionali, RSND, 2, 350).
Il Daishonin inoltre spiegò: «Il terzo giorno del terzo mese cade la festa che corrisponde al carattere ho» (Ibidem).
Nello stesso Gosho si legge: «Ti prego di vederla così e di recitare Nam-myoho-renge-kyo. Non c’è alcun dubbio riguardo alle parole “pace e sicurezza nell’esistenza presente e circostanze favorevoli nelle successive”».
Oggi, 3 marzo, [giorno in cui in Giappone si celebra la Festa delle bambine], è anche il giorno delle sorelle Kayo (la gioventù del voto), nonché il giorno del Gruppo donne di Osaka e del Kyushu.
Le donne che vivono dedicandosi a kosen-rufu sono dei soli di speranza, dei soli di pace.
Desidero ringraziarle con tutto il cuore per i loro nobili sforzi. Fin dall’antichità, le bambole giapponesi hina simboleggiano l’augurio che tutte le donne possano risplendere di buona fortuna.
Verso la fine della guerra, la mia casa fu centrata da una bomba incendiaria e bruciò fino alle fondamenta. L’unica cosa che riuscimmo a salvare dalle fiamme fu un baule, al cui interno però non vi erano altro che delle bambole hina e un ombrello. Noi membri della famiglia eravamo caduti nello sconforto, ma mia madre disse sorridendo: «Scommetto che presto andremo a vivere in una casa dove queste bambole potranno ancora far bella mostra di sé!» (NRU, 3, 228).
Grazie a quelle parole positive e incoraggianti riuscimmo a rialzarci con spirito unito.
Sempre durante la guerra, un violento tifone colpì la nostra casa nel cuore della notte; si ruppe il vetro di una finestra, da cui iniziarono a entrare furiose raffiche di vento. Rivolgendosi ai miei fratelli e a mia sorella che – ancora molto piccoli – si agitavano impauriti nel buio, mio padre esclamò con decisione: “Non preoccupatevi, papà è qui con voi! Non abbiate paura!”. Ricordo ancora vivamente la sua voce forte e coraggiosa.
Nei momenti cruciali il potere delle parole è immenso.
Noi abbiamo la fede, che ci permette di trasformare il veleno di qualsiasi avversità in medicina.
Proprio nei momenti più difficili, è fondamentale incoraggiarsi a vicenda in amicizia, indirizzare ogni cosa verso la speranza e creare valore.
Il 3 marzo 1940, il primo presidente Tsunesaburo Makiguchi inviò una cartolina a un educatore originario del Kyushu per incoraggiarlo a diventare membro della Soka Gakkai. Nella cartolina scrisse che la fede è “la migliore, la suprema legge della vita”, “la zona di sicurezza dell’esistenza”, e lo invitò a condurre insieme una vita meravigliosa come compagni di fede. Così si faceva shakubuku durante la guerra!
L’educatore entrò nella nostra organizzazione diciotto anni dopo. Da quel momento percorse fino in fondo il cammino di maestro e discepolo, per il resto della sua esistenza. I semi della Legge mistica piantati dal maestro Makiguchi sono sbocciati ovunque. Il Daishonin afferma: «E tuttavia non sono scoraggiato» (Gli elementi essenziali per conseguire la Buddità, RSND, 1, 664): con questo stesso spirito Makiguchi si prendeva cura di ogni singola persona e condivideva l’insegnamento del Daishonin con creatività per aiutarla a creare un legame con il Buddismo. Se pensiamo alla lotta instancabile del nostro presidente fondatore, emerge in noi il coraggio.
In questi giorni in cui sia il Giappone che tutti i paesi del mondo si stanno impegnando al massimo per prevenire l’espansione del nuovo Coronavirus, recitiamo con ancora più forza il Daimoku del ruggito del leone.
Desidero che tutti noi preghiamo in unità di itai doshin (diversi corpi, stessa mente) per la pace e la sicurezza del pianeta, affinché l’epidemia si interrompa al più presto.
Mia moglie e io, con il cuore colmo di gratitudine, stiamo pregando sinceramente anche per la salute e l’incolumità dei nobili e preziosi “re e regine senza corona” che, così come il sole sorge tutte le mattine, con decisione, qualsiasi cosa accada, consegnano il Seikyo Shimbun ogni giorno, senza fermarsi.

(Seikyo Shimbun, 3 marzo 2020)

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