Deprecated: Function strftime() is deprecated in /var/www/vhosts/ilnuovorinascimento.org/wp-dev.ilnuovorinascimento.org/site/wp-content/themes/nuovo-rinascimento/functions.php on line 220
Le basi della fede / 1 - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 08:11

536

Stampa

Le basi della fede / 1

Pubblichiamo la prima delle sei puntate dedicate ai princìpi buddisti oggetto di studio per gli esami di primo livello. Si tratta di un’importante opportunità poiché l’approfondimento anche di un solo aspetto della fede si può rispecchiare nella vita quotidiana

Dimensione del testo AA

Pubblichiamo la prima delle sei puntate dedicate ai princìpi buddisti oggetto di studio per gli esami di primo livello. Si tratta di un’importante opportunità poiché l’approfondimento anche di un solo aspetto della fede si può rispecchiare nella vita quotidiana

Da giugno a novembre Il Nuovo Rinascimento pubblica una selezione del materiale di preparazione agli esami. Il testo completo è pubblicato nello Spazio aderenti del sito dell’Istituto e nel libro Materiale di studio – esame di primo livello.

FEDE, PRATICA, STUDIO

I cardini del Buddismo di Nichiren Daishonin sono la fede, la pratica e lo studio. Nel Gosho Il vero aspetto di tutti i fenomeni si legge: «Impegnati nelle due vie della pratica e dello studio. Senza pratica e studio, non può esservi Buddismo. Devi non solo perseverare tu, ma anche insegnare agli altri. Sia la pratica che lo studio sorgono dalla fede. Insegna agli altri come meglio puoi, anche una sola frase o verso» (RSND, 1, 342).
Fede significa credere nel Gohonzon, cioè credere nel fatto che sia noi sia tutti gli altri esseri umani possediamo la natura di Budda e che tutti i fenomeni dell’universo sono manifestazioni della Legge mistica, Myoho-renge-kyo. La fede è la causa profonda che fa emergere la Buddità dalla nostra vita, vincendo l’oscurità fondamentale. Nella Raccolta degli insegnamenti orali il Daishonin afferma: «Questa parola “fede” è una spada affilata che taglia l’oscurità fondamentale o ignoranza, […] che taglia via il dubbio e l’incertezza» (BS, 111, 47). Una fede libera dal dubbio ci consente di affrontare qualsiasi difficoltà e trasformare l’impossibile in possibile. Una fede di questo tipo non sorge dal nulla, occorre costruirla sperimentando il funzionamento della Legge nella vita reale. Per questo bisogna esercitarsi nella pratica e nello studio.
La pratica consiste di due aspetti: la pratica per sé e la pratica per gli altri. La prima è costituita dalla recitazione quotidiana di Gongyo, che significa “pratica assidua” e comprende a sua volta sia il Daimoku – la pratica principale del Buddismo di Nichiren Daishonin – sia la recitazione di parte dei capitoli “Espedienti” e “Durata della vita del Tathagata” del Sutra del Loto. La pratica per gli altri è shakubuku, ovvero l’azione di parlare agli altri della Legge di Myoho-renge-kyo, insegnare a praticarla e incoraggiare ad affrontare la vita sperimentando la fede nel Gohonzon. Da un punto di vista profondo la pratica per sé e la pratica per gli altri non si possono considerare separatamente, in quanto sono entrambe indispensabili per manifestare la Buddità nella nostra vita. Nichiren Daishonin scrive a questo proposito nel Gosho Le tre grandi Leggi segrete: «Adesso però siamo entrati nell’Ultimo giorno della Legge e il Daimoku che io, Nichiren, recito è differente da quello delle epoche precedenti. Questo Nam-myoho-renge-kyo comprende sia la pratica per sé sia l’insegnamento agli altri» (RSND, 2, 925).
Lo studio consiste essenzialmente nella lettura degli scritti di Nichiren Daishonin, il Gosho. A questo si aggiungono gli scritti di Daisaku Ikeda, come pure di Josei Toda e Tsunesaburo Makiguchi, presidenti della Soka Gakkai e guide del movimento di kosen-rufu nel mondo. Nello studio l’aspetto più importante è lo “spirito di ricerca”, il desiderio di mettere in pratica quello che si studia sperimentandolo nella propria vita. Utilizzare il Buddismo nella vita quotidiana è il punto chiave per i discepoli di Nichiren. Scrive il presidente Ikeda a questo proposito: «Membri di tutto il mondo hanno approfondito la loro comprensione della fede, della pratica e dello studio, hanno rinvigorito il proprio coraggio e hanno vinto le loro battaglie per kosen-rufu aprendo le pagine del Gosho – cioè degli scritti di Nichiren Daishonin – con lo spirito di ricevere consigli e istruzioni direttamente dallo stesso Nichiren. Se avanziamo con il Gosho come nostro fondamento non ci troveremo mai a un punto morto» (D. Ikeda, L’apertura degli occhi Lezioni sugli scritti di Nichiren Daishonin, esperia, Milano, 2007, pag. V).

IL DAIMOKU

“Daimoku” in giapponese letteralmente significa “l’essenza di un testo” espressa dal suo titolo. Nel Buddismo di Nichiren Daishonin si riferisce al titolo del Sutra del Loto nella sua traduzione cinese, Myoho-renge-kyo, e ne rappresenta il fondamento. Myoho-renge-kyo è infatti il nome della Legge universale alla quale Nichiren Daishonin si è illuminato. Egli fece precedere al nome della Legge universale di Myoho-renge-kyo la parola nam, variante fonetica di namu, traslitterazione del sanscrito namas che significa “devozione”. Perciò, recitando Nam-myoho-renge-kyo con fede risvegliamo e manifestiamo la nostra innata natura illuminata (o natura di Budda) che esiste nella nostra vita e in quella degli altri.
Il Daishonin descrive nel Gosho questo processo di trasformazione interna: «Quando veneriamo il Myoho-renge-kyo che è nella nostra vita come oggetto di culto, la natura di Budda che è in noi viene richiamata dalla nostra recitazione di Nam-myoho-renge-kyo e si manifesta. Questo si intende per “Budda”. Per fare un esempio, quando un uccello in gabbia canta, gli uccelli che volano liberi nel cielo sono richiamati e si radunano intorno a lui. E quando gli uccelli che volano nel cielo si radunano, l’uccello in gabbia cerca di uscire fuori. Così, quando con la bocca recitiamo la mistica Legge, la nostra natura di Budda viene richiamata e immancabilmente emergerà» (Come coloro che inizialmente aspirano alla vita possono conseguire la Buddità attraverso il Sutra del Loto, RSND, 1, 789).

Il Daimoku della fede e il Daimoku della pratica

Scrive il presidente Ikeda: «La recitazione del Daimoku è la base di tutto l’insegnamento del Daishonin. Il suo Buddismo, a differenza delle scuole buddiste del suo tempo, non si basava sul culto di una specifica divinità o Budda; ciò che il Daishonin stabilì fu il mezzo per realizzare l’ideale del Sutra del Loto, il raggiungimento dell’Illuminazione da parte di tutte le persone.
«Nel Buddismo di Nichiren possiamo distinguere tra il Daimoku della fede e il Daimoku della pratica. Il primo riguarda l’aspetto spirituale della nostra pratica e consiste essenzialmente nella battaglia che ha luogo nel nostro cuore per contrastare la nostra condizione interiore illusa, od oscurità. È una battaglia contro le forze negative e distruttive interiori per aprire un varco nell’oscurità che avvolge la natura di Budda e far emergere la condizione vitale di Buddità grazie al potere della fede.
«Il Daimoku della pratica riguarda invece l’azione specifica di recitare Nam-myoho-renge-kyo e di insegnarlo agli altri, gli sforzi che compiamo, con le parole e con le azioni, per la nostra felicità e per quella degli altri, che sono la dimostrazione tangibile della nostra battaglia interiore contro l’illusione e i nostri aspetti negativi interiori.
«Quando la fede vince sul dubbio e sulle illusioni, il potere della natura di Budda viene risvegliato dal suono del Daimoku e si manifesta spontaneamente nella nostra vita.
«Il punto essenziale che differenzia il Buddismo del Daishonin dalle altre scuole buddiste del suo tempo è l’aver stabilito questo mezzo concreto per raggiungere la Buddità. Dalla prima volta che proclamò Nam-myoho-renge-kyo fino al momento della morte Nichiren si impegnò ardentemente per insegnare questo supremo sentiero per l’Illuminazione a tutte le persone della sua terra» (D. Ikeda, Il raggiungimento della Buddità in questa esistenza Lezione sugli scritti di Nichiren Daishonin, esperia, pag. 8).
Di seguito si analizzeranno uno a uno i differenti ideogrammi e i loro molteplici significati.

Nam

Nel Gosho Cavalli bianchi e cigni bianchi Nichiren scrive: «La parola namu esprime un sentimento di riverenza e di adesione» (RSND, 1, 942), e nel Gosho L’offerta del riso bianco precisa: «Qual è il significato di namu? […] Significa dedicare la propria vita al Budda» (RSND, 1, 997) La recitazione del Daimoku rappresenta la determinazione e il voto di dedicare la nostra vita alla verità universale di Myoho-renge-kyo con pensieri, parole e azioni. La recitazione del Daimoku non è un semplice invocare il nome di una “verità esterna”, ma costituisce una pratica per far emergere e manifestare concretamente la “verità interna” che pervade l’universo e il nostro stesso io, e vivere in accordo con essa.

Myoho

Il termine myoho significa, letteralmente, Legge mistica. In particolare myo significa “mistico”, cioè infinitamente profondo e impossibile da concepire o esprimere per la mente umana, e si riferisce alla natura insondabile della realtà ultima di tutte le cose. Ho è il nome dato alle manifestazioni di questa natura mistica della vita, o mondo fenomenico. L’unione di questi due concetti, rappresentati dal singolo termine myoho, riflette l’essenziale unicità della realtà ultima di tutte le cose e del mondo fenomenico.
Infatti, secondo il Buddismo non esiste nessuna distinzione essenziale tra la realtà fondamentale e le cose della vita quotidiana. Chi comprende questo è illuminato, chi non lo comprende è illuso.
Inoltre Daisaku Ikeda, nelle lezioni sul Gosho Il conseguimento della Buddità in questa esistenza, scrive: «Il carattere myo di myoho, o Legge mistica, ha tre significati, tutti impliciti nella recitazione del Daimoku: essere pienamente dotato, aprire e rivitalizzare. In altre parole nell’azione di recitare Daimoku sono contenuti: 1) il myo della perfetta dotazione, cioè il fatto che l’unica Legge di Myoho-renge-kyo abbraccia tutti i fenomeni; 2) il myo della trasformazione, che “apre” il mondo di Buddità nella vita degli esseri dei nove mondi (da Inferno a Bodhisattva); 3) il myo del grande beneficio, in virtù del quale un’esistenza colma di sofferenza viene “rivitalizzata” e diventa piena di gioia e serenità.
«La nostra vita è un’entità della Legge mistica, e perciò è pienamente dotata di tutti i fenomeni. L’oscurità fondamentale e la natura illuminata del Dharma, le illusioni e i desideri e l’Illuminazione, i nove mondi e la Buddità – tutti esistono dentro di noi. È proprio per questo che possiamo realizzare una “rivoluzione” interiore, mistica e fondamentale, cambiando l’oscurità in luce, alimentando la fiamma dell’Illuminazione “con la legna delle illusioni e dei desideri” e manifestando perciò il mondo di Buddità nella nostra vita dei nove mondi.
«La chiave per raggiungere questa profonda trasformazione interiore è il nostro cuore, il nostro atteggiamento di fondo o disposizione interiore. Perciò, nel Conseguimento della Buddità in questa esistenza, il Daishonin avverte: “Se pensi che la Legge sia al di fuori di te, stai abbracciando non la Legge mistica ma un insegnamento inferiore” (RSND, 1, 3) Quando ci sforziamo assiduamente di recitare Daimoku basandoci su questo ammonimento, tenendo sempre a mente che è determinante il cambiamento nel nostro cuore o mente, i tre significati di myo si manifestano con evidenza nella nostra vita» (RSND, 1, 4).

Renge

La parola renge letteralmente significa “fiore di loto”.
Il Daishonin nel Conseguimento della Buddità in questa esistenza afferma: «Renge, che significa fiore di loto, simboleggia la meraviglia di questa Legge» (RSND, 1, 4).
«Di solito – scrive Ikeda – le piante prima fioriscono e poi producono i frutti, e la relazione tra questi due eventi viene utilizzata per illustrare la causalità lineare o sequenziale nella quale i fiori rappresentano la causa e i frutti l’effetto. Al contrario, il fiore di loto produce simultaneamente i petali e il ricettacolo che contiene i semi, vale a dire che nel momento stesso in cui i petali si schiudono ci sono già anche i frutti. Il loto simboleggia così il principio di simultaneità di causa ed effetto.
«Negli insegnamenti provvisori precedenti al Sutra del Loto si afferma che la condizione vitale di Budda si può conseguire soltanto sottoponendosi a un periodo incalcolabilmente lungo di pratica buddista. Quindi la causa e l’effetto non sono simultanei. Gli insegnamenti del Sutra del Loto, invece, spiegano che tutte le persone sono dotate originariamente dello stato di Buddità e sono in grado di rivelarlo istantaneamente. In altre parole, in un istante la mente illusa di una persona comune viene trasformata nella “mente di myo” (della suprema Illuminazione) di un Budda. Il fiore di loto simboleggia questa simultaneità di causa ed effetto» (Il raggiungimento della Buddità in questa esistenza Lezione sugli scritti di Nichiren Daishonin, esperia, pag. 72).

Kyo

Kyo è la traduzione giapponese della parola “sutra”, che indica gli insegnamenti del Budda Shakyamuni.
Poiché Shakyamuni impartì i suoi insegnamenti solo oralmente, per mezzo della voce, alla parola kyo è stato attribuito a volte il significato di “suono”. Il Daishonin dice: «Kyo esprime le voci e le parole di tutti gli esseri viventi» (BS, 109, 41), indicando in tal modo che la Legge mistica alla quale il Budda si è illuminato è inerente a tutti gli esseri viventi. Inoltre, l’ideogramma cinese che corrisponde a kyo originariamente indicava l’ordito di un tessuto, e per questo viene utilizzato anche per indicare il trascorrere del tempo.
Dal punto di vista della nostra esistenza individuale ciò significa che «continuando a recitare Daimoku, giorno dopo giorno, possiamo accumulare le cause e gli effetti per il conseguimento della Buddità, che rendono possibile trasformare una mente annebbiata dall’oscurità innata in una mente che riflette la natura essenziale dei fenomeni e il vero aspetto della realtà. Le virtù di queste cause ed effetti col tempo diventano l’ossatura della nostra vita, dove i benefici sbocceranno come fiori sia nel nostro carattere sia nella nostra vita concreta» (Il raggiungimento della Buddità in questa esistenza Lezione sugli scritti di Nichiren Daishonin, esperia, pag. 73).
Kyo si riferisce anche alla diffusione della Legge mistica da noi agli altri. Scrive ancora Ikeda: «Possiamo considerare questo mistico kyo anche come la diffusione della Legge mistica da noi agli altri. […] In tal senso potremmo affermare che lo sviluppo di kosen-rufu – cioè tante persone che propagano la Legge mistica e recitano Daimoku senza sosta per la propria felicità e quella degli altri e insegnano anche alle altre persone a fare lo stesso – corrisponde al mistico kyo.
«Come abbiamo appena visto, Myoho-renge-kyo è la Legge connaturata alle nostre vite. La continua trasformazione istante per istante, che realizziamo nei nostri cuori e menti recitando Daimoku, non solo conduce a un radicale cambiamento interiore, ma cambia interamente anche il modo in cui viviamo, ponendoci sul cammino del raggiungimento della Buddità in questa esistenza e suscitando quella potente ondata di trasformazione di tutta l’umanità che è kosen-rufu. La forza dinamica per il cambiamento a tutti i livelli è Myoho-renge-kyo» (Ibidem, pag. 74).

• • •

ESAMI DI PRIMO LIVELLO, 23 NOVEMBRE 2014

Potranno partecipare all’esame di primo livello tutti i praticanti che sono diventati fedeli dell’Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai entro e non oltre giugno 2014. Il materiale di studio è raccolto in un apposito volume intitolato Materiale di studio – esame di primo livello che può essere acquistato pressi i nostri Centri culturali ed è disponibile gratuitamente nell’area aderenti del sito www.sgi-italia.org.
L’iscrizione all’esame avverrà unicamente riempiendo il cedolino scaricabile dal sito, e consegnando la parte A dello stesso ai propri referenti locali.

Il programma dell’esame di primo livello è:

Profilo storico del Buddismo di Nichiren Daishonin
Le origini: Shakyamuni e il Sutra del Loto
La vita di Nichiren Daishonin
La storia della Soka Gakkai e dei tre presidenti

Le basi della fede
Fede, pratica e studio
Il Daimoku
L’oggetto di culto: il Gohonzon
La propagazione: shakubuku e kosen-rufu
La relazione con il maestro e con i compagni di fede
Lo spirito dell’offerta

La visione buddista della vita
Il mutuo possesso dei dieci mondi
Il karma e la sua trasformazione
La non dualità: vita e ambiente, corpo e mente

Gosho
Il conseguimento della Buddità in questa esistenza
Commento e spiegazione del presidente Ikeda

Le sezioni “Le basi della fede” e “La visione buddista della vita” saranno pubblicate in sei puntate sul Nuovo Rinascimento a partire da questo numero

©ilnuovorinascimento.org – diritti riservati, riproduzione riservata