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Le ali per volare nel mondo - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 17:36

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Le ali per volare nel mondo

Essere giovani pionieri. Questa è l’esperienza dei ragazzi e delle ragazze che da tutta Italia hanno dato vita al primo corso della Divisione futuro. Tre giorni permeati dal desiderio di fare nuove amicizie con la freschezza e l’energia che li caratterizza

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Essere giovani pionieri. Questa è l’esperienza dei ragazzi e delle ragazze che da tutta Italia hanno dato vita al primo corso della Divisione futuro. Tre giorni permeati dal desiderio di fare nuove amicizie con la freschezza e l’energia che li caratterizza

Il Centro culturale di Firenze è stato il palcoscenico ideale per ospitare un evento che è già entrato nella storia della Soka Gakkai: dal 18 al 20 luglio centotrentasette ragazzi e ragazze da diciassette regioni d’Italia hanno preso parte al primo corso nazionale della Divisione futuro della nuova era.
Questo Centro ha ospitato il presidente Ikeda e sua moglie Kaneko nel 1992 e nel 1994 e dopo vent’anni dall’ultima visita, i ragazzi della Divisione futuro hanno passeggiato per gli stessi viali e stretto amicizia sotto l’ombra degli stessi alberi.
“Le ali per volare nel mondo” è il titolo del corso ed è stato il vero motore delle tre giornate. È tratto da un incoraggiamento in cui il presidente Ikeda afferma: «Quest’anno è il cinquantesimo anniversario della mia nomina a presidente della Soka Gakkai (1960), avvenuta dopo la morte del mio maestro Toda. È anche il cinquantesimo anno dall’inizio della mia opera di diffusione di kosen-rufu nel mondo. Ho compiuto quest’impresa tenendo sempre nel cuore le ultime parole del mio maestro: “Tu devi volare nel mondo”» (I protagonisti della nuova era, IBISG, 2013, pag. 138).
I responsabili nazionali della Divisione futuro hanno dato un caloroso benvenuto leggendo il messaggio che sensei ha inviato a tutti i partecipanti, nel quale li incoraggia a dialogare come amici intimi che non si vedono da tanto tempo, a lodarsi reciprocamente per gli sforzi quotidiani con il desiderio di fare del corso un punto di svolta determinante nella vita di ognuno, una causa di sviluppo e crescita e un fresco punto di partenza per la rivoluzione umana: «Riaffermando ancora una volta il significato profondo di dedicare la vita a una nobile missione conclude nel messaggio Ikeda , sono assolutamente convinto che potrete fare di questo corso un punto d’incontro nel quale rinnovare il vostro voto di bodhisattva. Continuate con entusiasmo a percorrere vigorosamente il sentiero della felicità e della vittoria in modo da non avere assolutamente alcun rimpianto!».
Anna Conti, responsabile nazionale della Divisione donne, ha accolto i partecipanti infiammando i cuori di una profonda determinazione: «Questo corso è un evento straordinario di cui vi ricorderete tra trenta, quaranta o cinquant’anni. Sarete voi i protagonisti nel 2030! Fate amicizia in questi giorni; non vi conoscete ancora, ma dal punto di vista del Buddismo avete già fatto attività insieme nelle vite passate, avete un legame eterno. Considerate le difficoltà della vita come delle grandi opportunità per crescere. Bisogna faticare, sfidarsi sempre cercando di affrontare le difficoltà e tirando fuori il meglio da se stessi. Un altro aspetto importante è coltivare i propri sogni: non rinunciateci mai, così non avrete rimpianti. Anche se a volte è difficile, sforzandoci giorno dopo giorno li realizzeremo sicuramente. Non chiudere i desideri nel cassetto significa sfidarsi continuamente. Molte persone non conoscono il mezzo per realizzare tutto questo: noi abbiamo il Gohonzon e possiamo farlo conoscere agli altri. Abbiate fiducia nel fatto che perseverando giorno dopo giorno realizzerete tutti i vostri sogni».

Momenti di studio

Partendo dalla spiegazione dei capitoli “Espedienti” e “Durata della vita”, la prima sessione di studio ha affrontato il tema della relazione tra maestro e discepolo.
I responsabili nazionali Francesco Santangelo ed Elena Battistini hanno approfondito invece il significato del Gosho Ripagare i debiti di gratitudine, sottolineando che compiere quest’azione è l’espressione massima del bene di cui è capace l’essere umano. Quando pratichiamo il Buddismo e facciamo emergere la natura di Budda, il nostro cuore si apre agli altri e così siamo in grado di vedere il loro sostegno continuo. In questo modo nasce il desiderio di ripagare i debiti di gratitudine verso tutte le persone. Provare gratitudine significa far splendere il sole che abbiamo dentro il nostro cuore e, grazie al potere del Daimoku, illuminare ogni aspetto della vita.
Se formuliamo il voto di ripagare i debiti di gratitudine verso il maestro, i genitori e l’umanità, anche noi saremo in grado di realizzare la nostra missione nel mondo. Per riuscire in questo è importante non allontanarci dal cuore del maestro. Non mancheranno i momenti difficili, in cui forse penseremo di arrenderci, ma il presidente Ikeda crede in ciascuno di noi. Proprio quello sarà il momento di ripartire e vincere.
Dopo l’intensa sessione di studio, la responsabile generale della Divisione donne Asa Nakajima ha incoraggiato con queste parole: «Voi siete le persone più fortunate del mondo. Anche se i tempi sono bui, voi avete la chiave d’oro che apre la vita. Dimostriamo il potere del Gohonzon per le altre persone, non solo per noi stessi. Questo significa lottare nello studio, nel lavoro, nei rapporti familiari. Diventare felici significa diventare forti. Per riuscirci, recitiamo Daimoku. Ma non basta: è importante come recitiamo. Noi recitiamo Daimoku per trasformare la nostra vita, per lottare nella vita. Recitare Daimoku in questo modo farà emergere anche la gioia di studiare».

Domande rivolte al futuro

Durante l’ultima giornata del corso, il direttore generale Tamotsu Nakajima ha risposto ad alcune delle tante domande formulate dai ragazzi. Ha iniziato soffermandosi sull’importanza delle diversità. «Saper apprezzare le diversità è importantissimo. Ognuno ha capacità enormi, come l’universo, ma la nostra tendenza è denigrare e disprezzare gli altri. Ciò deriva dall’insicurezza di ognuno. Lo shakubuku è il mezzo per far scoprire agli altri e a noi stessi queste grandi capacità. Solo i giovani riescono a rinnovare la società. Siate convinti di avere enormi capacità. Avete il Gohonzon: usatelo!».
In seguito ha ricordato la visita del presidente Ikeda a Firenze e a Milano nel 1981. Allora c’erano più giovani che adulti, e sensei incoraggiò a mirare a vent’anni di pratica, a non abbandonare mai il Gohonzon e a continuare a pregare seriamente, qualunque cosa fosse accaduta. Ha poi sottolineato l’importanza di non lasciarsi sviare dal giudizio delle persone: l’importante è come noi vediamo le cose, non come le vedono gli altri. Ha continuato affermando che anche se in superficie sembriamo diversi, profondamente siamo tutti Myoho-renge-kyo. L’allenamento consiste nell’apprezzare tutti come Budda: questo è il punto di partenza per tirare fuori la nostra Buddità. Ogni generazione ha vissuto conflitti, l’unico modo per eliminarli è che i giovani imparino a rispettare tutti.
Riguardo alla relazione con il maestro, Nakajima ha affermato che seguiamo il maestro per imparare a vivere, mettendo in pratica ciò che dice. È lui che ci insegna come essere felici tutti insieme. Se vogliamo sentire questo legame, dobbiamo passare attraverso le sfide. Grazie alla nostra decisione di realizzare kosen-rufu, grazie all’attività, si aprirà la strada della nostra felicità. Ci vuole pazienza, e la decisione di portare avanti la nostra pratica per sempre. Alla fine è stata letta a voce alta la promessa che i ragazzi e le ragazze hanno scritto insieme durante i tre giorni e che hanno inviato a sensei (vedi riquadro). Un coro di voci all’unisono ha risposto a gran voce: «Lo prometto, lo prometto, lo prometto».

One World with Sensei

Ciò che ha caratterizzato il corso è stata la capacità di alternare con estrema fluidità momenti di entusiasmo e divertimento a momenti di attenzione e serietà. Tutti i ragazzi hanno interagito scegliendo tra quattro diverse attività: coro, spettacolo teatrale, danza e performance sportiva. Chi si è cimentato nel teatro ha immaginato come sarà la sua vita nel 2030; chi nell’attività sportiva, si è sfidato in una caccia al tesoro che si è conclusa con la creazione di una coreografia che ha unito tutti nello scrivere sul prato, con i corpi sdraiati, le parole One World with Sensei, una promessa dichiarata poi a gran voce da ognuno.
Lo spettacolo di danza ha visto la nascita di un ballo armonioso, come giovani fenici che spiccano il volo nei cieli del ventunesimo secolo. Ognuno è poi corso ad abbracciare gli altri coinvolgendoli in un grande cerchio in cui ciascuno ha potuto gridare, tra gli applausi di tutti, il proprio nome, testimoniando che proprio così come siamo, siamo la torre preziosa. Anche i ragazzi che hanno partecipato all’attività del coro si sono sfidati nell’imparare in poco tempo una nuova canzone composta espressamente per il corso.
Ognuno ha accumulato splendidi tesori del cuore che porterà per sempre con sé.

hanno collaborato: Claudio Crupi, Lucilla De Simone, Mirko Lugli e Paloma Messina

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La promessa della Divisione futuro al presidente Ikeda

Decidiamo insieme di realizzare il sogno del nostro maestro assumendo un ruolo attivo nei luoghi della nostra missione nel mondo. Realizzando tutti i nostri sogni. Decidiamo di non smettere mai di praticare e di incontrarci nuovamente nel 2030 con le nostre esperienze da protagonisti indiscussi della società senza allontanarci mai dal cuore del nostro maestro. Lo prometto, lo prometto, lo prometto.

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