La ristrutturazione del Centro culturale sul Naviglio avanza a grandi passi. Ripercorriamo questi mesi in una sorta di diario fotografico che racconta, forse ancora meglio delle parole, lo sviluppo di questa sede la cui inaugurazione è prevista per il 18 novembre 2013
Sulle rive del Naviglio Grande, là dove la tipica campagna lombarda si fonde con i capannoni industriali e commerciali, sta sorgendo una nuova sala da oltre novecento posti, nell’ambito dei lavori per la realizzazione del Centro culturale di Milano, che comprende anche la ristrutturazione di Cascina Guardia di Sopra, un edificio che risale al sedicesimo secolo. Forse non tutti sanno che Leonardo da Vinci progettò e realizzò la rete dei Navigli di Milano. Leonardo e il volo continuo, Leonardo e il suo umanesimo, ammirati da Daisaku Ikeda tanto da farne l’argomento della sua lectio magistralis all’Università di Bologna nel 1994.
«Questo Centro culturale mi fa sentire ogni giorno più unito ai compagni di fede di tutta Italia, che si stanno impegnando al massimo per portare avanti il sogno del maestro» dice Luigi Di Iorio, responsabile di regione della Divisione giovani uomini. «Tutti gli sforzi si stanno concretizzando in qualcosa di tangibile e riconoscibile, anche per tutti coloro che vedranno questa meravigliosa costruzione. Allo stesso tempo questa nuova struttura mi spaventa un po’, temo di non sentirmi in grado di sostenere un Centro culturale come questo, ma poi ripenso al suo scopo, al nostro desiderio di “assicurare la pace nel paese” attraverso la diffusione della Legge mistica. E ritrovo la determinazione di portare avanti questo sogno e questa lotta».
«Sono profondamente onorato e grato di poter assistere alla nascita del “Centro culturale Ikeda di Milano per la pace”» ci ha detto Yuji Matsunaga, vice responsabile di regione della Divisione uomini. «Mentre proseguono i lavori vogliamo fare in modo che, in ognuno di noi, ci sia lo stesso desiderio che sensei ha espresso nel messaggio inviatoci in occasione della cerimonia di posa della prima pietra. Cioè che, prima di tutto, la Soka Gakkai esista nei legami umani tra le persone. Coltiviamo e rafforziamo la rete di solidarietà che sostiene questo castello di kosen-rufu in modo che da esso prenda avvio un’autentica cultura di pace, verso la società italiana e verso l’Europa, che attraversa una profonda crisi. La missione di questo centro per la trasformazione della società è enorme. Sento che dobbiamo avere la consapevolezza profonda che, tutti insieme, stiamo facendo qualcosa di estremamente importante per il futuro».
«Avevo appena iniziato a praticare quando mi ritrovai subito coinvolta nelle recitazioni per trovare il primo Centro culturale di Milano» ricorda Monica Rossi, vice responsabile di territorio della Divisione donne. «Era il 1988 e a quel tempo c’era solo un ufficio in via Melchiorre Gioia, a due passi dal Naviglio della Martesana. Poi fu trovata una sede lì vicino, in una ex scuola giapponese e in quel piccolo centro incontrai per la prima volta di persona il nostro maestro, Daisaku Ikeda. Il nuovo grande butsuma sembrerà sorgere dall’acqua, mentre il corpo principale che conterrà uffici, foresterie e altre sale sarà ospitato nella cascina ristrutturata. Futuro e passato, moderno e tradizione si incontrano e si fondono armoniosamente. Le tradizioni di questa terra e il Buddismo si alleano per dare forma a una nuova cultura, a una nuova umanità. E ora, nuovamente, bisogna rimboccarsi le maniche per fare di questo centro un vero castello della Legge in grado di accogliere schiere di nuovi bodhisattva!».
Anche Mauro Ciullo, vice responsabile nazionale della Divisione giovani uomini, sente una grande responsabilità: «Sono grato per l’occasione di poter contribuire allo sviluppo di questo centro e voglio rafforzare ancora di più la mia decisione personale di dedicarmi a kosen-rufu. Non vedo l’ora di poter accogliere in questa nuova sede i membri di tutta Europa e le tante persone che desiderano incontrare questo meraviglioso Buddismo».
La preoccupazione di riuscire a mandare avanti un Centro culturale così grande affiora anche nelle parole della responsabile nazionale delle giovani donne, Silvia Larese: «Non si può negare che si avverta un po’ di paura e un senso di inadeguatezza, ma il desiderio di sostenere il progresso di kosen-rufu prevale su tutto. Io ho ricevuto il Gohonzon nel luglio 2004 e il mese successivo ho iniziato a fare attività di protezione al vecchio Centro in via Keplero a Milano: è stata la prima “palestra” della mia rivoluzione umana, fonte di tanti benefici ed esperienze che mi hanno cambiata profondamente. Con un Centro culturale così, ancora più persone, anche da luoghi più lontani, avranno modo di fare attività e questo mi riempie il cuore di gioia. Colgo l’occasione per invitare chi ancora non ha sperimentato la meraviglia di queste attività, a entrare a far parte di uno staff per avanzare più velocemente nella propria rivoluzione umana e nella trasformazione del proprio karma».
«La costruzione di questo centro – ha osservato Marta Cantone del territorio Ticinese – riflette quello che stiamo costruendo nelle nostre vite, qualcosa di grande, a partire dalle fondamenta. Toccherà a noi essere il cuore di questa struttura, dandole vita. Questo centro porta il nome del presidente Ikeda; questo a me ricorda che dobbiamo impegnarci ancora di più, per ripagare il nostro debito di gratitudine nei suoi confronti, e mi dà la certezza che lui sarà sempre al nostro fianco».
Maria Ferrario del territorio Prealpi dice: «Quest’opera sta facendo capire che possiamo realizzare concretamente sogni che non avremmo mai lontanamente immaginato, e anche piuttosto rapidamente. Ecco perché continuo a trasmettere l’importanza dello spirito dell’offerta, che è parte della pratica buddista, e non può essere condizionato dalla società che vediamo intorno a noi. Le offerte fatte al Budda sono offerte fatte alla nostra vita, un’infinita fonte di speranza».