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L’attività giovani mamme, verso le riunioni di aprile e oltre… - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 07:03

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L’attività giovani mamme, verso le riunioni di aprile e oltre…

In questa tavola rotonda le coordinatrici nazionali delle giovani mamme condividono i loro obiettivi

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“Sensei, osservi la nostra lotta basata sul voto condiviso!”
Con questo motto, nel weekend del 6-7 aprile la giornata delle giovani mamme verrà celebrata in tutta Italia con gioiose riunioni a diversi livelli, da settore a regione, che si svolgeranno con diverse modalità – in presenza, remoto e anche ibrida – secondo le diverse necessità di ogni zona. Lo spirito alla base di questi incontri è il desiderio di invitare tante giovani mamme e tante nuove amiche a cui trasmettere il cuore del nostro maestro. Un nuovo punto di partenza per ogni giovane mamma che porti un’ondata di fresca vitalità nella nostra organizzazione, nei nostri quartieri e nelle nostre città.

Elena B.

Il cuore dell’attività giovani mamme è sostenere e rafforzare sempre di più questa rete di donne che si trovano a vivere una fase molto particolare, delicata e preziosa della loro esistenza. Rafforzare i legami fra noi quindi sarà sempre l’aspetto fondamentale. Il nostro obiettivo è creare un’attività non strutturata in modo univoco, ma in accordo con le esigenze specifiche delle giovani mamme di ogni zona, veramente a loro misura, affinché ognuna possa continuare a partecipare in questa fase della vita restando sempre nell’orbita dell’organizzazione, senza isolarsi. In questo momento c’è tanto fermento perché quasi tutte le squadre regionali sono nuove e ovunque stanno emergendo grande entusiasmo e desiderio di fare. Inoltre molte giovani mamme hanno partecipato al corso nazionale donne e ciò ha determinato un ulteriore entusiasmo che si sta riversando in varie iniziative a livello locale. Insieme alle coordinatrici regionali abbiamo condiviso l’obiettivo di realizzare entro quest’anno almeno una visita a ogni giovane mamma, sia in presenza che online, in modo che nessuna rimanga indietro. Naturalmente a tale scopo è cruciale la collaborazione con il Gruppo donne. Un altro obiettivo è sviluppare la nostra rete a livello locale includendo sempre più amiche e giovani mamme a cui fare shakubuku, coinvolgendole in un intreccio di amicizia e sostegno reciproco. Questo sarà anche lo spirito delle riunioni giovani mamme che quest’anno si svolgeranno nel fine settimana del 6-7 aprile.

Elena R.

Quest’anno abbiamo scelto il weekend del 6-7 aprile e le diverse regioni organizzeranno, in base alle situazioni specifiche, riunioni in presenza, ibride oppure online a vari livelli, da settore fino a regione. Ovunque il motto delle nostre riunioni è: “Sensei, osservi la nostra lotta basata sul voto condiviso!”. Come sempre un ruolo fondamentale nel sostenere queste riunioni spetta alle responsabili donne, perché l’attività delle giovani mamme va sempre a braccetto con il Gruppo donne, quindi è molto importante coinvolgerle. Le riunioni di aprile saranno dedicate anzitutto alle nostre ospiti, e tutte ci stiamo sfidando a partire dalle nostre amicizie, nei luoghi di lavoro, in famiglia… Come tutte le ricorrenze anche questa è un’opportunità per orientare la nostra pratica quotidiana e metterci degli obiettivi, per allenarci a mirare e realizzare i nostri scopi. Personalmente tutte le volte che mi sono sfidata facendo una “scommessa di fede”, ho sempre fatto bellissime esperienze. È anche l’occasione di fare insieme, di cercare il più possibile di coinvolgere le giovani mamme nella preparazione, valorizzando le peculiarità di ciascuna. Ed è un’occasione per continuare ad approfondire il legame con Sensei.
Sensei ci ha sempre trasmesso l’atteggiamento di “non lesinare” la nostra vita dal punto di vista della fede. Ciò non vuol dire strafare o sentirsi appesantite. Queste riunioni sono l’occasione per ripartire dal Gohonzon, per imparare a offrire quello che abbiamo, anche dieci minuti per fare una telefonata, per andare a bere un caffè con una giovane mamma o leggere un incoraggiamento insieme. Dare valore e apprezzare ciò che offriamo è importantissimo. Lodarsi per noi è la parola chiave. Vogliamo vivere queste riunioni con leggerezza, che non vuol dire superficialità ma comprensione profonda della vita.

Alessia

Per le riunioni di aprile ci stiamo sfidando nel recitare tanto Daimoku e l’attività che stiamo portando avanti insieme, la nostra unità mi ha permesso di vincere quei pensieri intrusivi che mi fanno pensare male di me stessa e mi impediscono di sentire il mio valore. Cerco di ripartire dalla preghiera, di apprezzare lo sforzo che sto facendo, libera da quell’armatura di mamma perfetta, donna perfetta, moglie perfetta… di accettarmi così come sono, con tutte le mie difficoltà, per entrare in contatto con una parte più profonda di me dove inizio a chiedermi: “Ma tu chi vuoi essere veramente?”. La chiave è collegarsi a Sensei e al Gohonzon attraverso la preghiera, sfidandoci di recitare anche solo un po’ di Daimoku in più. C’è un incoraggiamento di Sensei che porto sempre nel cuore:

«Le donne che hanno la forza di non arrendersi mai, qualsiasi cosa accada, di essere serene anche se rimangono da sole, saranno sempre felici. Coloro che vivono fino in fondo basandosi sulla fede, anche in un ambiente ostile, sono regine di felicità che abbracciano il re leone della Legge mistica. In fondo, la cosa più importante è che ognuno si alzi da solo e invochi Nam-myoho-renge-kyo con tutto se stesso. Recitare davanti al Gohonzon equivale a relazionarsi con l’intero universo. Consente di sviluppare un immenso stato vitale che ci mette in grado di elevarci tanto da osservare l’universo dall’alto e di intraprendere un viaggio sereno e gioioso, basandosi sulle quattro virtù di eternità, felicità, vero io e purezza» (NR, 452)

Sto cercando di fare questo, di trascendere tutto quello che mi succede intorno tenendo veramente al centro Nam-myoho-renge-kyo, la relazione con Sensei e con le mie compagne di fede e di sentirmi, come afferma Sensei, il re leone della Legge mistica!

Claudia

Se riusciamo a smontare la tendenza alla performance mettendo al centro il desiderio di kosen-rufu, se questo diventa la forza motrice dei nostri sforzi possiamo sperimentare una gioia che non ha confini. Inoltre, quando parliamo di giovani mamme inevitabilmente parliamo di “giovani famiglie”, nel senso che tutto ciò che facciamo, la nostra rivoluzione umana, la preghiera, le attività sono tutte collegate a ogni componente della nostra famiglia. Il desiderio alla base è di fare squadra per poterci dedicare insieme alla crescita dei nostri figli e delle nostre figlie, che sono il futuro dell’umanità. Con il Daimoku possiamo avvolgere ogni componente della famiglia, affinché possa realizzare la propria missione nel modo che gli è proprio.

Elena B.

Conosco tante giovani mamme che vivono la difficoltà di non sentirsi comprese dalla società. Quindi non solo per noi, ma anche per i nostri figli, anche all’interno della Soka Gakkai è fondamentale trasmettere quanto è importante creare una rete di sostegno per valorizzare ogni giovane mamma. Noi possiamo essere apripista perché ciò che succede nel nostro ambiente immediato e nella nostra organizzazione si riflette nella società. Io ci credo, ci voglio credere che ogni cosa che stiamo facendo per sviluppare questa consapevolezza si rifletterà in un cambiamento della società. Quanta lungimiranza ha avuto il presidente Ikeda nel fondare questa attività!

Isabella

Vorrei sottolineare che “sostenere” le giovani mamme non vuol dire escluderle, non coinvolgerle… Questa tendenza è molto forte nella società, e crea molta sofferenza. Una mamma giovane non viene neanche presa in considerazione perché c’è un figlio, magari piccolo, e quindi sicuramente creerà problemi. È veramente triste essere messe da parte per questo! A volte può succedere anche nell’attività, quando per “proteggere” una giovane mamma, per non appesantirla non la si coinvolge… Invece è fondamentale considerare bene ogni singola situazione, dare piena fiducia e lasciare che sia lei ad accettare o meno un’attività che le viene proposta. Questo è un aspetto che spero veramente possa cambiare, per tutte!

Isabella

È una domanda che ci siamo fatte un po’ tutte, credo. Io mi sono domandata come lui abbia affrontato la morte del suo maestro. E quindi sono andata a riprendere il Diario giovanile, dove scrive:

«Prego perché il desiderio di Sensei continui a scorrere come un puro corso d’acqua fino a quando kosen-rufu sarà realizzato. Ho detto a me stesso che devo essere forte» (Diario giovanile, 657)

Sto cercando di mettere in pratica questo atteggiamento, di recitare Daimoku con questo desiderio. Sia il corso donne che lo studio della parabola della “Città fantasma” mi hanno dato l’opportunità di approfondire la consapevolezza che noi possiamo essere sempre con il nostro maestro, vita dopo vita, continuando a portare avanti le attività per kosen-rufu. Questo ci permetterà di ritrovarlo, di continuare a lottare insieme a lui, anche se adesso non è fisicamente con noi. In questi giorni, grazie alla sfida delle riunioni giovani mamme di aprile, mi sto svegliando la mattina molto presto per recitare Daimoku. E la cosa incredibile è che non sento la minima stanchezza. Ogni volta davanti al Gohonzon sento di dialogare con Sensei e rinnovo la promessa di realizzare la sua visione: “Sensei non ti preoccupare, continuo io a realizzare il tuo sogno!”, e provo una gioia che non so spiegare.

Ne La nuova rivoluzione umana scrive:

«Siete sempre nel mio cuore. Siamo legati dal Daimoku. Finché continuerete a lottare per kosen-rufu con la mia stessa determinazione, saremo uniti da un profondo legame. Questo è il legame che unisce maestro e discepolo. Nel Buddismo, la non dualità di maestro e discepolo è eterna e senza tempo, il che significa che saremo insieme non solo durante questa esistenza, ma anche nelle prossime» (NRU, 19, 208)

Elena B.

Inizialmente questa notizia è stato uno shock e mi sono chiesta: e adesso cosa succede? Subito dopo, però, è emersa un’immensa fiducia e una grande forza e, se posso essere sincera, quando penso a lui sento che è vivo e presente più che mai! Certo, non riceveremo più i suoi messaggi, né potrò più sperare di incontrarlo girando per il quartiere di Shinanomachi… a volte penso alla sig.ra Kaneko, a come deve sentirsi… ma poi mi rendo conto che sono pensieri che si basano sulla naturale tendenza umana davanti alla morte e allora ritrovo una dimensione più ampia, piena di fiducia e speranza, torno a sentire gioia, e la presenza di Sensei fortissima.
Questo anche grazie al fatto di aver sviluppato, negli anni, l’abitudine a cercarlo mentre recito Daimoku, chiedendomi cosa farebbe in quella data circostanza. Nel mio cuore conservo tanti episodi che sono fonte d’inesauribile incoraggiamento per me. Tra tutti, c’è un momento a cui ritorno costantemente, anche in questo periodo. Erano i primi tempi della mia pratica e ascoltai un incoraggiamento del presidente Ikeda rivolto ai giovani in cui diceva che chiunque, recitando Daimoku per kosen-rufu, sarebbe riuscito a far emergere e a realizzare la propria missione. Così ho cominciato a fare questo tipo di preghiera davanti al Gohonzon. È stato il primo momento in cui ho sentito questa verità della mia vita, il fatto di essere una Bodhisattva della Terra, di avere una missione, e in quel momento ho deciso di dedicare la mia vita a kosen-rufu. Quel giorno per la prima volta ho sentito una gioia fortissima di praticare, ho sentito che la mia vita ha un valore e posso sicuramente contribuire alla realizzazione di kosen-rufu. Quello lo considero il mio punto di origine nella pratica, il momento in cui ho incontrato Sensei per la prima volta, anche se poi l’ho incontrato fisicamente nel 2015. Ogni volta che mi sento ferma, quando mi accorgo che sto dando per scontata la mia pratica e il fatto di essere parte della Soka Gakkai, torno a quel momento in cui ho incontrato Sensei attraverso il Daimoku e ho fatto il voto di realizzare assolutamente kosen-rufu con la mia vita. Sensei torna sempre alla promessa fatta al suo maestro e con il suo atteggiamento ci ha insegnato che la non dualità di maestro e discepolo si realizza tornando costantemente a quella promessa. 
Ecco, in questo modo io sento di poter incontrare Sensei ogni giorno, oltre lo spazio e il tempo, senza nessuna distanza che ci possa separare. 

Claudia

Ho recitato Daimoku, ho scavato per cercare di arrivare al cuore di questa domanda chiedendomi nuovamente che direzione voglio dare agli sforzi che faccio. La mamma è una colonna per i bambini. È rassicurazione e fiducia. E Sensei in tantissime guide mostra una profonda comprensione per il duro lavoro delle mamme sottolineando quanto, nonostante tutti gli impegni quotidiani, ognuna di loro continui a portare il sole in famiglia. La mia sfida personale è di non cercare di essere perfetta, ma di parlare apertamente con i miei figli, mettermi a nudo anche negli insuccessi e nei momenti di crisi. Sensei ci incoraggia a rimanere fedeli a noi stesse, non solo come giovani mamme ma come donne, e ci ricorda che nella relazione con i figli non è la quantità di tempo, ma la qualità che determina tutto. I nostri bambini sanno bene che abbiamo tanti impegni, lavoro, attività… ciò che conta è la profondità della relazione che creiamo con loro. Anche se ho poco tempo io cerco di dimostrare ogni giorno il mio amore. A questo proposito, ci sono tre brani da I tesori del futuro che mi guidano ogni giorno e che vorrei condividere:

«Quando i nostri figli ci chiedono “Per te sono più importante io o il tuo lavoro? Io o le tue attività buddiste?”, dobbiamo rispondere senza esitazioni: “Sei più importante tu”. Poi dobbiamo spiegare ai nostri figli con chiarezza e convinzione le ragioni per cui lavoriamo, ci impegniamo nelle attività buddiste e dedichiamo la nostra vita per il bene degli altri. Non dobbiamo dare per scontato che i nostri figli comprendano e sostengano i nostri sforzi. Né dobbiamo usare i nostri molti impegni come scusa per non spiegare ai nostri figli quel che facciamo” (I tesori del futuro, Esperia, 4)

Poi, più avanti scrive:

«Quando consideriamo ogni bambino come un nostro prezioso successore e nutriamo il sincero desiderio che cresca e si sviluppi riusciremo sicuramente a toccargli il cuore» (Ibidem, 19)

E concludo con la determinazione di rispondere a questa aspettativa che Sensei ripone in noi:

«Io chiedo ai genitori di riversare l’amore sui propri figli come il sole che nutre i girasoli con la sua luce, perché gli esseri umani possono vivere vigorosamente per tutta la vita con l’energia dell’amore che hanno ricevuto nella loro infanzia» (Ibidem, 7)

Alessia

Ho avuto una figlia a vent’anni ed è stato proprio grazie all’attività giovani mamme che sono riuscita a trovare un luogo dove sentirmi compresa. È necessario trasformare la visione delle mamme che prevale nella società, e chi meglio di noi che coltiviamo il desiderio della felicità di tutta l’umanità? Essere il sole della famiglia non vuol dire sobbarcarci tutto da sole: significa coltivare un cuore puro e sincero per riuscire a influenzare, come ci insegna il principio di esho funi, anche tutto l’ambiente intorno a noi. Significa essere un esempio.

Elena R.

Una cosa che noto parlando con le mamme degli amichetti dei miei figli è la mancanza di speranza, di fiducia nella possibilità di cambiare le situazioni. Questo mi incoraggia a perseverare nel dialogo, per arrivare al cuore della persona che ho davanti. Dobbiamo tornare alle radici, ricordarci a vicenda che possiamo trasformare le nostre vite attraverso la pratica buddista, che possiamo davvero essere felici dedicandoci a kosen-rufu! Coltivando il desiderio della nostra e altrui felicità, possiamo sperimentare la potenza che scaturisce dalla preghiera e dall’attività per gli altri. Non è vero che in mezzo alla difficoltà siamo più lontani dal nostro obiettivo: anche se la realizzazione ci sembra lontana, in realtà può manifestarsi in questo preciso istante. Perciò avanziamo con il motto delle riunioni giovani mamme nel cuore: “Sensei, osservi la nostra lotta basata sul voto condiviso!”

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