I bambini sono come opere da scoprire, i loro occhi riflettono veri e propri gioielli che aspettano di mostrarsi al mondo. La guida di un educatore è fondamentale per individuare i piccoli talenti e sviluppare un ingegno creativo secondo il metodo indicato da Makiguchi
Il freddo rigido dell’inverno non dà tregua. Ho saputo che in varie località la neve ha causato seri danni e alcuni incidenti.
In una situazione simile penso continuamente all’impegno dei nostri compagni del gruppo educatori che si preoccupano per la sicurezza dei loro studenti come se fossero figli.
«La formazione dell’umanità è l’orgoglio del nostro secolo», questo dichiarò Johann Gottfried Herder, il celebre filosofo e letterato, nonché mentore del giovane Goethe.
L’educazione è la sacra impresa di trasmettere la quintessenza dell’umanità da una persona all’altra, di coltivare questa essenza nella profondità della vita di un’altra persona. L’educazione è un’instancabile forza creatrice per gli esseri umani, per la cultura e per la pace. È la colonna portante della vita, della società e del futuro.
La Soka Gakkai iniziò la sua attività proprio dall’educazione, come Soka Kyoiku Gakkai: Società educativa per la creazione di valore. L’educazione umanistica sarà sempre il nostro punto di partenza, l’origine stessa della nostra organizzazione.
Il primo presidente della Soka Gakkai, Tsunesaburo Makiguchi, era un educatore, così come il secondo presidente, Josei Toda. Come terzo presidente, anch’io ho attribuito la massima importanza allo sviluppo dell’educazione e ho determinato di fare di questa sacra impresa il coronamento della mia vita.
Per realizzare il sogno di Makiguchi e Toda, i miei maestri, ho fondato gli istituti scolastici e universitari Soka in Giappone, così come gli asili Soka in tutto il mondo, e l’Università Soka in America (SUA).
In accordo con la visione dei miei due grandi predecessori, ho dedicato la vita alla formazione di persone di valore in grado di dare un contributo positivo alla società e all’umanità.
I nostri membri del gruppo educatori, che amo e rispetto profondamente, hanno ereditato direttamente questa missione dai primi tre presidenti e si stanno dedicando in prima linea allo sviluppo dell’educazione.
Pregano assiduamente per i loro allievi, immedesimandosi nei loro problemi e cercando il modo migliore per aiutarli. Come preziosi collaboratori nella grande impresa dell’educazione umanistica, sono sempre nel mio cuore.
In questa epoca caratterizzata da una diffusa preoccupazione per la crisi dell’educazione in Giappone, penso costantemente a come incoraggiare i nostri valorosi educatori, in particolare quei giovani che all’inizio della carriera si stanno impegnando al massimo nell’affrontare sfide e difficoltà.
Nel corso degli anni ho pubblicato numerose proposte per promuovere l’educazione. Con questa nuova serie desidero condividere con voi il mio pensiero sull’educazione, come se stessimo dialogando in modo informale nel campus dell’Università Soka.
Nella sua opera L’educazione creativa Makiguchi si riferisce alla vita di ogni bambino con un’espressione di supremo rispetto tratta dal Sutra del Loto: “cumulo di gioielli inestimabili”.
La vita dei bambini è davvero il tesoro più prezioso e insostituibile. Makiguchi affermò che l’educazione, poiché ha un impatto diretto sulla loro esistenza, è «la più nobile e la più difficile delle scienze e delle arti della vita».
L’educazione creativa, scritta da Makiguchi e curata dal suo discepolo Josei Toda, venne pubblicata il 18 novembre 1930, in un periodo di grandi difficoltà. Erano trascorsi solo sette anni dal terremoto che aveva colpito l’area di Kanto, devastando Tokyo e le zone circostanti. Inoltre nel 1929, l’anno precedente, era iniziata la tempesta della crisi economica mondiale e, giusto poco prima dell’uscita del libro, il primo ministro giapponese venne assassinato da un nazionalista.
In questo clima turbolento, l’opera di Makiguchi venne pubblicata con la ferma determinazione di «impedire che tale deplorevole situazione, nella quale dieci milioni di nostri studenti erano costretti a sopportare la sofferenza di un’esasperata competizione, potesse continuare anche per le generazioni successive».
Proteggiamo assolutamente la vita dei bambini, che sono i tesori più preziosi. Facciamo tutto quanto è possibile affinché non cadano nell’infelicità o nella miseria. La felicità dei bambini deve essere la nostra priorità.
L’educazione Soka irruppe come un ruggito di leone in quel periodo turbolento. A seguito del terremoto e dello tsunami del marzo dell’anno scorso nella zona nord orientale del Giappone, tantissime vite preziose sono state spezzate. Non possiamo neanche lontanamente immaginare il dolore delle famiglie delle vittime. Ogni giorno dedico le mie preghiere più sincere all’eterna felicità di tutti coloro che hanno perso la vita in quel disastro.
Se quell’indicibile tragedia può contenere qualche insegnamento capace di arrecare conforto, forse il “miracolo di Kamaishi” può essere un esempio significativo. Questo caso rappresenta un’importante lezione per tutti coloro che sono coinvolti nell’educazione. Nella città di Kamaishi, nel Tohoku, ci sono state innumerevoli vittime dello tsunami. Eppure, incredibilmente, nel mezzo di questa catastrofe la maggior parte degli studenti delle scuole elementari e medie si sono salvati.
Infatti gli studenti, sia quelli che si trovavano a scuola, sia quelli che erano già tornati a casa, di propria iniziativa si rifugiarono su un’altura, e ciò è stato il frutto delle “esercitazioni in caso di disastro” da loro ripetute nel corso degli ultimi anni a scuola.
Che ogni persona sia in grado di proteggere la propria vita preziosa, di vivere e lavorare insieme agli altri qualsiasi cosa accada, basandosi su uno spirito di mutuo sostegno e fiducia reciproca: questa è la base dell’educazione umana. Coltivare questo spirito di indipendenza e di fede nell’umanità rappresenta il cuore dell’educazione umanistica.
Il “miracolo di Kamaishi” ci ricorda che l’educazione gioca un ruolo fondamentale nel forgiare il cuore e la mente dei ragazzi, più di quanto noi adulti, a volte, siamo disposti a riconoscere.
Ho saputo che i residenti dell’area del Tohoku, che stanno lavorando con coraggio per ricostruire la loro esistenza, trovano una fonte di immenso incoraggiamento nell’esempio e nello spirito positivo con cui i ragazzi procedono nella loro vita quotidiana. Non ci sono parole per descrivere il trauma subito dai bambini e dai ragazzi in questo disastro. Nonostante ciò, essi stanno regalando la speranza alle loro famiglie e alla comunità con lo splendore dei loro cuori, luminosi come il sole.
Un educatore del Tohoku racconta: «I sorrisi dei ragazzi sono tornati e le loro voci argentine risuonano di nuovo nelle scuole! Mi sono commosso perché ho capito quanto siano belli e preziosi questi aspetti della vita di ogni giorno».
Il Mahatma Gandhi, che amava profondamente i bambini, dichiarò: «Se veramente desideriamo realizzare la pace nel mondo, dobbiamo iniziare dai bambini» e poi: «Quando la lampada del cuore arde, essa illumina il mondo».
La passione dei nostri compagni del gruppo educatori è come la fiamma che accende la felicità nel cuore di un bambino dopo l’altro, giorno dopo giorno, alimentando la luce della speranza che porterà a realizzare la pace nel mondo.
Una sfida che farà la differenza
I membri del gruppo educatori stanno avanzando a grandi passi come educatori umanisti, abbracciando i seguenti princìpi:
- Siate educatori che pensano prima di tutto alla felicità dei ragazzi.
- Siate educatori che si sfidano nella propria personale rivoluzione umana.
- Siate educatori che fanno la differenza, influenzando l’ambiente con lo splendore della propria vita.
Lo spirito dell’educazione Soka incarnato dai maestri Makiguchi e Toda vive perennemente in queste guide. La felicità indicata nel primo punto non è qualcosa che può esserci data dagli altri. Ottenere una buona posizione sociale o la ricchezza economica non vuol dire essere felici. Inoltre, anche se in questo momento ci sentiamo felici, non ci è dato sapere quanto a lungo durerà questa felicità. La vera felicità è qualcosa che creiamo noi stessi a partire da questo preciso istante e proprio qui, dove ci troviamo, “da ora in poi”, a prescindere dalle circostanze.
Makiguchi affermò che la felicità dei bambini dipende dal fatto che riescano a sviluppare la capacità di creare valore. In altre parole, l’educazione dovrebbe mirare a sviluppare nei ragazzi la capacità di aprirsi la strada e avanzare liberamente in qualsiasi direzione.
Quanto è nobile e ammirevole il lavoro di un educatore che sfida se stesso ogni giorno per far emergere in ogni bambino la capacità di creare valore, di essere felice: è il processo della rivoluzione umana degli educatori stessi, come è indicato nel secondo punto della guida.
Quindi, come enuncia il terzo punto, lucidando e facendo risplendere la propria vita, gli educatori continuano a imparare insieme ai ragazzi e a crescere con loro.
Makiguchi affermò: «Uno degli obiettivi dell’insegnamento è risvegliare l’interesse dei ragazzi. Si tratta di risvegliare in loro la gioia e il senso di motivazione che derivano dall’apprendimento, piuttosto che impartire conoscenze».
Egli incoraggiò gli insegnanti a condividere con gli studenti la gioia, l’entusiasmo dello studio e l’emozione della ricerca, aprendo loro nuovi orizzonti e creando un ambiente nel quale sviluppare saggezza e creatività. Mentre tanti adulti purtroppo smettono di studiare e di crescere nel corso degli anni, si può dire che gli educatori hanno il privilegio di continuare sempre a migliorare e svilupparsi.
Il poeta americano Walt Whitman una volta definì la propria visione dell’educazione in questi termini: «La vera educazione ha inizio dai primi passi e continua a guidare il bambino lungo tutto il suo percorso, passo dopo passo. Non si tratta di insegnare loro solo ciò che è scritto sui libri, ma di incoraggiarli e allenare la loro mente affinché siano in grado di pensare e agire autonomamente. Essenzialmente si tratta di risvegliare in loro l’amore per la conoscenza».
Whitman visse anche un’esperienza personale come insegnante. In effetti, un’eccellente educazione è un’opera d’arte che ispira i cuori giovani come una poesia. Tuttavia la realtà non è così semplice. In particolare immagino che i giovani educatori che hanno poca esperienza stiano procedendo tra tentativi ed errori. Ma ricordate che anche un grande educatore come Makiguchi una volta fu un giovane insegnante come voi. Quando ancora studiava, all’età di ventun’anni, a causa dell’improvvisa assenza di un insegnante si trovò a dover salire in cattedra quando era ancora tirocinante. Descrisse in seguito con franchezza il suo stato d’animo: «Quando mi trovai per la prima volta di fronte alla classe ero sgomento. I ragazzi mi ascoltavano con grande attenzione, ma mi viene ancora il sudore freddo se ripenso alla mia inesperienza».
La sfida più impegnativa per il giovane Makiguchi furono le lezioni di scrittura. Non solo non aveva esperienza, ma non esisteva un testo scolastico da seguire. In quella difficile situazione, facendo appello a tutta la propria saggezza, inventò un nuovo metodo volto a guidare i ragazzi in un processo graduale, fino a renderli capaci di scrivere autonomamente facendo emergere le proprie capacità. Questo metodo in seguito sarebbe diventato il nucleo centrale del Sistema della pedagogia creatrice di valore [“Soka Kyoikugaku Taikei“, di cui sono stati pubblicati degli estratti in L’educazione creativa, la Nuova Italia, Milano, giugno 2000, n.d.r.].
L’audace sfida della gioventù, che Makiguchi stesso descrisse come «la battaglia di un insegnante novizio che si fa strada nel buio con grande trepidazione», un giorno sarebbe divenuta il fondamento dell’educazione Soka.
Il padre dell’educazione Soka è una fonte di incoraggiamento senza limiti per voi giovani educatori, e il suo esempio vi offre la certezza che gli sforzi di oggi daranno i loro frutti nel futuro.
In qualunque campo, nessuno nasce esperto. Siete giovani, quindi non abbiate paura di sbagliare e avanzate con ottimismo e coraggio. Lo spirito fondamentale per praticare il Sutra del Loto è di “esercitarsi con coraggio e diligenza” (yumyo shojin).
Eleanor Roosevelt (1884-1962), la famosa first lady attivista sociale e madre dei diritti umani, si impegnò con passione anche per l’educazione. Ella affermò: «Le persone crescono attraverso l’esperienza, affrontando la vita con coraggio e onestà. La personalità si costruisce in questo modo».
Lo spirito degli educatori che continuano a lottare per essere sempre creativi e innovativi ispira naturalmente il cuore dei ragazzi, è un sostegno che non ha bisogno di parole.
Coloro che continuano a sfidarsi e si impegnano incessantemente sono in grado di comprendere, come riflesso in uno specchio, anche lo sforzo e l’impegno degli altri. Come educatori, mi auguro che lucidiate senza posa lo specchio della vostra vita in modo da poter riconoscere e lodare con calore l’impegno sincero dei ragazzi che si stanno sforzando con tutto il cuore.
È la gioia più grande per i ragazzi vedere che i loro sforzi vengono apprezzati. In quel momento si sentono davvero felici.
Ho saputo che molti bambini della regione devastata dal terremoto e dallo tsunami sono felici di vedere che, grazie al loro sorriso, anche gli altri possono recuperare la forza. Per questo motivo cercano comunque di sorridere, anche quando non è facile e si sentono tristi. Riguardo al potere della lode, nel Gosho si legge: «Più l’oro viene scaldato tra le fiamme e più vivo sarà il suo colore; più una spada viene affilata, più tagliente diventerà» (I benefici del Sutra del Loto, RSND, 1, 601).
La bontà innata dei ragazzi è paragonabile all’oro e il loro talento alla spada, quindi incoraggiamo la loro crescita soltanto con la lode.
Vi prego di impegnarvi a individuare i punti di forza di ogni singolo bambino e il campo in cui si sta sfidando, lodandolo con la massima sincerità ogni volta che se ne presenta l’occasione.
La crescita di uno è la crescita di tutti
Ho avuto il piacere di scambiare alcuni dialoghi con Larry Hickman e Jim Garrison, entrambi insigniti della carica di presidente dell’associazione John Dewey. L’argomento principale dei nostri scambi riguardava proprio John Dewey (1859-1952), filosofo e pedagogista statunitense nei confronti del quale i maestri Makiguchi e Toda nutrivano la più alta stima. Uno dei punti chiave della filosofia educativa di Dewey è la crescita.
Attraverso i nostri dialoghi abbiamo potuto confrontarci su come la crescita individuale venga stimolata grazie all’interazione con gli altri all’interno della società, e quanto la crescita di una persona a sua volta influenzi la crescita degli altri, sollecitando lo sviluppo della comunità e dell’intera società. Questo è il grandioso principio della “rivoluzione umana”.
Se l’insegnante cresce e matura, anche i suoi allievi cresceranno di conseguenza. D’altro canto un insegnante, per potersi sviluppare, deve saper imparare dalla crescita dei ragazzi.
In definitiva l’educazione può essere definita come una “crescita condivisa”, dove insegnanti e allievi si sviluppano insieme.
Jim Garrison, stimato educatore che ha fatto crescere tanti giovani, ha affermato che un insegnante deve osservare attentamente i suoi studenti, sperimentare vari approcci e cercare di conoscerli il più possibile basandosi sempre su una profonda compassione ed empatia. «Un buon insegnante – ha detto – si appassiona a studiare con i suoi allievi e impara insieme a loro».
Il fatto di voler apprendere dai bambini e di voler crescere con loro significa rispettarne la personalità.
«Rispettate i bambini, condividete il loro pensiero e siate loro amici»: questo era l’invito di Ralph Waldo Emerson, filosofo del Rinascimento americano.
Se trattiamo i bambini come esseri umani che hanno i propri diritti e come amici importanti, ci accorgeremo dei loro punti di forza e delle qualità che essi stessi non sanno di avere.
Le parole degli insegnanti che trasmettono fiducia e alte aspettative nei loro confronti hanno il potere di far fiorire in modo libero e naturale le potenzialità degli studenti, trasmettendo profonda autostima e tranquillità.
A maggior ragione questo vale per voi, membri del gruppo educatori che abbracciate la filosofia del Buddismo di Nichiren Daishonin, che fa risplendere la vostra vita e quella degli altri.
Un celebre passo de Il conseguimento della Buddità in questa esistenza afferma: «Una mente annebbiata dalle illusioni derivate dall’oscurità innata è come uno specchio appannato che, però, una volta lucidato, sicuramente diverrà limpido e rifletterà la natura essenziale dei fenomeni e il vero aspetto della realtà. Risveglia in te una profonda fede e lucida con cura il tuo specchio notte e giorno. Come dovresti lucidarlo? Solo recitando Nam-myoho-renge-kyo» (RSND, 1, 4).
Invocare vigorosamente giorno dopo giorno la Legge mistica è il mezzo per lucidare la propria vita come uno specchio brillante. La fede è la suprema sorgente di luce che permette alla nostra vita di risplendere senza mai farsi oscurare, neppure dalle più grandi avversità, proprio come il sole che sorge ogni mattina. Inoltre, spero che cercherete sempre di imparare dai buoni educatori, per esempio dai colleghi anziani che hanno più esperienza di voi.
Quando il giovane Makiguchi mise a punto il suo nuovo metodo per la scrittura, Eitaro Iwatani, il preside di quella scuola elementare, apprezzò moltissimo il lavoro del suo giovane insegnante. Affermò che il programma di studio preparato da Makiguchi individuava abilmente la causa della difficoltà di scrivere dei bambini e che la sua teoria poteva essere applicata anche alle altre materie. In seguito Makiguchi gli fu grato per tutta la vita perché questo apprezzamento fu per lui di grande incoraggiamento.
Anche Dewey, lavorando nella scuola elementare affiliata all’Università di Chicago, condivise gioie e sofferenze con gli altri insegnanti e studiò insieme a loro. Grazie a quella esperienza concreta poté mettere alla prova e affinare il suo sistema educativo sviluppandolo ulteriormente. Ecco perché la sua filosofia è così profonda.
Oggigiorno gli insegnanti sono molto occupati e a volte non c’è tempo di chiedere consigli a colleghi o superiori, e si può finire col sentirsi isolati. In tal senso, i membri anziani e i compagni di fede del gruppo educatori rappresentano un aiuto insostituibile.
A tutt’oggi il nostro gruppo educatori ha prodotto più di 50.000 report di attività condotte nel corso degli anni. Una selezione di questi resoconti sta richiamando l’attenzione della comunità degli educatori. Vi possiamo trovare la saggezza di vita che nasce sul campo e le testimonianze incoraggianti di coloro che lottano in prima linea nell’educazione superando grandi ostacoli.
Per voi giovani educatori queste prove concrete dei membri più anziani sono nobili esempi a cui far riferimento. Vi invito a farne tesoro. Ci sono inoltre gli insegnanti in pensione che vi sostengono. Non esitate a chiedere loro consiglio, e utilizzate la loro saggezza.
È importante ricordarsi che non siamo soli ad affrontare i problemi. Sappiate che anche i membri anziani si tormentavano da giovani. Non isolatevi e non soccombete di fronte alle difficoltà. Non esiste ostacolo che non si possa superare. Qualsiasi cosa accada, a testa alta, vivete con forza, ottimismo e fiducia, per il bene vostro e dei vostri ragazzi!
Ho sentito l’esperienza di un’insegnante che continua a lottare nella prefettura di Miyagi, colpita dal terremoto. La scuola media dove lavorava ha subito danni enormi a causa dello tsunami, e i suoi adorati allievi sono stati fra le vittime.
Devastata dal dolore e dallo shock, si era sentita perduta e senza speranza. L’unica cosa che l’ha sostenuta sono stati gli incoraggiamenti dei compagni dell’Università Soka e della scuola superiore Soka. Da tutto il Giappone e dalle diverse parti del mondo le arrivavano tutti i giorni sincere parole di incoraggiamento.
Ascoltando le voci calorose di così tanti amici, pian piano superò la sua disperazione, iniziando ad aprirsi e a condividere con gli altri i suoi sentimenti e la sua esperienza, e infine sentì riemergere il coraggio. Si rese conto che il modo migliore per sostenere i ragazzi era ricominciare a sfidarsi lei per prima.
Ispirati dal suo esempio, anche gli studenti hanno cominciato a emergere da quello stato di prostrazione iniziando così a reagire.
Dewey osservò che ciò che un singolo individuo o un gruppo di persone riescono a realizzare diventa il fondamento e il punto di partenza per i loro successori.
Non ho dubbi che il progresso determinato dall’impegno costante e sincero dei membri del gruppo educatori accenderà una luce di speranza nel buio di questa società.
Giovani educatori, vi prego di allargare sempre di più questa straordinaria rete di solidarietà per l’educazione umana, e di avanzare sempre con coraggio e in unità.
Nella sua famosa opera Democrazia ed educazione, Dewey afferma che da un punto di vista sociale il concetto di “dipendenza” denota “forza” piuttosto che “debolezza”, e comporta l’interdipendenza.
Dewey era convinto che la crescita di un essere umano sia il prodotto della sua interconnessione con gli altri. Riteneva infatti molto importante che un individuo contasse su se stesso, ma nel medesimo tempo fosse qualcuno su cui gli altri possano contare. Quindi affidarsi a qualcuno non è una “debolezza”, ma una “forza” che contrasta l’autocompiacimento e accresce la solidarietà.
Gli esseri umani vivono sostenendosi e incoraggiandosi a vicenda. In ciò si trova la fonte dell’umanità.
Il Gosho afferma: «Quindi il miglior modo per conseguire la Buddità è quello di incontrare un buon amico. Dove può condurci la nostra saggezza? Se abbiamo abbastanza saggezza da distinguere il caldo dal freddo, dovremmo cercare un buon amico» (I tre maestri del Tripitaka pregano per la pioggia, RSND, 1, 531).
«L’artemisia che cresce in mezzo alla canapa o un serpente all’interno di un tubo [diverranno naturalmente diritti] e chi frequenta persone buone, anche senza far nulla di particolare, diventerà naturalmente retto nei pensieri, nelle parole e nelle azioni» (Il corpo e la mente delle persone comuni, RSND, 1, 1000).
Preoccuparsi per i bambini, che rappresentano la speranza del mondo e il tesoro del futuro, è un’azione nobile e preziosa. È esattamente la missione dei Bodhisattva della Terra.
Secondo il principio che “i desideri terreni sono Illuminazione”, la nostra preoccupazione si trasformerà in saggezza. Pregare per gli studenti e per la felicità e la tranquillità delle loro famiglie è il comportamento del Budda.
In questo senso, il mio desiderio più profondo è che anche oggi tutti voi, come educatori, siate traboccanti di speranza e coraggio, siate uniti negli intenti e realizziate una fresca crescita, e che diveniate il sole splendente del secolo dell’educazione capace di illuminare quest’epoca tanto difficile!
1 febbraio 2012