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L'armonia con l'universo - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 08:13

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    L’armonia con l’universo

    Le funzioni protettrici sono l’espressione di una relazione armoniosa fra l’individuo e l’ambiente. Come si attivano? Il primo passo consiste nell’intraprendere la propria trasformazione interiore

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    Le funzioni protettrici sono l’espressione di una relazione armoniosa fra l’individuo e l’ambiente. Come si attivano? Il primo passo consiste nell’intraprendere la propria trasformazione interiore

    Quando iniziai a praticare il Buddismo di Nichiren Daishonin percepii subito nella mia vita una nuova sensazione di fiducia che lentamente iniziò a scorrere nelle mie giornate. In qualsiasi luogo io sia o qualunque viaggio intraprenda, c’è una frase di Gosho che mi accompagna sempre: «Come una lanterna nell’oscurità, come un forte braccio che ti sostiene in un sentiero infido, il Gohonzon ti circonderà e ti proteggerà, signora Nichinyo, dovunque tu vada» (Il reale aspetto del Gohonzon, RSND, 1, 738). Fin dall’antichità l’uomo ha sempre ricercato un sostegno nelle religioni considerando ogni ambito della sua vita sotto la protezione di una specifica divinità: nell’antico Egitto, per esempio, Anubi proteggeva le necropoli; nella mitologia greca invece Atena, o Minerva, con la sua vasta saggezza, era considerata la divinità protettrice di tutti i greci. Queste concezioni antropomorfiche del sovrannaturale si sono sviluppate per l’innata esigenza dell’essere umano nel ricercare veicoli di rassicurazione più vicini alla sua esperienza.
    Anche Nichiren Daishonin quando iscrisse il Gohonzon vi traspose tutte le divinità così come descritte nel Sutra del Loto: il dio e la dea del Sole, i re celesti Brahma e Shakra, Hachiman e tanti altri. Queste figure divine appartengono al Brahmanesimo, la religione più diffusa in India all’epoca di Shakyamuni. Il Budda storico utilizzò quindi queste figure simboliche per diffondere i sutra e farsi così comprendere dai contemporanei. Se dalla storia abbiamo ereditato questa visione sovrannaturale del divino, è importante invece percepire profondamente, con la propria vita, il fatto che le divinità protettrici di cui parla Nichiren Daishonin non sono entità esterne a noi, ma sono tutte presenti all’interno della nostra condizione di Buddità che è una sola cosa con l’intero universo. Hachiman, Brahma, Shakra e tutte le altre divinità descritte nel Gosho, e precedentemente nel Sutra del Loto, sono in realtà funzioni della Legge mistica. Ogni mattina, nella prima preghiera della cerimonia di Gongyo, le ringraziamo e le invochiamo affinché il loro potere possa crescere giorno dopo giorno. Queste forze protettrici in giapponese si chiamano shoten zenjin: tutti (sho), cielo (ten), benevolenti (zen) divinità (jin).

    Una forte fede

    Il Daishonin scrive nel Gosho Il generale Tigre di Pietra: «Più forte è la fede, maggiore è la protezione degli dèi. Questo vuol dire che la protezione degli dèi dipende dalla forza della fede di una persona. Il Sutra del Loto è un’eccellente spada, ma la sua forza dipende da chi la impugna» (RSND, 1, 846). Se “inneschiamo” o no questa protezione dipende tutto dalla forza della nostra fede. Quando abbracciamo il Gohonzon con la nostra vita, cioè nel momento in cui decidiamo di manifestare e di vivere basandoci sulla condizione vitale di Buddità, Nichiren ci assicura che tutte le funzioni protettrici dell’universo si attiveranno: «Quando portiamo con noi questo mandala, tutti i Budda e tutti gli dèi si radunano attorno a noi per vegliarci, proteggendoci come un’ombra, giorno e notte, come i guerrieri proteggono il loro sovrano, come i genitori amano i loro figli, come i pesci dipendono dall’acqua, come gli alberi e le piante bramano la pioggia, come gli uccelli si affidano agli alberi. Devi aver fiducia in esso con tutto il tuo cuore» (Abbracciare e mantenere la fede nel Gohonzon, RSND, 1, 556). E ancora nel Gosho Il vero aspetto di tutti i fenomeni, scritto durante l’esilio a Sado, il Daishonin affermò: «Ma il Budda Shakyamuni avvolgerà nella sua veste coloro che, nonostante tutto, persevereranno nella propagazione. Tutti gli dèi celesti faranno loro offerte, li sosterranno con le spalle e li porteranno sul dorso. Essi posseggono grandi radici di bontà e meritano di essere le grandi guide di tutti gli esseri viventi» (RSND, 1, 341). Dedicarsi alla missione di kosen-rufu, che mira al nobile ideale di diffondere la pace in tutto il mondo, è di per sé un’azione virtuosa che offre l’opportunità di accumulare fortuna.
    Come mai, allora, si possono presentare nella nostra vita eventi come una malattia o la perdita del lavoro? Potremmo anche arrivare a pensare: «Perché non sono protetto nonostante tutti i miei sforzi e la mia fede sincera?». Hidetoshi Fukuda, vice segretario del Dipartimento di studio della Soka Gakkai in Giappone, durante il corso di studio europeo ha spiegato che secondo il principio di “assumere volontariamente il karma appropriato” queste sfide e sofferenze hanno un profondo significato: sono una sorgente di sviluppo e di crescita, sono parte del processo per stabilire una condizione vitale di assoluta felicità. L’attivazione degli shoten zenjin, quindi, non implica l’eliminazione delle sfide che il nostro karma, volontariamente scelto, ci porta ad affrontare. Al contrario, queste forze benevole della vita agiscono proprio per aiutarci ad attraversare le burrascose tempeste del karma mettendoci così nelle condizioni di fortificare la nostra fede. Esse ci sosterranno nelle nostre lotte armonizzando ogni cosa dentro e fuori di noi per riuscire ad accogliere e affrontare con fiducia ogni situazione. Grazie alla consapevolezza del profondo significato di ciò che viviamo potremo “trasformare il nostro karma in missione” e sperimentare una felicità assoluta che ci accompagnerà per l’eternità, vita dopo vita.
    Il lavoro degli shoten zenjin si manifesta anche nel comportamento dei compagni della SGI e dei membri della nostra famiglia. «Gli dèi celesti assumeranno la forma di uomini e donne» afferma Nichiren nel Gosho Lesilio a Izu quando il pescatore Yasaburo e sua moglie, che in seguito divennero suoi discepoli, gli offrirono rifugio e lo nutrirono segretamente (cfr. RSND, 1, 31). In questa loro azione, piena di cura e compassione, è insito l’attuale spirito dei membri della SGI che con lo stesso calore si sostengono a vicenda qualunque siano le difficoltà che possano presentarsi.

    Agire con saggezza

    Scrive Nichiren nel Gosho I tre tipi di tesori: «Il Buddismo insegna che la fragranza interna otterrà protezione esterna. Questo è uno dei suoi princìpi più importanti. […] Ciò che è nascosto si trasforma in virtù manifesta» (RSND, 1, 752). Riguardo a questo passo di Gosho il presidente Ikeda commenta: «Quando pratichiamo il Buddismo del Daishonin la Legge mistica comincia a “permeare la nostra vita esercitandovi la sua influenza”. […] Per ricevere la protezione delle forze positive dell’universo, il primo passo consiste nell’intraprendere la propria trasformazione interiore» (I tre tipi di tesori, esperia, 2013, pag. 20). Questa “fragranza interna”, la Buddità, attiva simultaneamente la protezione dell’universo. Non basta pensare che, a prescindere dal nostro comportamento, solo perché si recita Daimoku e Gongyo, si è protetti dagli shotenzenjin. Recitare Daimoku e poi agire superficialmente, in modo sconsiderato, non attiva le forze protettive della vita. Oltre a una preghiera seria e risoluta quindi, per evitare incidenti, è importante coltivare e sviluppare saggezza.
    Sensei, rivolgendosi a due giovani, con il desiderio di trasmettere loro le conseguenze di un atteggiamento incosciente, disse: «Anche se alle riunioni ricordiamo ai membri di stare attenti a non avere incidenti stradali, ci sono molti casi in cui la gente dice tra sé e sé: “Sì, lo so”, e così facendo però, in realtà, non presta attenzione. Quello che si dovrebbe fare in quel momento è ricordare a se stessi di essere ancora più attenti, e dire la stessa cosa a chi ci sta intorno. […] Essere prudenti è fondamentale se si vuole proteggere se stessi ed essere vittoriosi» (NR, 471,10).

    I nostri preziosi alleati

    Fukuda, in merito alle funzioni protettive, ha inoltre evidenziato un altro aspetto importante: «Il tempo è un fenomeno naturale. Se durante una riunione non piove la vediamo come una protezione degli shoten zenjin. Se invece piove possiamo ugualmente vedere questa cosa nella prospettiva che grazie alla pioggia ci sarà un raccolto migliore, un vino migliore, possiamo vedere comunque la pioggia come una funzione positiva. Il Buddismo ci permette di avere questa visione ottimistica della vita». Tutto quindi può essere visto sotto una luce piena di speranza e positività per volgere al meglio ogni situazione. In questo senso lo spirito fondamentale da coltivare è quello di non sentirsi mai sconfitti né scoraggiati qualunque cosa accada.
    Nel Buddismo non esistono rigide dicotomie come bene e male, giusto e sbagliato, ma dipende da noi se guardare le cose che ci accadono con positività o lamentela, se coglierle come occasioni per creare valore nella vita nostra e altrui, oppure no. Anche il re demone del sesto cielo, una figura allegorica descritta nel Sutra del Loto che rappresenta la funzione di ostacolare la pratica buddista e di risucchiare la forza vitale cercando di spegnere l’energia e l’entusiasmo nelle persone, è stato iscritto da Nichiren nel Gohonzon.
    Toda a questo proposito disse che nel momento in cui rivolgiamo le nostre preghiere al Gohonzon anche il re demone obbedirà alla Legge di Nam-myoho-renge-kyo. «Il potenziale originalmente illuminato del re demone si manifesta attraverso il Gohonzon. In verità, tutte le entità [raffigurate nel Gohonzon] esibiscono i loro nobili attributi intrinseci quando sono illuminate da Nam-myoho-renge-kyo». E arrivò a dire: «Il re demone del sesto cielo allora, per la prima volta, si trasforma in un’entità che aiuta gli altri e reca loro benefici». Questo significa che, in ogni momento e in ogni luogo, la nostra vita possiede l’illimitato potere di trasformare e rivelare il nobile attributo della Buddità che è originariamente insito in ogni cosa: grazie a un Daimoku e a un Gongyo pieni di forza, recitati con freschezza e al contempo con un profondo senso di responsabilità, proprio come ci insegna sensei, qualsiasi oscurità può diventare un nostro prezioso alleato.
    La cosa più importante quindi è una forte preghiera seguita da un’azione saggia e attenta a ogni singolo dettaglio, rivolta all’obiettivo di kosen-rufu. Come ci ricorda il presidente Ikeda: «La strada del Buddismo è vincere nonostante gli ostacoli, per quanto temibili essi possano essere, e ottenere la suprema felicità e realizzazione in questa esistenza. Gli dèi celesti proteggeranno decisamente tutti coloro che continueranno a diffondere il Buddismo perseverando con coraggio in mezzo alle difficoltà. Qualsiasi sia il nostro karma, qualsiasi possano essere le difficoltà economiche o i problemi di salute che ci affliggono, le funzioni protettrici dell’universo ci tuteleranno senza alcun dubbio. È la ferrea promessa di Nichiren» (Il Gosho e la vita quotidiana, vol. 2, pag. 78).

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    La fede richiama la protezione dell’ambiente
    Daisaku Ikeda commenta un brano del Gosho La supremazia della Legge

    «Per questo il Gran Maestro Miao-lo affermò: «Più forte è la fede, maggiore è la protezione degli dèi»; se uno conserva una fede salda, certamente la protezione degli dèi sarà grande. Lo dico per il tuo bene. La tua fede nel passato è stata ammirevole, ma ora devi rafforzarla più che mai. Solo così riceverai una protezione ancor maggiore da parte delle dieci fanciulle demoni» (RSND, 1, 546)

    Citando un passo del Gran Maestro Miao-lo, il Daishonin sottolinea che chi ha una salda fede nella Legge mistica godrà di una forte e costante protezione da parte degli dèi buddisti. È la garanzia che le forze protettrici dell’universo veglieranno su tutti coloro che si dedicano a kosen-rufu con fermo impegno.
    Le scritture buddiste affermano che in un solo giorno la mente cambia «otto milioni e quattromila volte». Questo ci dà un’idea di quanto sia mutevole la mente umana. […] Per questo è estremamente difficile temprarla in modo che rimanga ferma in mezzo alle tempeste dell’oscurità fondamentale, o ignoranza. È di importanza vitale una fede salda, ovvero la coraggiosa determinazione di perseverare nell’abbracciare l’insegnamento corretto.
    Non possiamo mobilitare le divinità celesti se abbiamo un atteggiamento passivo o debole nella fede. Le funzioni protettive di queste forze benevole dell’universo emergono in risposta a preghiere e azioni permeate dalla determinazione incrollabile di vincere e di non farsi mai sconfiggere da alcuna difficoltà.
    […] Indipendentemente dalla situazione e dalle condizioni esterne, è importante non allentare mai la determinazione; se lo facessimo non potremmo dire di avere la “fede salda” che il Daishonin afferma essere così necessaria. Anche se abbiamo lottato intensamente in passato, se smettiamo di praticare tutti i nostri sforzi saranno stati vani.
    In questa lettera il Daishonin esorta Nichimyo: «Rafforza la tua fede ancora di più». Una determinazione sempre fresca e una dedizione instancabile: questo è stato lo spirito della Soka Gakkai sin dagli albori del nostro movimento. “Avanti, avanti, sempre avanti!”: questo è il motto di kosen-rufu.
    Avere una fede salda significa affrontare con coraggio le avversità, non ritirarsi in nessuna circostanza. Chi è debole o indeciso nel momento cruciale non può sperare di far emergere la protezione delle divinità celesti. (BS, 139, 47)

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