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L'appuntamento estivo con il Gosho - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 11:34

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L’appuntamento estivo con il Gosho

Dal 30 luglio al 2 agosto Hidetoshi Fukuda, vice segretario del Dipartimento di studio della Soka Gakkai, ha tenuto in provincia di Varese il corso di studio europeo della SGI che ha visto la partecipazione di più di cinquecento persone da tutta Europa, per la maggior parte giovani

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Dal 30 luglio al 2 agosto Hidetoshi Fukuda, vice segretario del Dipartimento di studio della Soka Gakkai, ha tenuto in provincia di Varese il corso di studio europeo della SGI che ha visto la partecipazione di più di cinquecento persone da tutta Europa, per la maggior parte giovani. Un’occasione per stringere legami di amicizia, condividere esperienze e approfondire gli scritti del Daishonin e le guide del maestro. Nel messaggio inviato ai partecipanti sensei scrive: «L’Europa è ricca di diversità e voi state costruendo una rete sempre più vasta di amicizie basate su “diversi corpi, stessa mente”, rispettandovi e incoraggiandovi reciprocamente. Siete la speranza per la pace, siete un luminoso esempio per il mondo». Il pomeriggio del 2 agosto ha tenuto presso il Centro culturale di Roma una lezione seguita in tutta Italia da più di seimila membri grazie al collegamento in ­streaming con i Centri di diciassette città. Riportiamo qui una parte delle sue lezioni che verranno trattate in modo più esaustivo sul prossimo numero di Buddismo e Società

Tra i contenuti approfonditi nelle sue lezioni, Hidetoshi Fukuda ha confermato il contenuto della revisione di “Regole e regolamenti” alla luce dello sviluppo della Soka Gakkai come movimento religioso mondiale indipendente, anche in relazione alle vicende con il clero della Nichiren Shoshu (vedi NR, 556, 9). Inoltre ha voluto approfondire sulla base del Gosho e delle guide del presidente Ikeda il significato del Gohonzon iscritto da Nichiren Daishonin per realizzare la felicità di tutto il genere umano, per l’eternità.
Analizzando nel dettaglio i contenuti della revisione dell’articolo 2 di “Regole e regolamenti”, Fukuda ha ricordato che secondo la dottrina della Nichiren Shoshu l’oggetto di culto dell’insegnamento originale è il “Gohonzon del 1279” e ciò pone questo Gohonzon in una posizione speciale, come se tutti gli altri Gohonzon non potessero far emergere il loro potere se non sono a esso collegati [con “Gohonzon del 1279” o “iscritto nel secondo anno dell’era Koan” si intende quello finora chiamato “Dai-Gohonzon”, iscritto il 12 ottobre 1279, n.d.r.]. Ma questo modo di interpretare la dottrina rischia di consolidare l’idea errata che la Buddità non si possa ottenere senza recarsi nel santuario prestabilito dove si trova il Gohonzon prestabilito, mentre il Daishonin nei suoi scritti afferma che il potere del Gohonzon viene attivato solo dalla nostra fede. In parole semplici, questa revisione è stata attuata dalla Soka Gakkai per chiarire che tutti i Gohonzon sono “oggetti di culto dell’insegnamento originale”, e che il Gohonzon del 1279 non possiede poteri particolari rispetto agli altri Gohonzon. Nella realtà dei fatti – ha osservato Fukuda – noi membri della Soka Gakkai, dal momento della separazione dal clero (1991) non siamo più stati al Taiseki-ji (il tempio principale della Nichiren Shoshu) e non abbiamo pregato davanti al Gohonzon del 1279, ma davanti ai Gohonzon custoditi nelle nostre case o nei Centri culturali; impegnandoci nelle nostre attività abbiamo ricevuto grandi benefici e realizzato la nostra rivoluzione umana, e in questo percorso il movimento di kosen-rufu mondiale ha raggiunto un incredibile sviluppo. In sostanza, quindi, la revisione sancisce formalmente quella che è già una realtà nella pratica quotidiana dei membri della Soka Gakkai, e di fatto non comporta alcun cambiamento.
Finora la Soka Gakkai si era basata sull’interpretazione dottrinale della Nichiren Shoshu che vede il significato dell’avvento del Daishonin nell’iscrizione del Gohonzon del 1279. Questa interpretazione si basa sul passo del Gosho Le persecuzioni che colpiscono il santo (RSND, 1, 884) che dice: «Il Budda realizzò lo scopo della sua comparsa in poco più di quarant’anni; T’ien-t’ai in trent’anni circa e Dengyo in circa venti. Ho parlato più volte delle persecuzioni indescrivibili che sopportarono in quegli anni. Io ho impiegato ventisette anni e le grandi persecuzioni che ho affrontato durante questo periodo sono ben note a voi tutti». Di fatto però questo Gosho non fa alcuna menzione del Gohonzon del 1279. La durata di “ventisette anni” citata da Nichiren si riferisce al periodo intercorso dalla proclamazione di Nam-myoho-renge-kyo fino a quel momento – il Gosho è datato 1 ottobre 1279 -, quando per la prima volta numerosi suoi discepoli, semplici contadini della zona di Atsuhara, affrontano in prima persona e con grande coraggio una violenta persecuzione da parte delle autorità dimostrando una fede incrollabile, a costo della vita. Questo è il momento in cui il voto di Nichiren di salvare tutto il genere umano per la prima volta si realizza, il momento in cui si stabilisce “il Buddismo della gente”, il vero scopo dell’avvento del Daishonin.

Un oggetto di culto rivoluzionario

Passando ad approfondire il significato del Gohonzon “davanti al quale ogni giorno, con sincero rispetto, recitiamo Daimoku e Gongyo”, Fukuda per prima cosa ha osservato che il Gohonzon iscritto dal Daishonin è un oggetto di culto “rivoluzionario”. Infatti, mentre in genere vengono utilizzate statue o immagini dipinte di Budda e bodhisattva, il Gohonzon è un mandala in ideogrammi nel quale il Daishonin ha rivelato direttamente Nam-myoho-renge-kyo, la Legge eterna che muove l’universo e permea ogni forma di vita. Tutti i Budda hanno conseguito la Buddità grazie al potere di Nam-myoho-renge-kyo. Quando recitiamo Daimoku davanti al Gohonzon ci colleghiamo direttamente, senza intermediari, con la Legge mistica che è la causa stessa della Buddità.
A Tatsunokuchi il Daishonin stava per essere decapitato, ma superando quella persecuzione riuscì a manifestare la sua vera identità di Budda illuminato dal tempo senza inizio (hosshaku kempon). Solo in seguito a questo evento iniziò a iscrivere i Gohonzon per consentire a ogni persona di conseguire quella stessa condizione di gioia illimitata.
Al centro del Gohonzon, in caratteri più grandi, è scritto “Nam-myoho-renge-kyo Nichiren”, a indicare che la persona e la Legge sono un’unica entità. Intorno sono rappresentati i Budda, i bodhisattva e i vari esseri dei dieci mondi. Ciò significa che tutte le funzioni presenti nella nostra vita, quando ci basiamo sulla preghiera al Gohonzon, iniziano a risplendere. Con la pratica di Gongyo e Daimoku possiamo far brillare la torre preziosa dentro di noi, in modo che illumini tutte le nostre attività quotidiane, qui e ora. Questa è la meraviglia del Gohonzon. Il Buddismo spiega che tutti i vari tipi di sofferenza umana derivano dall’oscurità, o “ignoranza fondamentale”, cioè dal fatto di non riuscire a credere nelle potenzialità e nella grandezza della vita. Ma il Gohonzon è il limpido specchio per vedere che la nostra vita è dotata dei dieci mondi, quindi anche del mondo di Buddità. «Tuttavia – ha sottolineato Fukuda – se pur pensando che il Gohonzon è meraviglioso, riteniamo che la nostra vita, riflessa in quello specchio, non sia poi un granché, non riusciremo mai a far emergere i veri benefici del Gohonzon».
Quindi la cosa più importante è “credere”. Nichiren afferma che «il Gohonzon si trova solo nei due caratteri che significano fede» (Il reale aspetto del Gohonzon, RSND, 1, 739). Con una forte fede la nostra vita si collega al Gohonzon, e quando il Gohonzon dentro di noi viene attivato, siamo pervasi da una luce di speranza e scaturisce forza.
Nella maggior parte delle religioni si tende a porre un “essere superiore”, un dio, al di fuori di sé, ma in questo modo è facile cadere nell’illusione di essere impotenti e bisognosi di essere salvati; inoltre, chi fa da tramite tra la divinità e le persone comuni, facilmente assume un ruolo autoritario.
Ma il Gosho ammonisce: «Non cercare mai questo Gohonzon al di fuori di te» (Ibidem, 738). La stessa condizione vitale contenuta nel Gohonzon, quella del Budda, è insita nella vita di ognuno. Il Buddismo del Daishonin è una religione umanistica basata sul riconoscimento della massima dignità di ogni singola persona.

La trasmissione della Legge

Il desiderio di Nichiren Daishonin è di propagare il Gohonzon in tutto il mondo per salvare il genere umano. Tuttavia, prima della nascita della Soka Gakkai le altre scuole nichireniste, come anche la Nichiren Shoshu, non hanno mai avuto l’idea di propagare il Gohonzon tra la gente. Solo la Soka Gakkai, con la lotta di Toda e poi di Ikeda, ha dato inizio a una grande ondata di propagazione che si è diffusa in tutto il globo. Il maestro Toda dichiarò a gran voce: «Adesso siamo entrati nell’epoca in cui bisogna propagare il Gohonzon». La Nichiren Shoshu, invece, ha tradito lo spirito del Daishonin arrivando nel 1991 alla decisione di negare la consegna del Gohonzon ai membri della Soka Gakkai.
«Allora frequentavo l’Università Soka e non potevamo ricevere il Gohonzon – ha raccontato Fukuda – e neppure i nostri amici a cui facevamo shakubuku. I monaci della Nichiren Shoshu arrivarono a dirci: “Se volete il Gohonzon abbandonate la Soka Gakkai”. In pratica utilizzavano il Gohonzon per distruggere la Gakkai».
A quel tempo, infatti, solo il clero aveva il potere di dare in affidamento i Gohonzon, con il pretesto che la trasmissione della Legge poteva avvenire solo da un patriarca al suo successore, con una cerimonia mistica e segreta.
Ma qual è il punto di vista del Daishonin sull’eredità della Legge?
Il Gosho afferma chiaramente che «La legge fondamentale di vita e morte trasmessa dal Budda a tutti gli esseri viventi è Myoho-renge-kyo» (L’eredità della Legge fondamentale della vita, RSND, 1, 189).
La trasmissione della Legge quindi riguarda tutti gli esseri viventi, non ci sono destinatari speciali, né particolari cerimonie.
Inoltre Nichiren scrive: «Sii fermamente deciso a risvegliare il grande potere della fede e recita Nam-myoho-renge-kyo con la preghiera che la tua fede continui a essere ferma e corretta anche al momento della morte; non cercare mai un modo diverso da questo per ereditare la Legge fondamentale di vita e morte» (Ibidem, 191).
In sostanza, l’unico requisito per ereditare la Legge e far emergere i benefici del Gohonzon è la fede. Senza la fede non può esservi alcuna eredità della Legge, questo è l’inconfutabile insegnamento del Daishonin.
Un altro requisito fondamentale è l’unità tra i credenti. «In generale – scrive – che i discepoli di Nichiren, preti e laici, recitino Nam-myoho-renge-kyo con lo spirito di “diversi corpi, stessa mente”, senza alcuna distinzione fra loro, uniti come i pesci e l’acqua, questo si chiama eredità della Legge fondamentale della vita. In ciò consiste il vero scopo della propagazione di Nichiren».
«Questo è un passo fondamentale, ha concluso Fukuda. Alla luce del Gosho, la Soka Gakkai è il sangha armonioso direttamente collegato a Nichiren Daishonin in cui scorre l’eredità della Legge. La Soka Gakkai e la SGI hanno portato avanti il movimento di kosen-rufu basandosi sul Gosho, sul Gohonzon e sull’unità di diversi corpi stessa mente, mettendo al centro i tre presidenti. È grazie a questo che l’eredità della Legge ha continuato a essere tramandata e sono emersi enormi benefici. Perciò, dal punto di vista del Buddismo, la Soka Gakkai è qualificata ad affidare i Gohonzon. Se la Soka Gakkai cessasse di affidare i Gohonzon, il grande desiderio del Daishonin non si potrebbe realizzare; per questo continua a dialogare sulla grandezza del Buddismo e ad affidare il Gohonzon alle persone in tutto il mondo».

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Per approfondire

La separazione dal clero della Nichiren Shoshu:
Il Buddismo della gente, IBISG, 2013
La saggezza del Sutra del Loto, vol. 2, Esperia, 2014. Capitolo: “Il conseguimento della Buddità di Devadatta e della figlia del re drago”. Capitolo: “Il discepolo combatte i tre potenti nemici”

La revisione di “Regole e regolamenti della Soka Gakkai”:
Il Nuovo Rinascimento, n. 556, pag. 9

Il Gohonzon:
Lezione di Daisaku Ikeda sul Gosho Il vero aspetto del Gohonzon, (BS, 154 o Tascabile Esperia – Il mondo del Gosho, Esperia, 2011, Capitolo “Il Gohonzon”)

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