Cicerone, filosofo e oratore dell’antica Roma, affermava che «una vita senza amici è come un mondo senza sole».
Anche Nichiren Daishonin nei suoi scritti parla dell’importanza di creare legami di amicizia, come nel Gosho I tre maestri del Tripitaka pregano per la pioggia in cui scrive:
«Dove può condurci la nostra saggezza? Se abbiamo abbastanza saggezza da distinguere il caldo dal freddo, dovremmo cercare un buon amico» (RSND, 1, 531)
L’amicizia è una delle basi più importanti della vita. Gli amici possono avere un’influenza sulle nostre vite molto più di chiunque altro. Ecco perché è importante creare amicizie in cui le persone possano avanzare insieme, non dimenticando mai di migliorare.
Non perdere mai la fiducia
Tuttavia, come in tutte le relazioni umane, è naturale che si possano incontrare difficoltà e sofferenze anche in questo ambito.
Non sempre le cose vanno come speriamo. A volte rimaniamo delusi, feriti o ci sentiamo traditi dagli amici. Il presidente Ikeda ci invita a non chiudere il nostro cuore, anche quando subiamo una delusione.
Se è vero che non possiamo cambiare gli altri, possiamo decidere di cambiare noi stessi. Chiusura o apertura? Sfiducia o speranza? Ciò che conta è quello che c’è nel nostro cuore.
Che tipo di amico, di amica voglio essere?
Se permettiamo che il nostro cuore si inaridisca a causa di una delusione, saremo solo noi a perdere. Il Buddismo insegna che a partire da qualsiasi situazione possiamo far sbocciare il seme della vittoria, decidendo di usarla come occasione per diventare più forti e più felici. In questo senso tutto dipende da noi, da come decidiamo di indirizzare il nostro cuore.
Coltivando questa convinzione, anche quando subiamo una delusione possiamo sviluppare noi stessi e trasformarla in qualcosa di positivo per la nostra vita.
Nel libro La scelta di Alessandro, in cui il presidente Ikeda parla ampiamente del valore dell’amicizia, si legge:
«L’amicizia è credere nel proprio amico più di quanto lui creda in voi. Ebbene sì, tutto sta in questa capacità di avere fiducia. Miei cari discepoli, incidete nel profondo del vostro animo questa verità: se fallirete perché non vi siete fidati del vostro amico, le vostre ferite non si rimargineranno mai, ma se farete un passo falso perché gli avete dato fiducia, la guarigione è possibile. L’essenza è la fiducia: non esiste altra forza che dia basi più salde all’amicizia» (La scelta di Alessandro, p. 84).
Espandere continuamente la nostra rete di amicizie
Un altro aspetto importante è non smettere mai di creare nuovi legami. Rafforzare quelli che abbiamo è fondamentale, così anche continuare a espandere la nostra vita.
L’amicizia non conosce limiti di età né di confini. Più cresciamo più dovremmo creare e rafforzare legami con gli altri. La sfida è non fermarsi a pensieri come “da solo/a sto così bene”, “gli amici che ho sono sufficienti” piuttosto migliorando noi stessi giorno dopo giorno, e sviluppando instancabilmente fiducia, alimentiamo il desiderio di espandere la nostra rete di amici.
Fino a oggi la Soka Gakkai si è diffusa in 192 paesi proprio grazie ai dialoghi incessanti e ai legami di amicizia che il presidente Ikeda ha instaurato con chiunque abbia incontrato. Egli afferma infatti:
«Finché su questo pianeta Terra ci sono esseri umani che vivono insieme ad altri esseri umani, non è possibile che non esistano legami tra gli uni e gli altri. Con questa consapevolezza ho superato confini nazionali, ideologie e sistemi di valore e, a prescindere dal fatto che avessero fede o meno nel Buddismo del Daishonin, ho stretto amicizia con gli altri in quanto membri di un’unica famiglia planetaria, e ho ampliato la rete di fiducia dei cittadini globali» (NR, 677)
Perciò, non è esagerato dire che l’amicizia è il fondamento per la pace, dal momento che nel creare rapporti di amicizia vi è racchiusa l’essenza di Kosen-rufu.
Partendo da questa consapevolezza, diamo il via a una rete di dialoghi, proprio lì dove siamo, certi che moltissime persone stanno aspettando di ascoltare le nostre parole.
Ogni legame è fonte di crescita
Grazie alla pratica buddista, noi lucidiamo la nostra vita, il piccolo io lascia spazio al grande io, e siamo in grado di allargare il nostro cuore a tutti quelli che incontriamo, nessuno escluso. Quanto più apriamo il nostro cuore alle persone, tanto più la nostra vita risplenderà.
Infatti, grazie alla relazione con gli altri, cresciamo come esseri umani. Se noi e gli altri non siamo separati, le interazioni con loro saranno come uno “specchio” per noi in cui vedere cosa correggere, rafforzare e lodare a partire da dentro di noi. Abbracciare questa visione, ci permette di vedere le qualità negli altri e questo fa risplendere naturalmente le nostre vite come diamanti.
Questo concetto è racchiuso nell’affermazione di Nichiren Daishonin:
«È come il caso in cui ci si inchini rispettosamente davanti a uno specchio: l’immagine nello specchio allo stesso modo si inchina rispettosamente davanti a noi» (La raccolta degli insegnamenti orali, BS, 120)
Per questo, ogni relazione è fonte di immensa crescita per noi. Rispettando gli altri e cercando costantemente di imparare da loro, la nostra vita si arricchisce. A nostra volta saremo rispettati dagli altri, proprio come il nostro riflesso si inchina davanti a noi nello specchio, e saremo in grado di creare valore in qualsiasi situazione.
Due ingredienti fondamentali per costruire amicizia di valore sono il rispetto e l’ascolto, ed entrambi partono da noi.
Il maestro Ikeda scrive:
L’amicizia è il fondamento del Buddismo.
Praticare il Buddismo significa
espandere la nostra rete di buoni amici.
Facciamo sbocciare
i meravigliosi fiori del dialogo e dell’amicizia
in ogni angolo del mondo,
per il bene della pace
e la felicità del genere umano!
(NR, 681)
Lo spirito di una vera amicizia
Una vera amicizia è sempre sostenuta da uno spirito di crescita e progresso, non ci si stanca mai di essere presenti, di incoraggiarsi l’un l’altro, sfidandosi al contempo per realizzare i propri obiettivi. Essa ci rende migliori: nello sforzo di rendere felice l’altro, tiriamo fuori le nostre qualità e sentiamo una gioia immensa.
Un’amicizia sincera nasce dalla capacità di riconoscere il cuore dell’altro, al di là di ogni apparenza, status sociale o situazione.
Una qualità fondamentale è l’indipendenza: un rapporto di amicizia non si basa sulla dipendenza; piuttosto, si basa su un forte legame che unisce individui che contano sulle loro forze. È come nel caso delle distese di bambù: ogni canna cresce dritta, alta, indipendente ma nel terreno, anche se non lo vediamo, le radici sono saldamente collegate tra loro.
Possono esserci vari tipi di amicizia: a volte le persone stabiliscono tra loro legami di simpatia e di affetto e hanno il piacere di trascorrere il tempo insieme divertendosi; altre volte ci si incoraggia l’un l’altro mentre si lotta per realizzare i propri sogni. E poi c’è l’amicizia tra persone che condividono gli stessi ideali. Questo è anche il legame tra compagni di fede.
In questo tipo di amicizia la fiducia reciproca è il requisito fondamentale. Sensei afferma che i veri compagni «non tradiscono mai se stessi, né i loro amici, né i loro ideali» (Amore e amicizia, Esperia).
La chiave per trovare questi “veri compagni” è diventare noi stessi buoni amici.
Alcuni estratti da “Amore e Amicizia”
Uno studente scrive: «Mi piace stare per conto mio. A stare in gruppo non mi diverto proprio. Va bene avere questo atteggiamento?»
Sì, certo. Siete liberi di stare per conto vostro, se lo desiderate. Lo stare in gruppo e l’amicizia sono due cose diverse. È del tutto corretto fare amicizia a modo vostro, con persone con cui potete condividere i vostri pensieri e i vostri sentimenti. Per favore, ricordate che l’amicizia è una delle basi più importanti della vita. […] Il carattere e l’integrità sono indispensabili per farsi degli amici. La vera amicizia non si cura minimamente dello stato sociale e del rango. Potete costruire una vera amicizia quando aprite il vostro cuore e lo condividete con gli altri. Una persona egoista ed egocentrica non può avere veri amici.
Perciò è in grado di farsi degli amici chi ha il coraggio di avviare una conversazione, di fare cioè il primo passo. Eppure succede che, nonostante il nostro spirito di amicizia, ci sentiamo disprezzati o ignorati.
Ammesso che ciò accada, non bisogna preoccuparsene più di tanto. Dalle scritture buddiste sappiamo che il Budda Shakyamuni era il primo ad avviare il dialogo. È necessario però essere forti per iniziare un dialogo. Dovete ricordare che sentirsi rifiutati o delusi è inevitabile per chiunque nella vita. Perfino Nichiren Daishonin fu abbandonato da molti dei suoi seguaci. Anch’io sono stato tradito da persone in cui avevo fiducia e che ho incoraggiato sinceramente. Ma ciò non mi ha sorpreso per niente; piuttosto è una cosa che ho imparato ad aspettarmi. È fondamentale essere coraggiosi e imparare a vivere orgogliosamente, credendo in voi stessi. […] È essenziale, perciò, che diventiate forti. Siate come il sole, che continua a splendere anche se non tutte le stelle ne riflettono la luce e anche se parte della luce sembra smarrirsi nel vuoto. Chi rifiuta la luce radiosa della vostra amicizia svanirà naturalmente dalla vostra vita; tuttavia più emanate luce, più brillante sarà la vita che vivrete.
In prima persona
La relazione umana più autentica di cui siamo capaci
di Amerigo Zanetti, Treviso

Per molti anni il timore di non riuscire a trovare qualcuno che potesse accogliermi così come sono mi ha condotto a instaurare amicizie superficiali. Non riuscivo ad aprirmi fino in fondo con nessuno e mi sono abituato a compiacere gli altri. La goccia che fece traboccare il vaso e mi permise di invertire la rotta fu il conflitto con un’amica.
Durante un litigio mi disse che per via del mio comportamento non ero degno di essere definito un essere umano. Provai un forte senso di umiliazione e rabbia.
Proprio in quel periodo un’altra amica mi aveva parlato della pratica buddista. Mi affascinava perché era sempre solare e disponibile e per questo suscitava spesso l’invidia e lo scherno di molti.
Così iniziai a recitare Daimoku, incoraggiato nel provare gratitudine verso tutti i fenomeni della mia vita.
Il presidente Ikeda scrive:
«Nam-myoho-renge-kyo è l’arma fondamentale per sconfiggere i demoni. Sfidando la negatività con il Daimoku, possiamo purificare noi stessi e conseguire la Buddità. Possiamo trasformare perfino i “cattivi amici” (cioè le influenze negative) in “buoni amici” (influenze positive)» (Il Gosho e la missione di kosen-rufu, Esperia, vol. 1, pag. 191)
Determinai che non mi sarei mai più sentito così umiliato. Quando ricevetti il Gohonzon, il rancore che provavo nel mio cuore si sciolse in un attimo, a tal punto da desiderare di ringraziare quell’amica che mi aveva offeso, anche se dopo il nostro litigio aveva interrotto i rapporti con me. Scelsi di vederla come un “vero” buon amico che, come scrive Sensei, «ha la compassione e il coraggio di dirci anche cose che non vorremmo sentire, con le quali però dobbiamo confrontarci se desideriamo migliorare noi stessi. Il miglior tipo di buon amico è quello che ci porta a rafforzare la fede e la pratica per poter trasformare il nostro karma» (cfr. NR, 394, 12).
Negli anni a seguire ho sempre mantenuto un cuore aperto e fiducioso riuscendo a creare tantissime relazioni di valore con persone di tutto il mondo: ad oggi ho amici in trenta Paesi diversi!
Sensei ci invita ad essere noi per primi buoni amici per gli altri, perché «dimostrare sincerità, stima e considerazione verso ogni nostro amico e provare gioia nel farsene di nuovi crea un giro di amicizie che si espande sempre di più» (BS, 171).
Queste amicizie sono un tesoro inestimabile che mi permette di guardare con fiducia al futuro ogni volta che nel mondo si verificano gravi conflitti e situazioni complesse. Sento con tutto il mio essere le parole di Sensei quando afferma che:
«Lo spirito dell’amicizia ha il potere di trascendere le differenze culturali, linguistiche e religiose. È il nutrimento indispensabile alla fiducia che mantiene aperti i canali di comunicazione impedendo che i fraintendimenti degenerino in conflitti. Può sembrare troppo semplice ma io sono fermamente convinto che alimentare l’amicizia fra persone di diverse provenienze sia la chiave per realizzare la pace nel ventunesimo secolo» (NR, 315)
A distanza di dieci anni quella stessa amica mi ha ricontattato dopo aver visto un’intervista in cui raccontavo la storia di una collega bielorussa imprigionata per aver partecipato con i suoi studenti a una protesta pacifica. Ora è una giornalista impegnata nel creare ponti di dialogo e comprensione tra gli esseri umani.
Vorrei concludere con delle parole di Sensei che rappresentano per me una fonte costante di incoraggiamento:
«Credo che l’amicizia sia la forma di relazione umana più autentica di cui siamo capaci. Venir compresi e apprezzati per quello che siamo è vitale e accresce la nostra voglia di vivere in maniere visibili e meno visibili. L’amicizia moltiplica varie volte la quantità di valore che siamo in grado di creare e sperimentare nella vita» (NR, 315)
