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L'alchimia di un sorriso - DEV - Il Nuovo Rinascimento
Istituto Buddista Italiano Soka Gakkai

Buddismo per la pace, la cultura e l’educazione

6 dicembre 2025 Ore 14:11

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L’alchimia di un sorriso

L’esperienza del viaggio in Giappone rappresenta sempre una tappa fondamentale nella vita dei partecipanti. In questo diario di viaggio si sottolinea l’importanza di sostenere i membri e dedicarsi a loro senza riserve, comprendendo inoltre che dalla decisione di ciascuno può nascere un contributo concreto alla pace e al benessere del proprio paese

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L’esperienza del viaggio in Giappone rappresenta sempre una tappa fondamentale nella vita dei partecipanti. In questo diario di viaggio si sottolinea l’importanza di sostenere i membri e dedicarsi a loro senza riserve, comprendendo inoltre che dalla decisione di ciascuno può nascere un contributo concreto alla pace e al benessere del proprio paese

In occasione del corso primaverile rivolto a tutti i continenti, dall’Italia abbiamo partecipato in sei: Benedetta, Stefania, Annamaria, Velleda, Massimo detto “Ciclo” e io.
I responsabili della SGI Minoru Harada, Yoshitaka Oba, Shigeo Hasegawa e Kayoko Asano ci hanno suggerito fin dall’arrivo di sfruttare quest’occasione per stringere nuovi legami di amicizia con i membri di tutto il mondo. Durante la riunione di apertura del corso, ci hanno parlato di alcuni punti essenziali nella fede, dell’atteggiamento che dovrebbero tenere i responsabili del nostro movimento e del significato della relazione fra maestro e discepolo. A proposito della preghiera ci hanno ricordato come essa non sia espressione di un sogno ma della determinazione di un profondo giuramento: l’atteggiamento di alzarsi da soli. Questo tipo di forza ci permette di realizzare i nostri obiettivi, proprio come un magnete attira il ferro; da questa ferma determinazione nasce quella speranza che ci fa abbattere qualsiasi muro. «I leader – è stato detto – non devono essere negligenti, arroganti e autoritari. Devono essere forti e nutrire speranza, perché “l’inverno si trasforma sempre in primavera”. Prodigatevi per la felicità delle persone e impegnatevi a favore della società con allegria. Viviamo un’epoca estremamente critica da tutti i punti di vista, anche da quello umano». E ancora: «Coltivare uno spirito indomito, che non si lascia abbattere nonostante le difficoltà: questa è la strada che ci conduce alla felicità. Con un cuore pavido non si potranno vincere le battaglie della vita». «Il vero modo di vivere da essere umano è trovare gioia nell’impegno verso gli altri – è stato un altro punto sottolineato – non possiamo creare la nostra felicità sulla sfortuna o infelicità altrui».
Ogni volta che il presidente Ikeda ci inviava un messaggio o un regalo mi chiedevo se “meritassi” quello che mi stava succedendo, ma sentire di essere lì in rappresentanza dei miei compagni di fede italiani dava un senso preciso a tutto ciò.
Dopo la visita ad alcuni splendidi Centri culturali e alla sede dell’Associazione concertistica Min-on abbiamo partecipato a una riunione di domanda e risposta con Hasegawa e ascoltato alcune esperienze dalle varie nazioni. L’incontro con sensei al Makiguchi Memorial Hall si stava avvicinando. A me e a Benedetta avevano dato l’incarico di ritirare un regalo a nome degli italiani: una grande foto raffigurante un panorama della città di Firenze con la dedica di Ikeda: «26 giugno 1992, con affetto ricordo il dialogo su kosen-rufu nel mondo. Evviva Firenze! Evviva i miei cari amici compagni di fede» [vedi riquadro a lato, n.d.r.].
II giorno seguente, suddivisi in gruppi, abbiamo partecipato a una riunione di scambio fuori Tokyo. Noi eravamo sei, loro, i padroni di casa, circa mille persone. Noi occidentali rappresentiamo per loro la realizzazione della promessa fatta da Ikeda a Toda: propagare Nam-myoho-renge-kyo nel mondo. La loro gioia era straripante. Ci hanno accolto con musiche e danze tradizionali e con la bellissima esperienza di un uomo, mentre in nostra rappresentanza l’ha raccontata Stefania.
Rientrati al Centro culturale siamo stati invitati a un incontro della Divisione futuro. Ci siamo trovati davanti una ventina di ragazzini che ci hanno fatto un sacco di domande, che spaziavano da quali città visitare in Italia, alla nostra opinione su Daisaku Ikeda, a Roberto Baggio. Pensavo di aver preso già molto da questa esperienza, quando Saya, una bambina di dieci anni, è venuta verso di me. Saya da un po’ di tempo si è chiusa in se stessa perché a scuola è vittima di atti di bullismo, che in Giappone è a livelli preoccupanti. Mi sono seduto accanto a lei e le ho chiesto quale musica le piacesse. È una fan della musica pop giapponese e le ho promesso che le avrei fatto avere un CD con una delle migliori compilation. Lei mi ha regalato un sorriso, tra la commozione di tutti: nella sua vita era accaduto qualcosa. Ho partecipato al corso per arricchirmi, ma questo è avvenuto davvero solo quando, a mia volta, ho provato a dare qualcosa agli altri.
L’ultimo giorno abbiamo avuto la riunione di studio con Katsuji Saito, responsabile del Dipartimento di studio della SGI. Argomento: due frasi tratte da L’apertura degli occhi.
Poco prima della partenza, sono stato “dirottato” verso la sede generale della Soka Gakkai. Dobbiamo – ci dicono – fare una riunione fra i rappresentanti delle nazioni per raggiungere una determinazione comune. Rappresentare tutti i membri in un’occasione così importante era un onore, ma anche un onere non da poco; però il corso mi aveva trasmesso la tranquillità d’animo necessaria per farlo.
Abbiamo preso posto nelle sedie assegnate alla nazione di appartenenza e mi sono seduto in seconda fila. È arrivato il presidente Ikeda con indosso una polo bianca, un cappellino da baseball e… un sorriso caldissimo. Quando abbiamo recitato Daimoku ho sentito di essere insieme a tutti i compagni di fede italiani. Ikeda ha suonato al pianoforte due brevi brani e ha dato inizio alla riunione, dove ha riconfermato alcuni temi sviluppati nella riunione precedente [il testo del discorso tenuto dal presidente Ikeda in questa occasione sarà pubblicato nel prossimo numero, n.d.r.]. Ha mostrato una ferma severità quando ha parlato dei lati negativi che possono avere i responsabili, ma ha anche trasmesso una dolcezza senza pari quando ha parlato del valore delle azioni fatte per i membri della famiglia Soka. Ci ha messo talmente a nostro agio che, mentre parlava, mangiavamo le patatine al gambero che lui stesso ci aveva regalato. La riunione è durata più di due ore.
A un certo punto ha guardato verso di me, mi ha detto che avevo un bel sorriso e ha chiesto ai vice presidenti di passarmi il suo bicchiere d’acqua. Ma, nella concitazione, il bicchiere è arrivato nelle mani del mio vicino, allora Ikeda mi ha offerto il suo tè. Quello che ho sentito è stata la conferma che per il maestro i membri sono più importanti di qualsiasi cosa. Questo è ciò che ha ribadito, ricordando che ha donato tutto per la SGI e per il suo maestro, nonostante fosse gravemente malato di tubercolosi tanto che sarebbe dovuto morire prima dei trent’anni. Ogni tanto chiedeva ai vice presidenti di portarci un regalo; ci ha anche raccontato che sono iniziati i lavori per edificare quattro nuovi luoghi di aggregazione per i membri nell’area dove, fino a poco tempo prima, abitavano i primi ministri del Giappone. Sul primo edificio, quando sarà finito, verranno scritti in calce i nomi dei partecipanti al corso primaverile del 2010. Ci siamo lasciati con un grande senso di serenità. A detta dei miei compagni, al rientro in albergo, l’espressione del mio viso era un po’ inebetita…

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Corso in Giappone: le impressioni / Una nuova strada

Ho vissuto un’esperienza indimenticabile. Mi sono resa conto di quanto superficiale fosse il mio pensiero sul legame tra maestro e discepolo. La severità del presidente Ikeda, nei confronti dei responsabili, mi ha fatto nascere il desiderio profondo di sfidarmi nella mia rivoluzione umana. Non ci sarà futuro se i responsabili non cresceranno di più e non diventeranno forti: parole di Oba, il direttore generale, e del vice direttore Hasegawa. E il giorno dopo sensei ha ribadito il concetto. In questa durezza ho sentito l’enorme fiducia del presidente Ikeda in noi, ho avvertito quanto il maestro faccia affidamento sui membri europei. Ma mi ha colpito anche l’insistenza con cui si è detto che dalla nostra determinazione dipendono la pace e il benessere nei nostri paesi. L’ho preso come un incoraggiamento a “svegliarmi” usando il potere della preghiera: «La preghiera non è un sogno ma un profondo giuramento», ha spiegato Kayoko Asano, responsabile SGI della Divisione donne e giovani donne. E questo “giuramento” non è forse il voto di realizzare kosen-rufu? Ho pensato che è l’ora di smettere di pensare al mio orto: voglio mettere da parte le mie insicurezze, le mie paure e determino di crescere puntando a kosen-rufu in Italia. Come? La strada me l’ha indicata sensei quando ha detto: «Non siate mai spavaldi né arroganti. Prendetevi la massima cura dei membri, proteggeteli fino alla fine, qualunque cosa accada».
Benedetta De Micheli

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Corso in Giappone: le impressioni / Come un fiume in piena

Esprimere le impressioni e le sensazioni di un viaggio tanto desiderato non è facile. C’è bisogno di un certo tempo per metabolizzare tutto quello che gli occhi hanno visto, che la mente ha percepito e che il cuore ha assorbito. La mia decisione di andare in Giappone e l’opportunità di andarci sono arrivati dopo un percorso di pratica e di vita piuttosto accidentato, che però mi ha portato a consolidare il legame con sensei. Gli ostacoli non sono mancati, ma li ho affrontati e superati con il potere della pratica e della fede. Da subito sono stata travolta da un’atmosfera gioiosa e traboccante di energia, che mi ha consentito di vivere esperienze umane e spirituali con intensa partecipazione e di approfondire il significato di tanti princìpi, ma soprattutto quello di “coltivare uno spirito indomito”, quello spirito che ho riconosciuto in Daisaku Ikeda. L’incontro con sensei, infatti, è stato illuminante. Grazie al suo spirito indomito ha realizzato tutti gli obiettivi ed è grazie a ciò che è riuscito a tener fede al voto di realizzare kosen-rufu nel mondo. La determinazione, la forza e la grande compassione di Ikeda, che ci chiede di stare accanto a lui per realizzare la pace nel mondo, sono arrivate al mio cuore come un fiume in piena e quindi ho promesso di lottare con tutto il mio coraggio e il Daimoku dell’assoluta vittoria. Ho capito che Nam-myoho-renge-kyo è una grande forza che abbiamo dentro e che recitando possiamo farci alleato l’universo vincendo su tutto. La mia determinazione è quella di lottare come un leone assumendomi la responsabilità di kosen-rufu come ha fatto il nostro maestro.
Anna Maria Olivieri

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